Sette anni di operazioni mercenarie contro il Venezuela

una cronologia di tutti i piani smantellati

https://medium.com/@misionverdad2012

Con l’assunzione di Nicolás Maduro come presidente del Venezuela, è iniziata un’epoca di destabilizzazione senza precedenti nella nostra storia contemporanea, con attori interni ed esterni che hanno propalato un conflitto irregolare, di carattere terroristico e non convenzionale, che hanno avuto come obiettivo il cambio di regime e l’assassinio dei principali dirigenti del chavismo.

Sono state numerose le azioni di violenza politica scatenate dalle élite anti-chaviste, in particolare quelle relazionate ad operazioni militari, mercenarie e tentativi di omicidio. Questo è il motivo per cui riportiamo, in ordine cronologico, eventi legati ai tentativi dell’opposizione, locale e transnazionale, di minare la Repubblica Bolivariana a beneficio di un’agenda golpista continuata.

10 giugno 2013

Nove paramilitari sono stati catturati a Coloncito (Táchira) e a Guanare (Portuguesa), membri de Los Rastrojos, vincolati con il capo paramilitare colombiano José María Barrera, alias “Chepe Barrera”, armati di fucili d’assalto, granate e pistole. Le autorità hanno trovato una scatola nera pronta per essere utilizzata per un falso positivo in un incidente aereo.

I paramilitari catturati hanno riferito che un terzo gruppo era già nella capitale con armi da cecchini, in una località sconosciuta. Avevano programmato di trasferirsi nella capitale dello stato, dove gli sarebbe stata assegnata una missione da compiere a Caracas: assassinare il presidente Maduro, secondo il SEBIN.

25 marzo 2014

Un gruppo di generali dell’Aeronautica Militare è stato catturato, con collegamenti diretti con settori dell’opposizione. Loro stessi dicevano che quella settimana era decisiva. Stavano preparando un piano di rivolta militare, denunciato da ufficiali di rango inferiore.

Erano gli ufficiali: Generale di Brigata (Av) José Daniel Machillanda Díaz; il Generale di Divisione (AV) Oswaldo Hernández Sánchez; ed il Generale di Brigata Carlos Alberto Millán Yaguaracuto.

Successivamente, all’inizio di aprile, è stato catturato, il capitano (r) Juan Carlos Nieto Quintero (che appare insieme a Jordan Goudreau in un video di domenica 3/5/2020 auto aggiudicandosi l’ “Operazione Gedeon”), della GNB. E’ stato detenuto da funzionari della Direzione Generale d’Intelligence Militare (DGCIM) ed accusato di istigazione alla ribellione.

12 febbraio 2015

Le autorità venezuelane smantellano un tentativo di colpo di stato, il cosiddetto “Golpe Azul” o “Operazione Gerico“. Il piano consisteva nell’armare un aereo Tucano ed attaccare il Palazzo Miraflores, o dove partecipasse il Presidente, tra quelli, negli atti commemorativi indetti in occasione della Giornata della Gioventù.

Nicolás Maduro ha informato che era stato pianificato da un gruppo di ufficiali venezuelani dell’Aviazione Militare e dal governo USA. Ha anche fornito dettagli su un giovane venezuelano (non identificato), che le autorità stavano seguendo perché era coinvolto nell’operazione, per la quale ha ricevuto un pagamento in dollari. Ha spiegato che il giovane aveva comunicato ad un altro degli ufficiali coinvolti il ​​suo arresto, e quindi il piano è stato abortito.

12–13 febbraio 2016

In quei giorni, è stato smantellato un piano in cui erano coinvolti operativamente cinque militari e tre civili: José Gregorio Delgado, Ruperto Chiquinquirá Sánchez, Juan Carlos Nieto Quintero, César Orta Santamaría, Víctor José Ascanio, Nery Adolfo Córdoba, Andrés Thompson Martínez, Laided Salazar e José Acacio Moreno, rispettivamente.

