I tribunali USA fanno un altro passo avanti nello smembramento di CITGO

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La concreta minaccia  di liquidazione di CITGO Petróleum Corporation, società con sede sul suolo USA e di proprietà dello Stato venezuelano, ha un nuovo culmine.

Secondo il sito web Argus Media, il giudice Leonard Stark ascritto ad un tribunale dello stato del Delaware, USA, ha dato il via libera alla transnazionale canadese Crystallex per procedere con la vendita delle azioni della società, la succitata filiale di PDVSA, per far realizzare a suo favore un’aggiudicazione di 1,2 miliardi di $ a scapito del Venezuela, per ammende non riconosciute dalla Repubblica.

Il provvedimento di questo tribunale è nuovamente ripetuto. Questa corte ha ordinato, in diverse occasioni, che si proceda alla vendita dei beni di CITGO ed alla sua liquidazione, attraverso un ordine di vendita.

L’espropriazione dei beni di CITGO ora dipende solo dalla concessione di una licenza speciale da parte dell’Office of Asset Control (OFAC) del Dipartimento del Tesoro USA. Questo ufficio USA ha concesso una “protezione” a tutti i beni ed attivi di CITGO con effetto fino al 21 luglio 2021, ma questa misura può essere revocata in qualsiasi momento della nuova presidenza di Joe Biden o persino al solo emettersi un’eccezione affinché l’azienda canadese prosegua con il suo incasso.

Crystallex non è l’unica interessata a prendere CITGO a pezzi. Nell’ottobre dello scorso anno il Dipartimento del Tesoro ha emesso un’estensione della “tutela” di CITGO attraverso la licenza 5E. Ciò significa che i possessori delle obbligazioni PDVSA 2020, che era assistita da azioni CITGO come garanzia, non potranno procedere con alcuna azione legale per incassare la garanzia sulla filiale che scade il 19 gennaio, a meno che l’OFAC non lo consenta espressamente.

CITGO, nelle viscere degli interessi USA

Il destino di CITGO, soggetta a rapporti arbitrali dovuti all’azione del Dipartimento del Tesoro ed alla sua sottomissione alle controversie nei tribunali USA, continua a rimane fuori dai disegni della sovranità venezuelana, una volta che l’amministrazione Trump abbia formato il governo fake rappresentato da Juan Guaidó, “legittimando” così una confisca de facto del principale bene venezuelano all’estero.

Le misure coercitive e unilaterali contro il Venezuela, emanate dall’agosto 2017, hanno impedito che la Repubblica assumesse gli adempimenti con i suoi creditori del debito. In questo modo, le autorità USA hanno deliberatamente posto CITGO in situazione di alto rischio, come preludio al congelamento dei beni entrato in vigore nel 2019, contemporaneamente alla sponsorizzazione USA di Guaidó.

CITGO non ha contato sulla difesa nei tribunali USA attraverso squadre legali sotto il coordinamento delle legittime autorità del Venezuela. Inoltre, la società è stata “difesa” dalla procura fake rappresentata da José Ignacio Hernández, accusata di negligenza ed inoltre chiaramente subordinata agli interessati a smembrare la società, mediante vecchi compiti con cui Hernández avrebbe servito l’attore domandante Crystallex.

Fino ad ora, il sequestro dei beni CITGO a favore di Crystallex e degli obbligazionisti PDVSA 2020, era stato contenuto dalle formalità che il Dipartimento del Tesoro ha imposto in modalità politicamente telecomandate dall’amministrazione Trump. In questo modo, il presidente uscente aveva ritardato la frammentazione dei beni di CITGO per non far fronte ad accuse che potessero danneggiare l’immagine di presunta “protezione” dei beni venezuelani, con la quale si è giustificata, davanti all’opinione pubblica, la propria espropriazione di fatto.

In altre variabili politiche, è stato anche evidente l’elevato costo politico che l’opposizione venezuelana dovrebbe affrontare se CITGO dovesse essere persa. Inoltre, la campagna presidenziale, che ha messo Joe Biden e Donald Trump in una feroce disputa per i voti nello stato strategico della Florida, ha avuto il tema Venezuela come asse chiave della campagna e della ricerca del voto della diaspora venezuelana. In questo modo, queste condizioni politiche avrebbero contenuto le sentenze a favore degli interessati ad impossessarsi dei beni della società statale venezuelana.

