UNESCO, sistemi educativi e … Cuba

UNESCO: “Urgente trasformare l’istruzione con l’apprendimento socio-emotivo”(A Cuba è naturale)

Roberto Cursi www.lantidiplomatico.it

L’Unesco ha pubblicato un inedito studio “riconoscendo l’urgenza di integrare l’apprendimento socio-emotivo (SEL) nei sistemi educativi per trasformare l’istruzione”. Il SEL (Social and Emotional Learning) è un “apprendimento che consente a tutti gli studenti di riconoscere e navigare tra le emozioni, praticare il coinvolgimento consapevole e mostrare un comportamento prosociale per la crescita umana verso un pianeta pacifico e sostenibile”.

Una pubblicazione di “Spazio IRIS”, l’Istituto di Ricerca e Intervento per la Salute, oltre a spiegarci cosa è il SEL, ci ricorda che “Educare la mente senza educare il cuore non è educare”. Questo aforisma di Aristotele ci fa capire che già ai suoi tempi si sapeva quanto fossero importanti le emozioni e l’affettività nel processo di apprendimento.

«Per apprendimento socio-emotivo si intende quel “processo attraverso il quale si impara a riconoscere e gestire le emozioni, a prendersi cura degli altri, prendere buone decisioni, agire in modo etico e responsabile, sviluppare positive relazioni sociali evitando comportamenti negativi” (Elias et al, 1997; Payton et al. 2000)».

L’Unesco, col suo studio ‘ERCE 2019’ condotto dal LLECE (Laboratorio Latinoamericano per la valutazione della qualità dell’istruzione) ha pubblicato da poco (dicembre 2021) i dati di questa ricerca, indagando per la prima volta sulle competenze socio-emotive degli studenti del VI° grado delle scuole primarie, età 11-12 anni, (in America Latina gli anni di primaria sono almeno sei).

Il coordinatore del LLECE, Carlos Henríquez, ha spiegato che un aspetto che fa la differenza nello sviluppo socio-emotivo degli alunni – ed è fondamentale– è il ruolo degli insegnanti: “I ragazzi che percepiscono gli insegnanti più interessati al proprio benessere, più solidali e meglio organizzati nell’insegnamento, sono studenti che dimostrano maggiori capacità socio-emotive e sono anche predisposti a un migliore rendimento scolastico”.

Anche un clima di ordine in classe è essenziale, perché le loro capacità sono risultate più carenti là dove i livelli di interruzione sono più elevati.

Si sono scelti 16 Paesi dell’America Latina e dei Caraibi per questo studio, dove non si è misurata solo la capacità socio-emotiva dell’alunno, ma anche il tipo di apprendimento e i fattori che influenzano il loro sviluppo. In tutto sono stati coinvolti “più di 160.000 ragazzi e ragazze provenienti da oltre 3.800 scuole diverse, rappresentando quasi 20 milioni di studenti in sistemi educativi che ne coprono circa 150 milioni”.

In questo rapporto dell’Unesco, oltre alle valutazioni accademiche, sono stati presentati agli studenti diversi questionari con domande sulla loro “disponibilità ad interagire con persone di gruppi diversi dal proprio” (apertura alla diversità); sulla loro “capacità di autoregolarsi nello svolgimento delle attività accademiche” (autoregolamentazione scolastica); sulla loro “capacità di mettersi al posto dell’altro” (empatia).

Si è scoperto che nel Continente latinoamericano un’alta percentuale di studenti “ritiene di avere un atteggiamento positivo nei confronti di persone di origine e cultura diverse dalla propria, e di perseverare e autoregolarsi per adempiere ai propri obblighi scolastici”. Un risultato un po’ meno brillante c’è stato invece sul tema dell’empatia.

Vediamo le tre aree di valutazione che sono state scelte per capire quanto siano sviluppate le abilità socio-emotive degli studenti che hanno partecipato allo studio.

Apertura alla diversità:

Le domande sottoposte erano varie, e del tipo: “Se uno studente disabile (con qualsiasi tipo di disabilità) venisse nella tua classe, come ti sentiresti?”; E ancora “Se uno studente con un colore della pelle diverso dal tuo venisse in classe, come ti sentiresti?”

Lo studio ha rivelato un atteggiamento positivo di apertura alla diversità da parte dei ragazzi. Questo significa che “percepiscono o prevedono di essere capaci di accettare, tollerare e stabilire legami con chi è diverso da loro”.

Per questa capacità socio-emotiva le risposte degli studenti dei diversi Paesi sono state abbastanza simili, raggiungendo una media dell’85% di risposte positive. Panama e Paraguay hanno la percentuale più bassa col 80%, mentre al secondo posto c’è il Costa Rica col 92%.

Al primo posto con la percentuale del 93% ci sono gli studenti di Cuba.

Autoregolamentazione scolastica:

In questa area si è cercato di “misurare la capacità degli studenti nel gestire le proprie emozioni, pensieri e comportamenti durante l’esperienza di apprendimento e il loro perseverare verso la meta desiderata. Anche in questa abilità la gran parte delle risposte è stata positiva.

