Ana Belen Libera!

USA. Dopo 20 anni di ingiusta prigionia, la grande amica di Cuba, Ana Belén Montes, è finalmente libera

Resumen Latinoamericano

Statunitense di origine portoricana, Ana Belén Montes è stata incarcerata il 21 settembre 2001 e il tribunale l’ha condannata a 25 anni di carcere nel 2002.

Ana Belén Montes, ex analista senior della Defense Intelligence Agency degli USA (DIA), verrà rilasciata dopo essere stata incarcerata per più di 20 anni, accusata del reato di cospirazione per commettere spionaggio a favore del governo cubano.

Secondo un dispaccio di Prensa Latina, l’agenzia penitenziaria USA ha confermato, oggi, che Montes, 65 anni, sta lasciando il carcere di Carswell, a Fort Worth, in Texas, e inizierà un regime di cinque anni di libertà vigilata nel Paese nordamericano.

Statunitense di origine portoricana, Ana Belén Montes è stata imprigionata il 21 settembre 2001 e condannata dal tribunale a 25 anni di carcere nel 2002, dopo essersi dichiarata colpevole di aver cospirato per commettere spionaggio.

L’ex alta funzionaria della DIA ha dichiarato nella sua memoria difensiva davanti al giudice: “Ritengo che la politica del nostro governo verso Cuba sia crudele e ingiusta, profondamente ostile, mi sono considerata moralmente obbligata ad aiutare l’isola a difendersi dai nostri tentativi di imporre ad essa i nostri valori e il nostro sistema politico”.


L’incredibile storia di Ana Belén Montes

Antonio Maira

Per Ana Belén Montes.

Sappiamo già che esisti. Sappiamo che soffri e che sopporti. Esigiamo la tua libertà e il ritorno al popolo che ami.

Per il governo USA, Ana Belén Montes è condannata all’ostracismo e starebbe nel silenzio più assoluto. Non si rendevano conto che “forze superiori” e non propriamente extraterrestri o esoteriche, bensì solidali, avrebbero assunto la sua voce per non lasciarla abbandonata. In modo tale che il suo pensiero venga conosciuto dalla sua cella usando noi come “medium” a tal fine. Ana non tacerà mai più. Sempre qualcuno da qualche parte nel mondo prenderà le sue idee per diffonderle.

La storia quasi incredibile di Oscar López Rivera, portoricano di “nazionalità” USA, veterano della guerra di Corea, combattente per l’autodeterminazione di Porto Rico, residente negli USA, irredimibile indipendentista, accusato di “cospirazione sediziosa” e varie altre imputazioni, a 35 anni di carcere e altri 15 per tentata evasione, il quale è capace di affermare in conferenza stampa e davanti ai tribunali federali che lo stanno processando, che “la mancanza di libertà porta alla schiavitù e alla perdita di tutti i diritti umani – siano o meno coscienti gli individui o i popoli che la soffrono – e che tale situazione è intollerabile e che proprio per questo è giustificata la resistenza con ogni mezzo possibile. “La liberazione di Oscar ci ha ispirato come popolo” hanno proclamato i Comitati e le Tavole di Solidarietà a Porto Rico. La storia di questo ribelle permanente ci porta direttamente all’esperienza di vita di Ana Belén Montes e di alcuni portoricani che hanno vissuto e lavorato proprio nel ventre dell’Impero. Va tenuto presente che proprio mentre Oscar scontava una condanna per aver sempre affermato la sua nazionalità portoricana, Ana Belén -anche lei di origine portoricana ma cittadina USA a tempo pieno- giunse a studiare affari internazionali e divenne analista dell’intelligence USA, specializzata e responsabile degli affari cubani. Nientemeno.

La storia della sua vita ci affascina e rivela diverse cose. La prima è che Belén cambia schieramento per ragioni etiche e di stretta giustizia, per solidarietà, per amore della rivoluzione, che si allarga ad altri Paesi del mondo. Fornisce informazioni a Cuba sui tentativi di Washington di distruggere la rivoluzione cubana. Non lo fa mai per denaro.