L’idea era attaccare via aerea punti strategici delle istituzioni statali; includeva anche operazioni contro civili. Un tentativo di golpe militare sotto la dottrina dello shock.

Da questo piano è derivata la cattura di Antonio Ledezma su rivelazioni della DGCIM e della Milizia.

Primo trimestre del 2017

L’ “Operazione Spada di Dio” aveva tra i suoi membri: Ángel Vivas e Raúl Baduel, rispettivamente ex generale di Brigata ed ex generale della FANB, che avevano reclutato ufficiali subalterni al fine di effettuare un omicidio contro il presidente Maduro.

Lo stato è riuscito a catturare diversi membri appartenenti a questa operazione, tutti accusati di sovversione; tuttavia, alla fine di quell’anno alcuni di loro sono fuggiti dalla prigione di Ramo Verde (Miranda). Le rivelazioni di un infiltrato è stata la chiave per smantellare il piano.

Aprile 2017

Eduardo Ventacourt e Johan Peña, ex funzionari della DISIP, insieme al colonnello (r) Zomacal Hernández, avrebbero eseguito l’Operazione Scudo Zamorano. A quest’ultimo sono stati sequestrati 32 chili di esplosivo C4 ed altre armi che sarebbero state utilizzate in un piano golpista.

Tra i pianificatori si trovavano i politici Roberto Enríquez, Oswaldo Álvarez Paz (entrambi di COPEI) e Julio Borges (Primero Justicia), che erano direttamente coinvolti nell’istigazione di alcuni ufficiali della FANB all’insurrezione.

27 giugno 2017

L’ex agente di polizia Óscar Pérez del Corpo d’Investigazioni Scientifiche, Penali e Criminalistiche (CICPC) ha sequestrato un elicottero, sorvolato diversi siti di Caracas e sparato ed ha tentato di attaccare diverse istituzioni dello stato venezuelano, incluso l’edificio del Tribunale Supremo di Giustizia.

6 agosto 2017

Quel giorno si è prodotta una scaramuccia militare nel Forte Paramacay (Carabobo): la cosiddetta “Operazione David”, in cui c’è stato furto di armi ed appelli all’insurrezione insieme ad altri operatori non militari, guidato da Juan Caguaripano della 41a Brigata Blindata di Valencia È stato neutralizzato dalla FANB, catturando la maggior parte dei membri.

I pochi coinvolti nel tentativo che sono riusciti a fuggire hanno portato con sé le seguenti armi: 500 fucili AK-103 e 500 caricatori di quel tipo di fucile; 50 lanciagranate multiple da 40 mm; 140 granate da 40mm; 80 baionette, 60 pistole. Questo materiale bellico è stato collocato in un veicolo Toyota con targhe militari ed è uscito dalla corrispondente installazione militare.

18 dicembre 2017

Nell’ambito dell’ “Operazione Genesis”, un gruppo di mercenari, paramilitari ed ex funzionari della sicurezza dello stato, guidati da Óscar Pérez, ha assaltato un posto della GNB, a Laguneta de la Montaña (Miranda), dove hanno sottratto 26 fucili d’assalto e munizioni.

In un video, Pérez appare durante l’operazione in cui una manciata di soggetti vestiti con indumenti del controspionaggio militare (DGCIM) hanno assaltato il posto della GNB.

Nell’operazione, i falsi agenti DGCIM hanno anche preso 26 fucili Kalashnikov, modello AK-103; 3 pistole 9 mm; 108 caricatori di AK-103; 3 caricatori per pistola; 3240 munizioni per fucili AK-103 e 67 munizioni da 9 mm, secondo le versioni stampa.

15 gennaio 2018

Mediante rivelazioni della DGCIM, è stato possibile rilevare il punto in cui si trovava la cellula terroristica di Óscar Pérez, a El Junquito (Caracas). Dopo il lavoro degli organi di sicurezza e di intelligence, con il dispiegamento di diverse brigate e funzionari di CONAS, SEBIN, DGCIM, GNB, FAES della PNB e Policaracas, è stata implementata l’ “Operazione Gedeon”, intitolata così dalle istituzioni di polizia-militari, dove diversi membri dell’ “Operazione Genesis” sono stati uccisi, tra cui il famoso, dal punto di vista mediatico, Óscar Pérez.

