Farmacie fisiche, farmacie virtuali

Joel García

In qualsiasi casa di Cuba era facile trovare, fino a qualche tempo fa, un armadietto dei medicinali con pillole, pomate, sciroppi e persino cerotti, comprati nelle farmacie fisiche, che servivano per situazioni di emergenza o per il bisogno di un vicino. Oggi quella riserva è quasi inesistente (anche se, per fortuna, ci sono sempre eccezioni), mentre acquistare medicinali per una malattia specifica o per trattamenti a vita diventa un calvario per molti e impossibilità per altri, soprattutto per le persone della terza età.

La salvezza non desiderata cade nelle farmacie virtuali, quelle che esistono nei gruppi sulle reti sociali e in cui convivono prodotti portati dall’estero con altri nazionali deviati (in realtà rubati) dalle farmacie tradizionali che si trovano all’uscita di un ospedale o vicino a poliambulatori e ambulatori medici.

Ovviamente, il panorama si complica ancor più se affermiamo che è uno degli affari più prosperi e allo stesso tempo sordidi, perché si gioca con la vita delle persone, che sono disposte a pagare la maggior parte delle volte persino cifre incredibili per una medicina che può salvarle dalla morte o evitare maggiori complicazioni di salute.

Come se quanto detto non fosse abbastanza, crescono all’ombra e alla vista di tutti gli accaparratori o marcatori di turno nelle farmacie fisiche il giorno del mese in cui arriva il camion con le merci. E posso testimoniare che quel momento è atteso tanto quanto l’arrivo dei prodotti alimentari al negozio.

È poi lamentabile vedere anziani o adulti che si sono alzati all’alba rimanere senza quella medicina prescritta in una ricetta, perché viene loro detto che “l’ordine non è arrivato completo” o semplicemente una parte dell’ordine stesso è stata segretamente conservata per alimentare farmacie virtuali o venditori ambulanti che vanno sussurrando per le strade: “ho allopurinolo, enalapril, duralgina, captopril…”.

Lo sforzo dell’industria farmaceutica cubana è titanico per garantire la maggior parte del quadro base dei medicinali. Tuttavia, i meccanismi di distribuzione continuano ad essere bucati, i prezzi del mercato nero crescono come il dollaro e la mia vicina torna a bussare alla porta a chiedere un meprobamato che le calmi i nervi con una realtà molto dura, poiché il suo armadietto dei medicinali continua ad essere vuoto.


Farmacias físicas, farmacias virtuales

Por: Joel García 

En cualquier casa de Cuba era fácil encontrar, hace algún tiempo, un botiquín con pastillas, pomadas, jarabes y hasta curitas, compradas en farmacias físicas, que servían para situaciones de emergencia o ante el reclamo de un vecino.

Hoy esa reserva es casi inexistente (aunque, por suerte, siempre hay excepciones), en tanto adquirir los medicamentos para una enfermedad puntual o tratamientos de por vida se vuelve calvario para muchos e imposibilidad para otros, sobre todo para las personas de la tercera edad.

La salvación no deseada cae en las farmacias virtuales, esas que viven en grupos de redes sociales y en las que conviven productos traídos desde el exterior con otros nacionales desviados (en realidad robados) de las farmacias tradicionales que están a la salida de un hospital o cerca de policlínicos y consultorios.

Por supuesto, el panorama se enreda más si aseguramos que es uno de los negocios más prósperos y a la vez sórdidos, porque se juega con la vida de las personas, que están dispuestas a pagar la mayoría de las veces hasta lo increíble por una medicina que puede salvarlos de la muerte o evitar complicaciones mayores de salud.

Como si lo anterior fuera poco, crecen al amparo y a la vista de todos los coleros o marcadores de turno en las farmacias físicas el día del mes que entra el carro con las mercancías. Y puedo dar fe de que es tanto o más esperado ese momento como la llegada de productos alimenticios a la bodega.

Lamentable resulta luego ver a abuelitos o adultos que madrugaron quedarse sin esa medicina indicada en un tarjetón, porque se les informa que “no entró completo el pedido” o simplemente se guardó en secreto una parte del propio pedido para alimentar farmacias virtuales o vendedores ambulantes que van murmurando por las calles: “tengo alopurinol, enalapril, duralgina, captopril…”.

El esfuerzo de la industria farmacéutica cubana es titánico para garantizar la mayor parte del cuadro básico de medicamentos. Sin embargo, los mecanismos de distribución siguen agujereados, los precios del mercado negro crecen a la par que el dólar y mi vecina vuelve a tocar a la puerta a pedir un meprobamato que le calme los nervios con una realidad bien dura, pues su botiquín sigue vacío.

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