Ana Belen Montes: rivoluzionaria o spia?

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ana belen montes freeLontani dalla terra che ci vide nascere e con l’Oceano Atlantico nel mezzo, un giorno conoscemmo, quasi per caso in internet, che una persona aveva riconosciuto essere solidaria con l’isola e per questo stava reclusa. Sorse allora il dubbio se questa era una storia vera o era un’altra delle menzogne del governo degli USA.

A leggere con attenzione le informazioni, abbiamo deciso di basarci su ciò che è stato pubblicato, e da esso, esporre queste idee, perché tutto ciò che sia per difendere l’isola, è per me un impegno; giacché un giorno abbiamo lasciato la patria, nel mezzo del contagio sociale che generarono gli eventi dell’ambasciata del Perù, nel 1980. Oggi il nostro pensiero non ha nulla a che fare con chi eravamo negli anni ’80: Alla fine, “ho ancorato” e attraccato in Europa.

Veniamo al merito.

L’accusa di Spionaggio è una categoria giuridica che appare nei codici penali nelle sezioni relative alla sicurezza delle nazioni.

Il concetto di spionaggio verso l’interno degli USA è stato, nel corso degli anni, manipolato dal governo di quel paese e dai mass media, con lo scopo di intimidire qualsiasi tentativo di solidarietà e cooperazione con le giuste cause dell’umanità. Così che la spia-mania ottenne uno spazio nelle menti del cittadino USA.

Tuttavia, anche se la spia-mania diventò, nel cervello dei nordamericani, un riflesso di paura, lì, all’interno dell’Impero, ci sono quelli che non hanno paura e sono sensibili ai fenomeni sociali che avvengono in questo paese o altrove. Questo sembra essere il caso di Ana Belen Montes.

Torniamo all’inizio. Come è qualificato lo spionaggio negli USA?

Nella sua condizione di agente speciale del Federal Bureau of Investigation, Stephen Mc Coy dice nelle sue “Conclusioni della Dichiarazione Giurata a sostegno dell’atto d’accusa penale, arresto e perquisizione di Ana Belen Montes”:

“Ana Belen Montes, cospirò, si confederò ed accordò con persone note e sconosciute per violare la 18 USC 794 (a), vale a dire, comunicare, distribuire, trasmettere al governo di Cuba … informazioni relative alla difesa nazionale degli USA, con intenzione e ragione … per danneggiare gli USA a favore di Cuba.”

Fermiamoci alla frase “… per danneggiare gli USA …”. Raccoglie la storia attraverso i “secoli dei secoli, amen,” un qualche danno occasionato da Cuba al territorio degli USA o a qualche cittadino USA? Hanno potuto i presidenti  di quel paese, la Comunità d’Intelligence e il Dipartimento di Stato, accusare l’isola, di determinate azione offensiva contro di loro? Questi sono gli errori che implementa il governo gringo e sono le menzogne a cui abitua il suo popolo.

Howard Zinn, nel suo articolo pubblicato in The Progressive (2006) “I paraocchi del popolo statunitense”, dice: “Polk mentì sulle ragioni per andare in guerra con il Messico nel 1846 … McKinley mentì nel 1898 per invadere Cuba … Thomas Woodrow Wilson mentì … per entrare nella I guerra mondiale … Harry Truman mentì quando disse che la bomba atomica fu sganciata su Hiroshima perché questa città era un “obiettivo militare” … Tutti mentirono sul Vietnam: Kennedy, Johnson, Nixon … volevano mantenere tale Paese come avamposto USA sul bordo del continente asiatico … Reagan mentì sull’invasione di Granada … Bush padre mentì sull’invasione di Panama … e poi mentì di nuovo sui motivi per attaccare l’Iraq nel 1991″. Poi hanno mentito sul crollo delle Torri Gemelli (World Trade Center) e manipolarono le informazioni per attaccare l’Afghanistan ed intervenire nuovamente in Iraq e sovvertire il governo di Muammar al – Gheddafi in Libia. Ora sono di turno Siria e Venezuela. Chi fanno i danni?

Dove si evince la natura offensiva delle azioni di Ana Belen Montes e le presunte azioni dell’isola contro gli USA?

Come resta, davanti agli argomenti di Howard Zinn e altri, il Grande Impero mito maniacale?

