La scia di morte e distruzione che lasciano le “sanzioni”

misionverdad.com

L’Assemblea Nazionale (AN) si è pronunciata sulle recenti dichiarazioni dell’ex presidente USA, Donald Trump, in cui confessa pubblicamente che durante il suo mandato era sul punto di far crollare il Venezuela. Le dichiarazioni cercavano di questionare il fatto che il governo di Joe Biden stesse attualmente acquistando petrolio dal paese (Venezuela ndt), argomentando che avrebbe potuto essere rubato.

Quello che ha detto l’ex presidente USA conferma ciò che era già noto dalle prove e ciò che i venezuelani hanno vissuto sulla propria carne.

«La confessione dimostra, qual è il vero principio da cui parte poi questo concetto che è già di uso quotidiano (…) va detto che quando una persona confessa un delitto, in questo caso un reato penale, in questo caso, un crimine contro l’umanità, quella confessione si converte in prova, se è una confessione volontaria, come in effetti è accaduto da parte di Mr. Donald Trump in un discorso pronunciato l’11 giugno; se è una confessione volontaria che non è soggetta ad alcun tipo di coercizione, quella confessione si converte immediatamente in una prova sufficiente di un crimine”, ha detto il presidente del Potere Legislativo, Jorge Rodríguez, durante la sessione ordinaria di questo martedì 13 giugno.

Ha anche sottolineato che quanto detto da Trump equivale a confessare di aver assassinato bimbi/e che non hanno potuto ricevere un’adeguata vaccinazione; adulti che, nell’ambito del programma Simón Bolívar (di CITGO), erano curati per malattie croniche; lo stesso accade se vengono colpiti i programmi sociali delle grandi maggioranze in termini di alimentazione, sanità ed educazione.

Il presidente dell’AN ha segnalato che se quelle corti penali penali o tribunali internazionali fossero reali, se perseguitassero i criminali, la prima cosa che dovrebbe fare è citare come imputato Trump dopo aver confessato quei crimini contro l’umanità.

“Non sta confessando uno o due omicidi, sta confessando migliaia di omicidi”, ha affermato, sottolineando che “ha sottoposto a pratiche di guerra un paese pacifico che mai, in vita sua, ha aggredito un solo cittadino nordamericano”.

Rodríguez ha invitato l’opposizione, in generale, a riflettere sul luogo dove si trovavano nel 2019, quando sono stati commessi i maggiori tentativi di destabilizzazione contro il Venezuela. In tal senso, ha rimproverato diversi politici dell’opposizione che si sono schierati a lato delle politiche omicide di Trump e che, attualmente,partecipano alle primarie, come se soffrissero di amnesia.

Ha denunciato che il clan Guaidó e altri oppositori erano complici poiché ciò che offrivano come garanzia per realizzare i piani contro il presidente Maduro era il petrolio. Ha detto che alcuni, balzando in avanti, si sono indignati per la confessione di Trump e hanno cercato di approfittarne politicamente invocando l’unità, occasione che ha usato per chiedere dove fossero le risorse consegnate all’opposizione per “aiutare i venezuelani”.

Il Potere Legislativo ha chiamato a indagare sulle conseguenze delle confessioni criminali di Donald Trump, in particolare quelle che hanno seguito gli ordini dell’ex presidente USA, così come quelli di Mark Esper, John Bolton, James Story, Mike Pence e Marco Rubio.

In questo senso, ha chiesto che s’incorpori nel Progetto di Accordo, affinché si votasse nell’AN, la formazione di una Commissione che indaghi i crimini contro l’umanità che Trump ha perpetrato contro il popolo venezuelano, soprattutto che indaghi i complici interni, coloro che hanno ricevuto ordini.

“Formiamo, deputati/e di tutte le fazioni politiche, una Commissione Speciale di Indagine sulle conseguenze della confessione che Donald Trump ha fatto lo scorso 11 giugno”, ha riferito Rodríguez.