Ma ora queste circostanze sono già cambiate o hanno perso rilevanza.

L’Amministrazione Biden ha ereditato un importante nodo critico. CITGO Petroleum, ubicata sul suolo USA e storicamente soggetta alle garanzie aziendali della legislazione USA, è al centro delle aggressioni, politicamente ispirate, del governo USA per smantellare il potere legittimo di Caracas.

Biden sarà ora responsabile di continuare una sempre più insostenibile ed indefinita “protezione” di CITGO attraverso gli uffici del Dipartimento del Tesoro, o autorizzarne il suo smembramento alle società querelanti del Venezuela o, infine, restituirla alla nazione, situazione quest’ultima, presumibilmente prevista ad aver successo un cambio di regime in Venezuela. Per ora, e senza distensione tra Caracas e Washington, non si prevede che le aggressioni economiche contro il Venezuela si attenuino e ci si produca un ritorno alla sovranità venezuelana di questo importante asset.

È altamente probabile che l’amministrazione Biden continui (anche se in possibili nuovi termini) a sostenere il governo parallelo di Guaidó, il che implica una continuità nel sequestro CITGO.

Ciò apre le possibilità che le nuove “autorità” nominate da Guaidó per CITGO Holding, possano, a breve termine, negoziare con Crystallex e con gli obbligazionisti nuovi termini per cedere alle pressioni e svolgere, tra le varie possibilità, un ordinato processo di aggiudicazione di beni, vendita concordata di beni, un cronogramma di pagamento attraverso l’emissione di debito per pagare i querelanti o alcune altre strategie di negoziazione per mitigare o nascondere la perdita di beni fisici e finanziari.

L’importante in questo scenario è che tale provvedimento rimarrebbe a discrezionalità di CITGO, agendo sotto canali “amichevoli” e non per una decisione che politicamente ricada sul Dipartimento del Tesoro cedendo al tribunale del Delaware, che ha già ordinato alle parti di giungere ad accordi per la ripartizione dei beni.

In quel contesto, ci sarebbe un evidente “controllo dei danni” ed un’amministrazione delle responsabilità politiche, lottando l’opposizione venezuelana con la maggior parte di esse. Tuttavia, con l’attuale quadro politico e nel mezzo di una polarizzata politica USA, che si svolge in una transizione di comando disordinata e complessa, è probabile che l’amministrazione Biden abbandoni CITGO, sostenendo la sua perdita come una scia di cattive decisioni della fallita strategia di Trump contro il chavismo; qualcosa che potrebbe politicamente gestirsi, nell’opinione pubblica, incorporando la presunta negligenza del governo bolivariano come presunta causa della perdita.

In breve, la situazione di rischio di CITGO è di tale portata che, sui suoi beni, c’è un evidente compromesso. In un comunicato, il ministero degli Esteri venezuelano ha respinto la decisione del tribunale del Delaware e in riferimento specifico al giudice Stark ha indicato: “L’azione del giudice USA, Stark, è in tal modo ostile contro il Venezuela che suggerisce ad altri creditori, che non fossero parte del processo sotto la sua responsabilità, che si presentino a partecipare alla mischia che ha dichiarato sulle azioni di CITGO”, si legge nel comunicato.


Venezuela: aberrante la sentenza che autorizza la vendita illegale di azioni CITGO negli USA

 

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Il ministro degli Esteri della Repubblica Bolivariana del Venezuela, Jorge Arreaza, ha definito un’aberrazione giuridica la sentenza della Corte Federale del Distretto del Delaware negli Stati Uniti che autorizza la vendita illegale delle azioni di CITGO, la principale controllata dello Stato società Petróleos de Venezuela (PDVSA) nel paese nordamericano.

“Al Procuratore Generale della Repubblica è stato impedito insieme alla sua squadra di esercitare la difesa nei tribunali degli Stati Uniti; se gli fosse stato permesso di farlo, questa aberrazione legale non si sarebbe verificata “, ha annunciato il capo della diplomazia venezuelana questo sabato da Casa Amarilla a Caracas durante la lettura di un comunicato. sulla decisione illegittima.

