Tentato golpe in Venezuela

Mision Verdadhttp://aurorasito.altervista.org

Nelle prime ore del 30 aprile, un gruppetto di soldati si recava nella stazione di servizio di Altamira, sull’autostrada Francisco Fajardo, Caracas, insieme al deputato Juan Guaidó e Leopoldo López (rilasciato dai sorveglianti traditori) annunciando ai loro seguaci di scendere nelle strade di Caracas, per iniziare un nuovo tentativo di colpo di Stato in Venezuela.

Sfondo di tale nuovo tentato golpe, c’è il ritiro del Venezuela dall’Organizzazione degli Stati Americani (OSA), il rafforzamento delle alleanze geopolitiche con Russia e Cina e l’indiscutibile sgonfiamento di Juan Guaidó. Con un nuovo disperato tentativo di proiettare l’”adempimento” delle sue “funzioni presidenziali” e il controllo sulle FANB, pronunciava tale appello dell’ultimo minuto per cercare di cambiare l’equilibrio di forze, invocando il golpe sui social network, coll’obiettivo precipitare caos, violenze e angoscia collettiva. Qui, la nostra analisi in tempo reale della situazione:

Ravell dà il colpo di via (05:13)
L’affarista latitante Alberto Federico Ravell “direttore della comunicazione presidenziale”, nelle prime ore del mattino dava il via al colpo di Stato annunciando che Leopoldo López e Juan Guaidó, insieme a un gruppo di soldati, aveva il “controllo della base aerea di La Carlota”, in quella che sarebbe stata “la fase definitiva del colpo di Stato in atto”, definiva “cessazione dell’usurpazione”.

Juan Guaidó dice di essere a La Carlota mentendo (06:00 am)
Circondato da alcuni soldati, Juan Guaidó indicava il possesso della base aerea di La Carlota, mentre invocava dimostrazioni per sostenere un nuovo tentativo d’insurrezione. Pochi minuti dopo fu confermato che la base in questione era protetta dalle FANB, e gli attori “civili” del golpe erano nella stazione di servizio di Altamira.

Diosdado Cabello e il Comando delle FANB chiarivano (06:47)
Diosdado Cabello e il Ministro della Difesa Vladimir Padrino López affermavano che le basi militari del Paese erano calme mentre la narrazione del golpe persisteva nel presentare una situazione di rivolta generalizzata. Il fulcro della manovra di Altamira era di prefigurarsi, ancora, come l’epicentro di nuove violenze, in attesa che l’”effetto mediatico” mobilitasse il supporto frontale degli Stati Uniti per sostenere l’operazione. Il golpe è mediatico, prima di tutto.

Avvertimenti dal governo nazionale ai golpisti (07:29)
In un nuovo contatto coi media statali, il Presidente dell’Assemblea Nazionale Costituente riferiva che “ci sarà un uso progressivo della forza, sono stati informati di ciò che faremo, vedranno quello che fanno, molti di loro sono tornati. Le follie non hanno posto in questo Paese, le sconfiggeremo e saranno trattati da golpisti assumendosi le loro responsabilità”. Allo stesso modo, insisteva nel chiamare il popolo venezuelano in piazza a palazzo Miraflores in difesa della Costituzione Bolivariana.

Duque ribadiva il suo sostegno all’operazione (08:00)
Sul suo account twitter, il presidente colombiano accompagnava l’appello al colpo di Stato, mentre il suo ministro degli Esteri chiedeva una riunione di emergenza del gruppo di Lima, non solo riaffermando il sostegno dello Stato colombiano a un intervento o colpo di Stato militare in Venezuela, ma per creare le condizioni per una svolta internazionale che prefiguri le condizioni favorevoli alla rottura dell’ordine costituzionale venezuelano con la forza.

Smentita l’adesione del Maggiore-Generale Ornelas Ferreira al golpe (8:12)
Il giornalista della rete televisiva internazionale TeleSUR riferiva dal suo account twitter che le informazioni che l’opposizione avevano sparato sul presunto tradimento del Maggiore-Generale Ornelas Ferreira, Capo di Stato Maggiore delle FANB, erano false. Il giornalista affermava: “Ho appena parlato col Maggiore-Generale Ornelas che affermava che si tratta di propaganda, “Sono al CEO coll’Ammiraglio Ceballos. È totalmente falso. Siamo col Comandante in capo Nicolas Maduro e restiamo fedeli al Paese”.

Le forze dell’ordine controllano la situazione nella stazione di servizio di Altamira (09:30)
Detonazioni sono segnalate dalle forze dell’ordine alla stazione di servizio di Altamira, dopo che Juan Guaidó invocava “dimostrazioni” per fungere da scudi umani dei disertori che si trovavano nelle vicinanze della base aerea La Carlota. Rapidamente l’operazione perse il fattore sorpresa, aprendo la via al caos dell’agenda informativa mentre cercava di creare violenze per sostenere il nuovo tentativo di colpo di Stato.

