Rousseff condanna atteggiamento golpista opposizione

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brasil y tiburon USALa presidente brasiliana, Dilma Rousseff, ha denunciato e respinto l’incessante atteggiamento golpista dell’opposizione in quel paese, che difende l’apertura di un processo politico con l’obiettivo della sua destituzione, al fine di arrivare al potere con argomenti artificiali.

In un discorso ieri durante il 12° Congresso della Centrale Unica dei Lavoratori (CUT), il più grande sindacato del paese, la presidente si è mostrata energica contro coloro che cercano di ridurre il suo mandato “senza fatti giuridici”, mentre ha accusato l’opposizione di voler espandere l’odio e l’intolleranza in Brasile.

Telesur ha riferito che la presidente si è pronunciata a favore della democrazia e del suo mandato e ha detto che non teme i golpisti ed i loro sostenitori, perché ha combattuto tutta la vita per la libertà.

“Se necessario, torno alla lotta per la democrazia brasiliana”, ha detto.

All’attività hanno partecipato gli ex presidenti del Brasile, Luiz Inácio Lula da Silva e dell’Uruguay, José Mujica, il leader nazionale del Partito dei Lavoratori (PT), Rui Falcao e circa 2500 delegate/i del CUT.

In un contesto in cui i magistrati del Tribunale Supremo Federale (STF) hanno invalidato i tentativi degli oppositori e del presidente della Camera dei Deputati, Eduardo Cunha, di espletare proposte d’impeachment contro Rousseff, la presidente ha lamentato il desiderio di quelle persone di regredire politicamente.

“Quello che prima era non conformismo, si è trasformato in un desiderio di regressione politica e ciò ha un nome: questo è golpismo in modo aperto”, ha sottolineato il capo dello Stato, che ha puntualizzato che il Brasile sta vivendo una “grave crisi politica” e ha bisogno di stabilità per rilanciare la sua economia e tornare a crescere con giustizia sociale.

Allo stesso modo, ha ricordato che è stata democraticamente eletta dal popolo per la presidenza, per cui ha la legittimità per difendere la Costituzione e continuare il processo di emancipazione del popolo, per rendere tale territorio una terra di opportunità.

“Come sempre è stato parte dei movimenti sociali in queste lotte, so che la CUT proseguirà nelle lotte che tutti noi apprezziamo lungo tutta la nostra storia, al mio fianco, in difesa della democrazia e dei diritti dei brasiliani”, ha sottolineato.

Rousseff ha chiamato i rappresentanti sindacali ad unirsi alla lotta contro il pessimismo e gli intrighi politici.

Attualmente, la presidente del Brasile, Dilma Rousseff affronta una campagna di destabilizzazione guidata dal suo avversario alle ultime elezioni presidenziali Aécio Neves.

L’estrema destra in Brasile sostiene che Rousseff ha commesso atti di corruzione insieme ad altri membri del PT, nel caso Petrobras.

Senatori del Congresso hanno denunciato l’uso dell’influenza politica da parte della Corte dei Conti dell’Unione (TCU), organismo che sostiene che Rousseff apparentemente avrebbe falsificati conti amministrativi nel 2014.

Tali accuse disconoscono che fu il Governo brasiliano stesso che ha avviato le indagini sul caso di Petrobras e non prestano orecchi al supporto di vari movimenti sociali alla presidente.

Rousseff condena actitud golpista de la oposición

La presidenta de Brasil, Dil­ma Rousseff, denunció y rechazó la incesante actitud golpista por parte de la oposición en esa nación, que defiende la apertura de un juicio político con miras a su destitución, con la finalidad de llegar al poder con argumentos artificiales.

En un discurso pronunciado ayer durante el 12 Congreso de la Central Única de los Trabajadores (CUT), el mayor gremio de ese país, la mandataria se mostró contundente contra quienes buscan acortar su mandato “sin hechos jurídicos”, al tiempo que acusó a la oposición de querer expandir el odio y la intolerancia en Brasil.

Telesur reportó que la mandataria se pronunció a favor de la democracia y de su mandato y aseguró que no les teme a los golpistas y sus partidarios porque ha luchado toda su vida por la libertad.

“Si es necesario, voy de nuevo al combate por la democracia brasileña”, dijo.

En la actividad estuvieron presentes los expresidentes de Brasil, Luiz Inácio Lula da Silva y de Uruguay, José Mujica, el líder nacional del Par­tido de los Trabajadores (PT), Rui Falcao y unos 2 500 delegados y delegadas del frente.

En un contexto en el que magistrados del Supremo Tribunal Federal (STF) invalidaron intentos de opositores y del líder de la Cá­mara de Diputados, Eduardo Cunha, de tramitar pro­puestas de juicio político en contra de Rousseff, la mandataria lamentó el deseo de esas personas de retroceder políticamente.

“Lo que antes era inconformismo, se transformó en un deseo de retroceso político y eso tiene un nombre: eso es golpismo de manera abierta”, resaltó la jefa de Estado, quien puntualizó que Brasil atraviesa por una “crisis política seria” y necesita estabilidad para reanimar su economía y volver a crecer con justicia so­cial.

De igual manera, recordó que fue elegida democráticamente por el pueblo para ocupar la presidencia, por lo que cuenta con la legitimidad para defender la Constitución y continuar con el proceso de emancipación del pueblo, para hacer de ese territorio un país de oportunidades.

“Como siempre he sido parte de los movimientos sociales en estas luchas, sé que la CUT continuará en las peleas que todos apreciamos a lo largo de nuestra historia, a mi lado, en defensa de la democracia y los derechos de los brasileños”, resaltó.

Rousseff llamó a representantes gremiales a sumarse al combate contra el pesimismo y la intriga política.

En la actualidad, la presidenta de Brasil, Dilma Rousseff se enfrenta a una campaña de desestabilización, encabezada por su contendor en las pasadas elecciones presidenciales Aécio Neves.

La ultraderecha en Brasil alega que Rousseff cometió actos de corrupción junto a otros miembros del PT, en el caso Petrobras.

Senadores del Congreso han denunciado el uso de influencia política por parte del Tribunal de Cuentas de la Unión (TCU), organismo que alega que Rousseff presuntamente forjó cuentas administrativas en el 2014.

Tales acusaciones desconocen que fue el propio Gobierno brasileño el que inició las investigaciones sobre el caso de Petrobras y no prestan oídos al apoyo de diversos movimientos sociales a la mandataria.

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