Marzo 2018

Dall’inizio di quel mese, è stato individuato un piano di colpo di stato all’interno della FANB, chiamato “Movimento di Transizione alla Dignità del Popolo”, in cui era coinvolto l’ex generale Miguel Rodríguez Torres.

Tra i suoi membri si trovavano: il tenente colonnello Iver Marín Chaparro; tenente colonnello Henry Medina Gutiérrez; tenente colonnello Deivis Mota Marrero; tenente colonnello Eric Peña Romero; tenente colonnello Victoriano Soto Méndez; tenente colonnello Juan Carlos Peña Palmatieri; primo tenente Yeiber Ariza; sergente Julio Carlos Gutiérrez; e sergente Yuleima Medina.

A metà del mese è stato smantellato dalla DGCIM.

Aprile 2018

L’ “Operazione Gedeon II” delle autorità statali, ha informato, il 18 aprile, il ministro Néstor Reverol, è riuscita a smantellare una cellula terroristica coinvolta in atti destabilizzatori che cercavano di generare angoscia nella popolazione ed impedire le elezioni del 20 maggio.

L’operazione era la continuazione di un’indagine esaustiva in cui si è raggiunto lo smantellamento della cellula terroristica di Óscar Pérez.

Sono stati arrestati 10 cittadini, tra cui Alonso José Mora, Érick Anderson Villaba e Stephanie Madelein, membri attivi di un gruppo di shock armato che hanno partecipato alle guarimbas del 2017. Nella cellula c’era anche Carlos Miguel Aristimuño, che apparteneva alla DISIP ed era pilota di elicotteri, contrattato per addestrare istruttori.

Maggio 2018

Si sarebbe tentato di organizzare un nuovo schema per il colpo di stato militare guidato dal generale (r) Oswaldo García Palomo, dalla Colombia, nell’ambito delle elezioni presidenziali, chiamata “Operazione Costituzione”. Le agenzie di intelligence e di controspionaggio statali hanno fatto fallire e smantellato il gruppo.

García Palomo è stato anche coinvolto in un altro piano golpista all’inizio del 2019. È stato arrestato a fine gennaio 2019 dalle autorità venezuelane.

Maggio 2018

Parallelamente all’ “Operazione Constituzione”, si gestiva l’ “Operazione Armageddon”, composta da effettivi militari e civili e diretta dal capitano navale Luis Humberto de la Sotta Quiroga. Nove soldati sono stati accusati di crimini di tradimento contro la patria, istigazione alla ribellione militare, cospirazione per l’ammutinamento e contro il decoro militare.

Con il tentativo di golpe militare si pianificava far fallire le elezioni presidenziali. L’operazione andava avanti dal 2017 e consisteva nel prendere la Base Aerea de La Carlota (Caracas) e persino eseguire l’assassinio contro il Presidente Maduro.

Il piano è stato smantellato dalla DGCIM. L’inchiesta ha rivelato che erano coinvolti i militari, Oswaldo Álvarez Paz (del partito COPEI) e finanziamento di USA e Colombia.

4 agosto 2018

Quel giorno è avvenuto un attentato al fine di assassinare il Presidente (“Operazione David contro Goliat”), alcuni ministri e membri dell’Alto Comando Militare a Caracas nella cerimonia per l’81esimo anniversario della GNB. Lì si azionarono esplosivi su droni per assassinare il Presidente Maduro.

L’opera di civili, militari e forze di polizia, in congiunto, ha frustrato l’operazione.

Argenis Ruiz, pilota del drone, e Juan Carlos Monasterio, coordinatore dell’attentato ed ex GNB, sono stati arrestati dalle autorità.