Ana Belén, figlia di un medico portoricano, è nata in Germania il 28 febbraio 1957. Ha conseguito un Diploma in Relazioni Internazionali presso l’Università della Virginia e un Master in Studi Internazionali Avanzati presso la Johns Hopkins University. Ha lavorato presso il Dipartimento di Giustizia come investigatrice specializzata per compiti di intelligence. Nel 1992 è stata selezionata per l’Exceptional Analyst Program della DIA. Dopo diverse destinazioni, si è recata a Cuba per studiare il funzionamento delle Forze Armate Rivoluzionarie. Montes era analista di intelligence di più alto rango della DIA, specializzata in Cuba.

È stata arrestata dall’FBI il 21 settembre 2001. L’accusa era di “cospirazione per commettere spionaggio” a favore di Cuba. E’ stato condannato a 25 anni di carcere e 5 di “libertà vigilata”.

I procuratori ritengono che Montes sia stato integrata nella sicurezza cubana dopo che il servizio di spionaggio cubano ha scoperto l’esistenza di una rete segreta USA di spionaggio elettronico. Il governo USA la ritiene responsabile della morte di almeno uno dei suoi agenti in America centrale.

In un’intervista con Conte Nieves, Ana Belen Montes afferma quanto segue:

“C’è un altro rischio ed è l’impatto della presenza USA sull’isola. Dico ai cubani qualcosa che ho sempre pensato e detto a coloro con cui ho condiviso la mia solidarietà con Cuba. Ciò che conta per me è che la Rivoluzione cubana esista. Le questioni interne dei cubani sono affari dei cubani. Persino non mi interessa chi ci sarà in futuro; non è questione di nomi. Ciò che è necessario è che si abbia una Rivoluzione cubana sempre, a partire dalla capacità di risolvere i problemi. Devono far attenzione alla Rivoluzione. Io ho provato a farlo”.

E avverte sull’intenzione del governo USA di farla tacere:

«La prima cosa è che le persone sappiano che esisto. Sono qui e non in silenzio. È un’enorme opportunità per qualcuno come me che è totalmente isolata.

Secondo, non sarà possibile zittirmi. Il mio atto di impegno per l’Isola è un fatto impossibile da ignorare. L’idea di intervistarmi e mantenere viva la mia voce è una dimostrazione di solidarietà che apprezzo, poiché è importante conoscere il motivo della mia ammirazione per Cuba”.

CN: Come stai fisicamente e psicologicamente?

ABM: Cerco di mantenermi fisicamente in forma. Ho sempre avuto l’abitudine di fare esercizi; in questo senso, curavo molto quotidianamente la mia dieta. In questo ero ossessiva. Ora, in altre condizioni mi mantengo facendo esercizi. Non parlerò della dieta, perché in una prigione non c’è molto da scegliere, a parte quello che ti danno. Come donna abituata a preoccuparmi della mia presenza. Non puoi perdere il senso di essere attraente, è un dono che la natura ci ha permesso di esercitare e non ho mai voluto perderlo.

Psicologicamente, l’internamento ha un impatto. La cosa più importante è non poter comunicare con nessuno. Ecco perché ho i miei lunghi monologhi. Ho a mio favore, anche se non è la stessa cosa, che sono abituata a vivere da sola. E c’è qualcosa di interessante. Nella società USA uno è circondato dalla gente, ma a volte sei molto solo. A volte, durante la mia vita, ho avuto quell’esperienza. La società USA è piena di sfumature e una di queste potrebbe essere la solitudine “accompagnata” che a volte si percepisce. Sono convinta che il governo USA voglia ottundermi sensorialmente: che smetta di ascoltare, sentire, parlare, annusare, vedere e pensare. Non l’otterranno. Come ogni essere umano, nel corso della mia vita, ho avuto i miei momenti di sbilanciamento, ma ho abbastanza intelligenza per riprendermi e assumere l’autocontrollo delle mie azioni. È una sfida sopravvivere. Altri lo hanno fatto. Lo farò anch’io.