Le prove dei crimini di lesa umanità contro il paese vanno al di là di ciò che il governo e i cittadini possono riferire delle loro esperienze. Il danno alla nazione e alla sua popolazione è stato sistematizzato nei rapporti di esperti indipendenti delle Nazioni Unite (ONU), i cui resoconti rivelano la natura criminale delle “sanzioni”.

Secondo il rapporto del relatore indipendente dell’ONU, Alfred de Zayas, pubblicato nel 2018, le conclusioni sono state le seguenti:

**“Gli effetti delle sanzioni imposte dai presidenti Obama e Trump e le misure unilaterali di Canada e Unione Europea hanno aggravato direttamente e indirettamente la carenza di medicinali”.

**“Le sanzioni economiche hanno causato ritardi nella distribuzione (di alimenti, medicine e beni di prima necessità) e hanno contribuito a molte morti (…) Le sanzioni economiche uccidono”.

**“Hanno aggravato enormemente la carenza di alimenti e medicinali, causato gravi ritardi nella distribuzione e innescato il fenomeno dell’emigrazione di massa verso i paesi vicini”.

**“Le sanzioni economiche che colpiscono le popolazioni innocenti contravvengono lo spirito e la lettera della Carta delle Nazioni Unite”.

Il registro degli impatti del blocco sulla popolazione venezuelana indicano che tali azioni possono rappresentare crimini contro l’umanità. De Zayas affermava che le misure coercitive unilaterali applicate contro il Venezuela hanno ritardato l’acquisizione di medicinali per persone con malattie rischiose e difficili da curare, causando molti decessi a causa del ritardo nell’arrivo dei trattamenti medici.

Zayas ha anche documentato come la chiusura dei conti internazionali dello Stato venezuelano abbia bloccato l’importazione di alimenti e medicine, il che si aggiunge alle restrizioni al credito internazionale che hanno svuotato le riserve di valuta estera delle istituzioni venezuelane per far fronte alla crisi.

D’altra parte, la relatrice speciale dell’ONU sull’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali, Alena Douhan, ha anche registrato il grande danno causato dal blocco nel 2021. Nel suo rapporto, ha assicurato che le “sanzioni” unilaterali violano il Diritto Internazionale e ha chiamato al loro sollevamento. Riportiamo per estenso ciò che si riferisce a questo ed evidenziamo in grassetto ciò che è nodale:

“Riferendosi alle norme consuetudinarie sull’immunità dei beni dello Stato, la Relatrice Speciale ricorda che gli attivi della Banca Centrale ed i beni utilizzati per funzioni pubbliche appartengono allo Stato del Venezuela e non al suo Governo o a qualsiasi individuo. Pertanto, il congelamento degli attivi della Banca Centrale del Venezuela per il mancato riconoscimento del suo Governo, nonché l’adozione delle relative sanzioni, viola i diritti sovrani del Paese e impedisce che il suo governo effettivo eserciti il proprio dovere di garantire le necessità della popolazione.

“La Relatrice Speciale sottolinea che l’inclusione di funzionari dello Stato nella lista d’ufficio contraddice il divieto di punire un’attività che non costituisce un crimine, impedisce ai funzionari la possibilità di rappresentare gli interessi del Venezuela nei tribunali internazionali e in altre istituzioni internazionali e mina il principio di uguaglianza sovrana degli Stati. Sottolinea, inoltre, che i ripetuti rifiuti delle banche USA, Regno Unito e Portogallo di liberare gli attivi venezuelani incluso l’acquisto di medicinali, vaccini e kit di protezione, sotto il controllo di organizzazioni internazionali, viola il menzionato principio e impedisce la capacità del Venezuela di rispondere all’emergenza COVID-19.

“La Relatrice Speciale è preoccupata che le sanzioni mirate unilaterali nella loro forma attuale violino, come minimo, gli obblighi derivanti dagli strumenti universali e regionali nel campo dei diritti umani, molti dei quali sono di carattere perentorio.

