Contro le droghe, un giorno non basta

Ci sono storie drammatiche attorno alle droghe, di persone che hanno perso tuta la famiglia per sovredosi.

«È terribile vedere quanto rapidamente può catturare e devastare una famiglia», assicura via Facebook una navigatrice europea vittima lei stessa di questo problema di portata mondiale.

«Sento che ha rovinato la mia vita è questo è molto duro», si lamenta questa donna che ha cominciato a assumere eroina a 17 anni e ora sta lottando per abbandonare questa pericolosa assuefazione.

Lei è l’ultimo membro della sua famiglia ancora viva. Ha peso per sovredose di droghe suo padre, sua madre e i suoi due fratelli.

Le statistiche pubbliche rivelano che le cifre dei morti per consumo di stupefacenti sonno molto elevate in molte regioni del mondo Negli USA, per esempio, i morti sono aumentati del 30% nel 2020 rispetto al 2019.

Il Centro Nazionale per le Statistiche in Salute (NCHS, in inglese) ha pubblicato che, nel 2020 91000 statunitensi sono morti per abuso di queste sostanze.

È come un’altra pandemia che colpisce non poche nazioni, più silenziosa ma ugualmente letale, segnalano gli esperti.

Le droghe sono un problema di salute a livello globale.

A Cuba, assolutamente non hanno spazio e lo Stato ratifica la sua volontà di non essere un paese di destinazione, transito o consumo di narcotici, ma, anche se il consumo di stupefacenti nella nostra nazione non è un problema sociale grave, l’esistenza di un solo caso è già una preoccupazione per le autorità cubane, per cui il paese riafferma la sua politica di tolleranza zero di fronte alle droghe.

L’informazione salva vite, in accordo con la proposta della comunità internazionale per sensibilizzare le famiglie su un tema così importante per la società e la vita giunge nel Giorno Internazionale della Lotta contro l’Uso Indebito e il Traffico Illecito di Droghe, il 26 giugno.

Proteggerci reciprocamente è un impegno e da lì che quest’anno le azioni promosse invitano a «partecipare, a prendere posizione fermamente contro la disinformazione e le fonti poco affidabili», ha scritto nel suo profilo in Facebook il Dr. José Ángel Portal Miranda, ministro di Salute Pubblica.

Si tratta di un tema molto sensibile nel quale un’informazione opportuna può a volte persino salvare una vita.

Dalla prevenzione, dal trattamento e l’assistenza di coloro che soffrono per assuefazione a qualche tipo di droga, ha sostenuto, è possibile trovare soluzioni e affrontarla.

Con logica medica, il titolare di Salute ha sottolineato che «educare le persone e le comunità sulle nefaste conseguenze provocate dalle droghe, è una maniera d’agire che definisce le azioni che guidate dal Ministero di Salute Pubblica, s’implementano a Cuba per seguire questo problema».

Poi ha ricordato che queste azioni che nascono e terminano nella comunità hanno una messa a fuoco multidisciplinare e coinvolgono diverse istituzioni, organizzazioni e organismi nazionali impegnati a preservare la salute della popolazione cubana per allontanarla dal consumo illecito delle droghe.

Un giorno non è sufficiente per fare. Questo è un tema che necessita un lavoro comune delle società e, soprattutto del suo lavoro quotidiano, ha indicato Portal Miranda.

E l’informazione e tutto quello che può mostrare alla gente l’impatto dell’abuso di sostanze può salvare vite. Per questo la citata navigatrice europea è contenta di poter raccontare la sua triste storia.

«Se posso aiutare una sola famiglia, avrò fatto qualcosa di buono»

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