Gli USA rapiscono Alex Saab da Capo Verde

Il 16 ottobre, l’uomo d’affari colombiano e inviato speciale venezuelano Alex Saab è stato rapito per la seconda volta, prima da Capo Verde su pressione di Washington, e ora dagli USA, in flagrante violazione del diritto internazionale.

Per quasi un anno e mezzo, Saab era imprigionato nella nazione insulare di Capo Verde, a 400 miglia al largo della costa nord-occidentale dell’Africa, nell’Atlantico. Come spiega un articolo di Bloomberg, “Saab è stato arrestato il 12 giugno [2020] quando l’aereo privato su cui viaggiava dal Venezuela all’Iran fece scalo sull’isola di Sal, a Capo Verde”. [1] Ciò che Bloomberg non menziona è che l’aereo di Saab fu costretto ad atterrare a Capo Verde perché altre due nazioni vicine nell’Africa continentale, chiaramente su pressione degli Stati Uniti, si rifiutate di lasciarlo atterrare. [2]

Non esiste un trattato di estradizione e non c’è stato alcun ordine dell’Interpol

 

Il rapimento di Saab fu effettuata senza alcuna base legale. Mentre Washington convinse Capo Verde a sequestrare Saab col pretesto che gli Stati Uniti volevano estradarlo per presunti crimini, gli Stati Uniti non hanno un trattato di estradizione con Capo Verde. [3] Inoltre, mentre le autorità di Capo Verde affermavano che Saab era detenuto in base a un avviso dell’Interpol, un tribunale della Nigeria riteneva che la detenzione fosse avvenuta prima dell’emissione dell’avviso dell’Interpol, sollevando enormi preoccupazioni sulla validità legale della detenzione e reclusione di Saab. [4] L’ONU anche chiese la sospensione dell’estradizione. Infatti, questo tribunale regionale, la Corte di giustizia della Comunità economica degli Stati dell’Africa occidentale (ECOWAS), esplicitamente “decise che Saab doveva essere liberato perché detenuto prima che fosse emesso l’avviso rosso”. [5] Come spiega Reuters, “le decisioni di quel tribunale sono definitive e vincolanti in base a un protocollo del 1991”. E poi, l’8 giugno 2021, il Comitato per i diritti umani delle Nazioni Unite emise una decisione sulle misure preliminari chiedendo che l’estradizione di Saab sia sospesa e che Saab, che soffre di cancro, riceva le cure mediche necessarie negategli a Capo Verde. [6] Il 28 settembre 2021, l’African Bar Association rilasciò una dichiarazione chiedendo “il rilascio immediato e incondizionato dell’ambasciatore Alex Saab, il rispetto della Corte ECOWAS e dello Stato di diritto in Africa da parte di Capo Verde e di tutti i governi ed istituzioni in Africa mentre l’Ordine degli Avvocati dell’Africa continua a chiedere il rispetto degli obblighi del trattato e l’indipendenza della magistratura in Africa”. [7] Nonostante ciò e la netta opposizione all’estradizione di Saab tra i cittadini di Capo Verde, la Corte Costituzionale di Capo Verde approvò l’estradizione di Saab negli Stati Uniti a settembre. [8] Per dirla semplicemente, Saab fu rapito da Capo Verde un anno e mezzo fa, e lì detenuto fino all’”estradizione” negli Stati Uniti il 16 ottobre, nonostante la mancanza di un trattato di estradizione valido e di qualsiasi mandato di cattura valido al momento della cattura.

Mentre le accuse contro di lui sono fortemente contestate, ciò che non è in dubbio è che dietro la sua persecuzione ci sia Washington. Ed è anche chiaro che gli Stati Uniti sono interessati a Saab, non a causa di presunti crimini, ma perché potrebbe detenere la chiave della capacità del Venezuela di eludere le mortali sanzioni unilaterali illegali di Washington. Innanzitutto, le accuse contro Saab riguardano la presunta appropriazione indebita di programmi alimentari e abitativi in Venezuela. Dato che gli Stati Uniti sanzionano il Venezuela nel tentativo, tra l’altro, di minare la capacità del Venezuela di mantenere tali programmi, è palesemente ovvio che Washington non ha preoccupazioni reali e in buona fede su qualcuno che presumibilmente prende tangenti da tali programmi. E inoltre, secondo le dottrine giudiziarie statunitensi stabilite da comitati e forum, è il Venezuela che, in prima istanza, ha il diritto di cercare di perseguire tali crimini commessi nella propria giurisdizione nazionale.

