Gli anni del terrore

Fabian Escalante Font https://lapupilainsomne.wordpress.com

stop USA vs CubaGli anni sessanta si conclusero senza nemmeno rendercene conto. La sconfitta della CIA, e dei suoi alleati nativi, era stata schiacciante. Invasioni armate, offensive terroriste, attacchi di commando, blocco economico, “rivolte interne”, scontri nucleari, trame omicida contro Fidel Castro, si scontrarono contro la resistenza del nostro popolo e la sua tenacia nel difendere il suo progetto politico, economico e sociale.

Era stato sconfitto un esercito di più di quattromila uomini, guidati da quattrocento ufficiali della CIA, che insieme con un’armata, aerei da combattimento, stazioni radio e commando di operazioni speciali, supportati da una potente struttura logistica con un costo di centinaia di milioni di dollari annuali, sviluppò, per dieci anni, una tenace guerra per rovesciare la Rivoluzione cubana.

Nel 1969 la CIA disattivò la sua grande base operativa JM/Wave, con sede a Miami, e licenziò una parte del suo numeroso personale. Molti dei suoi membri andarono, come “consulenti”, in diverse polizie latino-americane; altri cercarono collocarsi nelle nuove guerre intraprese dall’impero nel sud-est asiatico; i più divennero imprenditori di successo -con fondi provenienti dal traffico di droga- che presto si sarebbero estesi ai settori dei servizi, turismo, politica locale in Florida. Questi elementi costituiranno quella che è stata chiamata la mafia cubano-americana di Miami.

Il dipartimento incaricato di Cuba presso il Quartier Generale CIA fu rafforzato con nuovi quadri; anche le stazioni presenti in paesi terzi, in particolare Messico, Francia e Spagna. Le loro capitali, a causa del blocco imposto, erano di obbligatorio transito per cubani e stranieri in viaggio da e per L’Avana. Nel primo anno del decennio che si iniziava, aveva vinto le elezioni in Cile il socialista Salvador Allende, aprendo un nuovo percorso di speranza nelle trasformazioni sociali e politiche del continente; negli USA governava l’ultra-conservatore Richard Nixon con il suo consigliere per la Sicurezza, Henry Kissinger, un ideologo della destra USA.

Una fase storica non inizia in un momento, giorno o ora designata. In genere si sovrappongono l’un l’altra e quelle relativi alle attività sovversive contro Cuba, non costituirono l’eccezione. Il dossier dell’aggressione sovversiva adottò una strategia che, pur mantenendo il blocco economico, commerciale, finanziario e politico, rafforzava quattro direzioni principali:

  • La guerra biologica, volta a distruggere il settore agricolo-allevamento e colpire la salute della popolazione, al fine di terrorizzare e arrenderla per paura;
  • la sovversione economica, per disattivare la produzione e gettarla nel caos;
  • la guerra ideologica per erodere la società, le sue fondamenta, morali ed etiche e dividere il movimento rivoluzionario
  • ed infine il terrorismo diffuso, dentro e fuori Cuba.

Inizia così una campagna genocida contro il popolo cubano, purtroppo poco conosciuta. Veleni sofisticati, parassiti mortiferi ed epidemie letali cominciarono a devastare l’isola, periodicamente sorvolata da aerei misteriosi incaricati di spargere i loro carichi di morte. Avevano deciso di sterminare le principali produzioni agricole/allevamento del paese, provocare il collasso economico e colpire in modo decisivo la popolazione per terrorizzarla.

La ruggine della canna da zucchero, la dengue emorragica, la muffa blu del tabacco e la peste suina africana furono, tra le altre, le operazioni segrete della CIA contro il nostro popolo. Se già, nel 1962, secondo documenti declassificati del suo governo, si pretendeva irrigare agenti batteriologici sui campi di canna per pregiudicare la salute dei lavoratori agricoli, poi si decise sterminare, in generale, la popolazione. Decine di bambini e centinaia di donne, uomini ed anziani furono vittime di queste esotiche e spesso mortali malattie. Forse un giorno, nei loro mezzi stampa, declassifichino queste operazioni ed il mondo sappia fino a che punto si eseguirono i piani per devastare il popolo cubano.

