Il governo USA e gli squadroni della morte

Tarik Ata, International Magz 13 settembre 2021

Per garantire la supremazia globale e la protezione del capitale, gli Stati Uniti hanno, e continuano ad attaccare, ampie fasce di popolazioni nel mondo. Washington ha a lungo affermato di difendere la “democrazia” e di opporsi alle “dittature non democratiche”, che stranamente, in molti casi, sono più democratiche della Metropoli.

Cuba

Prendiamo ad esempio gli eventi a Cuba a luglio. Le proteste sintetiche a Cuba videro la stampa aziendale mostrare immagini di manifestanti filo-governativi a migliaia, sostenendo che fossero forze anti-governative. Poi le successive richieste di funzionari statunitensi di esecuzione dei capi di Stato eletti cubani. “O [il governo cubano] assiste immediatamente alla transizione del governo via dal comunismo o viene perseguito e giustiziato”. Nel frattempo, il processo democratico di Cuba è, in effetti, molto più democratico di quello di Washington, un esempio è la messa al bando del denaro nel processo elettorale che impedisce ciò che si vede negli Stati Uniti col candidato più ricco che va in testa, eppure gli Stati Uniti sono visti come voce della ragione; mentre allo stesso tempo strangolano la nazione insulare con un blocco brutale e altri metodi da guerra ibrida, affermando poi di essere attenti agli interessi del popolo cubano? È ridicolo. Mentre costruiva un mondo a propria immagine, Washington ha comme4sso molte cose deplorevoli. Sostenere squadroni della morte e milizie di destra, fornendogli le liste dei nemici da uccidere, imprigionando, facendo sparire e massacrando milioni di persone in Indonesia, Nicaragua, Iraq, Afghanistan, Turchia, Guatemala, solo per citarne alcuni, e questi sono solo alcuni dei tanti atti sadici che tale nazione ostile ha compiuto per proiettare potenza e mantenere l’egemonia globale. Copriremo tre nazioni (Indonesia, Afghanistan e Guatemala) che soffrirono per mano sanguinaria dell’imperialismo nordamericano.

[…]

Guatemala

La nazione centroamericana fu una delle prime a sentire l’ira della giovane e belluina CIA. Nel 1954, Jacobo Arbenz, presidente democraticamente eletto, fu rovesciato da un colpo di Stato orchestrato dalla CIA. Ciò ebbe un sostanziale sostegno dalla United Fruit Company (ora Chiquita Brands International), a causa delle riforme agrarie di Arbenz che tolsero delle proprietà terriere a tale società che praticamente controllava la nazione e sciolse le catene che essa impose al popolo guatemalteco, ed è anche un esempio di Washington collaborare col capitale, come successo in Indonesia sulla ricerca del petrolio. La CIA installò un dittatore militare, Carlos Castillo Armas, in seguito alla rimozione di Arbenz, che fu il primo di molti governanti autoritari del Guatemalas tretti alleati di Washington. Il coinvolgimento in America Centrale e Sud America fu travolgente. Coinvolse vari colpi di Stato (Cile 1973 come esempio) e l’istituzione e il sostegno all’Operazione Condor, che uccise, fece sparire ed imprigionò circa mezzo milione di persone per le loro affiliazioni politiche. Formando una gigantesca rete di terrorismo di stato e violenze di destra, in modo simile alle milizie di destra stay-behind istituite in Europa da CIA, NATO e altri, che uccisero persone indiscriminatamente e sono note come Operazione Gladio, venendo persino coinvolte nel colpo di stato del 1980 in Turchia. È interessante notare che uno dei partecipanti all’operazione Gladio in Turchia, Mehmet Ali Agca, della Contro-guerriglia, organizzazione anticomunista di estrema destra, tentò di assassinare Papa Giovanni Paolo II nel 1981 e assassinò il noto giornalista turco di sinistra Abdi Ipekci. Washington intervenne in Guatemala per tutta il ventesimo secolo. Un incidente di questo fuo al confine guatemalteco col Messico, dove la popolazione è in gran parte indigena Maya e dove le forze appoggiate dagli Stati Uniti commisero atrocità. Negli anni ’80 i militari assaltarono i villaggi nel nord-ovest, coi volti dipinti di nero violentarono e saccheggiarono queste comunità indigene credendo che il popolo Maya fosse intrinsecamente comunista. Il generale Efraín Ríos Montt, uno favorito di Reagan, al potere nel 1982 (poi rimosso con un colpo di Stato nel 1984), lanciò la brutale politica dei “comunisti bruciati”. L’approccio di Montt alla lotta al comunismo era: “La guerriglia è il pesce. Il popolo il mare. Se non puoi prendere il pesce, devi drenare il mare”. (che implica le stragi di massa). I popoli indigeni, ritenuti comunisti o potenzialmente tali,furono messi in “villaggi modello” costruiti dallo Stato, che non erano altro che campi di concentramento, e i massacri continuarono. Le forze anticomuniste di Washington in Guatemala sterminarono dal 1954 al 1996 circa 200000 persone.

Conclusione

Quando si senta la chiamata alle armi per ripristinare le vaghe nozioni di “democrazia” o “libertà” non lasciatevi fuorviare dalla cortina fumogena delle potenze imperialiste. Tali dichiarazioni oscure hanno ucciso milioni di persone e distrutto numerose nazioni, che non sono ancora fuggite all’inferno scatenatogli contro. L’atto di sanzionare, bombardare, sostenere gli squadroni della morte e numerosi altri atti di guerra, non sono per il miglioramento del popolo, come vediamo con le sanzioni statunitensi responsabili della morte di 40000 persone in Venezuela, ma per gli interessi geopolitici e per proteggere ed espandere il capitale. Le dichiarazioni vaghe di ripristinare la “democrazia” e la “libertà” non sono altro che propaganda per distruzione, morte e guerra.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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