Il blocco economico, commerciale e finanziario USA contro Cuba

un caso di genocidio al rallentatore

José R. Oro

I

Forse le pagine più tristi della storia umana sono relazionate alla parola genocidio, che merita una definizione chiara, uno studio attento e un ripudio senza compromessi. Viviamo in un’epoca in cui lo sviluppo tecnologico consente genocidi su una scala precedentemente sconosciuta, al punto da poter distruggere l’umanità in un istante, né più né meno. Il termine “genocidio” fu usato per la prima volta, nel 1944, da Raphael Lemkin, giurista ebreo polacco fuggito, nel 1939, dalle persecuzioni naziste: “L’attuazione di azioni coordinate destinate alla distruzione degli elementi decisivi della vita dei gruppi nazionali, con l’obiettivo del loro annientamento”.

Il crudele e illegale blocco economico, commerciale e finanziario USA contro Cuba è un esempio eccezionale di genocidio, sviluppato da più di sessant’anni, senza precedenti nella storia, in modo sistematico e sanguinario contro il nostro paese.

Genocidio e massacri: dall’opulenta Cartagine alla Striscia di Gaza

La Bibbia descrive lo sterminio dei Mediditi (Numeri, 31), quando l’esercito tribale israelita uccise tutti gli uomini medi, ma catturò donne e bambini per usarli come bottino. Forse il primo caso di genocidio sistematicamente pianificato e perpetrato fu la distruzione di Cartagine per mano dei romani alla fine della Terza Guerra Punica (149-146 a.C.).

Molti esempi di genocidio furono compiuti in nome della “fede”. Le Crociate in Terra Santa costituirono eventi di estrema violenza contro gli abitanti del Levante (chiamato anche Vicino Oriente o più comunemente Medio Oriente), le cui conseguenze continuano a creare genocidi e enormi pericoli per la specie umana.

Le invasioni tribali nomadi furono spesso accompagnate da atti di genocidio. Nel XIII secolo, gli eserciti mongoli di Gengis Khan sradicarono intere nazioni. In totale morirono tra i 12 e i 18 milioni di persone, una cifra paragonabile solo alla conquista europea dell’America.

Il continente africano fu massacrato. La ferocia del re Leopoldo II del Belgio in Congo causò tra i due e i cinque milioni di morti.

XX e XXI secolo, apogeo del genocidio. L’imperialismo, il maggiore e più crudele genocida

L’imperialismo è la fase più alta del capitalismo, nella quale la socializzazione delle forze produttive è gigantesca, al contempo come la concentrazione e la centralizzazione di capitali, e si consolida il dominio mondiale delle potenze e la subordinazione dei popoli coloniali e dipendenti. La tecnologia e le capacità industriali raggiungono livelli prima sconosciuti. In queste condizioni il Genocidio si sviluppa al massimo.

-Nell’impero zarista, centinaia di migliaia di ebrei e musulmani furono assassinati nei “pogrom”, tra il 1903 e il 1911.

-Il Giappone imperialista massacrò gli europei residenti nelle colonie asiatiche, indonesiani, filippini, malesi, birmani, vietnamiti, ma le vittime fondamentali dell’impero giapponese furono i cinesi (molti milioni di morti), un esempio di estrema ferocia fu il massacro di Nanchino.

-Nel genocidio contro il popolo armeno, circa due milioni di civili armeni furono assassinati nell’Impero Ottomano, tra il 1915 e il 1923.

-L’Olocausto nazista fu un caso particolare ed estremo di genocidio; sei milioni di vittime assassinate fecero dell’Olocausto ebraico un crimine inconcepibile e indimenticabile nella storia dell’umanità. Durante l’Olocausto Nazista anche si verificò un numero maggiore di vittime non ebree quasi mai menzionate. Il numero totale delle vittime dell’Olocausto Nazista fu tra 15 e 17 milioni.

-Altri esempi di genocidio furono il “Terrore Bianco” in Spagna (1936 – 1945), con circa 130000 esecuzioni extragiudiziali; la fine del Vicereame britannico dell’India, quando indù, musulmani e sikh si attaccarono a vicenda, grazie agli squilibri sociali dell’eredità coloniale, provocando circa due milioni di vittime; il dittatore Rafael L. Trujillo ordinò il massacro degli haitiani nella Repubblica Dominicana, provocando la morte tra le 20000 e le 30000 persone. Si verificarono grandi massacri post II Guerra Mondiale ad esempio in Algeria, dove durante la guerra d’indipendenza morirono più di 300000 civili.

Vietnam: gli USA del XX secolo abbracciano la bandiera del genocidio internazionale

Già nel periodo 1945-1954, i francesi, la Legione Straniera e i loro alleati, in particolare gli USA, iniziarono il “Genocidio del Vietnam” fino alla loro schiacciante sconfitta a Dien Bien Phu (1954).

Gli USA, che avevano già commesso, atti genocidi contro i loro propri abitanti originari, in maniera intermittente, per lungo tempo (di fatto dalla colonizzazione inglese e poi fin dalla nascita della nuova nazione), si imbarcano nella fase finale del conflitto in Indocina, in innumerevoli e barbari crimini, e causò perdite e sofferenze incomparabili a tutti i popoli della regione, primo fra tutti ai vietnamiti. Durante la guerra morirono almeno tre milioni di civili e soldati vietnamiti.

Genocidio a Cuba nei secoli XIX e XX: La Riconcentrazione (1896 – 1898) e il massacro degli Indipendenti di Colore (1912)

Dall’arrivo di Cristoforo Colombo in America fino alla fine del XIX secolo, la popolazione nativa del cosiddetto Nuovo Mondo diminuì da 30 – 50 a 12 – 18 milioni, forse il più grande crimine della storia, la “Singolarità” della violenza sociale.

A Cuba il genocidio cominciò fin dall’inizio della colonia spagnola sull’isola. Devo dire con grande tristezza che questi tragici episodi della nostra storia lontana e/o più recente sono stati meno studiati di quanto meriterebbero a causa della loro importanza e significato nella formazione e nello sviluppo della nostra nazione. La conquista comportò l’annientamento quasi completo dei nativi cubani. La maggior parte della popolazione aborigena di Cuba morì durante i primi 50 anni di colonizzazione spagnola; molti morirono stremati dal lavoro e dalla cattiva alimentazione. Dai maltrattamenti e dalle malattie sconosciute portate dagli europei.

L’incontro tra due mondi fu particolarmente infelice e disgraziato. Anche se non cerchiamo di comprendere i fatti storici con i paradigmi odierni, non ci sono dubbi sull’estrema crudeltà degli europei verso i nativi delle terre americane e verso gli schiavi che, successivamente, portarono dall’Africa.