Sanzioni contro l’Iran: le vere ragioni degli USA per molestare l’ambasciatore Saab

 

Bloomberg spiega che Alex Saab era in viaggio per l’Iran per negoziare lo scambio di oro venezuelano con le tanto necessarie forniture di benzina. [9] A causa delle sanzioni statunitensi, la nazione petrolifera del Venezuela non può ottenere le sostanze chimiche e le forniture necessarie per raffinare il petrolio nella benzina necessaria per generare elettricità e trasportare merci nel Paese. Oltre alla benzina, Saab tentava di negoziare l’acquisto di cibo, medicinali e altre forniture cruciali rese scarse in Venezuela dalle sanzioni statunitensi. [10] Come spiegato da Alena Douhan, Relatrice Speciale delle Nazioni Unite sull’uso unilaterale delle misure coercitive sul godimento dei diritti umani: “L’inasprimento delle sanzioni affrontate dal Paese dal 2015 mina… la capacità dello Stato di mantenere le infrastrutture e realizzare progetti sociali. Oggi il Venezuela deve far fronte alla mancanza di macchinari necessari, pezzi di ricambio, elettricità, acqua, carburante, gas, cibo e medicine. Le attività venezuelane congelate nelle banche di Stati Uniti, Regno Unito e portoghesi ammontano a 6 miliardi di dollari USA. Secondo quanto riferito, l’acquisto di beni e i pagamenti da parte delle società pubbliche sono bloccati o congelati… fu riferito che oggi le linee elettriche possono funzionare a meno del 20% della loro capacità… Si stima che il 90% delle famiglie sia allacciato alla rete idrica nazionale. Numerose famiglie, tuttavia, segnalano frequenti tagli a causa delle interruzioni dell’elettricità che interessano le pompe dell’acqua e la manutenzione delle infrastrutture, e per la carenza di personale qualificato per la manutenzione”. [11]

Sembra che proprio l’abilità di Alex Saab nell’aiutare il Venezuela ad aggirare tali sanzioni, sanzioni che secondo Alena Douhan sono illegali per il diritto internazionale, sia la vera ragione dell’interesse di Washington a detenerlo ed estradarlo. [12] Come il NYT spiega, mentre gli Stati Uniti portavano vaghe accuse di “di riciclaggio” contro Saab, la “linea dura dei dipartimenti della giustizia e di Stato, tra cui Elliot Abrams, inviato speciale del dipartimento di Stato per Iran e Venezuela”, vogliono garantirsi la detenzione di Saab a Capo Verde per non “perdere l’opportunità di punire il Signor [Nicolás] Maduro… i mesi di detenzione del Sig. Saab hanno privato il Signor Maduro di un importante alleato ed intermediario finanziario in un momento in cui meno Paesi sono disposti o in grado di aiutare il Venezuela. Se Saab collabora coi funzionari nordamericani, potrebbe districare la rete economica di sostegno di Maduro e aiutare le autorità a denunciare altri alleati del governo venezuelano”. [13]

E come fanno gli Stati Uniti per garantirsi la conformità di Capo Verde in tutto questo? Usano il metodo della carota e del bastone. La carota è significativa: l’assistenza allo sviluppo economico degli Stati Uniti alla nazione insulare. Nel settembre del 2020, l’ambasciata degli Stati Uniti a Capo Verde annunciò che “il governo degli Stati Uniti investirà 1,5 milioni di dollari a Capo Verde per sostenere gli sforzi del Paese per mitigare la crisi economica causata dalla pandemia di COVID-19″. [14] E nel giugno 2021, l’ambasciata annunciò un piano per costruire una nuova ambasciata degli Stati Uniti adiacente al palazzo del governo: “Quest’anno, il 4 luglio segnerà un nuovo capitolo nella storia di Capo Verde-USA poiché i rappresentanti di entrambi i Paesi dedicheranno 4,5 ettari di terreno adiacente al Palazzo del Governo a Praia come sito per la nuova ambasciata degli Stati Uniti. Questo entusiasmante progetto a lungo atteso rappresenta un investimento di oltre 400 milioni di dollari del governo degli Stati Uniti nelle relazioni bilaterali, con 100 milioni di dollari che vanno direttamente all’economia di Capo Verde, a beneficio di imprese ed appaltatori locali e creazione di decine di posti di lavoro”. [15] Il bastone è lo spiegamento della “diplomazia delle cannoniere” vecchio stile, termine coniato dal presidente Teddy Roosevelt. Così, come spiega il New York Times, gli Stati Uniti avevano ancorato l’incrociatore San Jacinto al largo di Capo Verde per assicurarsi che Saab non scappasse in qualche modo. Mentre i funzionari statunitensi affermavano che era in risposta alle “minacce” del Venezuela di adottare tutte le misure per proteggere i diritti umani di Saab, la presenza della nave da guerra sembrava calcolata per garantirsi che il governo di Capo Verde non avesse ripensamenti ed impedisse qualche tentativo di salvataggio dal Venezuela o l’alleato Iran. [16]

L’estradizione di Saab è attualmente all’esame della Corte d’Appello degli Stati Uniti per l’11° Circuito, che deve decidere se gli Stati Uniti hanno giusta causa per estradare il signor Saab ai sensi del diritto statunitense e internazionale. Significativamente, l’accusa degli Stati Uniti rinviò due volte l’udienza in cui doveva presentare prove e argomenti a favore dell’estradizione. E ha chiesto un terzo rinvio. [17]

