La pandemia ed il fallimento della guerra psicologica

Nuovi attori che si incorporano

http://cubasi.cu

La pandemia di Covid-19 va lasciando senza argomenti coloro che pronosticavano la prossima fine della Rivoluzione ed il fallimento del socialismo a Cuba. Sta esponendo la vera essenza inumana del capitalismo e la sua incapacità di rispondere a situazioni complesse come quella generata da quella malattia.

In tale contesto, risulta evidente che l’aumento dell’aggressività degli elementi controrivoluzionari interni ed esterni che si osserva nelle reti sociali, l’aumento delle pubblicazioni dannose volte a distorcere la nostra realtà, piene di menzogne sempre più grossolane e l’incorporazione di organizzazioni (strumenti di aggressione dell’impero) come Reporter Senza Frontiere a questa nuova campagna contro Cuba, rispondono al fallimento delle misure applicate nell’ambito del piano di guerra psicologica progettato per cercare di screditare e destabilizzare il paese approfittando dell’attuale situazione generata dalla pandemia.

Internamente, i mercenari al soldo dell’impero, realizzando il loro miserabile compito di fare il gioco al peggior nemico della loro patria e come buoni cloni della rancida controrivoluzione che annida a Miami, riproducono il comportamento di quella pleiade di irrazionali che, accecati dall’odio e dal fallimento, ricorrono alla minaccia e appellano alla violenza contro coloro che non possono sconfiggere nel campo delle idee. Orfani di esse, non sono altro che il pupazzo che regge il ventriloquo. Mentono, come loro, senza vergogna.

Di recente, un noto giornalista è stato vittima di questo tipo di condotte per il solo fatto di pubblicare un articolo, sul giornale Granma, in cui ha realizzato un’analisi obiettiva della situazione nel paese e del comportamento delle azioni mediatiche contro di lui. Qualcosa di cui questi elementi non vogliono che si parli.

Apro una parentesi per segnalare qualcosa che il Covid-19 sta anche rivelando ed è l’ipocrisia di alcuni autoproclamati guardiani del rispetto della giustizia e “nemici giurati” della violenza che, di fronte al fatto di cui sopra e ai momenti come quelli che vive il paese, hanno taciuto. Ciò indica che non sono mossi da un vero senso del giusto e che le loro motivazioni sono altre. Ci sono alcune paghette, da lì, che danno alcuni indizi su esse.

Ritornando al comportamento della guerra mediatica contro Cuba nella sua versione pandemica, retrocediamo alla tappa prima dell’entrata del Covid-19, per poter definire ciò che il nemico e i suoi lacchè si aspettavano che accadesse e quali obiettivi l’impero si ponesse in base ai risultati della sua valutazione.

In quello scenario pre-Covid-19, le principali linee del messaggio si concentravano su: presentare il modello politico-economico-sociale cubano come un sistema fallito, con un’economia sull’orlo del collasso, caratterizzato dall’esistenza di una burocrazia che definivano come corrotta, che rendeva inoperante (il sistema economico); bollavano il governo come inefficiente e lo segnalavano colpevole di rallentare lo sviluppo della nazione, minimizzando così gli effetti del blocco; società generalmente apatica, sopraffatta dalle carenze; la gioventù desiderosa di emigrare come i medici; il sistema sanitario impoverito, gli ospedali malsani; istigavano i medici ad abbandonare le missioni; accusavano di presunte violazioni dei diritti umani; ponderavano i le “bontà” della proprietà privata, mostrandola come la possibile “salvatrice” del paese ed un lungo eccetera di altre infamie.

La CIA, che aveva orientato le sue fonti a disegnare questo apocalittico panorama e che riceveva, di rimbalzo da queste, che ciò corrispondeva alla realtà, versione che rafforzavano i “progressisti” della “sinistra” del patio con i loro articoli, è finita, proprio come tutti loro, incluso il governo USA, per credere alle sue stesse menzogne; ​​come buoni mitomani incalliti quali sono. Confondono desideri con realtà.