Il popolo USA è “iniettato” di spia mania e traduce tutto attraverso quella lente.

È Ana Belen Montes una spia?

ana-belen-monrGli uomini e donne animati da sentimenti di giustizia e solidarietà potranno utilizzare le forme per ottenere informazione per salvare perfino l’umanità; ma si noti che non sono quelli che uccidono e assassinano, né distruggono.

Il popolo USA un giorno prenderà coscienza di ciò.

Il significato di ciò che si fa, del perché si lotta è importante. Ana Belen Montes ha detto nelle sue dichiarazioni “non condividono la politica degli USA contro Cuba”, che si traduce nel aver condiviso la politica di danneggiare Cuba. Ha anche detto di non aver ricevuto alcun compenso per avere quelle idee. Quest’ultimo è difficile per i governanti USA lo possano capire. Per solidarizzarsi con l’isola, non bisogna distribuire soldi. L’Isola irradia un’opera che fa sorgere, nel seno stesso dei gruppi dirigenti e funzionari di governo e nei cittadini simpatie che sono incommensurabili.

Ana Belen Montes si schierò a difesa della giustizia, della povertà.

C’è una differenza tra un mercenario che attacca la Siria ricevendo uno stipendio per uccidere e quegli uomini delle Brigate Internazionali, che accorsero in Spagna per combattere a fianco dei repubblicani.

Osserviamo qualcosa di interessante: Scott W. Carmichael, ufficiale del controspionaggio del Defense Intelligence Agency (DIA) degli USA, fu una persona che aveva a che fare con la questione di Ana Belen Montes e scrisse una libro intitolato “Dentro le indagini e la cattura di Ana Belen Montes, maestra di spionaggio di Cuba”.

Scrive questo signore che intervistò Ana Belen Montes, il 7 novembre del 1996, di aver trovato nel suo fascicolo di sicurezza una menzione quando la stessa lavorò al Dipartimento di Giustizia. Rileva che lei aveva espresso, in quel momento, il suo disaccordo con la politica del governo USA nei confronti di Cuba. La stessa idea che ha espresso dopo essere stata arrestata. Per Carmichael, Cuba vuole fare del male agli USA ed in contrasto con la sua valutazione alti funzionari del Dipartimento della Difesa hanno sostenuto che l’isola non è di alcun pericolo per la sicurezza degli USA.

Carmichael imbevuto nel suo fanatismo compara Ana Belen Montes con un gruppo di persone che hanno poco a che fare con lei. Racconta: “Ana Belen Montes … fu una super spia come Aldrich Ames per la CIA; Robert Hannsen per l’FBI; John Walter … per la Marina; Clyde Conrad per l’Esercito e Jonathan Pollard per Naval Intelligence”.

Come sappiamo, e siamo ben lontani dall’avere un pieno dominio di questo tema non essendo specialisti in esso le menzionate, almeno Ames, Hannsen e Walter,  ricevettero ingenti somme per le loro informazioni, incluso diamanti. Idee politiche? Erano contro le posizioni USA o li animava il lucro e l’acquisizione di  guadagni?

Ma la cosa più interessante è che lo stesso Carmichael ci dà ragione di individuare Ana Belen Montes come una rivoluzionaria che difendeva un’idea e un pò più, una causa. Carmichael si riferisce a Ana Belen Montes e dice che agì per “convinzione” (la parola è sua). Uno dei suoi sequestratori la riconosce come rivoluzionaria, anche se gli è proibito usare questa parola.

Ana Belen Montes è una straordinaria rivoluzionaria. Ha dimostrato la sua enorme statura personale e politica. Il suo agire conseguente la colloca in un posto speciale nella storia. Quando parla di “un paese mondiale” trascende le società in cui è cresciuta.

Arriverà il giorno che, per le strade di Washington, New York, Philadelphia, New Jersey, San Francisco e in altre città, il suo nome s’identificherà con quello della donna che anticipò dimostrare che non è possibile che un impero diriga l’umanità.

Oggi Ana Belen Montes è per quasi tutti i nordamericani una spia, eppure, lei con la sua azione ha aiutato il popolo nordamericano a conoscere la verità sul suo governo. Ad un certo punto quel popolo si renderà conto e la riconoscerà.

