Cubainformacion: elezioni e … garanzie


Parliamo di garanzie elettorali in Venezuela, o anche in Colombia, Cile ed Honduras?

Gli USA ed il cosiddetto Gruppo di Lima, formato da governi pro-yankee dell’America Latina, non riconosceranno le prossime elezioni in Venezuela, perché -dicono- non offrono “garanzie”. I media internazionali ripetono questo stesso messaggio, mentre coprono le vergogne elettorali di tutti questi paesi. Vediamo.

Gli USA posseggono uno dei sistemi elettorali più retrogradi e irrazionali del mondo. Solo un dato: Donald Trump ha vinto con 2,8 milioni di voti in meno della sua rivale Hillary Clinton. Ha dovuto solo vincere nel sud degli USA ed in alcuni stati, densamente popolati, del nord per diventare presidente.

In Brasile, Michel Temer è entrato in carica senza un solo voto, dopo un golpe parlamentare che ha destituito la legittima presidentessa Dilma Rousseff. Temer ha dovuto solo essere eletto dal Senato, contro la volontà di decine di milioni di persone.

In Colombia, quali garanzie esistono per l’esercizio della politica e dell’azione elettorale? Dopo l’accordo di pace tra le FARC ed il governo, solo nel 2017, 105 leader sociali sono stati assassinati e almeno 36 membri del nuovo partito sorto dalla vecchia guerriglia.

In Cile, l’apatia è totale. Nelle ultime mega elezioni, che hanno raggruppato le elezioni presidenziali, parlamentari, regionali e provinciali, la partecipazione non ha superato il 45%, rispetto al 61% delle elezioni per i governatorati in Venezuela.

E che dire dell’Honduras? Si è investito come presidente chi ha perso le elezioni, dopo una storica manipolazione elettorale. Ricordiamo che quando il conteggio di oltre la metà dei voti ha dava la vittoria all’opposizione, il sistema informatico s’interruppe ed, al suo ritorno, la maggioranza è andata alla candidatura del governo. Poi, più di 30 morti per repressione delle proteste, che non hanno interessato i media internazionali.

Ora che ci parlino della mancanza di garanzie elettorali … in Venezuela.


¿Hablamos de garantías electorales en Venezuela, o también en Colombia, Chile y Honduras?

EEUU y el llamado Grupo de Lima, formado por los gobiernos proyankis de América Latina, no reconocerán las próximas elecciones de Venezuela, porque –aseguran- no ofrecen “garantías”. Los medios internacionales repiten ese mismo mensaje, mientras tapan las vergüenzas electorales de todos estos países. Veamos.

EEUU posee uno de los sistemas electorales más retrógrados e irracionales del mundo. Solo un dato: Donald Trump ganó con 2,8 millones de votos menos que su rival Hillary Clinton. Sólo tuvo que ganar en el sur de EEUU y en algunos estados densamente poblados del norte para llegar a ser presidente.

En Brasil, Michel Temer llegó al cargo sin un solo voto, tras un golpe parlamentario que destituyó a la legítima presidenta Dilma Rousseff. Temer solo tuvo que ser elegido por el Senado, frente a la voluntad de decenas de millones de personas.

En Colombia, ¿qué garantías existen para el ejercicio de la política y la acción electoral? Luego del acuerdo de paz entre las FARC y el Gobierno, solo en 2017, fueron asesinados 105 líderes sociales, y al menos 36 integrantes del nuevo partido surgido de la antigua guerrilla.

En Chile, la apatía es total. En las últimas megaelecciones, que agruparon la elección presidencial, parlamentaria, regional y provincial, la participación no superó el 45%, frente al 61 % en las elecciones a gobernaciones en Venezuela.

¿Y qué decir de Honduras? Se ha investido como presidente a quien perdió las elecciones, tras un pucherazo histórico. Recordemos que, cuando el conteo de más de la mitad de los votos daba la victoria a la oposición, se cayó el sistema informático y, a su regreso, la mayoría pasó a la candidatura del gobierno. Después, más de 30 muertes por represión de las protestas, que no han interesado a los medios internacionales.

Ahora, que nos hablen de falta de garantías electorales… en Venezuela.

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