La Riconcentrazione fu un crimine genocida puro e semplice. In poche settimane, circa 500000 cubani (di cui non più di 100000 erano uomini in età militare) furono costretti aìd attuare l’ordine di riconcentrazione del famigerato Valeriano Weyler, su una popolazione totale di circa 1700000 abitanti. Si stina che tra 150000 e 200000 cubani morirono principalmente di fame e malattie, ovvero uno agghiacciante 10% della popolazione cubana. Poveri e ricchi, bambini e anziani.

Weyler ordinò la concentrazione della popolazione rurale della parte occidentale di Cuba in nuclei urbani che divennero campi di concentramento, uno strano esempio di genocidio. Si stima che nel dicembre 1896 circa quattrocentomila cubani non combattenti si classificavano come riconcentrati in luoghi scelti per tale obiettivo. Il provvedimento creò una situazione spaventosa, il governo coloniale non era in grado di fornire cibo a queste popolazioni (nemmeno alle proprie truppe), con gravi condizioni antigeniche, che provocarono carestie ed epidemie. La Riconcentrazione terminò nel marzo 1898, con un completo fallimento. Fu forse l’atto più brutale della storia di Cuba.

Il massacro degli “Indipendenti di Colore”. Caino assassina di nuovo Abele

Fu la repressione di una rivolta che chiedeva l’uguaglianza sociale e politica per i neri nella Cuba dell’inizio del XX secolo. Cominciò il 20 maggio 1912 e portò alla morte di oltre 3000 neri e meticci in quella che non fu propriamente una guerra ma un massacro. Molti dirigenti del Partito Indipendente Colorato furono assassinati dopo essere stati fatti prigionieri. L’insurrezione nell’Oriente, teatro principale del conflitto, fu guidata dai diirgenti degli Indipendenti di Colore: il colonnello Pedro Ivonet, che aveva partecipato all’invasione dell’Ovest durante la Guerra Necessaria, ed Evaristo Estenoz, anch’egli ufficiale della Esercito Mambi.

Il 27 maggio 1912 il presidente, José Miguel Gómez, inviò un contingente di rinforzo di oltre 1200 soldati nell’Oriente. I gruppi ribelli in armi non erano numerosi, né ben armati né organizzati. Un evento che vanificò la portata della rivolta fu la detenzione preventiva, il 19 maggio 1912, di numerosi capi degli “Indipendenti di Colore”. La cosiddetta Legge sulla Fuga servì a coprire decine di omicidi. Diverse migliaia di persone furono cacciate come animali selvatici dalle forze governative. La maggior parte degli assassini e degli assassinati erano stati compagni d’armi nell’Esercito di Liberazione, per aggiungere ignominia alla tragedia.

Trionfa la Rivoluzione Cubana, pietra miliare nella storia della Patria Grande

Quando la Rivoluzione cubana trionfò, il 1 gennaio 1959, la politica estera USA, che aveva già stabilito il suo concetto di “nemico” per concettualizzare il “campo socialista” e le sue istituzioni formatesi dalla fine della Seconda Guerra Mondiale nei paesi dell’Europa orientale e centrale (nell’Unione Sovietica dopo la Rivoluzione d’Ottobre del 1917). Questo concetto fu incorporato nel repertorio della Guerra Fredda e della lotta contro “l’espansione del comunismo” in tutto il mondo.

Sebbene la Rivoluzione cubana non avesse ancora definito il suo carattere socialista, il potere imperiale iniziò un processo di soffocamento economico, finanziario, commerciale e culturale. contro di lei, che nel corso di più di 60 anni non ha fatto altro che peggiorare. In termini generali possiamo chiamare questo processo il “Blocco”, che comprenderebbe quasi tutte o tutte le forme di azioni non militari contro la Repubblica di Cuba e la sua Rivoluzione, insisto persino prima che questa assumesse un carattere socialista.

Il blocco USA contro il popolo cubano: forma speciale e “dissimulata” di Genocidio

Sì, senza dubbio è una forma speciale di genocidio, è un atto di sterminio prolungato e nascosto. La Rivoluzione cubana fu considerata, fin dal primo momento, dal governo USA come un affronto al potere imperiale. Pochi mesi dopo il trionfo della Rivoluzione cubana, anche se non aveva ancora definito il suo carattere socialista, insistiamo, il presidente Dwight Eisenhower sospese l’acquisto della quota di zucchero e poco dopo ruppe le relazioni diplomatiche con Cuba, il 3 gennaio 1961.

La convenzione sulla Prevenzione e Sanzione del Crimine di Genocidio stabilisce che genocidio è un crimine ai sensi del diritto internazionale definito dalla sua intenzione di “distruggere, in tutto o in parte, un gruppo nazionale…”. Tra gli atti caratteristici del genocidio, segnala: “Omicidio di membri del gruppo [nazione], lesione fisica o mentale di membri del gruppo; sottomissione intenzionale del gruppo a condizioni di esistenza che comportino la sua distruzione fisica, totale o parziale…”

Mai in tutta la storia dell’umanità un intero paese è stato sottoposto ad un blocco economico, commerciale e finanziario così prolungato come quello che 13 governi USA hanno mantenuto contro Cuba da 60 anni. Di fatto una guerra economica totale, spietata e crudele.

Ufficialmente, il blocco iniziò il 7 febbraio 1962, con la firma di un ordine esecutivo da parte del presidente John F. Kennedy, con il quale si inasprirono le sanzioni economiche contro Cuba e si promosse il suo isolamento internazionale, con l’evidente intento di favorire la sconfitta della rivoluzione.

L’obiettivo principale del blocco è infliggere le maggiori sofferenze al popolo cubano al fine di allontanarlo dalla rivoluzione e dai suoi dirigenti, in modo tale che fosse la stessa popolazione a porre fine alla rivoluzione.

Il blocco o, come lo chiama erroneamente il governo USA, embargo, si approfondì con la legge promossa dai senatori Robert Torricelli e Bob Graham, nel 1992, denominata Legge sulla Democrazia Cubana, che mira ad approfondire l’isolamento internazionale di Cuba, soprattutto tenendo conto del grave danno che la caduta dell’URSS aveva comportato. Questa legge fu una sorta di colpo di grazia destinato a Cuba nel momento più difficile e consisteva nel divieto di negoziare con le filiali delle imprese USA in qualsiasi parte del mondo; l’altro aspetto importante è il divieto di entrare nelle acque statunitensi alle imbarcazioni marittime che, in precedenza, abbiano toccato un porto cubano nel lasso di 180 giorni.

