ELAM: medici per Sudafrica ed USA

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SUDAFRICA

Il primo gruppo di 575 giovani studenti di medicina sudafricani che hanno appena completato 5 anni di studio a Cuba a spese dello Stato, sono tornati in Sudafrica, pronti per iniziare il loro sesto e ultimo anno di carriera, come stabilito dal protocollo e dalle leggi sudafricane, ha riferito Rodolfo Benítez Verson Ambasciatore cubano in Sudafrica, attraverso il suo account Facebook.

Il diplomatico ha dichiarato che molto presto cureranno, guariranno e salveranno vite nelle loro comunità. “Questi sono i risultati impressionanti del programma di cooperazione sanitaria voluto da Nelson Mandela e Fidel Castro!”

L’arrivo in patria di questi 575 studenti di medicina sudafricani che si sono formati a Cuba dal 2014, conferma ulteriormente, se necessario, l’eccellenza delle relazioni tra le due nazioni.

Secondo quanto affermato da Reynaldo Denis de Armas, capo della collaborazione medica dell’isola, a Prensa Latina, questi giovani, che tornano questo mese su due voli charter, esemplificano la forza del programma di cooperazione bilaterale Nelson Mandela-Fidel Castro, firmato nel 1996.

Quel programma, spiega l’ambasciatore cubano, Rodolfo Benítez Verson, è un riflesso delle relazioni storiche e speciali di amicizia e cooperazione tra Cuba e il Sudafrica.

A livello internazionale, ricorda, l’ONU lo considera giustamente come un riferimento mondiale per la vera cooperazione Sud-Sud.

Grazie al programma, aggiunge Benítez Verson, oltre 1500 giovani sudafricani si sono già laureati come dottori (dopo aver studiato a Cuba) e più di 700 otterranno la laurea quest’anno.

Sarà la sessione di laurea di dottori più grande in tutta la storia del Sudafrica, sottolinea il diplomatico cubano.

Ora, come previsto, assicura De Armas, quegli studenti completeranno il loro sesto anno di carriera nelle università statali sudafricane, perché richiedono alcune abilitazioni e tecniche che non sono incluse nel programma di insegnamento cubano dei primi cinque anni di studi universitari.

Tra questi aspetti c’è l’acquisizione di ore di pratica nello svolgimento del taglio cesareo, somministrazione di anestesia, esecuzione di alcune procedure ortopediche, tra le altre procedure, aggiunge.

I centri educativi in ​​cui verranno inseriti, precisano, sono le Università di Pretoria, delle province di KwaZulu Natal, Free State, Limpopo, Città del Capo, nonché quelle di Sefako Makgatho (di Gauteng), Stellenbosh (Provincia del Capo Occidentale), Witwatersrand (Johannesburg ) e Walter Sisulu (Provincia del Capo Orientale).

Una volta terminato il sesto e ultimo anno del loro percorso di studi in questi centri, rivela De Armas, un gruppo di insegnanti e rettori del Ministero cubano della Sanità Pubblica si recherà in Sudafrica per fargli sostenere l’esame di stato.

Questa azione risponde al fatto che, in base all’accordo tra le autorità di entrambe le nazioni, le loro lauree di dottore in medicina sono rilasciate da Cuba.

Si conclude così un ciclo di insegnamento iniziato, ricorda, con il processo di selezione effettuato da ciascuna provincia sudafricana che tiene conto, tra gli altri parametri, della vocazione di ogni studente, da tutti i tipi di regioni, sia dalle città o zone rurali.

Tra un anno, aggiunge, quando saranno ricevuti come medici, i nuovi professionisti faranno un anno di tirocinio e poi un altro anno di servizi comunitari (servizio sociale), che sono obbligatori.

Successivamente, devono lavorare in quelle parti del paese in cui si trovano, in base alle esigenze sanitarie del Sudafrica, con l’obiettivo far arrivare il servizio medico all’intera popolazione.

Il Sud Africa, secondo De Armas, ha bisogno di molti più medici in modo che possano organizzarsi strutturalmente nel loro sistema sanitario, che è solido, ma mancano i medici in molte aree rurali dove è difficile per la popolazione accedere ai servizi sanitari.