A lei bisogna porla vicino alla coppia Julius e Ethel Rosenberg, che a suo tempo cercarono che gli USA non arrivassero a tenere il dominio assoluto delle armi nucleari e persero la loro vita per tale causa.

Oggi, quando le notizie dei colloqui tra Cuba e gli USA monopolizzano i titoli dei giornali, ricordo che Ana Belen Montes, nelle sue dichiarazioni, ha espresso le sue idee su questo tema. Tutto indica che era una fonte d’ispirazione, per lei, che entrambi i paesi si sedessero a dialogare e per questo manifestò che il suo più grande desiderio era quello di vedere emergere relazioni amichevoli tra Cuba e gli USA.

A questo proposito, ha aggiunto: “Spero che il mio caso, in qualche modo incoraggerà il nostro governo ad abbandonare la sua ostilità nei confronti di Cuba e lavorare con L’Avana in uno spirito di tolleranza, mutuo rispetto e comprensione”.

Come si può vedere l’azione di Ana Belen Montes coincide con lo “spirito” del presidente Obama per cui si producano conversazioni tra i due paesi. Che cosa pensa il signor Obama di questa rivoluzionaria che ha lavorato per cambiare la cultura offensiva dell’Impero?

Ana Belen Montes merita il nostro rispetto ed ammirazione e che lottiamo per pubblicizzare la sua storia.

È obbligo concludere dicendo che lei è una rivoluzionaria, ancora quando l’idea di cambiare gli approcci giuridici può risultare un’utopia. La situazione di Ana Belen Montes è più una situazione politica che giuridica. Il governo USA ha rilasciato persone che sono ben lungi dall’avere le giustificazioni nell’ordine delle idee che ha Ana Belen Montes.

* Conte Nieves

Nota del redattore.

* Conte Nieves è lo pseudonimo di un immigrato cubano, che vive in Europa e collaboratore di La Mala Palabra, che sente profondamente tutto ciò che riguarda Cuba. Le sue collaborazioni ci arrivano in memoria flash per evitare ogni “caccia alle streghe” dell’Impero

Ana Belén Montes: ¿Revolucionaria o espía? Utopía jurídica y realidad política 

Lejos de la tierra que nos vio nacer y con el océano Atlántico de por medio, un día conocimos, casi de casualidad por Internet, que una persona había reconocido ser solidaria con la Isla y por ello estaba sancionada. Surgió entonces la duda en cuanto a saber si se trataba de una noticia cierta o era una más de las mentiras del gobierno de los Estados Unidos.
 
 Al leer con detenimiento las informaciones, decidimos basarnos en lo publicado, y a partir de ello, exponer estas ideas, porque todo lo que sea defender la Isla, es para mí un compromiso; ya que un día abandonamos el terruño, en medio del contagio social que generaron los eventos de la embajada del Perú en 1980. Hoy nuestro pensamiento nada tiene que ver con quienes fuimos en los 80. Al final, “tiré cabos” y atraque en Europa.
 
 Entremos en materia.
 
 El cargo de Espionaje es una categoría jurídica que aparece en los códigos penales, en los acápites relacionados con la seguridad de las naciones.
 
 El concepto de espionaje hacia dentro de los Estados Unidos ha sido a través de los años manipulado por el gobierno de ese país y los medios de difusión masiva, con el propósito de amedrentar cualquier intento de solidaridad o cooperación con las causas justas de la humanidad. Es así que la espiomanía logró un espacio en las mentes del ciudadano norteamericano.
 
 Sin embargo, aunque la espiomanía se tornó, en el cerebro de los norteamericanos, en reflejo de temor, allí, dentro del Imperio, hay quienes no temen y son sensibles a los fenómenos sociales que suceden en ese país o en otras partes del mundo. Ese parece ser el caso de Ana Belén Montes.
 
 Volvamos al principio. ¿Cómo es calificado el Espionaje en los Estados Unidos?
 
 En su condición de agente especial del Buró Federal de Investigaciones, Stephen Mc Coy dice en sus “Conclusiones de la Declaración Jurada en apoyo de la acusación criminal, orden de arresto y órdenes de registro de Ana Belén Montes”:
 
 “Ana Belén Montes, conspiró, se confederó o acordó con personas conocidas y desconocidas para violar la 18 U.S.C 794 (a), es decir, comunicar, distribuir y transmitir al gobierno de Cuba…información relacionada con la defensa nacional de Estados Unidos, con la intención y razón…para dañar a Estados Unidos en beneficio de Cuba.” 