Alcuni anni dopo, nel marzo 1996, fu approvata una nuova legge contro Cuba, questa volta patrocinata dal senatore Jesse Helms e dal deputato Dan Burton, intitolata: Legge per la Libertà e la Solidarietà Democratica cubane. Questa legge enfatizza le sanzioni internazionali contro Cuba, vietando il commercio con filiali di imprese USA situate in paesi terzi, vietando il finanziamento indiretto, escludendo il Governo di Cuba dalla partecipazione a tutte le organizzazioni del sistema di cooperazione internazionale, con minacce agli organismi, che accettino la partecipazione di Cuba, di ridurre il contributo finanziario concesso loro dal governo USA, così come detrarre l’importo della cooperazione che fosse approvata per Cuba dal finanziamento dell’organizzazione che l’avesse realizzata; insiste che il blocco sarà eliminato quando ci sarà un ipotetico governo di transizione e un governo democratico, che sarebbe qualificato come tale solo dalla “potestà e arbitrio” del governo USA, “prerogativa” che è contraria a ogni principio della Legge Internazionale .

Come si esprimerà nella seconda parte di questo scritto, il blocco contro Cuba è un atto di Genocidio al rallentatore, un atto crudele che cerca soffocare e disintegrare Cuba e il suo popolo, di creare caos e portare il paese ad una guerra civile dalle conseguenze incalcolabili.

II

Il progetto di risoluzione, intitolato “Necessità di porre fine al blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti d’America contro Cuba”, sarà sottoposto all’esame dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite il 1 e 2 novembre prossimo. In questa occasione, due dei pochissimi paesi che hanno sostenuto gli USA in quel crimine che è il blocco, Israele e Ucraina, sono coinvolti in conflitti terribili e minacciosi, in gran parte come risultato della continuazione della politica aggressiva USA nel suo insensato tentativo di rendere eterno un impossibile mondo “unipolare”.

Presentando il documento che sarà votato all’ONU, in una conferenza stampa il 20 ottobre all’Avana, il Ministro degli Esteri cubano Bruno Rodríguez ha qualificato come GENOCIDA l’assedio malvagio che Cuba soffre e ha denunciato le perdite che provoca all’Isola, che superano un miliardo di dollari. Allo stesso modo, il cancelliere ha affermato che i danni causati dalla misura rappresentano un impatto di oltre 405 milioni al mese, il che significa un milione di dollari ogni due ore. Se non fosse stato per la politica di sanzioni USA, il prodotto interno lordo della nazione caraibica avrebbe potuto crescere di circa il 9,0% durante l’anno fiscale 2022. Se calcoliamo i danni causati dal blocco in questi 60 anni, in base al valore dell’oro, essi raggiungono i 1000 miliardi e 337000 milioni di $, cifre incommensurabili per qualsiasi economia del mondo, ha detto il cancelliere.

Il blocco contro Cuba ha un impatto letale con danni economici diretti e indiretti e cerca di privare il paese delle entrate finanziarie indispensabili per acquisire cibo, tecnologie, approvvigionamenti, e causa anche perdite al turismo, ha sottolineato. Nell’ambito di questa politica, il governo USA ha applicato, tra gennaio 2021 e febbraio 2023, 909 azioni discriminatorie per annullare contratti e servizi di banche straniere. Nel momento più critico della pandemia di Covid-19 sull’isola, il governo USA ha intensificato l’assedio economico, commerciale e finanziario, un’azione che il massimo rappresentante della diplomazia cubana ha qualificato un atto crudele e genocida.

Gli scopi di questi attacchi,  sabotaggi terroristici e del prolungato blocco applicato extraterritorialmente contro la sovranità di Stati terzi, imprese e cittadini di altri Paesi, sono di esacerbare la scarsità di alimenti e le carenze materiali, l’interruzione dei servizi pubblici per seminare scoraggiamento, incolpare e denigrare la Rivoluzione, imputandola d’inefficienza nella gestione delle risorse e della modesta o mancata crescita dell’economia, effetti intensificati dall’esacerbazione del blocco dall’inizio della pandemia di Covid-19.

Sebbene nelle reti sociali i nemici di Cuba cerchino di nascondere questa realtà, il blocco economico, commerciale e finanziario è il principale ostacolo allo sviluppo dell’economia cubana e al pieno godimento dei diritti umani del popolo cubano, dove nessune sfugge ai suoi terribili effetti, ed è di fatto un atto consumato di genocidio.

Aspetto centrale del blocco è, soprattutto, la violazione dei diritti umani del popolo cubano, diritti che vengono sistematicamente violati, da più di sessant’anni, dal governo USA, costituendosi in un caso di genocidio permanente. La Convenzione sulla Prevenzione e la Sanzione del Crimine di Genocidio stabilisce che il genocidio è un crimine ai sensi del diritto internazionale definito dalla sua intenzione di “distruggere, in tutto parzialmente, un gruppo nazionale…”.

Il blocco, però, va oltre, poiché si è convertito in un insieme di leggi e decreti presidenziali della nazione USA applicati extraterritorialmente, vale a dire leggi di uno stato che si applica a qualsiasi degli stati del mondo quando lo ritiene conveniente, infrangendo il sistema del diritto internazionale.

Il blocco non colpisce solo altri governi o società che negoziano con Cuba, organismi scientifici o di cooperazione, bensì colpisce anche l’applicazione della stessa Costituzione USA e i diritti dei cittadini statunitensi, poiché le leggi precedenti vietano i viaggi a Cuba per motivi turistici, né può essere fatto facilmente per ragioni scientifiche, di studio o di collaborazione con scienziati o artisti cubani; nel caso in cui questo cittadino/a voglia stabilire una qualche impresa, non può farlo con Cuba, di modo che il blocco costituisce un’enorme violazione dei diritti umani dei cittadini USA.

Un aspetto essenziale di cui bisogna tenere conto è l’immensa sofferenza del popolo cubano: donne, uomini, bambini, anziani, persone con disabilità, sono stati colpiti, negli ultimi 61 anni, nel loro accesso a beni materiali che influenzano la qualità e la quantità di cibo, attrezzature mediche, educative e scientifiche. Molti cubani/e sono stati vittime di azioni terroristiche finanziate e organizzate dagli USA a partire dal giorno del trionfo della Rivoluzione. Scienziati e artisti qualificati e riconosciuti per la loro carriera sono stati costretti ad abbandonare Cuba per far conoscere i loro lavori, anche contro la loro volontà.

I danni causati dal blocco sono stati stimati in più di un trilione e 337 miliardi di $. Questa cifra non tiene conto, come nessuna cifra può esprimere, delle sofferenze del popolo cubano, delle perdite familiari o personali di carattere fisico e morale.

Solidarietà negli USA per sconfiggere il blocco anticubano

La solidarietà internazionale con la Rivoluzione e la resistenza dell’eroico popolo cubano sconfiggeranno, alla fine, il blocco, inasprito fino agli estremi inimmaginabili da Donald Trump e mantenuto intatto dal suo successore Joe Biden. Uno dei punti più importanti di questa lotta è il riconoscimento del carattere genocida del blocco anticubano.

Negli USA si osserva la crescita di una forte opposizione al blocco contro Cuba e una delle ragioni di ciò è la crescente convinzione del suo carattere genocida. Tra le tante organizzazioni che protestano contro il blocco e lo identificano come un atto di genocidio contro Cuba, ci sono praticamente tutte quelle che compongono il movimento progressista e di sinistra di quella nazione.