Secondo i dati incompleti raccolti durante gli anni di cui sopra, agenti del governo USA introdussero a Cuba tredici parassiti e malattie prima inesistenti o sconosciute che provocarono gravi danni, a volte drammatici, ai piani di sviluppo agricolo-allevamento e per la vita delle persone. Esse hanno riguardato la ruggine della canna da zucchero, la muffa blu del tabacco, la bacca di caffè, il Thrips palmi, che attacca le colture come le patate, fagioli, peperoni, cetrioli, fagiolini, melanzane ed il riso.

Nell’attività di allevamento furono sette i parassiti che furono disseminati tra questi la malattia di Newcastle nel pollame; la peste suina africana, in due focolai diversi; la pseudodermatosi nodulare bovina e la mammillite ulcerosa nelle vacche, la malattia emorragica virale del coniglio e la varroasi delle api. La malattia di Newcastle causò oltre l’80% di mortalità nella massa avicola del paese, mentre la febbre suina causò il sacrificio di cinquecentomila animali nel primo focolaio e trecentomila nel secondo. Praticamente si estinse, di colpo, la massa porcina del paese.

Le perdite sofferte furono incalcolabili e quelle relative alla lotta contro questi parassiti si stimarono in centotrenta milioni di dollari, senza contare il costo degli alimenti sostituiti che si dovettero importare a causa del danno prodotto da tali piaghe. Sarebbe importante che coloro che si dedicano, all’estero, allo studio dell’economia cubana e diffamano la sua efficienza, tenessero conto di questi dati che oso assicurare, nessun altro paese ha sperimentato.

Nella sfera umana, l’epidemia di denghe emorragico fu uno dei più canaglieschi atti terroristici di aggressione. In poche settimane raggiunsero la cifra, senza precedenti noti, di 344203 persone colpite. In solo un giorno -6 luglio 1981- si registrarono 11400 nuovi malati, un vero record. Un totale di 116143 persone furono ricoverate; circa ventiquattromila pazienti soffrirono emorragie; 10224 soffrirono shock per dengue ad un certo grado, e 158 persone morirono a causa dell’epidemia, dei quali, 101 bambini. A questo si somma il fatto che, a causa del blocco, Cuba dovette comprare i farmaci per combattere tale pandemia in paesi diversi ed a prezzi esorbitanti, poiché l’impero bloccava i suoi acquisti e l’urgenza per i trattamenti era perentoria.

Dal febbraio 1962, data in cui gli USA stabilivano l’embargo commerciale -o meglio, il blocco economico, commerciale e finanziario che ancora perdura- la CIA sviluppò diverse azioni sovversive per sostenere la sua efficacia. Nel 1963, il Dipartimento del Commercio creò un’agenzia denominata Global Detectives con la missione di perseguire gli imprenditori, in tutto il mondo, che commerciavano con Cuba o prevedevano farlo. Più tardi, nella seconda metà del decennio, attraverso le sue ambasciate in Europa occidentale, minacciavano di tagliare i loro legami, con gli USA, alle imprese ed aziende interessate nel commerciare con l’isola. Tali furono i casi di Leyland d’Inghilterra e Berlier di Francia, che nonostante le pressioni esercitate, per un periodo, mandarono i loro principali prodotti -bus e camion- nell’isola.

Parallelamente una vasta campagna di guerra psicologica scoppiò contro la popolazione cubana supportata da quei concetti elaborati dal governo USA con lo scopo di alterare le idee del socialismo e confondere il movimento rivoluzionario. “Il nostro obiettivo nella guerra fredda -spiegavano- non è conquistare o sottomettere con la forza un territorio, è più sottile, più penetrante, più completo […] è la lotta per conquistare le menti e le volontà degli uomini” [1.] Una definizione più recente afferma che si tratta di “operazioni pianificate per inviare informazioni selezionate ad uno specifico pubblico per influire sulle sue emozioni, motivazioni, ragionamenti e comportamento di governi, organizzazioni, gruppi o individui”. [2]

Teorie come il “costruendo ponti” e la “convergenza delle società sviluppate”, da un lato, e dall’altro l’attacco ai dogmi, il dimensionamento dei “fallimenti economici del socialismo”, “la poca attualità del pensiero marxista” -elaborato, sostenevano, per la società del XIX secolo e agli inizi del XX-, la critica del pensiero marxista ed il revisionismo pretendevano confondere e dividere il movimento rivoluzionario per erodere dall’interno i loro pilastri ideologici.

