Internazionalismo cubano in Honduras

Dopo la cooperazione ininterrotta che è stata sempre presente dopo le devastazioni causate dall’uragano Mitch nel 1998, compresa la pandemia COVID-19, una brigata di 25 operatori sanitari è partita mercoledì per l’Honduras, con l’obiettivo di aiutare le vittime dei cicloni Eta e Iota.

In seguito alla cooperazione ininterrotta che è stata sempre presente dopo le devastazioni causate dall’uragano Mitch nel 1998, compresa la pandemia COVID-19, una brigata di 25 operatori sanitari è partita mercoledì per l’Honduras, con l’obiettivo di aiutare le vittime dei cicloni Eta e Iota.

Nella cerimonia di addio, Ana Teresa González Fraga, primo viceministro del Ministero del Commercio estero e degli investimenti esteri, ha sottolineato il carattere umanista e solidale della cooperazione cubana, anche quando il blocco economico, commerciale e finanziario imposto dagli Stati Uniti si sta intensificando e il governo di quel Paese sta facendo una campagna per screditare gli aiuti.

Gli 11 medici, cinque laureati in scienze infermieristiche, cinque specialisti in igiene ed epidemiologia e quattro operatori logistici costituiscono il gruppo che lavorerà nelle comunità più colpite dalle meteore, che hanno lasciato 3,4 milioni di persone colpite, 91 morti, 189.604 evacuati e 128.127 al riparo.

Al loro arrivo in Honduras, ha riferito Prensa Latina, i gruppi di solidarietà hanno applaudito il personale medico, che ha continuato il viaggio verso una delle zone più devastate, dove allestirà un ospedale da campo.

Fonte: www.granma.cu

Traduzione: ASSOCIAZIONE NAZIONALE DI AMICIZIA ITALIA-CUBA

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