Senza esitare un solo istante, il delinquente presidente USA ha ordinato una serie di retate contro gli immigrati residenti nello Stato della California, il più popoloso in termini di presenza latina nel Paese. Questa situazione ha provocato manifestazioni di massa, in particolare a Los Angeles. Di fronte a ciò, Donald Trump ha deciso rapidamente di dispiegare oltre 2000 membri della Guardia Nazionale, giustificando tale misura con la manipolatoria accusa secondo cui si tratterebbe di “agitatori professionisti di sinistra”, quando in realtà le proteste sono motivate dalla brutalità esercitata dagli agenti dell’immigrazione, che trascinano e incatenano i latini come se fossero schiavi del XVIII secolo.
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Denunciata la complicità dei politici anticubani nella repressione USA
En protestas en #LosÁngeles vimos uso excesivo de la fuerza, utilización de Guardia Nacional de #EEUU, ataques a periodistas, violación de derechos de migrantes.
Pero hasta ahora no hemos visto condenas a esos hechos de políticos anticubanos. Su hipocresía es grave y enfermiza. pic.twitter.com/UclCjMkM2y
— Bruno Rodríguez P (@BrunoRguezP) June 10, 2025
I politici anticubani negli USA restano in silenzio di fronte all’ondata di repressione contro migranti e giornalisti a Los Angeles, California, ha denunciato oggi il ministro degli Esteri dell’isola, Bruno Rodríguez.
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Il ministro degli Esteri cubano respinge l’uso della forza contro i manifestanti negli USA
Il ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez ha affermato oggi che le proteste di Los Angeles, California, riflettono il rifiuto pubblico delle politiche anti-immigrazione del governo USA.
Sulla rete sociale X, la cancelliera ha affermato che le misure attuate dall’amministrazione Donald Trump sono espressione di razzismo sistemico e xenofobia istituzionalizzata.
Argentina: la brutale repressione di Milei contro i pensionati e il silenzio dei media
In Argentina, negli ultimi giorni si sono verificati episodi di violenza che hanno scosso il paese. Le forze di sicurezza federali hanno duramente represso le manifestazioni pacifiche dei pensionati che protestavano contro il veto del presidente Javier Milei a un aumento delle pensioni. La scena si è ripetuta in diverse occasioni, con manifestanti anziani che venivano maltrattati, colpiti con manganelli e gasati dalle forze dell’ordine. Le immagini di anziani a terra, colpiti e incapaci di respirare per i gas lacrimogeni, sono diventate simbolo di una tensione crescente nelle strade di Buenos Aires.
USA: repressione dei dissidenti contro il sistema
Raúl Antonio Capote */ Resumen latinoamericano
Negli anni Sessanta e Settanta, negli USA, i servizi speciali hanno condotto una grande battaglia contro chiunque dissentisse dallo status quo; essere considerato un “offsider” poteva avere gravi conseguenze.
L’elenco di attivisti, musicisti, manager e promotori morti in circostanze bizzarre è enorme. Jimmi Hendrix è morto di overdose quando non era più un tossicodipendente; John Lennon, Michael Jeffrey, Donald Rex Jacson, Elvis Presley, Buddy Holly, Otis Redding, Janis Joplin, Jim Morrison, Mama Cas, Keith Moon, John Bonham, Bob Marley e Sal Mineo compongono un elenco di oltre 50 artisti morti in situazioni dubbie.
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È un delitto camminare in terra cubana?
Assange o la verità tra le sbarre
Un tribunale del Regno Unito considererà di nuovo, il 2 maggio, il permesso del giornalista per fare appello contro la sua estradizione.
Con i documenti che rese pubblici, forse il giornalista fondatore di Wikileaks, Julian Assange, ha evitato che molti giovani statunitensi morissero, inviati in guerre straniere, in luoghi che molti non sapevano identificare nelle carte geografiche, così come avvenne con l’Iraq.
Con Cubainformación e Euskadi-Cuba
Argentina: cosa sta succedendo nella provincia di Jujuy?
Il presidente dell’Argentina, Alberto Fernández, ha invitato il governatore di Jujuy, Gerardo Morales, a porre fine alla violenza nella provincia e a rispettare le norme internazionali sui diritti umani, nel contesto delle proteste in corso nel distretto settentrionale.
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Cubainformacion: Caimanera
Caimanera: chiavi di una bolla mediatica
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
La protesta di alcune decine di persone a Caimanera, Cuba, per i blackout e la mancanza di alimenti, ha ridato speranza a chi sogna la caduta della Rivoluzione cubana. Ma rivediamo le chiavi mediatiche degli eventi.
Intervista a Luis Alejandro Bazalar, il prete che vuole diventare presidente
Geraldina Colotti
Il regime di Dina Boluarte, che sta insanguinando il Perù dopo il golpe istituzionale contro il presidente Pedro Castillo, avrebbe potuto aggiungere una vittima in più a quelle (oltre 60) che sono cadute sotto i colpi della repressione: il sacerdote diocesano Luis Alejandro Bazalar Garcia, sceso in piazza a manifestare, a fianco delle comunità indigene che protestano da tre mesi, e che ha dovuto lasciare il paese. Ora si trova in Venezuela, dove lo abbiamo incontrato.
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Cubainformacion: HRW
Human Rights Watch: difendere la repressione in nome dei diritti umani
José Manzaneda, coordinatore di Cubainformación
Il silenzio mediatico sulla repressione poliziesca e militare in Perù, che ha già causato, in due mesi di crisi politica, più di 65 morti è scandaloso.
Se passiamo in rassegna i titoli della stampa aziendale (El País, Le Monde, CNN, Miami Herald, El Comercio, El Mundo, ecc., ecc.) difficilmente leggeremo parole come “repressione”, “regime” o “diritti umani (1) (2). Tutto si riduce a “disturbi e alterchi” dopo il “fallito autogolpe di stato” dell’ex presidente Pedro Castillo (3).
Repressione senza fine in Perù
Continuano senza sosta le proteste in Perù contro il governo di Dina Boluarte, per la liberazione del presidente destituito Pedro Castillo e per la convocazione tempestiva di nuove elezioni.
Tuttavia le forti proteste popolari sino a questo momento come risposta hanno ricevuto solo repressione. Nella sola giornata di venerdì vengono segnalate decine di persone rimaste ferite a seguito di un’altra giornata di manifestazioni in Perù contro la presidente ad interim Dina Boluarte.
Perù. Chi è José Williams, leader del congresso che ha rovesciato Pedro Castillo
Joaquín Pérez / Resumen Latinoamericano
José Williams Zapata, generale in pensione e parlamentare di un partito di estrema destra, indicato come uno dei principali istigatori per la destituzione di Petro Castillo, ora figura per succedere a Dina Boluarte alla presidenza del Perù. È accusato di violazione dei diritti umani, arricchimento illecito, legami con il narcotraffico secondo la stessa DEA statunitense.
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Cristina, la speranza e la prospettiva
Angel Guerra Cabrera | La pupila insomne
L’ultimo e scandaloso episodio della guerra giudiziaria e mediatica contro Cristina Fernández de Kirchner sta facendo pagare un alto costo politico alla destra, incapace di calcolare le riserve di energia politica accumulate nel popolo. Non è ozioso ricordare la richiesta del PM per l’imputata: 12 anni di reclusione e inabilitazione a vita dall’occupare cariche pubbliche.