Si basavano sull’esperienza acquisita nella loro realizzazione contro l’Unione Sovietica e nell’Europa dell’Est, dove con la questione dei cosiddetti “diritti umani”, stimolarono, all’interno della società civile, correnti revisioniste e contestatarie che cercarono di disarmare -e a volte riuscirono- il movimento rivoluzionario e comunista mondiale.

Con lo scopo di influenzare gli atteggiamenti di diversi gruppi di persone, era necessario utilizzare istituzioni come American Watch, il Pen Club, la Fondazione Ford o la Rockefeller, Human Rights, Freedom House, o più di recente il National Endowment for Democracy, Reporter senza Frontiere, ecc per distribuire informazioni e lavorare, in modo sistematico, su questi gruppi. Mediante organizzazioni parallele, gli USA, posero al servizio di questi centri ideologici tutto le risorse ottenute con il loro straordinario sviluppo scientifico e tecnico.

Senza abbandonare le azioni di forza e terrore, il tema dell’ideologia e della sovversione politica divenne una delle principali linee di lavoro della CIA attraverso centri culturali, religiosi, studenteschi o sociali. Alcuni erano diretti a denigrare le idee rivoluzionarie; altri a disinformare; alcuni a divulgare i benefici delle società di consumo, la loro morale ed il loro dogma. Tutti furono dotati di abbondanti risorse e denaro. Organizzavano conferenze internazionali, offrivano borse di studio, premi, finanziamenti, e nell’interno cominciarono a proiettare le loro influenze in settori come il cinema, la televisione, la stampa e la letteratura. Presto apparvero film, serie televisive, libri, riviste, fumetti ed altri prodotti in cui si idealizzava i mercenari, si attaccava i rivoluzionari considerandoli terroristi, [3] si propalavano nuove opinioni sulla libertà sessuale, i diritti umani, il conflitto esistenziale; si distorcevano i concetti di patria e nazionalità e si cercava, con ogni mezzo, di danneggiare la coscienza sociale.

Le pubblicazioni e radioemissioni furono e sono mezzi usati per queste attività. I risultati, prima raggiunti in Europa orientale, contribuirono a che si creasse Radio Swan, una stazione clandestina che operava da un’isola in Honduras, e che dopo la sconfitta di Playa Giron cambiò il suo nome in Radio America. La seguirono altre che operavano “legalmente” dagli USA e cercavano gli stessi obiettivi: la Cubanísima, la Fabulosa, Radio Mambi, e poi Radio Cayman. Inoltre, nei fumetti il cui personaggio centrale era un “gusano libero” (controrivoluzionario ndt) si offrivano indicazioni per intraprendere sabotaggi e azioni terroristiche all’interno dell’isola; in America Latina si distribuivano altri fumetti che denigravano la Rivoluzione.

Verso la metà degli anni 70, lo sviluppo tecnologico raggiunto nelle trasmissioni televisive, la disponibilità di nastri e videocassette, così come l’emergere di videogiochi si convertirono in uno strumento che, convenientemente utilizzato, avvelenò e cambiò la vita e le abitudini popolari. Nel loro desiderio di confondere, ingannare e disinformare gli scempi prodotti, probabilmente, non sono state ancora quantificati né sufficientemente studiati. Era logico che le società chiuse dell’Europa orientale fossero prede relativamente facili di quella offensiva, che a causa dei loro antichi errori e deviazioni non potessero far fronte con successo.