Ecco perché hanno erroneamente stimato che Cuba non fosse preparata a resistere all’impatto del Covid-19 e che la sua economia sarebbe crollata causando il collasso del suo sistema sanitario, che anche hanno sottovalutato.

La continuazione delle misure per intensificare il blocco; la pubblicazione di articoli prevedendo un’evoluzione incontrollabile della malattia, con il verificarsi di migliaia di decessi (quello scritto da un titolare di una borsa di studio della Columbia University che fissa il numero di decessi al di sopra di 300mila ed auspicando carenze di letti e farmaci per rispondere alla malattia, sono un chiaro esempio di questo tipo di pubblicazioni); nonché l’incremento delle campagne di discredito del sistema sanitario, dimostrano che quella era stata la loro valutazione e che queste azioni erano dirette a contribuire a cercare di dare scacco matto alla Rivoluzione.

Al penetrare la malattia nel paese e non verificandosi la debacle che credevano inesorabile, la disperazione li ha portati ad improvvisare e diffondere menzogne ​​ancora più grossolane. Così hanno iniziato a mettere in discussione il numero di persone colpite dalla pandemia e dei decessi segnalati dalle autorità; hanno fatto apparire false morti per le strade e inesistenti camion carichi di bare nell’IPK (Istituto Medicina Tropicale Pedro Kurì ndt) ; hanno pubblicato dichiarazioni di immaginari malati che mettono in discussione il trattamento e le condizioni dei locali dove presumibilmente erano assistiti ed hanno posto senza patria (mercenari ndt), vestiti da dottori, a lamentarsi della presunta mancanza di mezzi di protezione, ecc.

Ad onore della verità, non avevano bisogno di molta immaginazione creatrice per costruire queste menzogne, era sufficiente per loro guardare lo scenario che esibiscono gli USA e gli altri paesi con governi affini a questo, poiché in essi tutto ciò era ed è una dura realtà.

Anche i “progressisti della sinistra” si sono visti costretti a cambiare il loro discorso, non solo per la forza delle circostanze, ma anche per azione di subordinazione, diventando così epidemiologi, virologi, biologi e sociologi tra altre “specialità”, pubblicando testi con contenuti pseudo-scientifici che screditano le azioni delle autorità sanitarie e del governo; considerando concetti di lotta alla pandemia sostenuti dal governo USA e che la pratica ha dimostrato sbagliati, come consentire al virus di diffondersi per generare quella che viene chiamata immunità comunitaria.

Arriviamo così al momento attuale in cui la loro frustrazione genera una disperazione che motiva l’aggressività che stiamo vedendo come una estrema risorsa per cercare di evitare che la verità sia conosciuta e che il mondo possa apprezzare, in tutta la sua grandezza, la colossale menzogna che sono andati vendendo sulla realtà di Cuba.

Ecco perché entra in scena Reporter Senza Frontiere (RSF), la presunta “ONG”, nata negli USA, ma registrato in Francia, organizzazione di facciata della CIA che la finanzia congiuntamente con la NED.

La vera missione di RSF è organizzare campagne politiche contro obiettivi che l’amministrazione USA ed i suoi governi alleati considerano dannosi per i loro interessi o che si oppongono od ostacolano lo sviluppo delle loro politiche di dominio e saccheggio delle altre nazioni. Un caso rappresentativo di questo agire è il sostegno fornito da RSF al sequestro del presidente costituzionale di Haiti, Jean-Bertrand Aristíde, da parte delle forze speciali USA, fornendo l’argomento secondo cui Bertrand Aristíde era un “predatore della libertà di stampa”.

Nel caso di Cuba, la sua missione, al momento, è sostenere la campagna volta a cercare di sottrarre credito a tutte le prove a sostegno del successo della nazione e del suo socialismo contro il Covid-19 e che smantella l’immagine di un paese sulla strada per l’abisso.