Successivamente, nel gennaio 2019, il generale (r) Oswaldo García Palomo ha ammesso che il tenente colonnello Ovidio Carrasco, appartenente alla Guardia d’Onore Presidenziale, è stato reclutato da Julio Borges, nel 2013, ed ha partecipato alla pianificazione dell’assassinio.

Oltre a Julio Borges, avrebbero partecipato anche altri politici venezuelani: Fernando Albán e Juan Requesens.

30 aprile 2019

La mattina di quel giorno si è svolta la “fase finale” dell’ “Operazione Libertà, con protagonisti Juan Guaidó, Leopoldo López, Cristopher Figuera e personale militare, tra i quali Ilich Sánchez e Juvenal Sequea.

Il movimento cercava che il presidente Nicolás Maduro lasciasse il potere, a partire dalla presa della base aerea de La Carlota, che non è stata mai presa. L’operazione non è durata se non poche ore della mattino ed è stata smantellata dalla DGCIM.

Giugno 2019

Dopo 14 mesi di controspionaggio da parte della DGCIM, l’ “Operazione Vuelvan Caras” è stata smantellata. Tra i suoi membri c’era il generale in pensione Ramón Lozada Saavedra; il generale Miguel Sisco Mora: il colonnello Miguel Castillo Cedeño; il maggiore in pensione Pedro Caraballo; il primo tenente Carlos Eduardo Lozada Saavedra; e i commissari José Valladares Mejías e Miguel Ibarreto.

Si trattava di un golpe militare che si proponeva un assassinio dopo la presa del Palazzo Miraflores, della base aerea de La Carlota e dei caveau della Banca Centrale del Venezuela, in cui era coinvolto anche Josnars Adolfo Baduel, figlio di Raúl Baduel.

Agosto 2019

L’ “Operazione Forza e Libertà” di carattere terroristico era un tentativo di attaccare la sede della FAES a Propatria, il Blocco 40 della parrocchia 23 de Enero ed il Palazzo di Giustizia (Caracas). È stato smantellato dalla DGCIM.

Consisteva in una scaramuccia militare per tentare un golpe e omicidio del Presidente in cui era coinvolto l’ufficiale del Palazzo di Giustizia, Ronnel Guevara, e Luis Ricardo Gómez Peñaranda, cittadino colombiano-venezuelano che è stato detenuto mentre trasportava esplosivi.

All’epoca, il ministro Jorge Rodríguez aveva denunciato che Clíver Alcalá era in Colombia, coordinando, da là, l’addestramento di oltre 200 terroristi in tre campi: a Maicao, Santa Marta e Riohacha.

Dicembre 2019

Nella mattina di domenica 29 dicembre è stato trasmesso un video in cui un gruppo di militari si sollevavano, incitando alla ribellione, al colpo di stato e all’assassinio. Hanno rivendicato un furto di armi durante l’assalto ad un distaccamento della GNB il 22 dicembre scorso nel municipio di Gran Sabana (Bolivar), in quella che hanno chiamato “Operazione Aurora”.

Erano il tenente Josué Abraham Hidalgo Azuaje, il cecchino José Angel Rodríguez Araña ed il sergente maggiore Darwin Balaguera Rivas.

Nell’ “Operazione Aurora” era direttamente implicato Gilber Caro, che è stato arrestato nel contesto dell’assalto del 22 dicembre, ed ha avuto il sostegno pubblico, dagli USA, di Iván Simonovis, membro della squadra di Juan Guaidó.

Nel gennaio 2020, il ministero pubblico ha accusato 18 persone che facevano parte dell’operazione.

Maggio 2020

Un’incursione armata di mercenari (“Operazione Gedeon”) a Macuto (La Guaira) ed in altre regioni delle coste venezuelane è stata neutralizzata dall’unione civile-militare-poliziale (“Operazione Negro Primero”) da domenica 3 maggio.

La DGCIM gestiva i dati sull’operazione, in particolare l’ubicazione dei campi in Colombia, dove si realizzava l’addestramento ed il coordinamento diretti da Clíver Alcalá.