Ma soprattutto, sottolinea, è importante sviluppare la medicina preventiva difendendo il principio di visitare i pazienti per prevenire numerose malattie nella popolazione.

www.cubadebate.cu


USA

Questa settimana a Cuba oltre 600 studenti da tutto il mondo si sono laureati gratuitamente medici presso la Scuola di Medicina Latinoamericana internazionale (ELAM) voluta e fondata nel 1999 da Fidel Castro e tra loro anche giovani provenienti dagli Stati Uniti d’America portando a 200 il totale dei medici statunitensi laureatisi a Cuba.

Ne danno notizia la rappresentante di Cuba presso l’ONU, Ana Silvia Rodríguez Abascal, pubblicandolo sul social network Twitter e il dottore Jorge González Pérez, direttore nazionale del Ministero di Salute Pubblica di Cuba (MINSAP).

Secondo la diplomatica, gli studenti provenienti dagli USA appartengono principalmente a minoranze emarginate e famiglie a basso reddito. Ha anche sottolineato che questi medici, per la maggior parte, hanno deciso di lavorare nelle loro comunità vulnerabili.

Inoltre, molti di loro, ancora da studenti della scuola, si sono uniti in questi mesi alla lotta contro Covid-19 all’interno dell’isola caraibica. Tra i loro lavori c’era il sostegno alla ricerca, porta a porta, che ha attraversato i quartieri della città alla ricerca delle persone che potevano essere focolai di contagio della pandemia.

D’altra parte, l’ambasciatore dell’Unione Europea (UE) a Cuba, Alberto Navarro, ha affermato che l’isola oggi sta dando un esempio di solidarietà di fronte alla pandemia di Covid-19, inviando missioni e Brigate Mediche all’estero.

Navarro ha sottolineato che i paesi europei esplorano “la possibilità di creare una scuola come l’ELAM per l’Africa, dove c’è anche molto bisogno”, secondo i modi di fare cubani e fondi europei.

Gli studenti statunitensi della università gratuita ELAM hanno anche tenuto un incontro virtuale con laureati partecipando alla lotta contro il nuovo coronavirus nelle comunità vulnerabili come il Bronx a New York.

Si sono anche uniti alle lotte contro il razzismo negli Stati Uniti e al movimento Black Lives Matter con la idea di “togliere fondi alla polizia, per finanziare la comunità, finanziare la salute pubblica”.

Secondo Cosme Moré Cuesta, comunicatore dell’Università di Scienze Mediche dell’Avana, quest’anno i primi 250 laureati a cui è stato consegnato il diploma provengono dalla Repubblica del Congo, poi 269 dalla Repubblica dell’Angola e infine più di 70 da 19 nazioni come Ciad, Ghana, Stati Uniti, Palestina e Colombia.

Diverse facoltà, sparse negli ospedali dell’Avana, ospitano studenti di decine di nazioni anno dopo anno, in specialità come medicina, stomatologia, odontoiatria e tecnologie sanitarie, il tutto finanziato dal governo cubano.

Durante la loro formazione, gli studenti si sono uniti al lavoro di promozione e prevenzione nel campo della salute, alla campagna sostenuta per combattere gli arbovirus, al confronto con catastrofi naturali e, nell’ultima fase, alla battaglia contro il COVID-19, lavorando gomito a gomito con professionisti e studenti cubani.

Alla presenza di funzionari delle rispettive ambasciate e del MINSAP, i nuovi professionisti delle scienze mediche, alcuni con l’onorificenza “Titolo d’oro” e “diploma di migliore laureato”, hanno ringraziato i loro insegnanti per tutto il loro aiuto nel raggiungimento dell’obiettivo desiderato.

Le autorità educative li hanno esortati a essere fedeli difensori della vocazione umanista che caratterizza la salute pubblica cubana e il modello in cui sono stati formati, per continuare ad approfondire i legami di collaborazione e amicizia tra Cuba e le loro nazioni e per dimostrare la loro solidarietà con altre parti del mondo.

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