Paesi come Venezuela, Nicaragua, Bolivia, Messico, Russia, Repubblica Popolare Cinese, Repubblica Popolare Democratica di Corea, Iran, Siria e molti altri si preparano a difendere Cuba con le unghie e con i denti, mentre pochissime delegazioni guidate dagli USA tentano di sabotare la Risoluzione, cosa che fanno ogni anno da più di tre decenni. Il clima di ostilità nelle relazioni bilaterali è stato fortemente marcato dall’incremento della retorica aggressiva del governo USA contro Cuba. Nell’ambito di questa escalation, gli USA cercheranno di introdurre “emendamenti” al progetto di risoluzione contro il blocco presentato da Cuba all’Assemblea Generale delle Nazioni Unite. L’obiettivo di queste prevedibili manovre sarà quello di modificare la natura del testo e fabbricare pretesti per la continuità e il rafforzamento della sua politica genocida, ricorrendo a false accuse riguardanti i diritti umani e qualsiasi altra invenzione, a cui siamo già abituati. Nonostante le forti pressioni che verranno esercitate dagli USA, la comunità internazionale rifiuterà le sue proposte, mentre esprimerà, ancora una volta, il suo schiacciante sostegno alla risoluzione che condanna il blocco.

Il dibattito del 2023 si svolgerà nel mezzo di aggravate tensioni a livello planetario, le guerre in Ucraina e in Medio Oriente hanno ampiamente diviso il movimento progressista e di sinistra nel mondo ma, nonostante ciò, Cuba otterrà un’altra fragorosa vittoria. Lo sappiamo e saremo lì come sempre per sostenere la causa della nostra Patria.

Una delle cose che rende il blocco cubano così spregevole è il suo attacco intenzionale contro i civili, caratteristica genuina e indiscutibile del genocidio. Cerca di strangolare la nazione cubana economicamente, politicamente e socialmente, uccidendo e minacciando la vita di milioni di persone. Il blocco vieta alle imprese USA e alle loro filiali estere di fare affari direttamente con Cuba. Tuttavia, questo genocidio non si è limitato al blocco propriamente detto. Gli USA hanno una lunga storia di attacchi contro Cuba attraverso l’uso di mercenari, paramilitari, attacchi terroristici e guerra biologica tra le altre aggressioni. Ma usiamo il termine “blocco” in un senso ampio che comprende tutte quelle azioni ostili

Cuba si prepara a produrre tutto il necessario nel suo territorio, sostituire importazioni, a creare nuovi beni esportabili, rafforzare il turismo internazionale e realizzare un futuro prospero e sostenibile. Ma tutto ciò è profondamente ostacolato dal Blocco e dalle sue diverse ramificazioni, comprese quelle psicologiche.

Particolarmente selvaggio e inumano è stato l’intensificazione del blocco durante la pandemia di COVID-19, e persino il negare (o calunniare) l’aiuto medico di Cuba a molti paesi, lo sviluppo di vaccini a Cuba e della loro condivisione con altri paesi.

Questo è stato un mese di intensissima attività per Cuba e il suo Presidente. Prima di tutto lo straordinario Vertice del G77 e Cina che si è svolto con grande successo all’Avana e ora il Segmento di Alto Livello dell’Assemblea Generale dell’Organizzazione delle Nazioni Unite. Molti capi di Stato hanno chiesto la fine del blocco anticubano e l’eliminazione del nostro paese dalla Lista dei Paesi Patrocinatori del Terrorismo, falsa lista alla quale Cuba non avrebbe mai dovuto appartenere.

L’attività diplomatica e politica di Cuba quest’anno è stata più forte e coordinata che mai, forse di più. Alla fine di settembre si è svolta una visita del presidente cubano a New York, per molti versi eccezionale. In primo luogo, si è svolta pochi giorni dopo l’imponente vertice G-77 e Cina tenutosi all’Avana, un evento che, insieme al precedente incontro dei BRICS, in Sud Africa, ha costituito, quest’anno, il centro dell’attenzione della politica internazionale (prima della tragedia in Medio Oriente) e l’evidenza del crollo del mondo unipolare, che come fu prima “il Terzo Reich millenario”, è solo una illogica e fuorviante fantasia.

A guisa di alcune conclusioni

Sorgono molte domande al qualificare il blocco anticubano come un “genocidio al rallentatore”, alcune delle quali sono:

Quanti cubani sono morti, soprattutto bambini e anziani, o hanno avuto la vita ridotta a causa del Blocco e delle carenze ad esso legate?

Non conosciamo una cifra, né credo che si possa conoscere con esattezza, ma sono molte di più di quanto immaginiamo. Senza includere quelle persone colpite da attacchi biologici, dengue o altre infermità originate da azioni ostili.

Quanti compatrioti sono emigrati, tra cui tante persone di valore?

Non ho una cifra esatta, ma per tutti è chiaro che si tratta di cifre molto significative, compresi professionisti su cui il Paese ha investito molti sforzi e risorse.

Quanti non sono nati, a causa di carenze legate al blocco, e che non sono facili da quantificare, ad esempio, il deficit abitativo?

Cuba occupa il 193° posto, su 221 paesi e territori, con una cifra compresa tra 1,4 e 1,71 nascite (a seconda della fonte dei dati) per donna, anche se questa cifra è estremamente bassa, ad esempio, la sorella Angola ha tra 5,1 e 5,3 nascite per donna (che è molto alto, di sicuro) o della media mondiale di 2,3 nascite per donna.

Come conseguenza del punto precedente, si è verificato un invecchiamento della popolazione cubana, dovuto alla mancanza di nascite, all’elevata aspettativa di vita e al fatto che molti degli emigranti sono giovani, creando un problema considerevole in cui la popolazione attiva diminuisce e non può sostenere sufficientemente i piani pensionistici, l’assistenza medica agli anziani, ecc. Se consideriamo tutto quanto sopra, l’impatto demografico e sociale del blocco è altrettanto elevato e dannoso quanto i suoi effetti economici.

L’impatto del blocco ha limitato lo sviluppo delle regioni meno prospere del paese, forzando migrazioni interne, spopolamento rurale e altre distorsioni demografiche che a loro volta limitano la produzione agricola, ecc. Molte aree rurali cubane hanno visto una riduzione della popolazione e ancor più nel potenziale forza lavoro.

Ciò significa che il blocco contribuisce ad alimentare un circolo vizioso di problemi che colpiscono direttamente il popolo cubano, soprattutto coloro con minori risorse.

Possiamo rispondere CHIARAMENTE e affermativamente alla domanda del titolo:

Sì, il blocco anticubano è un genocidio. Non solo: è l’atto genocida più lungo della storia!

