Il cinico ruolo USA nella sceneggiatura di turno contro Cuba

Dilbert Reyes Rodríguez

L’inefficacia di tutti i tentativi di sovversione con il fine di distruggere la Rivoluzione Cubana, non raggiunge il cinismo del Governo USA per farlo desistere dalla sua politica contro l’arcipelago.

Nessuno dei burattini che hanno cercato ha «centrato il bersaglio» e più che cercano meno incontrano il «leader» che restituisca loro come risultato tanta gente e tanti bilanci investiti.

La parola «preoccupazione» è quella scelta per far entrare in scena i funzionari del Dipartimento di Stato, e l’ultimo prescelto è stato lo stesso segretario Antony Blinken, che nel suo discorso per la 51ª Conferenza del Consigli delle Americhe ha affermato che continueranno «lottando per i diritti umani del popolo cubano, includendo il diritto alla libertà d’espressionee riunione, e condannando la repressione».

Anche se non è stato altro che il riciclaggio di una vecchia retorica disegnata per coprire le loro ansie di colonizzazione e fissare lo schema dei messaggi che dovranno sputacchiare, testualmente, i loro salariati qui, il rango dell’oratore ha meritato la risposta del cancelliere Bruno Rodríguez Parrilla: «Se il Segretario Blinken fosse interessato ai diritti umani dei cubani, eliminerebbe il blocco economico e le 243 misure applicate dal governo precedente, vigente oggi nel mezzo della COVID-19, ed ha aggiunto due esempi che daranno coerenza e credibilità al suo reclamo: «Ristabilirebbe servizi consolari e la riunificazione familiare».

Blinken non sorprende. Pochi giorni prima altri, nello stesso edificio, si erano mostrati «sommamente preoccupati», una deferenza che è stata solamente un’altra pacca sulle spalle dei suoi a latere, affittati a Cuba.

La dimensione del cinismo per tanta sospettosa preoccupazione, ha avuto in Twitter la definizione del Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez: «Che preoccupazioni più vergognose per funzionari della nazione più poderosa del pianeta che, con crudeltà condanna alla fame e a penurie più di 11 milioni di cubani/e».

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