Lula, Evo, Correa: immaginario collettivo vs guerra mediatica
Lula, Evo e Correa hanno trasformato Brasile, Bolivia ed Ecuador, migliorando la vita di decine di milioni di persone. Ora sono proscritti politicamente.
In Brasile, dopo un golpe parlamentare che ha rimosso dal governo il Partito dei Lavoratori, un giudice – in seguito ministro di Jair Bolsonaro – ha mandato in prigione ed inabilitato Luiz Inácio Lula da Silva. Così hanno evitato la vittoria elettorale anticipata dai sondaggi.
In Bolivia, l’Organizzazione degli Stati Americani ha legittimato un golpe contro Evo Morales, vincitore delle elezioni, grazie al messaggio di una presunta frode mai provata. Per essersi esiliato per salvarsi la vita, Evo è stato inabilitato.
In Ecuador, i successi di Rafael Correa hanno portato alla vittoria elettorale del suo vice presidente Lenín Moreno che, in pochi mesi, ha tradito il suo programma e si è alleato con gli USA. Come nel caso di Lula, Correa è perseguitato ed ora è stato inabilitato per evitare la vittoria della sua candidatura alle prossime elezioni.
Brasile, Bolivia ed Ecuador – con governi neoliberali – sono tre dei paesi più colpiti dalla pandemia nel continente. In uno scenario devastante, e ancora impossibilitati a competere, Lula, Evo e Correa continuano ad essere le principali figure politiche dei loro paesi.
Perché la gigantesca guerra mediatica non è riuscita a cancellare dall’immaginario collettivo la combinazione di sviluppo sociale e crescita economica raggiunta dai loro governi. Quindi no: la guerra … non è ancora finita.
Lula, Evo, Correa: imaginario colectivo vs guerra mediática
Lula, Evo y Correa transformaron Brasil, Bolivia y Ecuador, mejorando la vida de decenas de millones de personas. Ahora están proscritos políticamente.
En Brasil, tras un golpe parlamentario que sacó del gobierno al Partido de los Trabajadores, un juez –después ministro de Jair Bolsonaro- llevó a prisión e inhabilitó a Luiz Inácio Lula da Silva. Así evitaron la victoria electoral que anticipaban las encuestas.
En Bolivia, la Organización de Estados Americanos legitimó un golpe de estado a Evo Morales, vencedor de las elecciones, gracias al mensaje de un supuesto fraude jamás probado. Por haberse exiliado para salvar su vida, ahora Evo ha sido inhabilitado.
En Ecuador, los éxitos de Rafael Correa llevaron a la victoria electoral de su vicepresidente Lenín Moreno que, en pocos meses, traicionó su programa y se alió a EEUU. Como en el caso de Lula, Correa es perseguido y ha sido ahora inhabilitado para evitar la victoria de su candidatura en las próximas elecciones.
Brasil, Bolivia y Ecuador –con gobiernos neoliberales- son tres de los países más golpeados por la pandemia en el continente. En un escenario devastador, y aún sin poder competir, Lula, Evo y Correa siguen siendo las principales figuras políticas de sus países.
Porque la gigantesca guerra mediática no ha conseguido borrar del imaginario colectivo la combinación de desarrollo social y crecimiento económico que consiguieron sus gobiernos. Por eso, no: la guerra… aún no ha terminado.