Più di 300000 cubani sono stati con Fidel

Santiago di Cuba si è riversata in un nuovo incontro con Fidel, quando più di 300000 dei suoi figli grati hanno riempito le strade con le prime luci del 4 dicembre,  hanno riempito la Piazza Maggiore  Generale Antonio Maceo, e poi hanno marciato per l’Avenida Patria, per riaffermare a 5 anni dal suo passaggio all’eternità la convinzione di continuare a difendere la rivoluzione a qualsiasi prezzo.

Davanti alla roccia monumentale nel cui cuore palpita l’esempio delle sue idee e azioni, ha brillato questa dimostrazione d’amore e principio nelle offerte di fiori a nome del popolo di Cuba poste dal colonnello Alberto Vázquez García, che conserva intimamente il ricordo dei giorni nei quali gli fece da autista durante la Carovana della Libertà, e il dottor Abel Tobías Suárez Olivares, che lo ha portato con sé nelle sue missioni del  Contingente Henry Reeve.

Il corteo è stato guidato sino al cimitero patrimoniale Santa Ifigenia dal membro della segreteria del Comitato Centrale del Partito e suo primo segretario nella provincia, José Ramón Monteagudo Ruiz, da autorità del governo, familiari di Fidel, capi delle FAR e del MININT, ai quali si è poi unito il membro del Comitato Centrale, Lázaro Expósito Canto.

È stato detto che, rispettando la sua volontà, la cerimonia in questo omaggio sarebbe stata molto semplice, ma sono stati uomini, donne, una folla di giovani e di bambini che hanno desiderato portare dei fiori all’eterno Comandante, offrirgli un inchino, una poesia, una canzone o semplicemente i sentimenti più intimi per la sua memoria e non andarsene senza una foto testimone.

«Non so come l’impero e i suoi lacchè vendi patria tentano di giocare con questo popolo: è sufficiente dire Fidel e non c’è più nessuna piccola marcia che possa con questo mare di popolo appassionato, che da più di un’ora sfila e mi dicono che ci sono ancora persone  che non sono uscite dalla Piazza» ha commentato il lavoratore del governo provinciale Juan Carlos Palomo Nieves.

Si dica che è volontà e non imposizione, perché nessuno avrebbe potuto obbligare più di 8000 persone a venire il 25 novembre, né le circa 10000 che hanno sfilato nel giorno delle FAR il 2 dicembre e tanto meno si può impedire di venire a questo omaggio decine di migliaia che fanno avvicinare a 3 milioni i cubani e i non pochi stranieri che hanno visitato Fidel in questi cinque anni.

Questa è la realtà di fronte agli illusi che pensavano che Fidel sarebbe stato solo in questa roccia, creata come da un vulcano nella Sierra Maestra, dove si posano le colombe durante il giorno, con alla sua destra l’Apostolo José Martí; il Padre della Patria, Carlos Manuel de Céspedes, e la Madre della Patria, Mariana Grajales. Lui è pronto a guidare il suo popolo nella lotta per Cuba libera.


In tutte le strade, in tutti i tempi

 

E dopo la marcia, quando le strade di Santiago, dell’Isola, ritornano al movimento quotidiano, Fidel continua a stare lì, ricordando che la Rivoluzione non è questione di date segnalate, ma un paese che si costruisce tutti i giorni.

Le strade di  Santiago. Queste strade che il sole riscalda a dismisura, dov’è stato versato tanto sangue generoso. Queste strade con atmosfera di Bertillón 166, che hanno visto  tutto l’umano  vibrare, la paura e l’audacia irrefrenabili, il corpo crivellato di  Frank e la temerarietà  di Vilma.

Queste strade riaffermate dalla vittoria e dall’elenco ben onorato dei martiri, dove la Rivoluzione è anche uno stato spirituale, un’allegria con nome.

Santiago che è Santiago, che continua ad esserlo e Fidel per le sue strade.

Come nella vita, a cinque anni dalla sua morte, Fidel mantiene questa capacità straordinaria d’allontanare da sé tutte le confezioni, le trite formule del dover essere,  di congiurare l’affetto spontaneo e la vicinanza che si riserva agli esseri più amati.

Proprio come quando incontrava la gente, gli omaggi che ora gli si dedicano hanno il calore totale della spontaneità, la fedeltà alla quale possono aspirare solo i leaders che non hanno mai mancato alla parola impegnata, che hanno dato tutto per un sogno collettivo e più grande.

Quasi tutte le cronache parlano di questa sincerità nel sentimento della sfilata che sabato scorso ha ricordato il Comandate in Capo per le strade di Santiago l’indomita. Strade che potevano essere quelle di Cuba intera, perché Fidel è radicato nella nazione, assolto dalla storia e in lei redivivo.

E dopo la marcia, quando le strade di Santiago, dell’Isola, ritornano al movimento quotidiano, Fidel continua a stare lì, ricordando che la Rivoluzione non è questione di date segnalate, ma un paese che si costruisce tutti i giorni, con il lavoro, il pensiero e molto coraggio.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.