Un gruppo di esponenti di chiara fama di giuristi ed ex responsabili della Giustizia di diversi paesi ha elaborato e divulgato, l’11 agosto 2019, un fermo messaggio, rivolto in particolare al Supremo Tribunale Federale brasiliano, per il ripristino del debito processo nei confronti dell’ex presidente Luiz Inácio Lula da Silva e per il rispetto dello Stato di diritto. (T.I. 11/8/2019)
Noi, avvocati, giuristi, ex ministri della Giustizia ed ex membri di Corti Superiori di Giustizia di diversi paesi, desideriamo richiamare la riflessione dei giudici del Supremo Tribunale Federale e, più in generale, dell’opinione pubblica del Brasile sui gravi vizi dei processi mossi contro Lula.
Le recenti rivelazioni del giornalista Glenn Greenwald e della équipe del sito di notizie The Intercept, in collaborazione con i giornali Folha de São Pauloed El País, la rivista Veja e altri, atterriscono tutti i professionisti del Diritto. Siamo scioccati nel vedere come le regole fondamentali del debito processo legale brasiliano siano state violate senza alcun pudore. In un paese in cui la Giustizia è uguale per tutti, un giudice non può essere allo stesso tempo giudice e parte in un processo.
Sérgio Moro non solo ha condotto il processo in forma parziale, ma fin dall’inizio ha comandato l’accusa. Ha manipolato i meccanismi di delazione premiata, ha indirizzato il lavoro del Ministero Pubblico, ha imposto la sostituzione di una procuratrice della quale non era soddisfatto e ha diretto la strategia di comunicazione dell’accusa.
Oltre a ciò, ha messo sotto intercettazione telefonica gli avocati di Lula e ha impedito di applicare la decisione di un giudice di seconda istanza che aveva ordinato la liberazione d Lula, violando così la legge in modo grossolano.
Oggi è chiaro che Lula non ha avuto diritto a un processo imparziale. Si sottolinea che, secondo lo stesso Sérgio Moro, Lula è stato condannato per “fatti indeterminati”. Un imprenditore la cui deposizione ha dato origine a una delle condanne dell’ex presidente ha ammesso di essere stato forzato a costruire una narrativa che incriminasse Lula, sotto pressione dei procuratori. In verità, Lula non è stato processato, è stato ed è vittima di persecuzione politica.
In conseguenza di queste pratiche illegali e immorali, la Giustizia brasiliana vive attualmente una grave crisi di credibilità nella comunità giuridica internazionale.
È indispensabile che i giudici del Supremo Tribunale Federale esercitino pienamente le proprie funzioni e siano i garanti del rispetto della Costituzione. Allo stesso tempo speriamo che le autorità brasiliane prendano tutte le misure necessarie per identificare i responsabili di questi gravissimi disvii di procedura.
La lotta contro la corruzione è oggi un argomento essenziale per tutti i cittadini del mondo, cosi come la difesa della democrazia. Frattanto, nel caso di Lula, non solo la Giustizia è stata strumentalizzata per finalità politiche, ma chiaramente lo Stato di Diritto non è stato rispettato, al fine di eliminare l’ex presidente dalla competizione elettorale.
Non vi è Stato di Diritto senza rispetto del debito processo legale. E non vi è rispetto del debito processo legale quando un giudice non è imparziale, ma agisce come capo dell’accusa. Perché il Giudiziario brasiliano restauri la propria credibilità, il Supremo Tribunale Federale ha il dovere di liberare Lula e annullare queste condanne.
Elenco dei firmatari
Bruce Ackerman, professore Sterling di Diritto e scienza politica, Università di Yale
John Ackerman, professore di Diritto e scienza politica, Universidad Nacional Autónoma de México
Susan Rose-Ackerman, professoressa emerita Henry R. Luce di giurisprudenza, Scuola di diritto dell’Università di Yale
Alfredo Beltrán, ex presidente della Corte Constituzionale della Colombia
William Bourdon, avvocato iscritto all’Ordine di Parigi
Pablo Cáceres, ex presidente della Suprema Corte di Giustizia della Colombia
Alberto Costa, avvocato, ex ministro della Giustizia del Portogallo
Herta Daubler-Gmelin, avvocata, ex ministra della Giustizia della Germania
Luigi Ferrajoli, professore emerito di diritto, Università di Roma Tre
Baltasar Garzón, avvocato iscritto all’Ordine di Madrid
António Marinho e Pinto, avvocato, già presidente dell’Ordine degli avvocati portoghesi
Christophe Marchand, avvocato iscritto all’Ordine di Bruxelles
Jean-Pierre Mignard, avvocato inscritto all’Ordine di Parigi
Eduardo Montealegre, ex presidente della Corte Costituzionale della Colombia
Philippe Texier, ex giudice, consigliere onorario della Corte di Cassazione di Francia, ex presidente del Consiglio economico e sociale delle Nazioni Unite
Diego Valadés, ex giudice della Corte Suprema di Giustizia del Messico, ex procuratore generale della Repubblica
Gustavo Zafra, ex giudice ad hoc della Corte Interamericana dei Diritti Umani
Traduzione e introduzione di Teresa Isenburg
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