La manipolazione di temi come la presunta persecuzione religiosa, la crescita dell’emigrazione cubana, la libertà di espressione, i diritti umani, la discriminazione razziale e l’omofobia sono stati coltivati, alimentati e proiettati in base agli interessi dell’impero, e facendo parte di intense campagne contro Cuba. [4]

La divisione del movimento rivoluzionario cubano era parte sostanziale del progetto sovversivo. Agenti sotto copertura nelle ambasciate capitaliste, di solito sotto il manto culturale o giornalistico, cominciarono ad agire in questa direzione facendo centro dei loro obiettivi antichi pregiudizi anti-comunisti, essenzialmente nei media culturali ed intellettuali, da tempi passati. Sorse anche una tendenza chiamata “socialismo tropicale” che cercava screditare il marxismo e la storia del movimento comunista cubano.

All’unisono, una campagna terroristica fu sviluppata che solo nel decennio 1969-1979 realizzò 377 atti criminali contro entità e personale cubane fuori e dentro il paese. Furono assassinati diplomatici cubani in Argentina, Portogallo, USA e Canada; ordigni esplosivi collocati in aerei da trasporto con numerose vittime come nel caso delle Barbados, nel 1976, emigranti che dissentivano da queste politiche furono assassinati a Miami ed in altre città USA.

Quegli anni furono di terrore generalizzato, ma Cuba con Fidel a capo resistette e vinse, esperienze che oggi al calore delle politiche che vuole imporre al mondo il nuovo governo USA, apportano importanti conoscenze di lotte e vittorie per le nuove generazioni di rivoluzionari cubani perché, come ieri, sia in grado di vincere i disegni imperiali in qualsiasi scenario che s’intendano proiettare.


Los años del terror

Por Fabián Escalante Font

La década de los sesenta concluyó sin apenas darnos cuenta. La derrota de la CIA y sus aliados nativos había sido aplastante. Invasiones armadas, ofensivas terroristas, ataques comandos, bloqueo económico, “levantamientos internos”, confrontaciones nucleares, complots de asesinatos contra Fidel Castro, se estrellaron contra la resistencia de nuestro pueblo y su tenacidad en la defensa de su proyecto político, económico y social.

Había sido derrotado un ejército de más de cuatro mil hombres, dirigido por cuatrocientos oficiales de la CIA, que conjuntamente con una armada, aviación de combate, emisoras radiales y comandos de operaciones especiales, sustentados en una poderosa estructura logística a un costo de cien millones de dólares anuales desarrolló durante diez años una guerra tenaz para derrocar a la Revolución Cubana.

En 1969 la CIA desactivó su gran base operativa JM/Wave, radicada en Miami, y licenció a una parte de su voluminoso personal. Muchos de sus integrantes marcharon como “asesores” a varias policías latinoamericanas; otros buscaron ubicarse en las nuevas guerras emprendidas por el imperio en el sudeste asiático; los más devinieron exitosos empresarios —con fondos provenientes del narcotráfico— que pronto se expandirían a los sectores del servicio, el turismo, la política local en la Florida. Estos elementos constituirían lo que ha dado en llamarse la mafia cubano-americana de Miami.

El departamento encargado de Cuba en el Cuartel General de la CIA fue fortalecido con nuevos cuadros; también las estaciones radicadas en terceros países, particularmente México, Francia y España. Sus capitales, a causa del bloqueo impuesto, eran de tránsito obligado de cubanos y extranjeros en viajes hacia y desde La Habana. En el primer año del decenio que se iniciaba, había ganado las elecciones en Chile el socialista Salvador Allende, abriendo un nuevo camino de esperanzas en las transformaciones sociales y políticas del continente; en los Estados Unidos gobernaba el ultraconservador Richard Nixon con su asesor de Seguridad, Henry Kissinger, un ideólogo de la derecha norteamericana.

