Gli USA sfruttano l’attuale situazione elettroenergetica nella guerra contro Cuba

All’alba di martedì scorso, al mattino, fino a poco tempo fa in blackout, cerco informazioni e scopro che la provincia continua a presentare un deficit di 40MW di capacità di generazione.

Vale a dire che nelle prossime ore continueranno le interruzioni di energia elettrica, che mi causeranno disagi nel mio orario di lavoro e nelle ore di riposo.

Controllo le reti digitali, penso alle cause, cerco i responsabili e leggo, allargo le mie informazioni, sento l’appoggio dell’Ambasciata USA a Cuba e di alcuni senatori cubano-americani del sud della Florida, apprezzo la “preoccupazione” per il nostro popolo, quando chiedono al governo rivoluzionario di “garantire le necessità della popolazione cubana”. Mi aspetto da loro un gesto di solidarietà. Il governo del Nord anglosassone sembra essere attento alle nostre esigenze.

Gli anni vissuti e la storia studiata di Cuba mi creano confusione quando leggo e apprezzo tanto distacco e altruismo del Paese “amico”, cerco di capire, mi chiedo e mi rispondo in tre idee:

  • Se il governo USA si preoccupa tanto del popolo cubano, allora che ci tolgano dalla lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo.
  • Perché non rimuovono il blocco crudele, disumano e genocida?
  • Quando cesserà la persecuzione di ogni transazione finanziaria cubana nel mondo?

Da quel nord turbolento e brutale, un po’ più a sud, i cubani sono chiamati a scendere in piazza per rovesciare la “dittatura crudele e assassina”.

Continuo a ripensare a questi anni e a tornare alla storia. Ancora una volta mi chiedo:

Chi trae vantaggio dal mio scendere in piazza per rovesciare il governo cubano?

La legge Helms Burton sarà abrogata, le dispense alimentari e i siti di produzione di energia elettrica, saremo tutti felici per un altro atto di politica di buon vicinato?

Per quanto mi sforzi, non riesco a trovare la risposta che desidero.

La mia modesta capacità di ragionamento mi sembra non rispettata, il fatto di essere latinoamericano e di appartenere al Sud globale non mi rende inferiore nel quoziente d’intelligenza, tanto meno il fatto di essere cubano che si è lasciato alle spalle più di 65 anni fa le cause e le condizioni che fanno soffrire molti fratelli in questo emisfero, presunto cortile degli amici del Nord, faccio un confronto e non vedo niente di meglio del nostro modello.

Per l’impero, il fine giustifica i mezzi. Il governo USA sembra proclamare ogni giorno la sua machiavellica e ancestrale smania di conquistare Cuba. Penso a Martí e a Fidel, cerco risposte alle mie domande, l’Eroe Nazionale mi ricorda e condivido con i miei fratelli di questa bella terra, pubblicata su Patria l’11 giugno 1892, ricordava Martí: Il nostro nemico obbedisce a un piano per incancrenirci, disperderci, dividerci, affogarci. Per questo noi obbediamo a un altro piano: insegnarci a raggiungere la nostra piena altezza, stringerci, unirci, superarlo, rendere finalmente libera la nostra patria. Piano contro piano.

Il Comandante in capo della Rivoluzione cubana ci suggerisce: Prestiamo attenzione ai nostri nemici e facciamo il contrario di ciò che vogliono da noi per rimanere ciò che siamo.

Cari amici e amiche: sono chiaro. Vi chiedo di leggere, pensare, commentare se ne avete voglia, condividere e, naturalmente, trarre le vostre conclusioni.

Come dice un amico, chi ha capito, ha capito, non credete?

Fonte: Razones de Cuba

Traduzione: italiacuba.it

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