Parlare d’intelligenza artificiale, 5G, internet delle cose o di robotica, risulta sempre più facile da spiegare, perchè sono concetti vicini che, in una o altra forma, le persone percepiscono nella loro realtà e giungono ad intendere il loro uso.
Parlare d’intelligenza artificiale, 5G, internet delle cose o di robotica, risulta sempre più facile da spiegare, perchè sono concetti vicini che, in una o altra forma, le persone percepiscono nella loro realtà e giungono ad intendere il loro uso.
«Parlare di blockchain,d’altra parte, continua ad essere confusione per molti», ha commentato il dottore in Scienze Miguel Katrib, professore titolare della Facoltà di Matematica e Computazione dell’Università de L’Avana (UH).
Ed è che in poche parole il blockchain è tutto quello che non intendiamo d’economia, di computazione distribuita e di crittografia, ha avvertito in maniera giocosa.
Ma no, non si devono accendere tuttavia allarmi o perdersi cercando definizioni in Google. Secondo lo specialista, blockchain, o tecnologia anche conosciuta come di registro distribuito, è un sistema di base di dati, dove l’informazione, che è incriptata, la custodiscono i loro stessi proprietari e non un servitore centrale.
Ci riferiamo – ha segnalato nella recente XVIII Convenzione e Fiera Internazionale Informatica 2022– a una base di dati custodita in una rete di vari computers connettati tra loro e che cresce costantemente nella misura in cui si aggregano nuove transazioni.
Queste a loro volta si raggruppano in «blocchi», formando una catena continua, ha aggiunto.
«Ogni parte ogni anello di questa catena è matematicamente vincolato al precedente e l’informazione registrata è protetta criptograficamente».
Inoltre usando la criptografia, la blockchain aggiunge altri elementi di sicurezza che proteggono queste transazioni. Ogni partecipante ha un paio di chiavi pubbliche e private, e questo garantisce che un’operazione è stata inviata da chi dice d’essere e può venir usata solo dal suo destinatario, ha chiarito.
Al giorno d’oggi, ha dettagliato, si calcolano più di 8 500 criptomonete e grandi compagnie e multinazionali come Microsoft, Amazon, Tencent, Nvidia, Walmart, PayPal, Samsung e il Banco Centrale della Cina, che realizzano ogni giorno operazioni con blockchain.
Nonostante, questa tecnologia ha molteplici utilizzazioni al di là del bitcoin e altre cripto monete, concetti ai quali, usualmente, si associano, e anche si definiscono sotto lo stesso significato.
In questo senso il blockchain permette il monitoraggio di sistemi di tracciabilità di determinati processi produttivi o merci, e ha anche applicazioni nei sistemi di votazioni e registri di proprietà, ha segnalato ancora il professore titolare.
Ugualmente permette di generare valore aggregato per il settore pubblico, incrementare la trasparenza dei processi, facilitare l’uditoria dell’informazione e assicurare l’integrità dei dati e delle credenziali digitali.
Anche se tutto questo può sembrare una scena di fantascienza, di quelle in cui l’uomo resta tutto il giorno in una sedia e ha ridotto praticamente tutte le sue azioni quotidiane allo spostamento tattile del suo cellulare o dello schermo dell’ordinatore. Certo che stiamo parlando di una tecnologia che da tempo esiste nel mondo e che inoltre ha cominciato a implementarsi anche a Cuba.
AL DI LÀ DEL BITCOIN… PROGETTI CUBANI CHE APPORTANO ALLA TRASFORMAZIONE DIGITALE
«La tecnologia blockchain non si deve applicare a tutto, ma in Cuba esiste “tutto” quello a cui si deve applicare la blockchain»,ha precisato Alexei Massó Muñoz, professore ausiliario dell’Istituto di Criptografía della UH, ed ha insistito sulla nozione che in questa nuova rivoluzione tecnologica che vive il mondo devono esistere soluzioni basate in blockchain, che non devono essere esclusivamente criptomonete.
Per spiegarlo serve un altro termine, la «tokennizzazione», che non è altro che un oggetto che simula un altro oggetto nella vita reale e che si usa in sua rappresentazione. Un esempio molto facile da assimilare, ha segnalato, sono i casinò, perchè non usano denaro i contanti per la realizzazione delle puntate, ma gettoni che fanno la funzione di questo denaro.