(…)

“Il Relatore Speciale sottolinea che l’applicazione della giurisdizione extraterritoriale a cittadini e società di Stati terzi per la cooperazione con le autorità pubbliche, cittadini e società del Venezuela, e le presunte minacce a detti Stati terzi, non si giustifica ai sensi del diritto internazionale e aumenta i rischi di eccesso di adempimento delle sanzioni. Il Relatore Speciale osserva con preoccupazione le presunte minacce a società private e a donatori, soci e organizzazioni umanitarie di paesi terzi”.

Douhan ha incluso una serie di dati concreti con cui si poteva attestare la gravità dell’impatto sanzionatorio nei settori dei servizi pubblici (infrastruttura), nonché dell’alimentazione e salute. Ha espresso all’epoca:

#Le “sanzioni” hanno ostacolato l’acquisto di medicinali e forniture mediche all’estero, da cui dipende quasi interamente il settore della sanità pubblica venezuelana.

#Si è impedito l’acquisizione di albumina umana, immunoglobuline e altri emoderivati, colpendo 5859 persone affette da emofilia e sindrome di Guillain-Barré.

#Più di 2 milioni e 500mila pazienti sono stati colpiti dall’impossibilità da parte dello Stato venezuelano di acquistare reagenti ematici nel 2020.

#Circa 2600000 bambini non hanno potuto essere vaccinati contro meningite, rotavirus, malaria e morbillo a causa dell’ostruzione all’acquisto di vaccini attraverso l’Organizzazione Panamericana della Sanità (PAHO).

#Il proseguimento del blocco economico nel quadro della pandemia ha provocato una maggiore instabilità nello strato più vulnerabile della popolazione venezuelana. “Il 43% delle famiglie riportano l’impossibilità di lavorare o la perdita delle proprie risorse”, ha affermato Douhan.

Infine, un rapporto pubblicato nel 2019 dal Center for Economic and Policy Research (CEPR), un gruppo di esperti in politica economica con sede a Washington, DC, ha riconosciuto che:

“Le sanzioni hanno ridotto l’apporto calorico della popolazione, aumentato le malattie e la mortalità (sia per gli adulti che per i minori) e sfollato milioni di venezuelani che sono fuggiti dal paese come prodotto del peggioramento della depressione economica e dell’iperinflazione. Le sanzioni hanno acutizzato la crisi economica del Venezuela e reso quasi impossibile stabilizzare l’economia, ciò che ha contribuito ulteriormente all’aumento dei morti. Tutti questi impatti hanno pregiudicato in modo sproporzionato i venezuelani più poveri e vulnerabili”.

Il CEPR include alcune delle conseguenze delle “sanzioni” applicate dall’agosto 2017:

^^Più di 40000 morti sarebbero state conseguenza diretta e indiretta delle misure coercitive, tra il 2017 e il 2018.

^^Si è ridotta la disponibilità di alimenti e medicine e sono aumentate le malattie e la mortalità nel paese.

^^Le “sanzioni” del 2017 “hanno contribuito a un forte calo della produzione di petrolio che ha causato gravi danni alla popolazione civile”.

^^Gli esperti hanno ritenuto che “se le sanzioni applicate dagli USA continuano (…), porteranno a decine di migliaia di morti in più che potrebbero essere evitate”.

^^“Ciò è supportato – continuano gli autori del rapporto – dal fatto che ci sono circa 80mila persone con HIV che non ricevono cure antiretrovirali dal 2017, 16mila persone che necessitano di dialisi, 16mila persone con tumore e 4 milioni con diabete e ipertensione (molti delle quali non possono ottenere insulina o farmaci per il trattamento cardiovascolare)”.

^^Secondo il rapporto, “da quando sono state imposte le sanzioni del gennaio 2019, la produzione di petrolio è diminuita di 431000 barili al giorno o del 36,4%”, il che accelererebbe il quadro di crisi imposta al Venezuela.

