Gli USA riprendono le loro politiche fallimentari verso Cuba

 

Se l’amministrazione  del presidente Donald Trump pretende di usare nuove tecnologie per imporre nell’ordine interno di Cuba, ha scelto cammini che hanno già dimostrato in passato la loro inutilità e inefficacia, senza parlare del fatto ovvio che violano  le leggi del paese danneggiato e anche quelle degli Stati Uniti.


La creazione di una Forza Operativa in Internet contro Cuba, annunciata martedì 22, dal Dipartimento di Stato, apre le porte al ritorno a una politica fallita della Guerra Fredda che i due paesi avevano tentato di superare, partendo dal 17 dicembre del 2014.

Nella continuazione dell’insensato  e mal consigliato discorso del mandatario a Miami, il 16 giugno dell’anno scorso, quando si era riunito con una selezione della destra reazionaria d’origine cubana per annunciare con soddisfazione il suo cambio di politica verso Cuba, che in poche parole si potrebbe riassumere come più blocco economico e meno viaggi tra i due paesi.

Il terreno scelto per la nuova aggressione con Internet dimostra chiaramente quali sono i veri obiettivi di Washington quando reclama libero accesso alla rete delle reti nei paesi che gli si oppongono, mentre nel suo territorio mantiene un mega sistema di controllo e accumulo di dati su quello che fanno i cittadini nella web.

Ugualmente, all’inizio di gennaio il Congresso degli Stati Uniti ha avanzato un Progetto di Legge per togliere le poche restrizioni che esistevano per lo spionaggio internazionale, lo stesso che era apparso evidente  dopo le filtrazioni dell’ex dipendente della NSA, Edward Snowden.

Della  chiamata  «Primavera Araba»,  già caduta nel dimenticatoio a piani più recenti, come le incentivazioni delle proteste in Iran e l’appoggio ai settori violenti in Venezuela, Washington mostra un chiaro ritorno all’uso delle reti sociali e di Internet, con obbiettivi geopolitici e di dominio.

Tutto forma parte di una dottrina di Guerra non Convenzionale pensata per destabilizzare nazioni senza l’uso diretto della forza militare, stabilita dopo fallimento nei conflitti in Iraq e Afganistan.

L’attivazione di una nuova «forza operativa», mette in evidenza anche che oggi non c’è  mancanza di liquidità in un governo paralizzato e senza fondo quando si tratta di finanziare progetti sovversivi contro Cuba. E nemmeno mancano i luoghi da dove prendere il denaro, anche se il bilancio presentato dal presidente Trump al Congresso per il 2018 elimina la partita tradizionale  e pubblica di 20 milioni di dollari annuali che si utilizzavano da vari decenni per le aggressioni.

La facilità per creare nuovi organismi, con funzionari «di governo e non di governo», contrasta anche con la drastica  riduzione  del personale diplomatico di Washington a L’Avana, che ha provocato la paralisi dell’emissione dei visti e un danno diretto ai servizi che ricevevano i cubani e i loro familiari negli Stati Uniti.

I nuovi piani di Trump non sorprendono Cuba, che accumula più di mezzo secolo d’esperienza nell’affrontare programmi d’aggressione d’ogni tipo.

Progetti recenti come   ZunZuneo, Piramideo, Commotion e altri, si sono scontrati contro la capacità delle autorità cubane  di scoprirli e contro l’unità della popolazione dell’Isola di fronte alle aggressioni.

Giungono inoltre in un momento in cui si realizzano chiari passi verso l’informatizzazione della società,  con una visione che dà priorità all’accesso sociale e cerca di proteggere la sovranità del paese, nonostante  limiti economici.

Dopo l’apertura d circa 500 punti in tutta l’Isola per l’accesso pubblico a Internet senza restrizioni che non siano quelle imposte dal blocco e i motivi della Sicurezza Nazionale, Cuba si appresta all’entrata in funzione del servizio di Internet nei cellulari con più di quattro milioni di telefoni attivati alla rete e l’ampliamento della connessione dalle case.

Se quello che pretende l’amministrazione  Trump è esclusivamente garantire l’ accesso dei cubani a Internet, potrebbe eliminare le restrizioni del blocco che impediscono l’acquisto di tecnologie moderne in questo settore o offrire facilità per il loro acquisto. Forse sarebbe più economico per loro di una « forza operativa» che è sin dall’inizio condannata al fallimento.

PROGETTI SOVVERSIVI CONTRO CUBA CENTRATI NELLE NUOVE TECNOLOGIE 

 

ZunZuneo: Finanziato dall’Agenzia Internazionale degli Stati Uniti per lo Sviluppo  (USAID), il suo obiettivo era creare una rete di messaggeria che potesse raggiungere centinaia di migliaia di cubani usando «contenuti non confutabili» : notizie di calcio, musica, previsioni del tempo e pubblicità. Quando otteneva la sua meta, inviava messaggi di contenuto politico per incitare i cubani a creare convocazioni nella rete e concentrazioni di massa per destabilizzare il paese.

Piramideo: Simile al ZunZuneo, questo programma era a carico dell’ Ufficio delle Trasmissioni a Cuba (OCB), al qual sono subordinate  Radio e TV Martí.  Lo stesso promuoveva la creazione di una rete di «amici», offrendo la possibilità che una persona inviasse ai membri della sua  «piramide» un SMS di massa col costo di  un solo messaggio. L’ultimo obiettivo  era contare con una piattaforma per la sovversione.

Conmmotion: è stato un programma sviluppato dall’Istituto di Tecnologia Aperta (OTI) della New America Foundation, con sede a Washington, originalmente per uso militare,  che consisteva nella creazione di  reti senza fili e indipendenti. Anche se non si conosce la sua entrata in funzione in Cuba, fonti del Governo degli Stati Uniti hanno assicurato al quotidiano  The New York Times che erano stati dedicati fondi di milioni per questo fine.

Operazione Surf: Smascherata  dall’agente Raúl della Sicurezza dello Stato, Dalexi González Madruga, questo programma consisteva nell’entrata di apparecchi e strumenti  software per l’installazione di antenne illegali per acceso illegale a Internet.

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