Una etapa histórica no comienza en un momento, día u una hora señalada. Generalmente se solapan unas con las otras y las referidas a la actividad subversiva contra Cuba, no constituyeron la excepción. El expediente de la agresión subversiva adoptó una estrategia que al tiempo que mantenía el bloqueo económico, comercial, financiero y político, fortalecía cuatro direcciones principales:

La guerra biológica, dirigida a destruir el sector agropecuario y afectar a la salud de la población de manera de aterrorizar y rendirla por el miedo; la subversión económica, para desactivar la producción y caotizarla; la guerra ideológica, para erosionar la sociedad, sus fundamentos, morales y éticos y dividir al movimiento revolucionario y finalmente el terrorismo generalizado, dentro y fuera de Cuba.

Comenzaba así, una campaña genocida contra el pueblo cubano, lamentablemente poco conocida. Venenos sofisticados, plagas mortíferas y epidemias letales comenzaron a asolar la Isla, periódicamente sobrevolada por aviones misteriosos encargados de esparcir sus cargas de muerte. Habían decidido exterminar las principales producciones agropecuarias del país, provocar el colapso económico y afectar de manera decisiva a la población para aterrorizarla.

La roya de la caña de azúcar, el dengue hemorrágico, el moho azul del tabaco y la peste porcina africana fueron, entre otras, las operaciones encubiertas de la CIA contra nuestro pueblo. Si ya en 1962, según documentos desclasificados de su gobierno, se pretendía regar agentes bacteriológicos sobre los campos de caña para afectar la salud de los trabajadores agrícolas, entonces se decidió exterminar a la población en general. Decenas de niños y cientos de mujeres, hombres y ancianos fueron víctimas de estas exóticas y muchas veces mortíferas enfermedades. Quizás algún día, en sus medios de prensa, desclasifiquen estos operativos y el mundo conozca hasta qué punto se ejecutaron los planes para asolar al pueblo cubano.

De acuerdo con datos incompletos recogidos durante los años aludidos, agentes del gobierno de los Estados Unidos introdujeron en Cuba trece plagas y enfermedades antes inexistentes o desconocidas que provocaron afectaciones importantes y a veces dramáticas a los planes de desarrollo agropecuario y a la vida de las personas. Ellas estuvieron relacionadas con la roya de la caña, el moho azul del tabaco, la broca del café, el thrips palmi, que ataca cultivos como la papa, el frijol, el pimiento, el pepino, la habichuela, la berenjena, y el arroz.

En la actividad pecuaria fueron siete plagas las diseminadas, entre estas la enfermedad de Newcastle en la avicultura; la peste porcina africana, en dos brotes diferentes; la seudodermatosis nodular bovina y la mamilitis ulcerativa, en la ganadería vacuna, la enfermedad hemorrágica viral del conejo, y la varroasis de las abejas. La enfermedad de Newcastle provocó más del 80 % de mortalidad en la masa avícola del país, mientras la fiebre porcina ocasionó el sacrificio de quinientos mil animales en el primer brote y trescientos mil en el segundo. Prácticamente se extinguió de un golpe la masa porcina del país.

Las pérdidas sufridas fueron incalculables y aquellas relacionadas con el combate a estas plagas se estimaron en ciento treinta millones de dólares, sin contar el costo de los alimentos sustitutos que hubo que importar debido al daño producido por las mismas. Sería importante que aquellos que se dedican en el exterior al estudio de la economía cubana y difaman sobre su eficiencia, tuvieran en cuenta estos datos que me atrevo a asegurar, ningún otro país ha experimentado.

En la esfera humana, la epidemia de dengue hemorrágico fue uno de los más canallescos actos terroristas de agresión. En pocas semanas alcanzaron la cifra, sin precedentes conocidos, de 344 203 personas afectadas. En solo un día -6 de julio de 1981- se reportaron 11 400 nuevos enfermos, un verdadero récord. Un total de 116 143 personas fueron hospitalizados; alrededor de veinticuatro mil pacientes sufrieron hemorragias; 10 224 sufrieron shocks por dengue en algún grado, y 158 personas fallecieron como consecuencia de la epidemia, de ellas, 101 niños. A ello se suma el hecho de que, a causa del bloqueo, Cuba tuvo que comprar los medicamentos para combatir esta pandemia en países disímiles y a precios exorbitantes, pues el imperio bloqueaba sus compras y la urgencia para los tratamientos era perentoria.