Prima di essere arrestata, ho seguito la situazione dei cubani in Florida nel settembre 1998 (si riferisce ai cubani che facevano parte della cosiddetta rete “Avispa”). Volevano spezzare anche loro e si sono comportati con fermezza. Devo fare lo stesso. (…)

«Nella precedente intervista ho definito ipocrita e cinica la politica USA verso l’Isola. Così la vedo e così la percepisce il politologo Daniel Estulin. C’è una differenza tra il significato che io e altre persone diamo alle relazioni tra i due paesi e quello che gli danno alcuni politici del governo e del Congresso, a cominciare dal presidente. Perciò, parafrasando Julius Fucick nel suo “Rapporto ai piedi del patibolo”, dico: “Cubani, vi ho amato, state all’erta”.

Per me è importante che l’Isola sia vigile e molto attenta allo sviluppo degli eventi.

Molti nordamericani accorreranno con “buone intenzioni”, come dicono i messicani; altri possono, indotti dalla manipolazione del governo, tentare di fare del male.

Voi avete dimostrato intelligenza, coraggio e forza nel corso dei decenni. So che non vi mancherà in questa opportunità. Gli USA aprono le braccia per abbracciare l’Isola e, conoscendo il pensiero politico nordamericano, questo è “l’abbraccio della morte”. L’importante, ora, è che voi non vi lasciate coinvolgere dal “cigno nero” che è il governo USA e facciate quello che avete sempre fatto di fronte alle azioni del governo USA: invertire il significato di quello che vuole. È così che lo avete sempre vinto. È incredibile che due piccoli paesi come l’Isola e il Vietnam abbiano sconfitto gli USA.

È importante che sull’Isola sappiano che ci sono tanti nordamericani onesti, anche se il sistema crea un modo di pensare che ci fa credere superiori, padroni del mondo. Quindi, affinché le cose cambino realmente, nella vita nordamericana deve verificarsi un cataclisma politico che faccia evolvere il pensiero, la psicologia e la cultura del Paese, preservando il meglio che abbiamo e modificando ciò che è dannoso.

Quel cambio non è in vista. Ma arriverà. Mi sento come un contributore a quel cambio. Ci sono anche altre persone che lo hanno fatto”.

La seconda è l’impossibilità dell’Impero per essere infiltrato dai suoi nemici naturali nonostante tutti i filtri legali e illegali.


Estados Unidos. Tras 20 años de injusta prisión la gran amiga de Cuba, Ana Belén Montes, sale por fin libre

Resumen Latinoamericano

Estadounidense de ascendencia puertorriqueña, Ana Belén Motes fue encarcelada el 21 el septiembre de 2001, y la justicia la condenó a 25 años de cárcel en 2002

Ana Belén Montes, ex analista superior de la Agencia de Inteligencia de Defensa de los Estados Unidos (DIA), saldrá en libertad tras permanecer encarcelada más de 20 años, acusada del delito de conspiración para cometer espionaje a favor del gobierno cubano.

Según un despacho de Prensa Latina, la agencia estadounidense de prisiones confirmó hoy que Montes, de 65 años, abandona el penal de Carswell, en Fort Worth, Texas, y comenzará un régimen de libertad condicional por cinco años en el país norteamericano.

Estadounidense de ascendencia puertorriqueña, Ana Belén Motes fue encarcelada el 21 el septiembre de 2001, y la justicia la condenó a 25 años de cárcel en 2002, después de que ella se declarara culpable de conspirar para cometer espionaje.

La ex oficial de alto rango de la DIA expresó en su alegato ante el juez: “Considero que la política de nuestro gobierno hacia Cuba es cruel e injusta, profundamente inamistosa, me consideré moralmente obligada a ayudar a la isla a defenderse de nuestros esfuerzos de imponer en ella nuestros valores y nuestro sistema político”.

La increíble historia de Ana Belén Montes

Por Antonio Maira

Para Ana Belén Montes. Ya sabemos que existes. Sabemos que sufres y que aguantas. Exigimos tu libertad y el regreso al pueblo que amas.

Para el gobierno de Estados Unidos de Norteamérica, Ana Belén Montes está condenada al ostracismo y estaría en el más absoluto silencio. No se dieron cuenta que «fuerzas superiores» y no exactamente extraterrenales o esotéricas, sino solidarias, asumirían su voz para no dejarla abandonada. De tal forma que su pensamiento se está conociendo desde su celda utilizándonos como «médium» para ello. Ana nunca más estará callada. Siempre alguien en algún lugar del mundo tomará sus ideas para divulgarlas.