Juan Guaidó, J.J. Rendón, Sergio Vergara e l’avvocato Manuel Retureta avevano firmato un contratto con la società mercenaria USA Silvercorp, di Jordan Goudreau, per innescare un’incursione armata, eseguire un piano per catturare ed assassinare il presidente Maduro ed abrogare de facto la Costituzione della Repubblica bolivariana.


Siete años de operaciones mercenarias contra Venezuela: un registro de todos los planes desmantelados

Con la asunción de Nicolás Maduro como presidente de Venezuela comenzó una época de desestabilización sin precedentes en nuestra historia contemporánea, con actores internos y externos propalando un conflicto irregular, de carácter terrorista y no convencional, que han tenido como objetivo el cambio de régimen y el asesinato de los principales dirigentes del chavismo.

Han sido numerosas las acciones de violencia política desatadas por las élites antichavistas, en específico las relaciones con operaciones militares, mercenarias e intentos de magnicidio. Por ello traemos a colación, en orden cronológico, hechos relacionados a los intentos de la oposición local y transnacional por socavar la República Bolivariana en beneficio de una agenda golpista continuada.

10 de junio de 2013

Nueve paramilitares fueron capturados en Coloncito (Táchira) y en Guanare (Portuguesa), miembros de Los Rastrojos, relacionados con el jefe paramilitar colombiano José María Barrera, alias “Chepe Barrera”, armados con rifles de asalto, granadas y pistolas. Las autoridades encontraron una caja negra dispuesta a usarse para un falso positivo en un accidente de aviación.

Los paramilitares capturados habrían adelantado que un tercer grupo ya se encontraba en la ciudad capital con armas de francotiradores, de paradero desconocido. Tenían previsto desplazarse a la capital del estado, donde se les asignaría una misión a cumplir en Caracas: asesinar al presidente Maduro, según el SEBIN.

25 de marzo de 2014

Un grupo de generales de la Aviación Militar fue capturado, con vínculos directos con sectores de la oposición. Ellos mismos decían que aquella semana era decisiva. Preparaban un plan de alzamiento militar, denunciado por oficiales de menor rango.

Se trataban de los oficiales: General de Brigada (Av) José Daniel Machillanda Díaz; el General de División (AV) Oswaldo Hernández Sánchez; y el General de Brigada Carlos Alberto Millán Yaguaracuto.

Posteriormente fue capturado el capitán (r) Juan Carlos Nieto Quintero (quien sale junto a Jordan Goudreau en un video del domingo 3/5/2020 autoadjudicándose la “Operación Gedeón”), de la GNB, a inicios de abril. Fue detenido por funcionarios de la Dirección General de Inteligencia Militar (DGCIM) y fue acusado por instigación a la rebelión.

12 de febrero de 2015

Las autoridades venezolanas desarticulan un intento de golpe de estado, el llamado “Golpe Azul” u “Operación Jericó”. El plan consistía en artillar un avión Tucano y atacar el Palacio de Miraflores, o donde participara el Presidente, entre esos, en los actos conmemorativos convocados con motivo del Día de la Juventud.

Nicolás Maduro informó que fue planificado por un grupo de oficiales venezolanos de la Aviación Militar y el gobierno de Estados Unidos. También dio detalles sobre un joven venezolano (no identificado), a quien las autoridades estaban haciendo seguimiento ya que estaba implicado en la operación, por la que recibió un pago en dólares.

Explicó que el joven comunicó a otro de los oficiales involucrados sobre su detención, y por tanto el plan quedó abortado.

12–13 de febrero de 2016

En esos días se desmanteló un plan en el que estaban involucrados operativamente cinco militares y tres civiles: José Gregorio Delgado, Ruperto Chiquinquirá Sánchez, Juan Carlos Nieto Quintero, César Orta Santamaría, Víctor José Ascanio, Nery Adolfo Córdoba, Andrés Thompson Martínez, Laided Salazar y José Acacio Moreno, respectivamente.

