Perché il governo del Canada combatte la Rivoluzione Bolivariana?

Non per “diritti umani”, semplice vendetta per la nazionalizzazione delle miniere d’oro..

Arnold August – http://selvasorg.blogspot.com

Dopo il tentativo di colpo di Stato effettuato dagli USA il 23 gennaio scorso, appoggiato dal Gruppo di Lima di cui il governo canadese di Justin Trudeau è membro attivo, i maggiori media del Canada si sono uniti al coro per una campagna di odio e diffamazione contro la Rivoluzione bolivariana, insistendo sulla critica al presidente costituzionale eletto Nicolas Maduro. A seguito delle nazionalizzazioni decise dal governo di Chavez, varie multinazionali canadesi hanno combattuto diverse battaglie giuridiche.

Nello stesso tempo, c’e’ stato un dibattito tra lavoratori, sindacati e militanti sociali e politici. Qualche settimana fa, i lavoratori hanno valutato le reazioni degli iscritti ai sindacati (più di 5 milioni) a favore del diritto del Venezuela all’autodeterminazione e contro l’ingerenza degli USA e Gruppo di Lima negli affari interni di questo paese. Sono tuttora in corso dichiarazioni a livello locale.

In questa cornice, alcuni articoli pubblicati sulla stampa alternativa e sulle reti sociali canadesi, soprattutto quelle orientate a sinistra o progressiste -quelle che semplicemente si oppongono all’ingerenza straniera- ci inducono a chiederci: che cosa fa il Canada e perché?

Questi interlocutori interrogano con coraggio i media tradizionali, sebbene questi ultimi danno spazio solo a quelli che parlano del Venezuela usando formule ambigue come “elezioni dubbiose” e “Maduro autoritario”, o che forniscono credibilità al mantra degli USA e gruppo di Lima, nascosti sotto un sedicente “aiuto umanitario”- I grandi media evitano di rispondere alla domanda: perché il Canada? Malgrado le apparenze sul Canada come modello della libertà d’espressione, la verità viene nascosta al pubblico.

Il Venezuela e’ il moderno Eldorado del Canada? 
La ricerca dell’oro nel mitica terra dell’Eldorado in America latina ha richiamato le armate conquistatrici spagnole nel secolo XVI, causando lo sterminio di molti popoli indigeni. Con questo pretesto, la Spagna colonizzo’ la maggior parte della regione, saccheggiando molte altre ricchezze, fino all’avvento dei movimenti indipendentisti latino-americani del secolo XIX. Questa ricerca di ricchezze non ha mai preso fine perché il Venezuela rigurgita l’oro nero (petrolio grezzo), come ha scritto il ricercatore canadese Nino Pagliccia sul sito “Web Global Researche”.

Yves Engler, altro analista politico, dichiara che gli Stati Uniti hanno dichiarato il loro interesse per le riserve di idrocarburi del Sudamerica. Seppure il Canada ha mostrato più discrezione riguardo alle sue vere ambizioni, la verità è che ha messo gli occhi sulle miniere, specificamente quelle dell’oro. .

Nell’intento di aumentare i benefici della rendita petrolifera, dal 2007 ha sospinto le compagnie petrolifere private a diventare soci minoritari di PDVSA appartenente allo Stato. Questo ha portato Petro-Canada -stabilita a Calgary- a vendere la sua quota, spingendo alcuni suoi rappresentati a dire -in privato- che si sentivano “eliminati” dal governo del Venezuela.

Altre societa’ canadesi hanno ugualmente dovuto fronteggiare il governo di Hugo Chavez per l’estrazione dell’oro. Crystallex, Vanessa Ventures Ltd, Gold Reserve Inc. e Rusoro Mining hanno condotto battaglie giuridiche. Nel 2016,Rusoro Mining ha ottenuto 1 miliardo di dollari grazie a un convegno sugli investimenti tra Canada e Venezuela; mentre Crystallex ha incamerato 1,2 miliardi di dollari. Le due compagnie continuano a reclamare altri pagamenti ed hanno chiamato in causa Citgo, filiale américaine di PDVSA che e’ stata strappata al controllo dello Stato venezuelano.

Nel 2011, il Financial Post scriveva che “dopo anni di stimoli agli investimenti stranieri fuori dal settore aurifero, il presidente venezuelano Chavez passa ad un’altra fase: nazionalizzazione integrale. Mettendo in risalto l’importanza per il capitale canadese, il comitato di redazione del Globe and Mail ha criticato questo provvedimento in un articolo intitolato “Chavez nationalizza tutte le miniere d’oro in Venezuela”.

Peter Munk, fondatore di Barrick Gold, nel 2007 scrisse una lettera al Financial Times intitolata “Stop Chávez’ Demagoguery Before it is Too Late”. E’ anche l’autore dell’editoriale “Chavez al comando” dove scrive:

“Non dimentichiamo le lezioni della storia, forse ignoriamo che dittatori come Hitler, Mugabe, Pol Pot e altri, sono diventati capi di Stato con un processo democratico? Autocratico, demagogico allo stile di Chavez, fino a quando i loro paesi diventano dei regimi totalitari come la Germania nazista, l’Unione sovietica o la Serbia di Milošević.. Non dobbiamo dare al Presidente Chavez la possibilità di realizzare progressivamente questa trasformazione del Venezuela”.

Il Venezuela e’ l’Eldorado dei nostri tempi per il Canada?
Gli investimenti canadesi nel settore minerario dell’America-latina sono cresciuti notevolmente dal 1990, sfruttando sia dei vantaggi delle privatizzazioni delle imprese minerarie statali che della flessibilizzazione sugli investimenti stranieri, spiega M. Engler. All’inizio nessuna società mineraria del Canada era attiva in Perù o in Messico, ma dal 2010 se ne contavano più di 600 in questi due paesi.

Attualmente le “mineras” canadesi hanno investito decine di miliardi di dollari in America. Ogni governo della regione che ostacola le riforme neoliberiste che hanno reso possibile questa crescita e’ una minaccia per i suoi profitti. Le banche hanno tratto grandi benefici da questa liberalizzazione.

Qualche giorno dopo il decesso di Chavez nel 2013, “Business Report du Globe and Mail” ha pubblicato in prima pagina un articolo sugli interessi che la Banque Scotia aveva acquisito in Venezuela prima dell’arrivo al potere del dirigente bolivariano. Ha messo in chiara luce che ” Banco de Nueva Escocia (Banque Scotia) e’ spesso encomiato per la sua audace espansione in America-latina, dove ha realizzato importanti acquisizioni in Colombia e nel Peru’.

In Venezuela, invece, negli ultimi 15 anni la banca non ha combinato granché, poiché il governo del presidente Hugo Chavez era ostile agli investimenti stranieri in grande scala. Argomenti di questo genere spiegano perché il governo Trudeau e’ stato implicato nei tentativi di colpo di Stato contro il Venezuela, organizzati da Donald Trump. Il Canada e’ all’avanguardia delle sanzioni economiche che -secondo studi recenti- sono “genocidari”.

E’ questo il solo modo possibile per difendere gli interessi delle sue imprese in Venezuela? No, ci sono sicuramente molte maniere più “canadesi”.

Traduzione SELVAS – fonte qui

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