In questo senso, ha affermato che questa “frode procedurale” intende sottrarre al popolo venezuelano il principale bene che ha all’estero per ricevere entrate dalla produzione, raffinazione e commercializzazione del petrolio.

Ha notato che l’appropriazione illegale di CITGO è stata contraffatta sotto le istruzioni dell’ex vice Juan Guaidó ed eseguita dal Sig. José Ignacio Hernández, entrambi latitanti dal sistema giudiziario venezuelano.

“Il Venezuela denuncia e rifiuta le azioni del governo di Donald Trump, in complicità con gli estremisti venezuelani, che hanno commesso crimini transnazionali al fine di appropriarsi dei beni del Paese e delle sue entità in tutto il mondo”, ha detto.

Ha inoltre allertato la comunità internazionale del pericolo che questa sentenza rappresenta per gli investimenti e le società estere statunitensi, a fronte di manovre volte a confiscare beni privati ​​stranieri con frode procedurale.

Allo stesso modo, ha indicato che il Venezuela continuerà a difendere i suoi interessi all’estero per il bene di tutti i venezuelani.

Di seguito la traduzione ufficiale del comunicato:

Il Venezuela rifiuta la sentenza che autorizza la vendita di beni Citgo da parte dell’agonizzante governo Trump

La Repubblica Bolivariana del Venezuela denuncia e respinge fermamente le azioni del governo di Donald Trump, in complicità con un ridotto di estremisti venezuelani che, agendo in collusione, hanno commesso crimini transnazionali volti ad appropriarsi dei beni del Venezuela e delle sue entità in tutto il mondo.

In un’altra fase dell’intricato schema di corruzione in atto, ieri il Tribunale Federale per il Delaware District degli Stati Uniti d’America, ha deciso di avviare le fasi propedeutiche alla cessione delle azioni della società PDV Holding, proprietaria di CITGO, con il presunto scopo di eseguire con la forza un arbitrato emesso contro il Venezuela da un tribunale ICSID nel 2016, che non ha nulla a che fare con PDVSA, Citgo Holding, Inc. e Cito Petroleum Corporation (CITGO).

Questa sentenza, nelle ore agonizzanti del governo uscente di Donald Trump, conferma che le relazioni internazionali di questa amministrazione sono guidate da odio, saccheggi, vendette e abuso di potere come esercizio criminale del potere pubblico. È la distribuzione all’ultimo minuto del bottino di quel governo con la complicità del suo fallito fantoccio locale, ad accentuare la vendetta contro una compagnia che appartiene a tutti i venezuelani.

Come hanno tempestivamente avvertito le massime autorità del governo venezuelano, l’appropriazione illegittima e illegale di Citgo è stata contraffatta sotto le istruzioni dell’ex vice Juan Guaidó ed eseguita dal Sig.José Ignacio Hernández, latitante della giustizia venezuelana per aver concepito un atto anti-legale quadro per appropriarsi dei beni della Repubblica all’estero, facilitare la consegna del patrimonio del popolo venezuelano a potenze straniere attraverso una gigantesca frode procedurale e tentativo contro l’ordine costituzionale venezuelano.

È di dominio pubblico che la persona che ha agito come falso procuratore nei processi che la Repubblica porta dinanzi agli organi giudiziari internazionali, aveva e ha tuttora legami economici con il Querelante, Crystallex International Corp. (Crystallex) e altri attori transnazionali, anche ha deliberatamente agito con assoluta goffaggine e mancanza di abilità, usurpando volgarmente funzioni pubbliche davanti al sistema giudiziario statunitense, invocando una presunta rappresentanza che non ha mai avuto per garantire i legittimi interessi del Venezuela.

L’unico scopo di queste azioni era quello di fornire un velo legale alla resa criminale del patrimonio di tutti i venezuelani al governo di Donald Trump, a un gruppo di uomini d’affari a lui legati e agli estremisti venezuelani che si prestano a impegnarsi di più. gravi aggressioni mai conosciute contro la Repubblica.

L’azione del giudice statunitense, Stark, è così ostile al Venezuela che suggerisce ad altri creditori, che non erano parti nella causa a suo carico, di farsi avanti per partecipare alla lotta che ha dichiarato sulle azioni di Citgo.