Non possiamo dimenticare la storia, come ci ha proposto fare l’ormai ex presidente Barack Obama. Inoltre, la storia non deve essere ricordata “selettivamente”, crimini come “la Riconcentrazione”, “il Massacro degli Indipendentisti di Colore” e ora il selvaggio blocco non devono né possono essere mai “dimenticati”.

VEDI QUI IL RAPPORTO CHE CUBA PRESENTA OGGI ALL’ASSEMBLEA GENERALE DELL’ONU (in spagnolo)


El bloqueo económico, comercial y financiero de EEUU contra Cuba: Un caso de Genocidio en cámara lenta (I)

Por: José R. Oro

Quizás las páginas más tristes de la historia humana están relacionadas con la palabra genocidio, que merece clara definición, estudio cuidadoso y repudio intransigente. Vivimos en una época en que el desarrollo tecnológico permite genocidios a escala desconocida con anterioridad, al punto de poder destruir a la humanidad en un instante, ni más ni menos. El término “genocidio” fue utilizado por primera vez en 1944 por Raphael Lemkin, jurista judío polaco quien en 1939 había huido de la persecución nazi: “La implementación de acciones coordinadas destinadas a la destrucción de los elementos decisivos de la vida de los grupos nacionales, con el objetivo de su aniquilación”.

El cruel e ilegal bloqueo económico, comercial y financiero de EE.UU contra Cuba, es un ejemplo excepcional de genocidio, desarrollado durante más de seis décadas, sin precedentes en la historia, de manera sistemática y sanguinaria contra nuestro país.

Genocidio y masacres: Desde la opulenta Cartago a la Franja de Gaza

La Biblia describe el exterminio de los mediditas (Números, 31), cuando el ejército tribal israelita mató a todos los hombres medos, pero capturó mujeres y niños para usarlos como botín. Posiblemente el primer caso de genocidio planeado y perpetrado sistemáticamente fue la destrucción  de Cartago a manos de los romanos al final de la Tercera Guerra Púnica (149-146 AC).

Muchos ejemplos de genocidio, se hicieron en nombre de la “fe”. Las Cruzadas a Tierra Santa, constituyeron eventos de extrema violencia contra los habitantes del Levante (también llamado Cercano Oriente o más comúnmente Medio Oriente), cuyas consecuencias continúan creando genocidio y enormes peligros para la especie humana.

Las invasiones tribales nómadas se vieron frecuentemente acompañadas de actos de genocidio. En el siglo XIII, los ejércitos mongoles de Genghis Khan  erradicaron naciones enteras. En total murieron entre 12 y 18 millones de personas, algo solo comparable con la conquista europea de América.

El continente africano fue masacrado. El salvajismo del rey Leopoldo II de Bélgica en el Congo causó entre dos y cinco millones de muertes.

Siglos XX y XXI, apogeo del Genocidio. El imperialismo, el mayor y más cruel genocida

El imperialismo es la fase superior del capitalismo, en la cual la socialización de las fuerzas productivas es gigantesca, al mismo tiempo que la concentración y centralización de capitales y se consolida el dominio mundial de las potencias y la subordinación a los pueblos coloniales y dependientes. La tecnología y capacidades industriales llegan a niveles desconocidos antes. En esas condiciones se desarrolla el Genocidio al máximo.

En el Imperio Zarista, cientos de miles de judíos y musulmanes fueron asesinados, en los “pogromos”, entre 1903-1911.

El Japón imperialista masacró a europeos residentes en colonias asiáticas, indonesios, filipinos, malayos, birmanos, vietnamitas, pero las víctimas fundamentales del imperio japonés fueron los chinos (muchos millones de fallecidos), un ejemplo de extremo salvajismo, fue la masacre de Nankín.

En el genocidio contra el pueblo armenio unos dos millones de civiles armenios fueron asesinados en el Imperio otomano, entre 1915 y 1923.

El HolocaustoNazi fue caso particular y extremo del genocidio, seis millones de víctimas asesinadas hicieron del Holocausto judío un crimen inconcebible e inolvidable en la historia de la humanidad. Durante el Holocausto Nazi también ocurrió un número mayor de víctimas no judías, casi nunca mencionadas. ​El número total de víctimas del Holocausto Nazi fue de entre 15 y 17 millones.

Otros ejemplos de genocidio fueron el “Terror Blanco” en España (1936 – 1945), con unas 130 000 ejecuciones extra judiciales; el fin del Virreinato británico de la India, cuando hindúes, musulmanes y sijs se atacaron los unos a los otros, gracias a los desajustes sociales de la herencia colonial con unos dos millones de víctimas; el dictador Rafael L. Trujillo ordenó la masacre de los haitianos en la República Dominicana causando la muerte de 20 000 a 30 000 personas. Grandes masacres post-SGM ocurrieron por ejemplo en Argelia, durante la guerra de independencia murieron más de 300 000 civiles.

Vietnam: EE.UU. del siglo XX abrazan la bandera del genocidio internacional

Ya durante 1945 -1954, los franceses, la Legión Extranjera y sus aliados, en especial EE.UU., comenzaron el “Genocidio de Vietnam” hasta su aplastante derrota en Dien Bien Phu (1954).

EE.UU. que ya había cometido actos genocidas contra sus propios habitantes originales intermitentemente por largo tiempo (de hecho desde la colonización inglesa y después desde la incepción misma de la nueva nación), se embarca durante la etapa final del conflicto en Indochina, en incontables y bárbaros crímenes, y causó pérdidas y dolor incomparables a todos los pueblos de la región, en primer lugar a los vietnamitas. Al menos tres millones de civiles y soldados vietnamitas murieron durante la guerra.

Genocidio en Cuba de los siglos XIX y XX: La Reconcentración (1896 – 1898) y la masacre de los Independientes de Color (1912)

Desde la llegada de Cristóbal Colón a América hasta finales del siglo XIX, la población nativa del así llamado Nuevo Mundo disminuyó de 30 – 50 a 12 – 18 millones, quizás el mayor crimen de la historia, la “Singularidad” de la violencia social.

En Cuba, el genocidio comenzó desde los inicios mismos de la colonia española en la isla. Debo decir con mucha tristeza, que esos episodios trágicos de nuestra historia lejana y/o más reciente han sido menos estudiados de lo que ameritan por su importancia y significado en la formación y desarrollo de nuestra nación. La Conquista conlleó la casi completa aniquilación de los nativos cubanos. La población aborigen de Cuba pereció en su mayoría durante los primeros 50 años de la colonización española, muchos murieron agotados por el trabajo, la pobre alimentación. El maltrato y enfermedades desconocidas traídas por los europeos.

El encuentro entre dos mundos, fue particularmente infeliz y desgraciado. Aunque no tratemos de entender los hechos históricos con los paradigmas de hoy, no cabe duda de la crueldad extrema de los europeos con los nativos de las tierras americanas y con los esclavos que más tarde trajeron de África.