La maggior parte di loro ha risposto in questo modo: “Prima di iniziare a suonare finisco di studiare”; “Seguo le regole della classe, anche se il maestro non mi guarda”; “Chiedo aiuto alla maestra quando non capisco cosa fare”; “Anche se le cose non funzionano per me, continuo a provarci”.

In questo secondo caso le risposte positive hanno raggiunto una media del 74%. Il Brasile ha la percentuale più bassa col 57%, mentre il Costa Rica è al secondo posto col 81%.

Al primo posto con la percentuale del 87% ci sono gli studenti di Cuba.

Empatia:

“L’ empatia è la capacità di riconoscere la prospettiva dell’altro, sia in senso cognitivo che emotivo. Implica la capacità di identificare le emozioni che gli altri stanno vivendo, interpretare le loro intenzioni e scopi, e include anche la capacità di agire o rispondere considerando il punto di vista e le emozioni degli altri”.

In questa area gli studenti si sono espressi dicendo frasi come queste: “Mi sento triste quando un compagno di classe non ha nessuno con cui giocare”; “Aiuto un compagno in difficoltà, anche se non è un mio amico”, e altre risposte che evidenziano la partecipazione emotiva nei confronti dell’altro, o che ne capiscano il punto di vista, agendo in sintonia con ciò che gli sta accadendo.

In questo terzo caso le risposte positive hanno raggiunto solo la media del 55%. Il Guatemala ha la percentuale più bassa con il 49%, mentre il Costa Rica, Repubblica Domenicana e Uruguay sono al secondo posto col 59%.

Al primo posto per livello di empatia, con l’11% in più dei secondi e per un totale del 70%, troviamo ancora una volta gli studenti di Cuba.

Il coordinatore dello studio, Carlos Henríquez, dopo l’analisi dei dati, ci dice che ora la sfida è tradurre queste conoscenze in cambiamenti reali per l’apprendimento: “Abbiamo sempre detto che la valutazione è un mezzo per un fine più grande, che è il benessere e l’apprendimento di tutti gli studenti”.

L’Unesco ha svolto questo studio solo nel Continente latinoamericano e caraibico, escludendo il Nord America, dove, come riporta la pubblicazione di Spazio IRIS[1], “ad oggi le ricerche condotte negli USA rilevano come siano aumentati del 50 % i casi di ansia e depressione negli adolescenti, e la letteratura scientifica rileva come lo stress eserciti un’influenza sull’apprendimento”.

Questo negli Stati Uniti, ma chi conosce poco o nulla la realtà cubana si domanderà come sia stato possibile che in un piccolo Paese del “Terzo Mondo”, portato allo stremo da un “blocco” economico, commerciale e finanziario che dura da 60 anni, i suoi studenti, tra gli altri di 16 paesi partecipanti, abbiano raggiunto la valutazione positiva più alta su ognuna delle aree di studio analizzate dall’Unesco.

Eppure è molto raro che i genitori cubani possano soddisfare facilmente le esigenze materiali dei propri figli, e a volte per loro è stato difficile soddisfare persino i bisogni primari. Lo dico perché queste “mancanze” porterebbero disagi a qualsiasi adolescente, tanto da influire anche sulle sue capacità socio-emotive.

È vero, mancano molte cose materiali ai bambini cubani, ma – e non è retorica – quello che hanno da vendere al mondo è la propria serenità, ed è con questa che la maggioranza di loro può preservare quelle capacità socio-emotive che lo studio dell’Unesco gli ha riconosciuto.

La serenità è un dono che ogni bambino ha per nascita, e a Cuba la mantengono molto tempo, prima che, diventati adolescenti, qualcuno o qualcosa potrebbe portargliela via.

Nel 2010 il diplomatico spagnolo Juan José Ortiz, allora rappresentante UNICEF a L’Avana, fece una dichiarazione pubblica, affermando che sin dal trionfo della Rivoluzione “la volontà politica di Cuba di proteggere i bambini è stata un esempio per il mondo”.

In questo breve video, con sottotitoli in italiano, in soli tre minuti Juan José Ortiz aggiunge anche qualcos’altro:

Sono passati quasi 12 anni dalla dichiarazione rilasciata dal rappresentate Unicef, e proprio in quell’anno stavano nascendo i ragazzi cubani che oggi sono stati sottoposti allo studio dell’Unesco per capire quanta capacità socio-emotiva avessero.

Questo studio è la conferma che la grande attenzione all’infanzia, voluta da Fidel Castro sin dall’inizio della Rivoluzione, continua a dare ancora i suoi frutti.

Frutti che smentiscono tutte le strumentali accuse sulla repressione del sistema cubano nei confronti di bambini e adolescenti che in questi giorni sono state pubblicate da alcuni quotidiani internazionali, senza neanche controllarne la veridicità.

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Articolo: Dagli Usa accusano Cuba di “incarcerare bambini” https://www.lantidiplomatico.it/dettnewsdagli_usa_accusano_cuba_di_incarcerare_bambini_ma_loro_ne_arrestano_2000_al_giorno_e_gli_danno_lergastolo/42370_45065/

[1] Spazio IRIS, SEL: Apprendimento socio-emotivo https://www.spazioiris.it/sel-apprendimento-socio-emotivo/

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