La «tokennizzazione» in blockchain si riferisce all’emissione di tokens che sono rappresentazioni digitali di attivi o di oggetti del mondo reale; questo, unito allo sviluppo dei sistemi decentralizzati per l’automatizzazione dei processi, ha un’imporanza tale da superare quella dell’uso delle criptomonete, ha assicurato Massó Muñoz.
Nel nostro paese sono stati fatti passi avanti in questo senso e adesso si sviluppano vari progetti che, come base usano le logiche del blockchain.
Uno di questi, ha informato, è quello che s’implementa dal 2019 con l’impresa Tecnomatica per stabilire la tracciabilità del combustibile d’aviazione.
«Questo permette alla Cupet d’essere pioniera nel processo di tracciabilità e, grazie a questo strumento digitale, di sostituire la documentazione fisica, scritta, che è gravosa e rallenta il lavoro».
Un altro progetto ci viene dalla mano dell’Impresa di Tecnologia dell’Informazione, appartenente a BioCubaFarma, che ha come proposito la creazione di un sistema decentralizzato, basato in una tecnologia di catene di blocchi, per l’identificazione dei proprietari di medicinali e la gestione dell’informazione e del trasferimento.
«L’obiettivo è poter agglutinare in uno stesso sistema tutti gli attori che intervengono in questo meccanismo».
Quello che proponiamo, ha indicato, è «tokenizzare» tutti i farmaci che si commerciano e si producono nel paese, per avere un’unità di cripto monete per ogni blister disponibile nel nostro sistema di farmacie e ospedali.
In questa forma ci sarà una logística migliore rispetto alla proprietà dei medicinali, di ogni prodotto specifico e sui trasferimenti dei movimenti che si fanno tra le drogherie, ha spiegato.
«Così si dota un processo di maggior controllo e si evitano alcuni fatti indesiderabili relazionati, quasi sempre, ad attività illecite, nell’acquisto e l’acquisizione dei medicinali».
Nelle fasi successive, ha anticipato, si vuole giungere anche a che le prescrizioni del sistema di salute si realizzino per la stessa via, un metodo che oggi utilizzano solo le case farmaceutiche più avanzate e più moderne del mondo.
Ugualmente, ha detto, abbiamo l’obiettivo di concretare un portamonete virtuale assieme all’Impresa delle Tecnologie dell’Informazione per la Difesa (Xetid) e la passerella per i pagamenti digitali Enzona.
Quest’ultimo progetto risulta uno dei comuni della usati della «tokenizzazione», dato che non è necessario contare su una scheda magnetica per effettuare l’acquisto mentre si garantisce la sicurezza dei dati dei clienti e si facilitano le transazioni.
Soluzioni che sono già in marcia e che senza dubbi apporteranno a questa trasformazione digitale alla quale il paese cerca d’arrivare, per cui si dovranno sviluppare senza dilazioni non necessarie, nè scogli burocratici.
Inoltre c’è limpegno d’esplorare meglio il potenziale delle criptomonete, soprattutto considerando che dal 15 settembre scorso è entrata in vigore la Risoluzione 215/2021, del Banco Centrale di Cuba, vincolata al regolamento dell’uso di questi attivi nell’Isola.
Erich García Cruz, youtuber cubano e lavoratore indipendente (TCP) con licenza di programmatore d’apparecchi di computo, ha detto che uno dei problemi quotidiani che i piccoli affari privati affrontano è che non possono commerciare i loro prodotti e servizi all’estero in maniera on line, perché per via del blocco e delle sanzioni economiche e finanziarie contro l’Isola, i cubani non hanno accesso a questi tipi di strumenti di pagamento internazionali.
Ma, con l’uso del blockchain, questi muri spariscono perchè l’accesso a questa tecnologia non ha restrizioni e alcune persone, anche se in maniera informale, hanno stabilito flussi di rimesse sfruttando questa opzione.
Inoltre è sempre più comune vedere un TCP interessato alla vendita, per esempio, di un cake, a una prenotazione online del suo appartamento o a qualsiasi altro servizio o prodotto in internet mediante l’uso delle criptomonete, e in questa maniera si ottiene d’interagire con il commercio estero.
Si tratta, a suo giudizio di un’opportunità che va sfruttata meglio, sia a livello micro come macroeconomico, perchè con l’uso delle criptomonete e di soluzioni basate in blockchain, anche cubane, ottenute grazie all’ingegno dei nostri professionisti, staremmo partecipando in questo mondo e creando le nostre proprie passerelle di pagamento.