Gli USA estradano Saab da Capo Verde senza avvallo legale

 

E così le autorità statunitensi, il 16 ottobre, invece di aspettare che l’11° Circuito decidesse sul caso, che sicuramente perderanno, rapivano Saab una seconda volta, portandolo negli Stati Uniti senza sanzioni legali. Non è un caso che tale rapimento sia avvenuto, peraltro, il giorno prima delle elezioni presidenziali a Capo Verde che portavano al potere un nuovo leader contrario alla molestia di Saab da parte di Washington. Alex Saab si trova ora in una prigione federale a Miami. Questa è una flagrante violazione del diritto internazionale e nazionale degli Stati Uniti. Inoltre, questo ha già avuto enormi ripercussioni internazionali, col governo del Venezuela che in risposta ha sospeso i colloqui programmati coll’opposizione. Le azioni di Stati Uniti e Capo Verde contro Alex Saab hanno inferto un duro colpo a diritto internazionale e sicurezza dei diplomatici nel mondo. Stabilisce il pericoloso precedente che un individuo, e in particolare un diplomatico straniero, può essere catturato e detenuto senza mandato e quindi “estradato” negli Stati Uniti senza un valido trattato di estradizione e senza l’autorizzazione del tribunale statunitense. Tali azioni minano lo stato di diritto e in effetti stabiliscono “la legge della giungla” in cui Paesi potenti come gli Stati Uniti possono ignorare i diritti degli individui al giusto processo e alla libertà dalla detenzione arbitraria per prevaricare su Paesi in via di sviluppo come il Venezuela.

Fonti
[1]”Finanziere di Maduro affronta l’estradizione negli Stati Uniti dopo una nuova sentenza“, Bloomberg. 17 marzo 2021.
[2] “Il creatore degli accordi di Maduro del Venezuela può essere estradato negli Stati Uniti, regole del tribunale“. Wall Street Jurnal. 25 gennaio 2021.
[3] “Creatore di accordi di Maduro incriminato dagli Stati Uniti venezuelano detenuto sulla strada per l’Iran“, 14 giugno 2020.
[4] “Finanziere di Maduro affronta l’estradizione negli Stati Uniti dopo una nuova sentenza“. Bloomberg. 17 marzo 2021.
[5] Ibidem.
[6] “Decisioni del Comitato delle Nazioni Unite sulla detenzione del diplomatico venezuelano Saab“. 8 giugno 2021.
[7] “Dichiarazione dell’Associazione degli avvocati africani sul diplomatico venezuelano Alex Saab“. 22 ottobre 2021.
[8] “Sondaggio a Capo Verde mostra che il caso di estradizione di Alex Saab danneggerà il governo nelle elezioni di ottobre“. AllAfrica Info Wire. 20 settembre 2021.
[9] “Finanziere di Maduro affronta l’estradizione negli Stati Uniti dopo una nuova sentenza“, Bloomberg. 17 marzo 2021.
[10] Griffith, B. “Estradizione di Alex Saab: gli Stati Uniti si sforzano di far morire di fame i venezuelani a nuovi minimi”. Peoples Dispatch, 7 luglio 2021. https://peoplesdispatch.org/2021/07/07/extradition-of-alex-saab-us-takes-effort-to-starve-venezuelans-to-new-lows/ Accesso 17 ottobre 2021 .
[11] Risultati preliminari della visita nella Repubblica Bolivariana del Venezuela del Relatore Speciale sull’impatto negativo delle misure coercitive unilaterali sul godimento dei diritti umani. 12 febbraio 2021.
[12] Ibidem.
[13] Schmitt, E., e Turkewitz, J. New York Times. “La missione segreta della nave da guerra della marina al largo dell’Africa occidentale mira a punire il Venezuela“, 22 dicembre 2020.
[14] “Gli Stati Uniti forniscono oltre 1,5 milioni di dollari a Capo Verde per rispondere al COVID-19″. Comunicato stampa – 3 settembre 2020. Ambasciata degli Stati Uniti, Capo Verde.
[15] “Articolo dell’ambasciatore degli Stati Uniti a Capo Verde, Jeff Daigle – terra concessa”. 30 giugno 2021. Ambasciata degli Stati Uniti, Capo Verde.
[16] Schmitt, E., e Turkewitz, J. New York Times. “La missione segreta della nave da guerra della marina al largo dell’Africa occidentale mira a punire il Venezuela“, 22 dicembre 2020.
[17] “La difesa di Alex Saab respinge la richiesta di nuova estensione da parte degli Stati Uniti”. 6 ottobre 2021.

Dan Kovalik insegna International Human Rights presso la University of Pittsburgh School of Law ed è uno dei Senior Research Fellow del COHA
L’analista senior del COHA William Camacaro ha fornito ricerca e assistenza editoriale per l’articolo.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.