La Reconcentración fue un crimen genocida puro y simple. En apenas unas semanas, unos 500 000 cubanos (de ellos no más de 100 000 eran hombres de edad militar) se vieron obligados a cumplir la orden de reconcentración del tristemente célebre Valeriano Weyler, de una población total de alrededor de 1 700 000. Se estima que entre 150 000 y 200 000 cubanos murieron principalmente de hambre y enfermedad, un escalofriante 10% de la población de Cuba. Pobres y ricos, niños y ancianos.

Weyler ordenó la concentración de la población rural del occidente cubano en núcleos urbanos que se convirtieron en campos de concentración, un ejemplo impar de genocidio. Se estima que para diciembre de 1896 unos cuatrocientos mil cubanos no combatientes se catalogaban como reconcentrados en lugares escogidos con ese objetivo. La medida creó una situación espantosa, el gobierno colonial no era capaz de suministrar alimentos a estas poblaciones (ni siquiera a sus propias tropas), con graves condiciones de insalubridad, que provocaron hambrunas y epidemias. La Reconcentración acabó en marzo de 1898, en el más completo fracaso. Fue quizás el acto más brutal de la historia de Cuba.

La masacre de los “Independientes de Color”. Caín asesina de nuevo a Abel

Fue la represión de un levantamiento en reclamo por la igualdad social y política de los negros en la Cuba de principios de siglo XX. Comenzó el 20 de mayo de 1912 y trajo la muerte de más de 3 000 negros y mestizos en lo que no fue realmente una guerra sino una masacre. Muchos líderes del Partido Independiente de Color fueron asesinados después de haber caído prisioneros. El levantamiento en Oriente, principal escenario del conflicto, estuvo encabezado por los dirigentes de los Independientes de Color: el Coronel Pedro Ivonet, quien había participado en la Invasión a Occidente durante la Guerra Necesaria, y Evaristo Estenoz, también oficial del ejército mambí.

El presidente José Miguel Gómez envió un contingente de refuerzo de más de 1 200 soldados hacia Oriente el 27 de mayo de 1912.  Los grupos alzados en armas no eran numerosos, ni bien armados ni organizados. Un hecho que frustró la magnitud del levantamiento fue la detención preventiva el 19 de mayo de 1912, de numerosos líderes de los “Independientes de Color”. La llamada Ley de Fuga sirvió para encubrir decenas de asesinatos. Varios miles de personas fueron cazados como fieras por las fuerzas gubernamentales. La mayoría de los asesinos y de los asesinados habían sido compañeros de armas en el Ejército Libertador, para juntar ignominia a la tragedia.

Triunfa la Revolución Cubana, hito de la historia de la Patria Grande

Cuando triunfó la Revolución Cubana, el 1 de enero de 1959, la política exterior estadounidense, que ya había establecido su concepto de “enemigo” para conceptualizar al “campo socialista” y sus instituciones formadas desde el fin de la Segunda Guerra Mundial en los países de Europa oriental y central (en la Unión Soviética después de la Revolución de Octubre de 1917). Este concepto fue incorporado al repertorio de la Guerra Fría y de la lucha contra “la expansión del Comunismo” por todo el mundo.

A pesar de que la Revolución Cubana no había definido aún su carácter socialista, la potencia imperial inició un proceso de ahogamiento económico, financiero, comercial y cultural contra ella, que a lo largo de más de 60 años no hizo más que agravarse. De forma general podemos llamar a este proceso el “Bloqueo”, que incluiría casi todas o todas las formas de acciones no militares contra la República de Cuba y su Revolución, insisto incluso antes de que esta tomara un carácter socialista.

El bloqueo de Estados Unidos contra el pueblo cubano: Forma especial y “disimulada” de Genocidio

Sí, sin duda alguna es una forma especial de Genocidio, es un acto de exterminio sostenido y encubierto. La Revolución Cubana fue considerada desde el primer momento por el gobierno de EEUU como una afrenta al poderío imperial. A unos pocos meses del triunfo de la Revolución Cubana, a pesar no había definido aún su carácter socialista, insistimos, el presidente Dwight Eisenhower, suspendió la compra de la cuota azucarera y poco más tarde, rompió relaciones diplomáticas con Cuba el 3 de enero de 1961.

La convención para la Prevención y Sanción del Delito de Genocidio establece que genocidio es un delito de derecho internacional que se define por su intencionalidad de “destruir total o parcialmente a un grupo nacional…”. Entre los actos característicos de genocidio señala: “Asesinato de miembros del grupo [nación], lesión física o mental de los miembros del grupo; sometimiento intencional del grupo a condiciones de existencia que hayan de acarrear su destrucción física, total o parcial…”

Jamás en toda la historia de la humanidad un país completo se ha sometido a un bloqueo económico, comercial y financiero tan prolongado como el que 13 gobiernos de Estados Unidos han mantenido contra Cuba desde hace 60 años. De hecho una completa guerra económica, despiadada y cruel.

Oficialmente el bloqueo se inició el 7 de febrero de 1962, con la firma de una orden ejecutiva del presidente John F. Kennedy, mediante la cual se endurecían las sanciones económicas contra Cuba y se promovía su aislamiento internacional, con la intención evidente de propiciar la derrota de la revolución.

El objetivo principal del bloqueo es infligirle los mayores sufrimientos al pueblo cubano con la finalidad de distanciarlo de la revolución y de sus dirigentes, de tal manera que fuera la misma población la que acabara con la revolución.

El bloqueo o como lo llama incorrectamente el gobierno de Estados Unidos, embargo, se profundizó con la ley promovida por los senadores Robert Torricelli y Bob Graham en 1992, llamada Ley de la Democracia Cubana, que busca profundizar el aislamiento internacional de Cuba, sobre todo tomando en cuenta el grave daño que había significado la caída de la URSS. Esta ley era algo así como el golpe de gracia que se le pretendía propinar a Cuba en el momento más difícil y consistía, en la prohibición a negociar con las filiales de empresas estadounidenses en cualquier parte del mundo; el otro aspecto de importancia es la prohibición a embarcaciones marinas a entrar en aguas estadounidenses si antes han tocado algún puerto cubano en el lapso de 180 días.

Unos años después, en marzo de 1996 se aprobó una nueva ley contra Cuba, esta vez patrocinada por el senador Jesse Helms y el representante Dan Burton, titulada: Ley para la libertad y la solidaridad democrática cubanas. Esta ley hace énfasis en las sanciones internacionales contra Cuba, prohibiendo comerciar con filiales de empresas estadounidenses instaladas en terceros países, prohibición del financiamiento indirecto, exclusión del Gobierno de Cuba de la participación en todos los organismos del sistema de cooperación internacional, con amenazas a los organismos que acepten la participación de Cuba de reducir el aporte financiero a las mismas por parte del gobierno estadounidense, así como de descontar el monto de cooperación que le fuere aprobado a Cuba del financiamiento de la organización que lo hubiere realizado; insiste en que el bloqueo se eliminará cuando haya un hipotético gobierno de transición y gobierno democrático, que sería calificado de esa manera solamente por la “potestad y arbitrio” del gobierno de Estados Unidos, “prerrogativa” que está en contra de todo principio de la Ley Internacional.