Avvisiamo il mondo che questa operazione legale non solo è stata incoraggiata dal governo di Donald Trump, ma che ai legittimi rappresentanti del Venezuela è stato impedito di difendere debitamente, integralmente e affettivamente i beni patrimoniali della Repubblica Bolivariana del Venezuela e PDVSA, attraverso l’imposizione di misure coercitive unilaterali.

Infine, segnaliamo alla comunità internazionale il pericolo che rappresenta per gli investimenti e le società straniere negli Stati Uniti d’America, e il grave rischio a cui sono soggetti i loro interessi a fronte di manovre di questa natura, volte a confiscare beni privati ​​esteri tramite grandi frodi procedurali e azioni unilaterali in violazione del diritto internazionale.

La Repubblica Bolivariana del Venezuela non rinuncerà mai alla difesa dei propri diritti e interessi nei casi corrispondenti, al fine di preservare il patrimonio il cui unico proprietario è il popolo venezuelano.

Caracas, 16 gennaio 2021

Immagine in primo piano: il ministro degli Esteri venezuelano, Jorge Arreaza, che denuncia la manovra illegale degli Stati Uniti per la vendita di azioni CITGO. Foto per gentile concessione di MPPRE.

Fonte: Alba Ciudad – Venezuela – https://albaciudad.org/


TRIBUNALES ESTADOUNIDENSES DAN OTRO PASO AL FRENTE EN EL DESMEMBRAMIENTO DE CITGO

La amenaza concreta de liquidación de CITGO Petróleum Corporation, empresa radicada en suelo estadounidense y propiedad del Estado venezolano, tiene un nuevo momento de climax.

Según el sitio web Argus Media, el juez Leonard Stark adscrito a un tribunal del estado de Delaware, en Estados Unidos, le dio luz verde a la transnacional canadiense Crystallex para seguir adelante con la venta de acciones de la empresa la referida filial de PDVSA, para hacer cumplir a su favor una adjudicación de $ 1.2 mil millones en detrimento a Venezuela, por reparos no reconocidos por la República.

La medida de este tribunal es nuevamente reiterada. Esta corte ha ordenado en varias oportunidades que se proceda a la venta de los activos de CITGO y su liquidación, mediante una orden de venta.

El despojo de los activos de CITGO ahora solo depende de que la Oficina de Control de Activos del Departamento del Tesoro de los Estados Unidos (OFAC) otorgue una licencia especial. Esta oficina estadounidense otorgó una “protección” a todos los bienes y activos de CITGO con vigencia hasta el próximo 21 de julio de 2021, pero esta medida puede levantarse en cualquier momento de la nueva presidencia de Joe Biden o, incluso, solo emitirse una excepción para que la empresa canadiense siga adelante con su cobro.

Crystallex no es la única interesada en tomar a CITGO por trozos. En octubre del año pasado el Departamento del Tesoro emitió una extensión del “resguardo” de CITGO mediante la licencia 5E. Esto supone que los tenedores de los bonos de PDVSA 2020, que estaba respaldado con acciones de CITGO como garantía, no podrán avanzar con ninguna acción legal para cobrar la garantía sobre la filial que expira el 19 de enero, a menos que la OFAC lo permita de forma expresa.

CITGO, en las entrañas de los intereses estadounidenses

El destino de CITGO, sujeta a relaciones de arbitraje por la acción del Departamento del Tesoro y su sometimiento a las disputas en tribunales estadounidenses, sigue fuera de los designios de la soberanía venezolana, una vez que la Administración Trump conformara el gobierno fake representado por Juan Guaidó, “legitimando” así una confiscación de hecho del principal activo venezolano en el extranjero.

Las medidas coercitivas y unilaterales contra Venezuela emitidas desde agosto de 2017, han impedido que la República asuma cumplimientos con sus acreedores de deuda. De esta manera, las autoridades de EEUU deliberadamente colocaron a CITGO en situación de alto riesgo, como un preludio al congelamiento del activo que se hizo efectivo en 2019, en simultáneo al auspicio estadounidense a Guaidó.

CITGO no ha contado con la defensa en tribunales estadounidenses mediante equipos legales bajo la coordinación de las autoridades legítimas de Venezuela. Adicionalmente, la empresa ha sido “defendida” por la procuraduría fake representada por José Ignacio Hernández, señalada de negligente y además claramente subordinada a los interesados en desmembrar la compañía, mediante viejas labores con las cuales Hernández habría servido a la demandante Crystallex.