A partir de febrero de 1962, fecha en que Estados Unidos estableciera el embargo comercial —o mejor decir, el bloqueo económico, comercial y financiero que aún perdura— la CIA desarrolló diferentes acciones subversivas para apoyar su efectividad. En 1963, el Departamento de Comercio creó una agencia denominada Detectives Globales con la misión de perseguir a los empresarios, en cualquier parte del mundo, que comerciaban con Cuba o proyectaban hacerlo. Más tarde, durante la segunda mitad de la década, mediante sus embajadas en Europa Occidental, amenazaban con cortar sus vínculos con los Estados Unidos a empresas y compañías interesadas en comerciar con la Isla. Tales fueron los casos de Leyland de Inglaterra y Berlier de Francia, las que a pesar de las presiones ejercidas durante un tiempo enviaron sus principales productos —ómnibus y camiones— a la Isla.

Paralelamente una extensa campaña de guerra sicológica se desató sobre la población cubana sustentada en aquellos conceptos elaborados por el gobierno de los Estados Unidos, con el propósito de desvirtuar las ideas del socialismo y de confundir al movimiento revolucionario. “Nuestro objetivo en la Guerra Fría – explicaban- no es conquistar o someter por la fuerza un territorio, es más sutil, más penetrante, más completo […] es la lucha para ganar las mentes y las voluntades de los hombres”.[1] Una definición más reciente plantea que se trata de “operaciones planeadas para enviar información seleccionada a determinadas audiencias para influir en sus emociones, motivaciones, razonamientos, y conducta de gobiernos, organizaciones, grupos, o individuos”.[2]

Teorías como el “tendido de puentes” y la “convergencia de las sociedades desarrolladas”, por una parte, y por otra el ataque a los dogmas, el dimensionamiento de los “fracasos económicos del socialismo”, “la poca actualidad del pensamiento marxista” —elaborado, argumentaban, para la sociedad del siglo xix, e inicios del xx—, la crítica al pensamiento marxista y el revisionismo pretendían confundir y dividir al movimiento revolucionario para erosionar desde dentro sus pilares ideológicos. Se fundamentaban en la experiencia obtenida en su actuación contra la Unión Soviética y Europa del Este, donde con el tema de los denominados “derechos humanos”, estimularon dentro de la sociedad civil corrientes revisionistas y contestatarias que intentaron desarmar —y en ocasiones lo lograron— al movimiento revolucionario y comunista mundial.

Con el propósito de influir en las actitudes de distintos grupos de personas, era necesario utilizar a instituciones como American Watch, el Pen Club, la Fundación Ford o la Rockefeller, Human Rights, Freedom House, o más recientemente la National Endowment for Democracy, Reporteros sin fronteras, etc., para distribuir la información y trabajar sistemáticamente sobre esos grupos. Mediante organizaciones paralelas, los Estados Unidos pusieron al servicio de estos centros ideológicos todos los recursos obtenidos con su extraordinario desarrollo científico y técnico.

Sin abandonar las acciones de fuerza y terror, el tema de la ideología y la subversión política devino una de las direcciones principales del trabajo de la CIA por intermedio de los centros culturales, religiosos, estudiantiles o sociales. Unos estaban dirigidos a denigrar las ideas revolucionarias; otros a desinformar; algunos a divulgar las ventajas de las sociedades de consumo, su moral y su dogma. Todos fueron dotados con abundantes recursos y dinero. Organizaban conferencias internacionales, brindaban becas, premios, financiamientos, y en lo interno comenzaron a proyectar sus influencias en sectores como el cine, la televisión, la prensa y la literatura. Pronto aparecieron películas, series televisivas, libros, magazines, comics y otros productos en los que se idealizaba a los mercenarios, se atacaba a los revolucionarios considerándolos terroristas,[3] se propalaban criterios novedosos sobre la libertad sexual, los derechos humanos, el conflicto existencial; se distorsionaban los conceptos de la patria y la nacionalidad y se trataba por todos los medios de enfermar la conciencia social.