Detengámonos en la frase “…para dañar a Estados Unidos…”. ¿Recoge la historia a través de los “siglos de los siglos, amén”, algún daño ocasionado por Cuba al territorio de los Estados Unidos o a algún ciudadano norteamericano? ¿Han podido los presidentes de ese país, la Comunidad de Inteligencia y el Departamento de Estado, acusar a la Isla, de determinada acción ofensiva contra ellos? Esas son las falacias que instrumenta el gobierno gringo y son las mentiras a las que tienen acostumbrados a su pueblo.
 
 Howard Zinn, en su artículo publicado en The Progressive (2006) “Las anteojeras del pueblo estadounidense”, dice: “Polk mintió sobres las razones para ir a la guerra con México en 1846…Mc Kinley mintió en 1898 para invadir a Cuba…Thomas Woodrow Wilson mintió…para entrar en la I Guerra Mundial…Harry Truman mintió cuando dijo que la bomba atómica fue lanzada sobre Hiroshima porque esta ciudad era un “objetivo militar”…Todos mintieron sobre Viet Nam: Kennedy, Johnson, Nixon… querían mantener ese país como avanzadilla estadounidense en el confín del continente asiático…Reagan mintió sobre la invasión de Granada… Bush padre mintió sobre la invasión a Panamá…y luego volvió a mentir sobre la razón para atacar Iraq en 1991”. Posteriormente mintieron con el derrumbe de Las Gemelas (World Trade Center) y manipularon las informaciones para atacar a Afganistán, intervenir nuevamente en Iraq y subvertir al gobierno de Muammar al – Gadafi en Libia. Ahora están de turno Siria y Venezuela. ¿Quiénes hacen daño?
 
 ¿Dónde se sustenta el carácter ofensivo de las acciones de Ana Belén Montes y las supuestas acciones de la Isla contra Estados Unidos?
 
 ¿Cómo queda, ante los argumentos de Howard Zinn y otros, el Gran Imperio mitomaníaco?
 
 El pueblo norteamericano está “inyectado” de espiomanía y todo lo traduce a través de ese lente.
 
 ¿Es Ana Belén Montes espía?
 
 Los hombres y mujeres animados por sentimientos de justicia y solidaridad, podrán utilizar las formas de obtener información para lograr salvar incluso a la humanidad; pero observen que no son los que matan y asesinan, ni destruyen.
 
 El pueblo norteamericano un día tomará consciencia de eso.
 
 El sentido de lo que se hace, del porqué se lucha es importante. Dice Ana Belén Montes en sus declaraciones, “no haber compartido la política de Estados Unidos contra Cuba”, lo que se traduce en no haber compartido la política de hacer daño a Cuba. También dijo no haber recibido compensación alguna para tener esas ideas. Esto último es difícil que los gobernantes de Estados Unidos lo puedan entender. Para solidarizarse con la Isla, no hay que salir repartiendo dinero. La Isla irradia una obra que hace surgir, en el propio seno de los grupos gobernantes y en los funcionarios gubernamentales y en los ciudadanos, simpatías que son inconmensurables.
 
 Ana Belén Montes se puso del lado de la defensa de la justicia, de la pobreza.
 
 Hay una diferencia entre un mercenario que ataca a Siria percibiendo un salario para matar y aquellos hombres de las Brigadas Internacionales que acudieron a España para luchar al lado de los republicanos. 

Observemos algo interesante: Scott W. Carmichael, oficial de Contrainteligencia de la Agencia de Inteligencia de Defensa (DIA, por sus siglas en Inglés) de los Estados Unidos, fue una persona que tuvo que ver con este asunto de Ana Belén Montes y escribió un libro titulado “Dentro de la investigación y captura de Ana Belén Montes, maestra espía de Cuba”.
 
