Baseball: dal quartiere alla squadra Cuba

Il nostro baseball deve somigliare al paese nel quale, per le sue dimensioni culturali, la conoscenza e le pratiche associate è stato  nominato Patrimonio Culturale della Nazione

Il nostro baseball deve somigliare al paese nel quale, per le sue dimensioni culturali, la conoscenza e le pratiche associate è stato  nominato Patrimonio Culturale della Nazione.

Dev’essere come il suo popolo che non rinuncia a svilupparsi nonostante il blocco dell’impero più poderoso della storia e le sue 243 misure coercitive, che lo induriscono.

Questa è la ragione per cui non può svincolarsi dal progetto di paese che costruiamo, avallato nella nostra Costituzione ed espresso nel modello di sviluppo economico e sociale che porta avanti. Se non si corre per questi sentieri, sarà difficile annotare la corsa della vittoria.

Come tutti gli sports collettivi, il baseball – “pelota” a Cuba – necessita giocare molto, lo chiede più di altri sports perchè i livelli d’interpretazione delle sue regole è necessario acquisirli sin da piccoli, perchè il suo corpo di norme è complesso e detta l’ordine tattico per ottenere la vittoria.
Senza dubbio il terreno convoca.

NEL MUNICIPIO C’È IL PUNTO

Oggi l’attività competitiva si concentra nella Serie Nazionale, che è la competizione più importante. Ma questa ha la qualità che domanda questa apertura? Un alto livello in questa competizione – e questo è già stato provato avendo prima, seconda e terza categoria – è direttamente proporzionale allo sviluppo nei differenti gradini della società, e si ottiene con calendari di gare di lunga durata in quella che tutti chiamiamo la base.

Il municipio è la cellula madre  anche nel baseball.

Il compagno Díaz-Canel ha insistito su questo concetto: «Tutto quello che facciamo deve avere un’articolazione nei municipi. La vita ci sta dimostrando che questa è la struttura principale che dobbiamo rinforzare, che dobbiamo orientare per implementare quello che ci siamo proposti, e avere risultati».

In questi territori è quasi nulla la competenza del baseball, e i campionati provinciali (in generale solo nella categoria dei maggiori), quando si realizzano, passano le mille e una notte, destinando gli sforzi principali alla selezione che andrebbe alla Serie Nazionale, fratturando così la partecipazione, centro della selezione dei talenti.

Oggi nel baseball abbiamo campionato nazionali Sub-12, Sub-15, Sub-18 e Sub-23, con calendari esigui che superano appena le 36 partite. Nella Serie Nazionale si realizzano 90 partite, tra 16 squadre, più gli scontri di los /play off/, con magri risultati, perché non c’è dove  nutrirsi e, in conseguenza, una stagione deficiente apporta dividendi poveri nel esigente scenario internazionale.

Nel municipio c’è l’istituzione più importante per lo sport, la scienza e la cultura: la scuola.

Queste scuole radicano nei consigli popolari, che sono 1401 in tutta l’Isola, secondo il Parlamento cubano. Nel loro aule c’è il futuro, anche quello del baseball. Sviluppare un movimento competitivo scolare, a tutti i livelli d’insegnamento, dando potere alla comunità sarebbe una fonte inesauribile per le nostre stagioni elite, approfittando la saggia decisione presa anni fa che nell’Educazione Fisica il baseball è uno sport motivato delle classi.

Lì ci sono tutte le categorie, dai bambini ai giovanili, che trascorrono 43 settimane nel periodo scolastico se si prendessero 34 sabato e domenica, da ottobre a maggio, con tre confronti (a sette /innings/, o cinque per i più piccoli), in ogni insegnamento si giocherebbero, nei fine settimana, quasi cento incontri. Non servirebbero mezzi di trasporto, o sarebbe una necessità minore, senza dover alloggiare e tantomeno alimentare, dato che la sede è la comunità, seminando gli Antonio Muñoz, Braudilio Vinent e Omar Linares.

LA SQUADRA DELLA MIA SCUOLA

Potrebbe esistere una tappa nella quale ogni scuola ha la sua squadra e gioca per il titolo del consiglio popolare(per esempio, da ottobre a gennaio in 17 settimane, con 50 incontri), e poi da febbraio a maggio (16 settimane, con 48 sfide), coni vincitori in gara per lo scettro municipale, per far sì, dopo gli esami di fine anno, nella prima settimana di vacanza, in luglio, risulti il campione provinciale.

Ogni territorio potrebbe aggiustare i suoi calendari alle sue caratteristiche, ma i ragazzi giunti alla Serie Nazionale, usciti da questa competizione dopo il passaggio per le competizioni Sub-23, lo potrebbero fare con più di 700 giochi.

Parteciperebbero anche quelli della EIDE, gareggiando per la scuola di provenienza con gli allenatori impegnati a valutare gli attributi di questo grande universo. I mentori? Nessuno meglio del professore di Educazione Fisica.

Sì, mancano le mazze, i guanti e le palle per questo impegno, anche quando gli attrezzi per le categorie inferiori non giungono alle esigenze del torneo elite e questo potrebbe ridurre i costi che sarebbero minori se le produzioni locali apportassero, un’esperienza presente in non poche province, oggi scomparse. Ma parliamo di un movimento sportivo nel socialismo che presuppone l’integrazione di tutte le sue forze, dal municipio alla nazione, in una vera opera di massa, della quale lo sport è parte e non un’eccezione.

La Serie Nazionale, secondo la Federazione Cubana, ha un costo di 1,4 – 1,5 milioni di pesos, per 16 squadre, senza la qualità necessaria.
Se si facesse con quello che garantirebbe la qualità, dovremmo pensare a sei squadre, abbassando la cifra delle spese e incrementando il livello, includendo una miglior attenzione (remunerazione, condizioni degli stadi, abbigliamento, trasporto e altro) ai giocatori oltre a incentivare le sementi di questo torneo: la base e la partecipazione.

Ci si dovrebbe riferire a Fidel, quando il 24 agosto del 2008, nella sua Riflessione  /Per l’onore medaglia d’oro/, ci disse: «Controlliamo nuovamente ogni disciplina, ogni risorsa umana e materiale che dedichiamo allo sport. Penso che la cosa migliore sia competere dentro e fuori, affrontando tutte le difficoltà e fare un uso migliore di tutte le risorse umane e materiali disponibili».

Difendere la bandiera della scuola, del consiglio che è la comunità e quella del suo municipio, oltre a rendere tributo a una cava di talenti inesauribili è il primo insegnamento su come si rappresentano i valori della Patria e la maniera per far sì che il quartiere sia anche la squadra Cuba.

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