Las publicaciones y radioemisoras fueron y son medios utilizados para estas actividades. Los resultados antes alcanzados en Europa del Este contribuyeron a que se creara Radio Swan, una estación clandestina que accionaba desde una isla en territorio hondureño, y que tras la derrota de Playa Girón cambió su nombre a Radio América. Le siguieron otras que operaban “legalmente” desde los Estados Unidos y buscaban los mismos fines: La Cubanísima, La Fabulosa, Radio Mambí, y luego Radio Caimán. Por otra parte, en las historietas cuyo personaje central era un “gusano libre” se ofrecían indicaciones para emprender sabotajes y acciones terroristas dentro de la Isla; en América Latina se distribuían otras historietas que denigraban a la Revolución.

Hacia mediados de los años setenta, el desarrollo tecnológico alcanzado en las transmisiones de televisión, la disponibilidad de cintas y casetes de video, así como el surgimiento de los videojuegos, se convirtió en un instrumento que, utilizado convenientemente, envenenó y modificó la vida y las costumbres populares. En sus afanes por confundir, engañar y desinformar, los estragos producidos probablemente aún no hayan sido cuantificados ni estudiados suficientemente. Era lógico que las cerradas sociedades de Europa del Este fueran presas relativamente fáciles de aquella ofensiva, las que a causa de sus añejos errores y desviaciones no pudieron enfrentar con éxito.

La manipulación de temas como la supuesta persecución religiosa, el crecimiento de la emigración cubana, la libertad de expresión, los derechos humanos, la discriminación racial y la homofobia han sido cultivados, alimentados y proyectados de acuerdo con los intereses del imperio, y formado parte de intensas campañas contra Cuba.[4]

La división del movimiento revolucionario cubano era parte sustantiva del proyecto subversivo. Agentes encubiertos en embajadas capitalistas, generalmente bajo el manto cultural o periodístico, comenzaron a actuar en esa dirección haciendo el centro de sus objetivos a antiguos prejuicios anticomunistas, esencialmente en medios culturales e intelectuales, desde épocas pretéritas. Surgió incluso una tendencia denominada “socialismo tropical” que pretendía desacreditar el marxismo y la historia del movimiento comunista cubano.

Al unísono, una campaña terrorista fue desarrollada que solo en la década de 1969 a 1979 realizó 377 actos criminales contra entidades y personal cubano en el exterior y dentro del país. Fueron asesinados diplomáticos cubanos en Argentina, Portugal, Estados Unidos y Canadá; artefactos explosivos colocados en aviones de transporte con cuantiosas víctimas como fue el caso de Barbados en 1976, emigrados que disentían de estas políticas fueron asesinados en Miami y otras ciudades norteamericanas.

Aquellos años fueron de terror generalizado, pero Cuba con Fidel a la cabeza resistió y venció, experiencias que hoy al calor de las políticas que pretende imponer al Mundo el nuevo gobierno norteamericano, aportan importantes conocimientos de luchas y victorias para las nuevas generaciones de revolucionarios cubanos, para que al igual que ayer pueda vencer los designios imperiales en cualquier escenario que se pretendan proyectar.

[1] Citado por Blanche Wiesen Cook: The Declassified Eisenhower, Doubleday, Nueva York, 1981.

[2] Jon Ellison: Psy War on Cuba. The Declassified History of US Anti-Castro Propaganda, Ocean Press, Melbourne, 1999.

[3] Este método fue utilizado ampliamente por el gobierno norteamericano en las décadas del cuarenta y del cincuenta, actuando bajo el auspicio de la recién estrenada CIA y del senador por Wisconsin Joseph McCarthy, presidente del Comité de Actividades Antinorteamericanas.

[4] En 1999, John Ellison incorporó nuevos materiales desclasificados por el gobierno de los Estados Unidos que muestran cómo la agresión psicológica y propagandística se había mantenido a lo largo de cincuenta años sobre Cuba y que incluía libros, periódicos, historietas, películas, panfletos y programas de radio y televisión. Véase su ob. cit.

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