Tutti questi rapporti sono stati coperti e rivisti da molteplici forum e piattaforme di studio sull’aggressione contro il Venezuela, le conseguenze degli attacchi economici sulla popolazione sono state registrate in vari modi, e anche così, molti di coloro che sono coinvolti in questa agenda distruttiva sono capaci di confessare, come lo stesso Donald Trump, che lo scopo di tutto era il collasso di un Paese con obiettivi politici e strategici per gli USA.


LA ESTELA DE MUERTE Y DESTRUCCIÓN QUE DEJAN LAS “SANCIONES”

 

La Asamblea Nacional (AN) se pronunció sobre las recientes declaraciones del expresidente de Estados Unidos, Donald Trump, donde confiesa públicamente que durante su mandato estuvo a punto de hacer colapsar a Venezuela. Declaraciones buscaban cuestionar el hecho de que el gobierno de Joe Biden estuviera actualmente comprándole petróleo al país argumentando que se lo pudieron haber robado.

Y es que lo dicho por el expresidente estadounidense viene a confirmar lo que ya se sabía por las evidencias y lo que han vivido los venezolanos en carne propia.

“La confesión hace la prueba, ese es el verdadero principio de donde después parte ese concepto que ya es de uso cotidiano (…) hay que decir eso, que cuando una persona confiesa un delito, en este caso un delito penal, en este caso un delito de lesa humanidad, esa confesión se convierte en prueba, si es una confesión hecha de forma voluntaria como en efecto ocurrió por parte del señor Donald Trump en un discurso emitido el pasado 11 de junio; si es una confesión voluntaria que no está sometida en ningún tipo de coacción, esa confesión se convierte de inmediato en una prueba suficiente de un delito”, dijo el presidente del Poder Legislativo, Jorge Rodríguez, durante la sesión ordinaria de este martes 13 de junio.

Asimismo, señaló que lo dicho por Trump es equivalente a confesar que asesinó a niñas y niños que no pudieron recibir la vacunación adecuada; a adultos que, dentro del programa Simón Bolívar (de CITGO), eran atendidos por enfermedades crónicas; lo mismo ocurre si se afectan los programas sociales de las grandes mayorías en cuento a alimentación, salud y educación.

El presidente de la AN señaló que si esas cortes penales o tribunales internacionales fueran de verdad, si persiguieran a los criminales, lo primero que tendría que hacer es convocar para ser imputado a Trump tras confesar esos delitos de lesa humanidad.

“No está confesando un homicidio ni dos, está confesando miles de homicidios”, argumentó, al tiempo que señaló que “sometió a prácticas de guerra a un país pacífico que jamás en su vida ha agredido a un solo ciudadano norteamericano”.

Rodríguez llamó a la oposición en general a reflexionar sobre el lugar donde se encontraban en 2019, cuando se cometieron los mayores intentos de desestabilización contra Venezuela. En ese sentido, increpó a varios políticos de la oposición que estuvieron del lado de las políticas asesinas de Trump y que actualmente participan en las primarias, como si sufrieran de amnesia.

Denunció que el clan Guaidó y otros opositores eran cómplices en tanto que lo que ofrecían como garantía para llevar a cabo los planes contra el presidente Maduro era petróleo. Dijo que algunos, saltando hacia adelante, se indignaron con la confesión de Trump y trataron de sacarle provecho políticamente llamando a la unidad, ocasión que usó para preguntar dónde estaban los recursos entregados a la oposición para “ayudar a los venezolanos”.

El Poder Legislativo llamó a investigar las consecuencias de las confesiones criminales de Donald Trump, sobre todo a los que acataron órdenes del expresidente estadounidense, así como de Mark Esper, John Bolton, James Story, Mike Pence y Marco Rubio.

En ese sentido, pidió que se incorpore en el Proyecto de Acuerdo para que se votase en la AN la conformación de una Comisión que investigue los crímenes de lesa humanidad que Trump perpetró contra el pueblo de Venezuela, sobre todo que investigue a los cómplices internos, los que recibían órdenes.

“Conformemos, diputados y diputadas de todas las fracciones políticas, una Comisión Especial de Investigación de las consecuencias de la confesión que Donald Trump hiciera el pasado 11 de junio”, refirió Rodríguez.