Hasta ahora, la toma de los activos de CITGO para favorecer a Crystallex y a los bonistas del PDVSA 2020, había sido contenida por las formalidades que ha impuesto el Departamento del Tesoro de maneras teledirigidas políticamente por la Administración Trump. De esta manera, el mandatario saliente había dilatado la fragmentación de los activos de CITGO para no lidiar con señalamientos que pudieran perjudicar la imagen de supuesta “protección” de los activos venezolanos, con la cual se justificó ante la opinión pública su despojo de facto.

En otras variables políticas, ha sido también evidente el alto costo político que lidiaría la oposición venezolana si CITGO definitivamente se perdiera. También, la campaña presidencial, que colocó a Joe Biden y a Donald Trump en una férrea disputa por los votos en el estratégico estado de Florida, tuvo al tema Venezuela como un eje clave de la campaña y la búsqueda del voto de la diáspora venezolana. De esta manera, estas condiciones políticas habrían contenido los fallos a favor de los interesados en tomar los bienes de la estatal venezolana. Pero ahora estas circunstancias ya cambiaron o perdieron relevancia.

La Administración Biden ha heredado un importante nudo crítico. CITGO Petroleum, radicada en suelo estadounidense e históricamente sujeta a las garantías empresariales de la legislación norteamericana, está en el centro de las agresiones políticamente inspiradas del gobierno estadounidense para desmantelar el poder legítimo de Caracas.

Biden será ahora el responsable de continuar una cada vez más insostenible e indefinida “protección” de CITGO mediante los oficios del Departamento del Tesoro, o autorizar su desmembramiento a las empresas demandantes de Venezuela o, finalmente, devolverla a la nación, situación esta última, supuestamente prevista en un exitoso cambio de régimen en Venezuela. Por ahora, y sin distensiones entre Caracas y Washington, no está previsto que desescalen las agresiones económicas a Venezuela y se produzca una devolución a la soberanía venezolana de este importante activo.

Es altamente probable que la Administración Biden continúe (aunque en posibles nuevos términos) apoyando al gobierno paralelo de Guaidó, lo que implica una continuidad en el secuestro de CITGO.

Ello abre las posibilidades de que las nuevas “autoridades” nombradas por Guaidó para CITGO Holding, puedan en el corto plazo negociar con Crystallex y con los bonistas nuevos términos para ceder a las presiones y efectuar, entre varias posibilidades, un proceso de adjudicación ordenada de activos, venta pactada de activos, un cronograma de pago mediante la emisión de deuda para pagar a los demandantes o algunas otras estrategias de negociación para mitigar o disimular la pérdida de bienes físicos y financieros.

Lo importante en ese escenario, es que dicha medida quedaría a discrecionalidad de CITGO actuando bajo canales “amistosos” y no por una decisión que políticamente recaiga sobre el Departamento del Tesoro cediendo ante el tribunal de Delaware, quienes ya han ordenado a las partes llegar a acuerdos para la repartija de bienes.

En ese contexto, habría un evidente “control de daños” y una administración de las responsabilidades políticas, lidiando la oposición venezolana con la mayor parte de ellas. Sin embargo, con el cuadro político actual y en medio de una polarizada política estadounidense, que transcurre en una transición de mando desordenada y compleja, es probable que la Administración Biden de al traste con CITGO adjudicando su pérdida como una estela de malas decisiones de la fallida estrategia de Trump contra el chavismo, algo que podría políticamente manejarse en la opinión pública incorporando la supuesta negligencia del gobierno bolivariano como supuesta causa de la pérdida.

En definitiva, la situación de riesgo de CITGO es de tal magnitud, que sobre sus bienes hay una evidente componenda. En un comunicado la Cancillería venezolana rechazó la decisión del tribunal de Delaware y en referencia específica al juez Stark indicó: “La actuación del juez estadounidense, Stark, es de tal manera hostil contra Venezuela que sugiere a otros acreedores, que no fueron parte en el juicio a su cargo, que se presenten a participar en la rebatiña que ha declarado sobre las acciones de CITGO”, apuntó el comunicado.

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