Il primo tenente dell’esercito racconta come i cospiratori cercarono d’ingannarlo (10:30)
Il Primo Tenente dell’esercito Jairo Betermini di La Carlota, dice alla giornalista Madelein Garcia che la sua unità, di stanza presso la sede della SEBIN il 29 aprile, alle 6:00 aveva ricevuto l’ordine di cercare “le uniformi patriottiche” (di gala) per ricevere decorazioni e “una notizia che cambierà la nostra vita”. Alle 3.00 del 30 aprile, si ebbe ordine di trovare i fucili indicando di dover prendere il centro penitenziario di Tocorón (Stato di Aragua) “perché vi erano entrati mille fucili e stavano per scatenare i prigionieri contro il popolo”. Il punto d’incontro concordato, secondo gli ufficiali che informarono Betermini, sarebbe stato ad Altamira dove si sarebbero concentrati FAES, SEBIN ed l’esercito. Quando arrivarono sul posto ricevettero dei braccialetti blu, l’istruzione di bloccare l’autostrada e “ci dissero che si trattava di un colpo di stato”. Tra gli ufficiali, Betermini afferma di essere riuscito a identificare il comandante (tenente-colonnello) della Guardia Nazionale Bolivariana (GNB) Rafael Pablo Soto Manzanares, “il maggiore Cequea (sono due fratelli)”, e il comandante Illich Sánchez. Il gruppo del primo tenente riuscì a comunicare e coordinarsi col Maggiore-Generale e capo della REDI Centrale Alexis Rodriguez Cabello per coordinare la riconcentrazione delle forze leali. Betermini denunciò il sabotaggio “con cui si cercava di farci affrontare tra noi”. La testimonianza del tenente offre ciò che sarebbe uno degli elementi metodologici chiave del golpe: mobilitazione di unità convocate coll’inganno da superiori con comando operativo, segnalando falsi obiettivi e portandoli nei punti di concentrazione concordati dai golpisti, scommettendo che una volta rivelati i piani reali avessero la forza di prendere punti critici o postazioni militari. Se non funzionava, affiancarli per non perdere l’iniziativa generale e, poi, attuare il piano per plasmare il campo di battaglia informativo all’idea di un colpo di Stato riuscito poiché sostenuto fin dall’inizio da media internazionali e social network. Simulazione dell’occupazione di postazioni militari, disinformazione su numeri e situazioni sotto controllo (preteso) e abilitazione della componente politico/civile per spacciare l’idea dell’insurrezione generale.

http://aurorasito.altervista.org Traduzione di Alessandro Lattanzio


Il messaggio ai golpisti: “Non state giocando con dei bambini. Da ora in poi sarete responsabili di ogni violenza e morte nel paese”

 

Vladimir Padrino, il ministro della Difesa della Repubblica venezuelana ha parlato alla nazione questo 30 aprile, nella giornata dell’ennesimo tentativo di golpe militare dell’estrema destra del paese.

“E’ un’opposizione golpista, selvaggia, che non ha coscienza della Patria… se desiderano conquistare il rispetto della Fanb abbandonino queste posizioni. Non siamo mossi solo dall’amore del nostro paese. Interrompete queste pratiche. Da ora in poi vi considereremo responsabili di qualsiasi atto di violenza nel paese”, ha dichiarato. “Non state giocando con dei bambini.”

Il ministro della Difesa venezuelano, Vladimir Padrino López, ha dichiarato poi che la maggior parte dei soldati che si sono ribellati nel distributore di Altamira, vicino alla base aerea di La Carlota a Caracas, hanno già lasciato il posto e si sono rivolti a Plaza Altamira, bastione dell’opposizione, per tornare sotto gli ordini dei loro ufficiali.

“Il Tentativo di golpe di stato è stato portato avanti da un gruppo insignificante. Tutti i comandi delle forze armate bolivariane immediatamente hanno ribadito la propria lealtà. Tutti hanno respinto quest’atto che è una canagliata. In questo luogo, in questo distributore si sono riuniti pseudo dirigenti politici che hanno ingannato con un nuovo show a questi disertori.

La gran maggioranza di questo gruppo, quasi l’80% si è ritirato motu proprio e ritornato agli ordini del comandante ufficiale”.

Padrino ha detto che l’esercito venezuelano non permetterà l’aggressione contro le leggi, le istituzioni, la democrazia e la Costituzione e accusa le frange estremiste dell’opposizione per “qualsiasi spargimento di sangue” e atti di violenza che da adesso in poi possono accadere in Venezuela.

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