La idea era atacar de manera aérea puntos estratégicos de instituciones estatales; incluía operativos contra civiles también.

Un intento de golpe militar bajo la doctrina del shock.

De este plan se derivó la captura de Antonio Ledezma, por rastreo de la DGCIM y la Milicia.

Primer trimestre de 2017

La “Operación Espada de Dios” tenía en sus integrantes principales a Ángel Vivas y Raúl Baduel, ex general de Brigada y ex general de la FANB respectivamente, quienes habían reclutado oficiales subalternos con el fin de concretar un magnicidio contra el presidente Maduro.

El estado logró capturar a diferentes integrantes pertenecientes a esta operación, todos acusados por subversión; sin embargo, a finales de ese año se fugaron algunos de ellos de la prisión Ramo Verde (Miranda). El rastreo de un infiltrado fue clave para el desmontaje del plan.

Abril de 2017

Operación Escudo Zamorano

Eduardo Ventacourt y Johan Peña, ex funcionarios de la DISIP, junto con el coronel (r) Zomacal Hernández, iban a ejecutar la “Operación Escudo Zamorano”. A este último se le decomisaron 32 kilos de explosivo C4 y otras armas que serían utilizados en un plan golpista.

Entre los planificadores se encontraban los políticos Roberto Enríquez, Oswaldo Álvarez Paz (ambos de COPEI) y Julio Borges (Primero Justicia), quienes estuvieron directamente involucrados en la instigación de ciertos oficiales de la FANB a la insurrección.

27 de junio de 2017

El ex policía Óscar Pérez del Cuerpo de Investigaciones Científicas Penales y Criminalísticas (CICPC) secuestró un helicóptero, sobrevoló varios sitios de Caracas y disparó e intentó atacar diferentes instituciones del estado venezolano, entre esas, el edificio del Tribunal Supremo de Justicia.

6 de agosto de 2017

Ese día se produjo una escaramuza militar en el Fuerte Paramacay (Carabobo): la llamada “Operación David”, en el que hubo robo de armas y llamados a la insurrección junto con otros operadores no militares, liderado por Juan Caguaripano desde la 41ª Brigada Blindada de Valencia. Fue neutralizado por la FANB, capturando a la mayoría de los integrantes.

Los pocos implicados en la intentona que lograron escapar se llevaron consigo el siguiente armamento: 500 fusiles AK-103 y 500 cargadores de ese tipo de fusil; 50 lanzagranadas múltiples de 40 mm; 140 granadas de 40 mm; 80 bayonetas, 60 pistolas.

Este material bélico fue colocado en un vehículo Toyota con placas militares y extraído de la correspondiente instalación militar.

18 de diciembre de 2017

En el marco de la “Operación Génesis”, un grupo de mercenarios, paramilitares y ex funcionarios de seguridad estatales, liderado por Óscar Pérez, asaltó un puesto de la GNB en Laguneta de la Montaña (Miranda), donde sustrajeron 26 fusiles de asalto y municiones.

En un video, Pérez aparece durante la operación en la que un puñado de sujetos vestidos con prendas de la contrainteligencia militar (DGCIM) asaltaron el puesto de la GNB.

En el operativo, los falsos agentes del DGCIM también se llevaron 26 fusiles marca Kalashnikov, modelo AK-103; 3 pistolas 9 mm; 108 cargadores de AK-103; 3 cargadores de pistola; 3.240 municiones para fusiles AK-103 y 67 municiones 9 mm, de acuerdo a versiones de prensa.

15 de enero de 2018

Mediante rastreo del DGCIM se logró detectar el punto donde se encontraba la célula terrorista de Óscar Pérez, en El Junquito (Caracas). Luego de labores de los cuerpos de seguridad e inteligencia, con el despliegue de varias brigadas y funcionarios del CONAS, SEBIN, DGCIM, GNB, FAES de la PNB y Policaracas, se implementó la “Operación Gedeón”, denominada así por las instituciones policiales-militares, donde resultaron abatidos varios integrantes de la “Operación Génesis”, entre ellos, el afamado por los medios Óscar Pérez.