Como se expresará en la segunda parte de este escrito, el bloqueo contra Cuba es un acto de Genocidio en cámara lenta, un acto cruel de intentar asfixiar, desintegrar a Cuba y a su pueblo, de crear el caos y llevar al país a una guerra civil de incalculables consecuencias.

El proyecto de resolución, titulado “Necesidad de poner fin al bloqueo económico, comercial y financiero impuesto por Estados Unidos de América contra Cuba”, será puesto a consideración de la Asamblea General de Naciones Unidas, el 1 y 2 de noviembre próximo. En esta ocasión, dos de los poquísimos países que han apoyado a los Estados Unidos (EE.UU.) en ese crimen que es el bloqueo, Israel y Ucrania, se ven envueltos en terribles y amenazadores conflictos, en gran parte como resultado de seguir las políticas agresivas de los EE.UU. en su insensata apuesta por eternizar un imposible mundo “unipolar”.

Al presentar el documento a ser votado en la ONU durante una conferencia de prensa el día 20 de octubre en La Habana, el canciller cubano Bruno Rodríguez, calificó de GENOCIDA a ese cerco maligno que sufre Cuba, y denunció las pérdidas que provoca a la isla, las cuales superan el billón de dólares. Asimismo, expresó el canciller que los perjuicios causados por la medida representan una afectación de más 405 millones mensuales, que implican un millón de dólares cada dos horas. El Producto Interno Bruto de la nación caribeña pudo haber crecido durante el ejercicio del 2022 en alrededor de un 9,0 por ciento, de no ser por la política de sanciones estadounidense. Si calculamos los daños del perjuicio del bloqueo en estos 60 años, a partir del valor de oro, alcanzan un billón 337 mil millones de dólares, cifras inconmensurables para cualquier economía del mundo, precisó el canciller.

El bloqueo contra Cuba tiene un impacto letal con daños económicos directos e indirectos y busca privar al país de los ingresos financieros que resultan indispensables para adquirir alimentos, tecnologías, suministros, además provoca pérdidas al turismo, apuntó. En el contexto de esa política, el gobierno estadounidense aplicó, entre enero del 2021 y febrero del 2023, 909 acciones discriminatorias de cancelación de contratos y servicios por bancos extranjeros. Durante el momento más crítico de la pandemia de la Covid-19 en la isla, el gobierno estadounidense recrudeció el cerco económico, comercial y financiero, acción que el máximo representante de la diplomacia cubana calificó de acto cruel y genocida.

Los propósitos de esos ataques, sabotajes terroristas y del prolongado bloqueo que se aplica de manera extraterritorial contra la soberanía de terceros Estados, compañías y ciudadanos de otros países, son agudizar la escasez de alimentos y las carencias materiales, la interrupción de los servicios públicos para sembrar el desaliento, responsabilizar y denigrar a la Revolución culpándola de ineficiente en el manejo de los recursos y el modesto o no crecimiento de la economía, recrudecidos estos efectos por la exacerbación del bloqueo desde el inicio de la pandemia de la COVID-19.

Aunque en las redes sociales los enemigos de Cuba pretendan encubrir esta realidad, el bloqueo económico, comercial y financiero es el principal obstáculo al desarrollo de la economía cubana y para el pleno disfrute de los derechos humanos del pueblo de Cuba, donde nadie escapa de sus terribles efectos, y es de hecho un acto consumado de genocidio.

Aspecto central del bloqueo es, sobre todo, la violación a los derechos humanos del pueblo cubano, derechos que son violados sistemáticamente desde hace más de seis décadas por el gobierno de los EE.UU., constituyéndose en un caso de genocidio permanente. La convención para la Prevención y la Sanción del Delito de Genocidio establece que genocidio es un delito de derecho internacional que se define por su intencionalidad de “destruir total o parcialmente a un grupo nacional…”.

El bloqueo, sin embargo, va más allá, pues se ha convertido en un conjunto de leyes y decretos presidenciales de la nación estadounidense aplicados extraterritorialmente, es decir, leyes de un estado que aplica a cualquiera de los estados del mundo cuando lo considera conveniente, rompiendo el sistema de derecho internacional.

El bloqueo no solo afecta a otros gobiernos o empresas que negocien con Cuba, a organismos científicos o de cooperación, sino que afecta la aplicación de la misma Constitución de EEUU y los derechos de los ciudadanos estadounidenses, pues las leyes anteriores prohíben viajar a Cuba por razones turísticas, tampoco puede hacerlo fácilmente por razones científicas, de estudio o de colaboración con los científicos o con los artistas cubanos; en caso de que este ciudadano o ciudadana quiera establecer algún negocio, tampoco puede hacerlo con Cuba, de tal manera que el bloqueo constituye una enorme violación a los derechos humanos de los ciudadanos estadounidenses.

Un aspecto esencial que hay que tomar en cuenta es el sufrimiento inmenso del pueblo cubano: mujeres, hombres, niños, adultos mayores, personas con alguna discapacidad, se han visto afectadas a lo largo de los últimos 61 años, en su acceso a bienes materiales que afectan la calidad y cantidad de la alimentación, el equipamiento médico, educativo, científico. Muchos cubanos y cubanas han sido víctimas de las acciones terroristas financiadas y organizadas desde Estados Unidos a partir del mismo día del triunfo de la Revolución. Científicos y artistas calificados y reconocidos por su trayectoria se han visto empujados a abandonar Cuba para poder dar a conocer sus trabajos, aún contra su voluntad.

Los daños ocasionados por el bloqueo se han contabilizado en más de un billón 337 mil millones de dólares. Esta cifra no contabiliza, como no lo puede expresar ninguna cifra, los sufrimientos del pueblo cubano, las pérdidas familiares o personales de carácter físico y moral.

Solidaridad en los EEUU para derrotar al bloqueo anticubano

La solidaridad internacional con la Revolución y la resistencia del heroico pueblo cubano lograrán finalmente derrotar al bloqueo, agudizado a extremos inimaginables por Donald Trump, y mantenido intacto por su sucesor Joe Biden. Uno de los puntos más importantes de esa lucha es el reconocimiento del carácter genocida del bloqueo anticubano.

En los EE.UU. se observa el crecimiento de una fuerte oposición al bloqueo contra Cuba y una de las razones de que esto se produzca es la creciente convicción de la naturaleza genocida del mismo. Entre las muchas organizaciones que protestan contra el bloqueo y lo identifican como un acto de genocidio contra Cuba se encuentran prácticamente todas las que conforman el movimiento progresista y de izquierda de esa nación.

