Non siamo supereroi, siamo medici rivoluzionari

Cuba ha mandato una brigata di medici ed infermieri in Italia questo fine settimana, per la prima volta, per aiutare nella lotta contro il nuovo coronavirus, su richiesta della regione più colpita nel paese europeo, Lombardia.

L’isola caraibica ha inviato il suo “esercito di camici bianchi” nel mondo in luoghi di disastro, principalmente in paesi poveri, da quando ha trionfato la Rivoluzione nel 1959. I suoi medici sono stati in prima linea nel combattimento contro il colera in Haiti e contro l’ebola in Africa, nell’ultima decade.

Ma con questa brigata di 52 medici ed infermieri, è la prima volta che Cuba manda un contingente di emergenza in Italia, uno dei paesi più ricchi del mondo, dimostrando la portata della sua diplomazia medica.

Si tratta della sesta brigata medica che Cuba ha inviato in giorni recenti per combattere all’estero l’espansione della nuova malattia. Il paese ha mandato contingenti in Venezuela, Nicaragua, Giamaica, Suriname e Granada.

“Siamo preoccupati ma abbiamo un dovere rivoluzionario da compiere, cosicché prendiamo la paura e la mettiamo ad un lato”, ha detto a Reuters sabato Leonardo Fernandez, di 68 anni, specialista in cure intensive, poco prima che la brigata partisse.

“Chi dice che non è spaventato è un supereroe, ma noi non siamo supereroi, siamo medici rivoluzionari.”

Fernandez ha detto che questa sarà la sua ottava missione internazionale, compresa una in Liberia durante la lotta contro l’ebola.

L’Italia è la nazione che è stata più colpita dal nuovo coronavirus, originato in Cina, ed esattamente nella regione settentrionale della Lombardia, che ha raggiunto il numero più alto del contagio.

Lì la cifra dei morti è arrivata sabato a 546, per un totale di 3095, secondo il suo assessore alla sanità, Giulio Gallera, che ha sollecitato l’appoggio dei medici cubani.

“Compiamo un compito onorevole, basato sul principio della solidarietà”, ha dichiarato Graciliano Diaz, di 64 anni.

Cuba ha uno dei più alti tassi di medici per abitanti nel mondo, incluso quando si esclude quelli che sono all’estero in missioni, e le sue brigate mediche grazie al sollievo che portano in situazioni di disastro continuano a generare buona volontà verso l’Isola a livello mondiale.

“In un momento di crisi, il governo ed il popolo di Cuba sono stati all’altezza delle circostanze, hanno ascoltato il nostro appello ed hanno risposto”, ha detto sabato il ministro di Salute giamaicano, Christopher Tufton, ricevendo a 140 collaboratori medici cubani nell’Aeroporto Internazionale di Kingston.

Anche il Regno Unito ha ringraziato Cuba la settimana scorsa per avere permesso l’attracco sull’Isola di una nave britannica da crociera che era stata respinta da vari porti caraibici, per facilitare così l’evacuazione al paese europeo di più di 600 passeggeri che erano a bordo.

Frattanto, il paese caraibico, conosciuto per la sua preparazione nei casi di disastro, sta rinforzando le misure domestiche per trattenere il contagio dal virus.

Il presidente Miguel Diaz-Canel ha annunciato venerdì che il paese chiuderà le sue frontiere agli stranieri non residenti dal martedì.

Migliaia di medici e studenti di Medicina stanno andando di porta in porta, monitorando nelle comunità locali.

da Reuters e The New York Times, in inglese

in spagnolo da Cubadebate in italiano traduzione di Ida Garberi

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