Marzo de 2018

Desde principios de ese mes se detectó un plan de golpe de estado dentro de la FANB, llamado “Movimiento de Transición a la Dignidad del Pueblo”, en el que estuvo involucrado el ex general Miguel Rodríguez Torres.

Entre sus integrantes se encontraban: teniente coronel Iver Marín Chaparro; teniente coronel Henry Medina Gutiérrez; teniente coronel Deivis Mota Marrero; teniente coronel Eric Peña Romero; teniente coronel Victoriano Soto Méndez; teniente coronel Juan Carlos Peña Palmatieri; primer teniente Yeiber Ariza; sargento Julio Carlos Gutiérrez; y sargento Yuleima Medina.

A mediados de mes fue desmantelado por la DGCIM.

Abril de 2018

La “Operación Gedeón II” de las autoridades estatales, informó el 18 de abril el ministro Néstor Reverol, logró desarticular una célula terrorista involucrada en actos desestabilizadores que buscaban generar zozobra en la población e impedir las elecciones del 20 de mayo.

La operación era la continuación de una investigación exhaustiva donde se logró el desmantelamiento de la célula terrorista de Óscar Pérez.

Hubo 10 ciudadanos detenidos, entre ellos Alonso José Mora, Érick Anderson Villaba y Stephanie Madelein, miembros activos de un grupo de choque armado que participaron en las guarimbas de 2017. En la célula también estaba Carlos Miguel Aristimuño, quien perteneció a la DISIP y fue piloto de helicóptero, contratado para la formación de instructores.

Mayo de 2018

Se habría intentado organizar un nuevo esquema para el golpe de estado militar liderado por el general (r) Oswaldo García Palomo desde Colombia, en el marco de las elecciones presidenciales, llamado “Operación Constitución”. Las agencias de inteligencia y contrainteligencia estatales frustraron y desmantelaron el grupo.

García Palomo también estuvo involucrado en otro plan golpista a principios de 2019. Fue apresado a finales de enero 2019 por las autoridades venezolanas.

Mayo de 2018

En paralelo a la “Operación Constitución”, se gestaba la “Operación Armagedón” integrada por efectivos militares y civiles y dirigida por el capitán de navío Luis Humberto de la Sotta Quiroga. Nueve militares fueron imputados por los delitos de traición a la patria, instigación a la rebelión militar, conspiración para el motín y contra el decoro militar.

Con el intento de golpe militar se planteaba frustrar las elecciones presidenciales. La operación avanzaba desde 2017, y constaba de tomar la Base Aérea de La Carlota (Caracas) e, incluso, ejecutar el magnicidio contra el presidente Maduro.

El plan fue desmantelado por la DGCIM. La investigación arrojó que estaban involucrados militares, Oswaldo Álvarez Paz (del partido COPEI) y financiamiento de Estados Unidos y Colombia.

4 de agosto de 2018

Ese día ocurrió un atentado magnicida contra el Presidente (“Operación David contra Goliat”), algunos ministros e integrantes del Alto Mando Militar en Caracas en un acto por el 81 aniversario de la GNB. Allí se accionaron explosivos dirigidos por drones para asesinar al primer mandatario Maduro.

La labor de civiles, militares y fuerzas policiales en conjunto frustraron la operación.

Fueron detenidos por las autoridades Argenis Ruiz, piloto del dron, y Juan Carlos Monasterio, coordinador del atentado y ex GNB.

Posteriormente, en enero de 2019, el general (r) Oswaldo García Palomo admitió que el teniente coronel Ovidio Carrasco, quien pertenecía a la Guardia de Honor Presidencial, fue captado por Julio Borges en 2013 y participó en la planificación del magnicidio.

Aparte de Julio Borges, otros políticos venezolanos también habrían participado: Fernando Albán y Juan Requesens.