Países como Venezuela, Nicaragua, Bolivia, México, Rusia, la República Popular China, la República Popular Democrática de Corea, Irán, Siria y muchos otros se preparan para defender a Cuba a capa y espada, mientras que poquísimas delegaciones encabezadas por los Estados Unidos tratan de sabotear la Resolución, algo que ya intentaron cada año por más de tres décadas. El clima de hostilidad en las relaciones bilaterales ha estado fuertemente marcado por el incremento de la retórica agresiva del gobierno estadounidense contra Cuba. Como parte de esta escalada, EE.UU. intentará introducir “enmiendas” al proyecto de resolución contra el bloqueo presentado por Cuba a la Asamblea General de las Naciones Unidas. El objetivo de estas previsibles maniobras será modificar la naturaleza del texto y fabricar pretextos para la continuidad y el reforzamiento de su política genocida, recurriendo a falsas alegaciones en materia de derechos humanos y cualquier otro invento, a lo que ya nos tienen acostumbrados. A pesar de las fuertes presiones que van a ser ejercidas por los EE.UU., la comunidad internacional rechazará sus propuestas, al tiempo que expresará una vez más, su apoyo abrumador a la resolución de condena al bloqueo.

El debate de 2023 se va a producir en medio de agravadas tensiones a nivel planetario, las guerras en Ucrania y el Medio Oriente han dividido en buena medida al movimiento progresista y de izquierda en el mundo, pero a pesar de ello Cuba obtendrá otra atronadora victoria. Lo sabemos y allí estaremos como siempre para apoyar la causa de nuestra patria.

Una de las cosas que hace que el bloqueo cubano sea tan despreciable es su ataque intencional contra civiles, genuina e indisputable característica del genocidio. Busca estrangular a la nación cubana económica, política y socialmente, matando y amenazando la vida de millones de personas. El bloqueo prohíbe a las empresas estadounidenses y sus sucursales extranjeras hacer negocios directamente con Cuba. Sin embargo, este genocidio no se limitó al bloqueo propiamente dicho. Los Estados Unidos tienen una larga historia de ataques a Cuba mediante la utilización de mercenarios, paramilitares, ataques terroristas y guerra biológica entre otras agresiones. Pero usamos el término “bloqueo” en una acepción amplia que incluye todas esas acciones hostiles

Cuba se prepara para producir todo lo necesario en su territorio, sustituir importaciones, crear nuevos rubros exportables, fortalecer el turismo internacional y lograr un futuro próspero y sostenible. Pero todo ello está profundamente dificultado por el Bloqueo y sus diferentes ramificaciones, incluso psicológicas.

Particularmente salvaje e inhumano ha sido el recrudecimiento del bloqueo durante la pandemia de la COVID-19, e incluso el negar (o calumniar) la ayuda médica de Cuba a muchos países, el desarrollo de las vacunas en Cuba y que hayan sido compartidas con otros países.

Este ha sido un mes de intensísima actividad para Cuba y su presidente. Primero la extraordinaria Cumbre del G77 y China que se efectuó con gran éxito en La Habana y ahora el Segmento de Alto Nivel en la Asamblea General de la Organización de las Naciones Unidas. Muchos jefes de estado expresaron su demanda del fin del bloqueo anticubano y la salida de nuestro país de la Lista de Países que Patrocinan el Terrorismo, lista espuria a la que Cuba nunca debió pertenecer.

La actividad diplomática y política de Cuba ha sido este año tan fuerte y coordinada como siempre, quizás más. A finales de septiembre se produjo la visita del presidente cubano a Nueva York, que fue excepcional de muchas formas. En primer lugar, se produjo a los pocos días de efectuarse en La Habana la imponente Cumbre del G–77 y China, hecho que, junto con anterior reunión de los BRICS en África del Sur, constituyeron el centro de la atención de política internacional de este año (antes de la tragedia en el Medio Oriente) y la evidencia del desmoronamiento del mundo unipolar, que como fuera antes “el Tercer Reich milenario”, es solo una ilógica y desatinada fantasía.

A guisa de unas pocas conclusiones

Surgen muchas preguntas al calificar al bloqueo anticubano como un “genocidio a cámara lenta”, algunas de las cuales son:

¿Cuántos cubanos han muerto, principalmente niños y ancianos, o han visto reducida su vida a causa del Bloqueo, y las carencias relacionadas con el mismo?

No sabemos una cifra, ni creo pueda saberse con exactitud, pero son muchos más de lo que imaginamos. Sin incluir aquellas personas afectadas por ataques biológicos, dengue u otras afecciones originadas por acciones hostiles.

¿Cuántos compatriotas has emigrado, entre ellos muchas personas valiosas?

No poseo una cifra exacta, pero todos tenemos claro que son cantidades muy significativas, incluyendo profesionales en los cuales el país ha invertido muchos esfuerzos y recursos.

¿Cuántos han dejado de nacer, debido a las carencias relacionadas con el bloqueo, y que no son fáciles de cuantificar, por ejemplo, el déficit de viviendas?

Cuba ocupa el lugar 193, entre 221 países y territorios, con una cifra de entre 1.4 y 1.71 nacimientos (dependiendo de la fuente de datos) por cada mujer, cualquiera sea esta cifra es sumamente baja, por ejemplo, la hermana Angola tiene entre 5.1 y 5.3 nacimientos por mujer (que es muy alta, por cierto) o del promedio mundial de 2.3 nacimientos por mujer.

Como consecuencia del punto anterior, se ha producido un envejecimiento de la población cubana, por falta de nacimientos, alta expectativa de vida y el hecho de que muchos de los emigrantes son personas jóvenes, creando un considerable problema en que la población activa disminuye y no puede apoyar suficientemente a los planes de pensiones, atención médica a la tercera edad, etc. Si tomamos en cuenta todo lo anterior el impacto demográfico y social del bloqueo es tan alto y perjudicial como sus efectos económicos.

El impacto del bloqueo ha limitado el desarrollo de regiones menos prósperas del país, forzando migraciones internas, el despoblamiento rural y otras distorsiones demográficas que a su vez limitan la producción agrícola, etc. Muchas zonas rurales cubanas se han vista reducidas en población y aún más en potencial fuerza de trabajo.

Es decir, el bloqueo contribuye a un círculo vicioso de problemas, que afectan de manera directa al pueblo de Cuba, en particular a quienes tienen menos recursos.

Podemos responder de forma CLARA y afirmativa la pregunta titular:

Sí, el bloqueo anti cubano es un genocidio. No solo eso: ¡es el acto genocida más prolongado de la historia!

No podemos olvidar la historia, como nos proponía hacer el ahora expresidente Barack Obama. Además, la historia no debe ser recordada “selectivamente”, crímenes como “la Reconcentración”, “la Masacre de los Independentistas de Color” y ahora el salvaje bloqueo no deben ni pueden ser “olvidados” jamás.

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