Cubainformacion: Dottrina Monroe ai tempi di Trump


Kafka e la dottrina Monroe: siamo nell’era Trump

 

Sentire dire al massimo rappresentante della diplomazia USA, Rex Tillerson, che la cosiddetta Dottrina Monroe “è stato un successo” storico, e che “oggi è tanto rilevante come lo fu il giorno in cui è stata scritta” nel 1823, sembra qualcosa di kafkiano. Ma no, siamo nell’era di Donald Trump.

Facciamo storia. Il presidente James Monroe lanciò il proclama “America per gli americani”, o che è lo stesso: gli USA assumevano il supremo diritto di intervenire in America Latina, chiudendo il passo alle vecchie metropoli europee. Ecco come la regione si convertì nel suo “cortile”. Ed è così che realizzò interventi di ogni tipo. Nella Repubblica Dominicana, Granada, Panama, Cuba, Cile, Guatemala, Nicaragua, Haiti …

Dopo il fallimento delle riforme neoliberali negli scorsi anni 90, e con l’arrivo di governi progressisti -specialmente di Hugo Chavez in Venezuela- si produsse un cambio del ciclo storico in America Latina. E nel 2013, l’amministrazione di Barack Obama annunciò la fine della “era della Dottrina Monroe”. Pronosticò allora -con enorme ipocrisia, perché i programmi di destabilizzazione seguirono dietro le quinte- una nuova era di relazioni amichevoli tra USA e America Latina.

Ma in quel … arrivò Donald Trump. Annunciò la costruzione del muro migratorio con il Messico e ritornò alla politica del big stick (grande bastone) contro Cuba e Venezuela.

Ora, la Casa Bianca torna a tirare fuori dal baule dei ricordi … la Dottrina Monroe. I paesi avversari, in questo frangente, non sarebbero più le potenze europee, ma Cina e Russia, accusandoli di essere paesi “predatori” delle economie della regione. Qualcosa di incredibile, perché dall’inizio del XIX secolo è stata l’economia USA che ha avuto un ruolo aggressivo nella regione, appropriandosi delle sue enormi risorse naturali.

Il più incredibile è che la rivendicazione della dottrina Monroe ha facesse Rex Tillerson pochi giorni prima del suo tour per diversi dei suoi paesi satelliti nella regione che, come Messico, Argentina, Perù o Colombia, accettano il ruolo di obbedienti colonie e soddisfano la richiesta di assediare e bloccare il Venezuela.

Mentre, la stampa internazionale … tace e concede.


Kafka y la Doctrina Monroe: estamos en la era Trump

Oír decir al máximo representante de la diplomacia de EEUU, Rex Tillerson, que la llamada Doctrina Monroe “ha sido un éxito” histórico, y que “hoy es tan relevante como lo fue el día en que fue escrita”, en 1823, parece algo kafkiano. Pero no, estamos en la era de Donald Trump.

Hagamos historia. El presidente James Monroe lanzó la proclama de “América para los americanos”, o lo que es lo mismo: EEUU asumía el derecho supremo a intervenir en América Latina, cerrando el paso a las antiguas metrópolis europeas. Así es cómo la región se convertió en su “patio trasero”. Y así es cómo realizó intervenciones de todo tipo. En República Dominicana, Granada, Panamá, Cuba, Chile, Guatemala, Nicaragua, Haití…

Tras el fracaso de las reformas neoliberales en los pasados años 90, y con la llegada de gobiernos progresistas –especialmente el de Hugo Chávez en Venezuela-, se produjo un cambio de ciclo histórico en América Latina. Y en 2013, la administración de Barack Obama anunció el fin de la “era de la Doctrina Monroe”. Pronosticó entonces –con una enorme hipocresía, porque los programas de desestabilización siguieron entre bastidores- una nueva era de relaciones amistosas entre EEUU y Latinoamérica.

Pero en eso… llegó Donald Trump. Anunció la construcción del muro migratorio con México, y regresó a la política del big stick (gran garrote) contra Cuba y Venezuela.

Ahora, la Casa Blanca vuelve a sacar del baúl de los recuerdos… la Doctrina Monroe. Los países adversarios, en esta coyuntura, ya no serían las potencias europeas, sino China y Rusia, a los que acusa de ser países “predadores” de las economías de la región. Algo increíble, porque desde principios del siglo XIX ha sido la economía de EEUU la que ha tenido un papel avasallador en la región, apropiándose de sus enormes recursos naturales.

Lo más increíble es que la reivindicación de la Doctrina Monroe la hiciera Rex Tillerson unos días antes de su gira por varios de sus países satélites en la región que, como México, Argentina, Perú o Colombia, aceptan el papel de obedientes colonias y cumplen su exigencia de cercar y bloquear a Venezuela.

Mientras, la prensa internacional… calla y otorga.

 

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