Il suo compito concreto è quello di trasferire al mondo l’immagine di una Cuba in cui la libertà di espressione è limitata; in questo modo sperano di screditare le informazioni divulgate dai media ufficiali e creare la corrente d’opinione che la verità sia nascosta dalla “repressione” di quelli che chiamano “giornalisti indipendenti”.

Questi elementi non sono né giornalisti né indipendenti, sono semplicemente mercenari al soldo USA, che neppure vengono imprigionati per informare, cosa che non fanno mai. Sono esperti nel disinformare e mentire e se qualcuno va in prigione è per violazione delle leggi. A Cuba non ci sono giornalisti scomparsi, né torturati né morti, neppure prigionieri.

In accordo con la sua subordinazione e missione RSF, nella lista che ha recentemente pubblicato, “valutando” lo stato della libertà di espressione o di stampa, non importa, la prima contiene la seconda nei paesi, in modo infame, ha riservato a Cuba uno degli ultimi posti. Mentre agli USA assegnano, abilmente, il 45esimo, ma sulla mappa, in cui i migliori “record” sono definiti da colori, è tra i primi.

Con un colpo di penna, RSF cancella le pubbliche e scandalose pressioni sulla stampa e le richieste, ad essa, di informare mancando di verità, inducendola a sostenere spuri interessi politici, oltre al fatto che i proprietari dei grandi media rispondono a quegli stessi interessi ed i giornalisti devono subordinarsi alle loro esigenze.

Infine, prendendo in considerazione l’attuale comportamento della campagna contro il nostro paese e del sistematico fallimento di tutte le varianti di disinformazione che sono state applicate alla situazione interna, nonché dell’evoluzione controllata del Covid-19 nel territorio nazionale, si prevede che gli USA incorporino in questa nuova aggressione contro Cuba, un altro degli strumenti disponibili per questo tipo di vili azioni come Human Rights Watch (HRW, “Observatory of Human Rights) altre delle ‘ONG’ di facciata della CIA. Aspettiamo

“Non esiste forza al mondo capace di schiacciare la forza della verità e delle idee”

Fidel.


La Pandemia y el fracaso de la guerra psicológica. Nuevos actores que se incorporan

La pandemia de la Covid-19 va dejando sin argumentos a los que pronosticaban el próximo fin de la Revolución y el fracaso del socialismo en Cuba. Está exponiendo la verdadera esencia inhumana del capitalismo y su incapacidad para dar respuesta a situaciones complejas como la generada por esa enfermedad.

En este contexto resulta evidente que el incremento de la agresividad de elementos contrarrevolucionarios internos y externos que se aprecia en las redes sociales, el aumento de las publicaciones nocivas dirigidas a distorsionar nuestra realidad, plagadas de mentiras cada vez más burdas y la incorporación de organizaciones (herramientas de agresión del imperio) como Reporteros Sin Fronteras a esta nueva campaña contra Cuba, responden al fracaso de las medidas aplicadas como parte del plan de guerra psicológica diseñado para tratar de desacreditar y desestabilizar al país aprovechando la actual coyuntura generada por la pandemia.

Hacia lo interno, los mercenarios a sueldo del imperio cumpliendo su miserable tarea de hacer el juego al peor enemigo de su patria, y como buenos clones de la rancia contrarrevolución que anida en Miami, reproducen el comportamiento de esa pléyade de irracionales que cegados por el odio y el fracaso, recurren a la amenaza y llaman a la violencia contra los que no pueden derrotar en el campo de las ideas. Huérfanos de ellas, no son más que el muñeco que sostiene el ventrílocuo. Mienten como ellos sin ningún pudor.

Recientemente un destacado periodista fue víctima de este tipo de conductas por el solo hecho de publicar un artículo en el periódico Granma, en el cual realizó un análisis objetivo de la situación del país y del comportamiento de las acciones mediáticas contra él. Algo de lo que estos elementos no quieren que se hable.