La casi increíble historia de Oscar López Rivera, puertorriqueño de «nacionalidad» estadounidense, veterano de la guerra de Corea, luchador por la autodeterminación de Puerto Rico, residente en Estados Unidos, independentista irredento, acusado por «conspiración sediciosa» y varios cargos más, a 35 años de cárcel y a 15 añadidos por intento de fuga, que es capaz de decir en rueda de prensa y ante los tribunales federales que lo juzgan, que la «falta de libertad conduce a la esclavitud y a la pérdida de todos los derechos humanos -sean o no conscientes de ello los individuos o los pueblos que la padecen-y que tal situación es intolerable y que por eso mismo está justificada la resistencia por todos los medios posibles». «La liberación de Oscar nos ha inspirado como pueblo» han proclamado los Comités y las Mesas de Solidaridad en Puerto Rico. La historia de este rebelde permanente nos conduce directamente a la experiencia vital de Ana Belén Montes y de algunos puertorriqueños que han vivido y trabajado en el propio estómago del Imperio. Hay que tener en cuenta que así como Oscar cumplió condena por afirmar siempre su nacionalidad puertorriqueña, Ana Belén -también de origen puertorriqueño pero ciudadana norteamericana a tiempo completo- llegó cursar estudios de asuntos internacionales y a ser analista de inteligencia de los EEUU, especializada y responsable de los asuntos cubanos. Nada menos.

El relato de su vida nos resulta entrañable y pone de manifiesto varias cosas. La primera es que Belén se cambia de bando por razones éticas y de estricta justicia, por solidaridad, por amor a la revolución, que ella extiende a otros países del mundo. Entrega información a Cuba sobre los intentos de Washington de destruir a la revolución cubana. Jamás lo hace por dinero.

Ana Belén, hija de un médico puertorriqueño, nació en Alemania el 28 de febrero de 1957. Obtuvo el diploma en Relaciones Internacionales en la Universidad de Virginia y el Master en Estudios Internacionales Avanzados en la Universidad Johns Hopkins. Trabajó en el Departamento de Justicia como investigadora especialista en tareas de inteligencia. En 1992 fue seleccionada para el Programa de Analistas Excepcionales de la DIA. Después de varios destinos viajó a Cuba para estudiar el funcionamiento de las Fuerzas Armadas Revolucionarias. Montes era la analista de inteligencia de más alta jerarquía, especializada en Cuba, de la DIA.

Fue detenida por el FBI el 21 de septiembre de 2001. El cargo fue el de «conspiración para cometer espionaje» a favor de Cuba. Fue condenada a 25 años de cárcel y 5 de «libertad vigilada».

Los fiscales consideran que Montes fue integrada en la seguridad cubana después de que el servicio de espionaje cubano descubriera la existencia de una red secreta norteamericana de espionaje electrónica. El gobierno de los EEUU la considera responsable de la muerte de al menos uno de sus agentes en Centro América.

En una entrevista con Conte Nieves, Ana Belen Montes dice lo siguiente:

«Hay otro riesgo y es el del impacto de la presencia norteamericana en la Isla. Les digo a los cubanos algo que siempre he pensado y dicho a aquellos con los que compartí mi solidaridad con Cuba. A mí lo que me importa es que la Revolución Cubana exista. Las cuestiones internas de los cubanos es asunto de los cubanos. Incluso no me importa quién esté en el futuro; no es cuestión de nombres. Lo necesario es que haya Revolución Cubana siempre, a partir de la capacidad que se tenga para resolver los problemas. Tienen que cuidar la Revolución. Yo traté de hacerlo».

Y advierte ante la intención del gobierno de los EEUU de silenciarla:

«Lo primero es que sepan las personas que existo. Estoy aquí y no en silencio. Es una oportunidad formidable para alguien como yo que está totalmente aislada.