 Apunta este señor que entrevistó a Ana Belén Montes el 7 de noviembre de 1996 por haber encontrado en su expediente de seguridad una referencia cuando la misma trabajó en el Departamento de Justicia. Señala que ella había expresado en aquel momento su desacuerdo con la política del gobierno de Estados Unidos hacia Cuba. La misma idea que manifestó después de ser detenida. Para este Carmichael, Cuba quiere hacerle daño a los Estados Unidos y en contraste con su valoración, oficiales de alto rango del Departamento de Defensa han planteado que la Isla no es peligro alguno para la seguridad de los Estados Unidos.
 
 Carmichael embebido en su fanatismo compara a Ana Belén Montes con un grupo de personas que poco tienen que ver con ella. Refiere: “Ana Belén Montes…fue una superespía como Aldrich Ames para la CIA; Robert Hannsen para el FBI; John Walter…para la Marina; Clyde Conrad para el Ejército y Jonathan Pollard para la Inteligencia Naval”.
 
 Según conocemos, y distamos de tener un dominio pleno de este tema al no ser especialista en el mismo, los mencionados, al menos Ames, Hannsen y Walter, recibieron enormes sumas de dinero por sus informaciones, incluso diamantes. ¿Ideas políticas? ¿Estaban en contra de las posiciones de Estados Unidos o los animaba el lucro y la obtención de ganancias?
 
 Pero lo más interesante de todo es que el propio Carmichel nos da la razón de ubicar a Ana Belén Montes como una revolucionaria que defendía una idea y un poquito más, una causa. Carmichael hace alusión a Ana Belén Montes y dice que actuó por “convicción” (la palabra es de él). Uno de sus captores la reconoce como revolucionaria, aunque tenga prohibido utilizar esta palabra.
 
 Ana Belén Montes es una extraordinaria revolucionaria. Ha dado muestras de la enorme estatura personal y política que tiene. Su actuar consecuente la sitúa en un lugar especial de la historia. Cuando habla de “un país mundial”, está trascendiendo las sociedades en las que se desarrolló.
 
 Llegará el día que, en las calles de Washington, New York, Filadelfia, New Jersey, San Francisco y otras ciudades, su nombre se identificará con el de la mujer que se anticipó a mostrar que no es posible que un imperio dirija la humanidad.
 
 Hoy Ana Belén Montes será para casi todos los norteamericanos una espía, sin embargo, ella con su acción ha ayudado al pueblo norteamericano a saber la verdad de su gobierno. En algún momento ese pueblo se dará cuenta y la reconocerá.
 
 A ella hay que situarla al lado de los esposos Julius y Ethel Rosenberg, quienes en su tiempo trataron que los Estados Unidos no llegaran a tener el dominio absoluto del arma nuclear y perdieron sus vidas por esa causa. 

Hoy, cuando las noticias de las conversaciones entre Cuba y los Estados Unidos copan titulares de los diarios, recuerdo que Ana Belén Montes, en sus declaraciones, expresó sus ideas sobre este tema. Todo indica que era una inspiración para ella que ambos países se sentaran a dialogar y por ello manifestó que su mayor deseo era ver emerger las relaciones amistosas entre Cuba y los Estados Unidos.
 
 Al respecto, agregó: “Espero que mi caso, de alguna manera alentará a nuestro gobierno a abandonar su hostilidad hacia Cuba y trabajar con La Habana en un espíritu de tolerancia, respeto mutuo y comprensión”.
 
 Como puede apreciarse la acción de Ana Belén Montes coincide con el “espíritu” del presidente Obama en que se produzcan conversaciones entre ambos países. ¿Qué piensa el señor Obama de esta revolucionaria que trabajó por cambiar la cultura ofensiva del Imperio?
 
 Ana Belén Montes se merece nuestro respeto y admiración y que luchemos por dar a conocer su historia.
 
 Es obligado terminar diciendo que ella es una revolucionaria, aún cuando la idea de modificar los enfoques jurídicos pueda resultar una utopía. La situación de Ana Belén Montes es más una situación política que jurídica. El gobierno norteamericano ha puesto en libertad a personas que están muy lejos de tener las justificaciones en el orden de las ideas que tiene Ana Belén Montes.
 
 *Conte Nieves
 
 Nota del editor.
 
 *Conte Nieves es el pseudo de un emigrado cubano, residente en Europa y colaborador de La Mala Palabra, que siente profundamente todo cuanto atañe a Cuba. Sus colaboraciones nos llegan en memorias flash para evitar cualquier “cacería de brujas” del Imperio.

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