Abro un paréntesis para señalar algo que también va dejando al descubierto la Covid-19 y es la hipocresía de algunos autoproclamados guardianes del respeto a la justicia y “enemigos jurados” de la violencia que, ante el hecho mencionado y en momentos como los que vive el país, han callado. Eso indica que no los mueve un verdadero sentido de lo justo y que otras son sus motivaciones. Existen algunas nominillas por ahí que dan algunas pistas sobre ellas.

Volviendo al comportamiento de la guerra mediática contra Cuba en su versión pandémica, vamos a retroceder a la etapa antes de la entrada de la Covid-19, para poder definir qué esperaban el enemigo y sus lacayos que sucediera y cuáles objetivos se trazó el imperio en base a los resultados de su apreciación.

En ese escenario pre Covid-19 las principales líneas de mensajes se centraban en: presentar al modelo político económico social cubano como un sistema fallido, con economía al borde del colapso, caracterizado por la existencia de una burocracia que definían como corrupta, la cual planteaban lo tornaba inoperante, tildaban al gobierno de ineficiente y lo señalaban culpable de la ralentización del desarrollo de la nación, minimizando así los efectos del bloqueo, sociedad en general apática, agobiada por las carencias, la juventud deseosa de emigrar al igual que los médicos, el sistema de salud depauperado, los hospitales insalubres, instigaban a los médicos a abandonar las misiones, acusaban de supuestas violaciones a los derechos humanos, ponderaban las “bondades” de la propiedad privada, mostrándola como la posible “salvadora” del país y un largo etc. de infamias más.

La CIA que había orientado a sus fuentes dibujar ese panorama apocalíptico y que recibía, de rebote de estas, que el mismo se correspondía con la realidad, versión que reforzaban los “progresistas” de la “izquierda” del patio con sus artículos, terminó al igual que todos ellos, incluyendo al gobierno norteamericano, creyéndose sus propias mentiras como buenos mitómanos empedernidos que son todos. Confunden deseos con realidades.

Por eso estimaron erróneamente que Cuba no estaba preparada para resistir el impacto de la Covid-19 y que su economía se derrumbaría provocando el colapso de su sistema de salud al que también subestimaron.

La continuación de las medidas de recrudecimiento del bloqueo, la publicación de artículos pronosticando una evolución incontrolable de la enfermedad, con la ocurrencia de miles de fallecimientos (el redactado por un becario de la Universidad de Columbia fijando la cifra de muertes por encima de las 300 mil y augurando carencias de camas y medicamentos para dar respuesta a la enfermedad, son un claro ejemplo de este tipo de publicaciones), así como el arreciamiento de las campañas de descrédito del sistema de salud, demuestran que esa fue su valoración y que estas acciones estaban dirigidas a contribuir a tratar de darle el jaque mate a la Revolución.

Al penetrar la enfermedad en el país y no ocurrir la debacle que entendían inexorable, la desesperación los condujo a improvisar y a divulgar mentiras aún más burdas. Así comenzaron a cuestionar las cifras de afectados por la pandemia y de muertes que informaban las autoridades, hicieron aparecer falsos muertos en las calles e inexistentes camiones entrando cargados de féretros al IPK, publicaron declaraciones de imaginarios enfermos cuestionando el tratamiento y las condiciones de los locales donde supuestamente se les atendía y pusieron a apátridas disfrazados de médicos a quejarse de la presunta falta de medios de protección, etc.

En honor a la verdad no necesitaban mucha imaginación creadora para construir estas mentiras, les bastaba mirar hacia el escenario que exhiben EE.UU. y otros países de gobiernos afines a este, pues en ellos todo eso era y es una dura realidad.