Las evidencias sobre los crímenes de lesa humanidad contra el país van más allá de lo que el gobierno y los ciudadanos puedan relatar de sus experiencias. El daño a la nación y su población quedó sistematizado en informes de expertos independientes de la Organización de Naciones Unidas (ONU), cuyos relatos dejan entrever el carácter criminal de las “sanciones”.

De acuerdo con el informe del relator independiente de la ONU, Alfred de Zayas, publicado en 2018, las conclusiones fueron las siguientes:

“Los efectos de las sanciones impuestas por los Presidentes Obama y Trump y las medidas unilaterales de Canadá y la Unión Europea han agravado directa e indirectamente la escasez de medicamentos”.

“Las sanciones económicas han causado demoras en la distribución (de alimentos, medicinas y artículos de primera necesidad) y han contribuido a muchas muertes (…) Las sanciones económicas matan”.

*”Han agravado enormemente la escasez de alimentos y medicinas, han causado serias demoras en la distribución y han desencadenado el fenómeno de la emigración masiva a los países vecinos”.

*”Las sanciones económicas que afectan a poblaciones inocentes contravienen el espíritu y la letra de la Carta de las Naciones Unidas”.

El registro de los impactos del bloqueo sobre la población venezolana indican que tales acciones podían representar crímenes de lesa humanidad. De Zayas afirmaba que las medidas coercitivas unilaterales aplicadas contra Venezuela han retrasado la adquisición de medicinas para personas con enfermedades riesgosas y difíciles de tratar, ocasionando muchas muertes por el retraso en la llegada de los tratamientos médicos.

Zayas también documentó cómo el cierre de cuentas internacionales del Estado venezolano ha bloqueado la importación de alimentos y medicinas, lo que suma a las restricciones de crédito internacional que han vaciado las reservas de divisas de las instituciones venezolanas para hacer frente a la crisis.

Por otro lado, la relatora especial de la ONU sobre el impacto negativo de las medidas coercitivas unilaterales, Alena Douhan, también registró el gran daño causado por el bloqueo en 2021. En su informe aseguró que las “sanciones” unilaterales violan el Derecho Internacional y llamó al levantamiento de las mismas. Citamos in extenso lo referido a esto y resaltamos con negritas lo nodal:

“Refiriéndose a las normas consuetudinarias sobre la inmunidad de los bienes del Estado, la Relatora Especial recuerda que los activos del Banco Central y los bienes utilizados para las funciones públicas pertenecen al Estado de Venezuela y no a su Gobierno o a cualquier individuo. Por lo tanto, la congelación de los activos del Banco Central de Venezuela por no reconocer a su Gobierno, así como la adopción de las sanciones pertinentes, viola los derechos soberanos del país e impide que su gobierno efectivo ejerza su deber de garantizar las necesidades de la población.

“La Relatora Especial subraya que la inclusión de funcionarios del Estado en la lista de oficio contradice la prohibición de castigar una actividad que no constituye un delito, impide a los funcionarios la posibilidad de representar los intereses de Venezuela en los tribunales internacionales y otras instituciones internacionales, y socava el principio de igualdad soberana de los Estados. Asimismo, señala que las reiteradas negativas de los bancos de Estados Unidos, Reino Unido y Portugal a liberar activos venezolanos incluso para la compra de medicamentos, vacunas y kits de protección, bajo el control de organizaciones internacionales, viola el mencionado principio e impide la capacidad de Venezuela de responder a la emergencia COVID-19.

“A la Relatora Especial le preocupa que las sanciones selectivas unilaterales en su forma actual violen, como mínimo, las obligaciones que se desprenden de los instrumentos universales y regionales en el ámbito de los derechos humanos, muchas de las cuales son de carácter perentorio.