30 de abril de 2019

En la mañana de aquel día se dio la “fase final” de la “Operación Libertad” protagonizada por Juan Guaidó, Leopoldo López, Cristopher Figuera y efectivos militares, entre ellos, Ilich Sánchez y Juvenal Sequea.

El movimiento buscaba que el presidente Nicolás Maduro dejara el poder, empezando con la toma de la base aérea La Carlota, la cual nunca fue tomada. La operación no duró sino unas pocas horas de la mañana y fue desmantelada por la DGCIM.

Junio de 2019

Luego de 14 meses de contrainteligencia por la DGCIM se desmanteló la “Operación Vuelvan Caras”. Entre sus integrantes estaba el general retirado Ramón Lozada Saavedra; el general Miguel Sisco Mora: el coronel Miguel Castillo Cedeño; el mayor retirado Pedro Caraballo; el primer teniente Carlos Eduardo Lozada Saavedra; y los comisarios José Valladares Mejías y Miguel Ibarreto.

Se trataba de un golpe militar que se proponía un magnicidio bajo la toma del Palacio de Miraflores, la base aérea de La Carlota y las bóvedas del Banco Central de Venezuela, en el que estaba también involucrado Josnars Adolfo Baduel, hijo de Raúl Baduel.

Agosto de 2019

La “Operación Fuerza y Libertad” de carácter terrorista era un intento de atacar la sede de las FAES en Propatria, el Bloque 40 de la parroquia 23 de Enero y el Palacio de Justicia (Caracas). Fue desmantelado por la DGCIM.

Constaba de una escaramuza militar para intentar un golpe y magnicidio en el que estaba involucrado el alguacil del Palacio de Justicia, Ronnel Guevara, y Luis Ricardo Gómez Peñaranda, ciudadano colombo-venezolano que fue detenido mientras trasladaba explosivos.

En su momento el ministro Jorge Rodríguez había denunciado que Clíver Alcalá se encontraba en Colombia coordinando desde allá el entrenamiento a más de 200 terroristas en tres campamentos: en Maicao, Santa Marta y Riohacha.

Diciembre de 2019

En la mañana del domingo 29 de diciembre se difundió un video en el que un grupo de militares se sublevan, llamando a la rebelión, el golpe de estado y el magnicidio. Ellos se adjudicaron un robo de armas durante el asalto a un destacamento de la GNB el 22 de diciembre pasado en el municipio Gran Sabana (Bolívar), en lo que denominaron la “Operación Aurora”.

Se trataban del teniente Josué Abraham Hidalgo Azuaje, el francotirador José Angel Rodríguez Araña​ y el sargento mayor Darwin Balaguera Rivas.

En la “Operación Aurora” estuvo implicado directamente Gilber Caro, quien fue detenido en el marco del asalto del 22 de diciembre, y tuvo el apoyo público de Iván Simonovis, integrado al equipo de Juan Guaidó desde Estados Unidos.

En enero de 2020, el Ministerio Público imputó a 18 personas que integraron la operación.

Mayo de 2020

Una incursión armada de mercenarios (“Operación Gedeón”) en Macuto (La Guaira) y otras regiones de las costas venezolanas fue neutralizada por la unión cívico-militar-policial (“Operación Negro Primero”) desde el domingo 3 de mayo.

La DGCIM manejaba datos sobre la operación, en específico la ubicación de los campamentos en Colombia donde se realizaba los entrenamientos y coordinación dirigidos por Clíver Alcalá.

Juan Guaidó, J.J. Rendón, Sergio Vergara y el abogado Manuel Retureta habían firmado un contrato con la compañía de mercenarios estadounidense Silvercorp, de Jordan Goudreau, para accionar una incursión armada, ejecutar un plan para capturar y asesinar al presidente Maduro y derogar de facto la Constitución de la República Bolivariana.

Share Button

One thought on “Sette anni di operazioni mercenarie contro il Venezuela”

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.