También los “progresistas de la izquierda” se vieron forzados a cambiar su discurso, no solo por la fuerza de las circunstancias, sino también por acción de subordinación, de esa forma se transformaron en epidemiólogos, virólogos, biólogos y sociólogos entre otras “especialidades”, publicando textos de contenidos seudocientíficos donde desacreditaban las medidas de las autoridades sanitarias y del gobierno, ponderando conceptos de enfrentamiento a la pandemia sostenidos por el gobierno de EE.UU. y que la práctica ha demostrado que estaban equivocados, como el de dejar que el virus se expandiera para generar lo que se llama una inmunidad comunitaria.

Así llegamos al momento actual en el cual su frustración les genera una desesperación que motiva la agresividad que estamos viendo como recurso extremo para tratar de evitar que la verdad se conozca y el mundo pueda apreciar, en toda su magnitud, la colosal mentira que le han estado vendiendo sobre la realidad de Cuba.

Por eso salta a escena Reporteros sin Fronteras (RSF) supuesta “ONG”, nacida en EE.UU. pero inscripta en Francia, organización pantalla de la CIA que la financia de conjunto con la NED.

La verdadera misión de RSF es organizar campañas políticas contra objetivos que la administración estadounidense y sus gobiernos aliados visualizan como perjudiciales para sus intereses o que se oponen u obstaculizan el desarrollo de sus políticas de dominación y saqueo de otras naciones. Un caso representativo de este accionar lo constituye el apoyo brindado por RSF al secuestro del presidente constitucional de Haití Jean-Bertrand Aristíde por parte de las Fuerzas Especiales norteamericanas, aportando el argumento que Bertrand Aristíde era un «depredador de la libertad de prensa».

En el caso de Cuba su misión en estos momentos es apoyar la campaña dirigida a tratar de restar crédito a toda la evidencia que avala el éxito de la nación y su socialismo frente a la Covid-19 y que desmonta la imagen de un país camino al abismo.

Su tarea concreta es trasladar al mundo la imagen de una Cuba donde la libertad de expresión es coartada; de esa forma esperan desacreditar las informaciones que divulgan los medios oficiales y crear la matriz de opinión de que la verdad es ocultada mediante la “represión” de los que ellos llaman “periodistas independientes”.

Esos elementos ni son periodistas, ni independientes, son sencillamente mercenarios a sueldo de EE.UU., a los que tampoco se les encarcela por informar, algo que nunca hacen. Son expertos en desinformar y mentir y si alguno va a la cárcel es por violar las leyes. En Cuba no existen periodistas desaparecidos, ni torturados, ni muertos, tampoco presos.

Acorde con su subordinación y misión RSF, en la lista que recientemente ha publicado, “evaluando” el estado de la libertad de expresión o de prensa, da lo mismo, la primera contiene a la segunda en los países, le ha reservado infamemente a Cuba uno de los últimos lugares. Mientras a EE.UU hábilmente le otorga el 45, pero en el mapa donde por los colores se definen los que mejores “records” exhiben está entre los primeros.

De un plumazo RSF borra las públicas y escandalosas presiones a la prensa y las exigencias a esta de reportar faltando a la verdad, induciéndola a apoyar espurios intereses políticos, amén de que los dueños de los grandes medios responden a esos mismos intereses y los periodistas deben subordinarse a sus exigencias.

Finalmente, tomando en consideración el actual comportamiento de la campaña contra nuestro país y el sistemático fracaso de todas las variantes de desinformación que han aplicado sobre la situación interna, así como la evolución controlada de la Covid-19 en territorio nacional, es de esperarse que EE.UU. incorpore a esta nueva agresión contra Cuba, otro de los instrumentos de los que dispone para este tipo de viles acciones como Human Rights Watch (HRW, ‘Observatorio de Derechos Humanos) otras de las “ONG” pantallas de la CIA. Esperemos.

“No existe en el mundo fuerza capaz de aplastar la fuerza de la verdad y las ideas”

Fidel.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.