(…)

“El Relator Especial subraya que la aplicación de la jurisdicción extraterritorial a nacionales y empresas de terceros Estados por la cooperación con las autoridades públicas, nacionales y empresas de Venezuela, y las supuestas amenazas a dichos terceros Estados, no se justifica en virtud del derecho internacional y aumenta los riesgos de exceso de cumplimiento de las sanciones. El Relator Especial observa con preocupación las presuntas amenazas a empresas privadas y a donantes, socios y organizaciones humanitarias de terceros países”.

Douhan incluyó una serie de datos duros con los que se podía atestiguar la gravedad del impacto sancionatorio en las áreas de servicios públicos (infraestructura), así como alimentación y sanidad. Expresó en su momento:

Las “sanciones” han obstaculizado la compra de medicamentos y suministros médicos en el extranjero, de los que depende casi por completo el sector de salud público venezolano.

Se ha impedido la adquisición de albúmina humana, inmunoglobulina y otros hemoderivados, afectando a 5 mil 859 personas que padecen hemofilia y síndrome de Guillain-Barré.

Más de 2 millones 500 mil pacientes se vieron afectados por la imposibilidad del Estado venezolano de comprar reactivos sanguíneos en 2020.

Unos 2 millones 600 mil niños no pudieron ser vacunados contra la meningitis, el rotavirus, la malaria y el sarampión por la obstrucción a la compra de vacunas a través de la Organización Panamericana de la Salud (OPS).

Continuar con el bloqueo económico en el marco de la pandemia ha causado una mayor inestabilidad en los estrato más vulnerables de la población venezolana. “Un 43% de los hogares reportan la imposibilidad de trabajar o la pérdida de sus recursos”, dijo Douhan.

Por último, un informe publicado en 2019 por el Centro de Investigación Económica y Política (CEPR, sus siglas en inglés), un grupo de expertos en política económica con sede en Washington, D.C., reconocieron que:

“Las sanciones redujeron la ingesta calórica de la población, aumentaron las enfermedades y la mortalidad (tanto para adultos como para menores) y desplazaron a millones de venezolanos que huyeron del país como producto del empeoramiento de la depresión económica y la hiperinflación. Las sanciones agudizaron la crisis económica de Venezuela e hicieron casi imposible estabilizar la economía, lo que contribuyó aún más a un mayor número de muertes. Todos estos impactos perjudicaron de manera desproporcionada a los venezolanos más pobres y más vulnerables”.

El CEPR recoge algunas de las consecuencias de las “sanciones” aplicadas desde agosto de 2017:

Más de 40 mil muertes habrían sido consecuencia directa e indirecta de las medidas coercitivas entre 2017 y 2018.

Se redujo la disponibilidad de alimentos y medicamentos, y aumentaron las enfermedades y la mortalidad en el país.

Las “sanciones” de 2017 “contribuyeron a una fuerte disminución de la producción de petróleo que causó un gran daño a la población civil”.

Los expertos consideraron que “si continúan las sanciones aplicadas por Estados Unidos (…), darán lugar a decenas de miles de muertes más que podrían ser evitables”.

“Esto se sustenta -siguen los autores del informe- en que hay aproximadamente 80 mil personas con VIH que no han recibido tratamiento antirretroviral desde 2017, 16 mil personas que necesitan diálisis, 16 mil  personas con cáncer y 4 millones con diabetes e hipertensión (muchas de las cuales no pueden obtener insulina o medicinas para el tratamiento cardiovascular)”.

De acuerdo con el informe, “desde que se impusieron las sanciones de enero de 2019, la producción de petróleo ha caído en 431 mil barriles por día ó 36.4%”, lo que aceleraría el cuadro de crisis impuesta a Venezuela.

Todos estos informes han sido cubiertos y reseñados por múltiples tribunas y plataformas de estudio sobre la agresión contra Venezuela, se han registrado de variadas maneras las consecuencias de los ataques económicos sobre la población, y aún así muchos de los involucrados en esta agenda destructiva son capaces de confesar, como el mismo Donald Trump, que la finalidad de todo era el colapso de un país con objetivos políticos y estratégicos para Estados Unidos.

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