Lo segundo, silenciarme no será posible. Mi acto de compromiso con la Isla es un hecho imposible desconocer. La idea de entrevistarme y de hacer que mi voz se mantenga viva es una muestra de solidaridad que agradezco, ya que es importante se conozca el porqué de mi admiración por Cuba».

CN: ¿Cómo te encuentras física y psicológicamente?

ABM: Trato de mantenerme en forma física. Siempre tuve el hábito de acudir a hacer ejercicios; en este sentido cuidaba mucho de mi dieta diariamente. En eso era obsesiva. Ahora, en otras condiciones me mantengo haciendo los ejercicios. De la dieta no voy a hablar, porque en una prisión no hay mucho que escoger, que no sea lo que te dan. Como mujer acostumbraba a preocuparme por mi presencia. No se puede perder el sentido de resultar atractiva, es un don que la naturaleza nos ha permitido ejercer y nunca quise desaprovecharlo.

Psicológicamente el internamiento tiene un impacto. Lo más importante es el no poder comunicarme con ninguna persona. Es por eso que tengo mis largos monólogos. Tengo a mi favor, aunque no es lo mismo, que estoy acostumbrada a vivir sola. Y hay algo interesante. En la sociedad norteamericana uno está rodeado de gente, pero en ocasiones está muy solo. Por momentos a lo largo de la vida tuve esa vivencia. La sociedad norteamericana está llena de matices y uno de ellos puede ser la soledad «acompañada» que en ocasiones se percibe. Estoy convencida que el gobierno norteamericano quiere embotarme sensorialmente: que deje de escuchar, de sentir, de hablar, de oler, de ver y pensar. No lo van a lograr. Como todo ser humano a lo largo de mi vida he tenido mis momentos de desajustes, pero tengo la inteligencia suficiente para llamarme a capítulo y asumir el autocontrol de mis acciones. Es un reto subsistir. Otros lo han logrado. Yo también lo lograré.

Antes de ser detenida, seguí la situación de los cubanos en la Florida en septiembre de 1998 (se refiere a los cubanos que formaron parte de la llamada red «Avispa»). A ellos también quisieron quebrantarlos y se portaron con firmeza. A mí me toca hacer lo mismo.(…)

«En la entrevista anterior definí la política de Estados Unidos hacia la Isla, de hipócrita y cínica. Así la veo y así la percibe el politólogo Daniel Estulin. Hay una diferencia entre el sentido que otras personas y yo adjudicamos a las relaciones entre ambos países y el que algunos políticos del gobierno y el Congreso le dan, empezando por el presidente. De ahí que, parafraseando a Julius Fucick en su «Reportaje al pie de la horca», les diga: «Cubanos, los he amado, estad alertas».

Para mí es importante que la Isla esté alerta y muy atenta al desarrollo de los acontecimientos.

Muchos norteamericanos acudirán en «buena onda», al decir de los mexicanos; otros pueden que, inducidos por la manipulación gubernamental, traten de hacer daño.

Ustedes han demostrado inteligencia, valentía y fortaleza a lo largo de décadas. Sé que no les faltara en esta oportunidad. Estados Unidos abre los brazos para abrazar a la Isla y, conociendo el pensamiento político norteamericano, este es «el abrazo de la muerte». Ahora lo importante es que ustedes no se dejen envolver por el «cisne negro» que es el gobierno de Estados Unidos y hagan lo que han venido haciendo siempre ante las acciones del gobierno norteamericano: revertir el sentido de lo que este quiere. Así siempre le han ganado. Es increíble que dos países pequeños como la Isla y Viet Nam hayan vencido a Estados Unidos.

Es importante que en la Isla sepan que hay muchos norteamericanos honestos, aunque el sistema crea una forma de pensar que nos hace creer superiores, dueños del mundo. Por eso para que las cosas cambien realmente, tiene que venir un cataclismo político en la vida norteamericana que haga evolucionar el pensamiento, la psicología y la cultura del país, preservando lo mejor que tengamos y modificando lo perjudicial.

No está a la vista ese cambio. Pero llegará. Me siento una contribuyente a ese cambio. Hay otras personas que también lo han hecho»

La segunda es la imposibilidad del Imperio para ser infiltrado por sus enemigos naturales a pesas de todos los filtros legales e ilegales.

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