Presentazione del Ministro degli Affari Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla

al Corpo Diplomatico accreditato nel nostro paese

www.minrex.gob.cu

10 novembre 2021

Buon giorno,

Ringrazio profondamente la presenza del Corpo Diplomatico accreditato all’Avana.

Per fortuna ci incontriamo per la prima volta, dopo questi due anni di pandemia e restrizioni agli incontri sociali e diplomatici, eventi propri del servizio esterno. Bene, fortunatamente la scorsa settimana o forse la precedente, abbiamo avuto un primo incontro.

Ho l’onore di avervi convocato stamattina, tenendo conto che in questo mese, nei prossimi giorni, si produrrà ora in modo integrale l’apertura del paese, la riattivazione di settori della sua economia che sono stati limitati in questo lungo e difficile periodo.

Ci ha riempito d’allegria la ripresa del corso scolastico e dell’attività didattica a tutti i livelli d’insegnamento, i bambini in divisa di nuovo in strada, ritornando felici alle loro scuole accompagnati dai loro genitori.

È anche il momento in cui l’intero paese rende omaggio al nostro personale sanitario, ai nostri medici, paramedici, ai nostri scienziati e in maniera speciale ai nostri giovani, agli studenti che hanno occupato posizioni d’avanguardia nell’affrontare la pandemia nell’esercizio delle politiche sociali per proteggere i malati, le loro famiglie, prevenire i contagi, proteggere le persone più vulnerabili, anziani che vivono soli, famiglie che hanno richiesto il sostegno generoso, affettuoso dei propri vicini.

Nei prossimi giorni avrà luogo il riinizio, su larga scala, dei voli internazionali, avremo l’opportunità di accogliere i nostri compatrioti che sono rimasti, per lunghi periodi, fuori Cuba senza poter rientrare, o per le difficoltà di connettività aerea o per difficoltà anche finanziarie che la pandemia ha causato su scala globale.

Riceveremo anche in misura maggiore il turismo internazionale, visitatori di tutte le latitudini, compresi visitatori USA che sono soliti venire nel nostro paese nonostante le difficoltà e le restrizioni.

Quindi è un momento per il nostro popolo, di celebrazione, celebrazione prudente, apertura progressiva, nel processo a ciò che alcuni chiamano una nuova normalità ma è un momento che il nostro popolo celebra.

Avete assistito a scene di gioia della nostra popolazione, dei nostri giovani, dei nostri bambini, frequentando ancora una volta il Malecón dell’Avana, altre piazze in tutte le città del paese, la spiaggia e i luoghi di ricreazione.

Non permetteremo in alcun modo che la persistente aggressione del governo USA, i suoi intensi e costanti tentativi, esacerbati negli ultimi 6 o 8 mesi, di generare condizioni di destabilizzazione interna, di alterare la tranquillità e la sicurezza dei cittadini, di danneggiare la pace sociale che è caratteristica del popolo cubano, della nostra nazione, vadano a rovinarci tale festa, come si dice colloquialmente a Cuba.

Non permetteremo, in alcun modo, che l’aggressione organizzata dall’estero, con l’impiego di agenti interni reclutati, addestrati, finanziati, organizzati, persino a volte trasportati direttamente in veicoli diplomatici dell’Ambasciata USA accreditata all’Avana, vadano a rovinare questo momento di gioia per il nostro popolo.

E, naturalmente, il nostro popolo, in stretta aderenza alla nostra Costituzione, alle nostre leggi, con lo spirito e l’animo di ampio consenso che lo caratterizza, difenderà, naturalmente, l’ordine costituzionale per il quale ha recentemente votato, in maniera massiccia ed entusiasta e ha permesso promulgare una nuova Costituzione.

L’asse centrale di questa operazione organizzata da centri di potere negli USA, in esercizio della politica ufficiale del governo USA, con l’intervento di alti funzionari della Casa Bianca, del Dipartimento di Stato e di altre agenzie, con l’intervento permanente di senatori e congressisti anticubani, con la partecipazione di entità che rispondono alla politica del governo USA per finanziare, in modi diversi, i cosiddetti golpe blandi, tentativi di destabilizzazione che conducono, ovviamente, a conseguenze che in altri paesi hanno causato conflitti, hanno provocato guerre, sono stati seguiti da interventi, persino militari e occupazioni USA, e l’asse centrale, il copione che segue il governo degli USA, è cercare di mostrare Cuba, ciò che risulta un tentativo disperato, infruttuoso, sciocco, come uno stato fallito, per usare proprio quell’approccio come pretesto per l’inasprimento del blocco, l’applicazione delle 243 nuove sanzioni che ha implementato il governo del presidente Trump e che il governo del presidente Biden applica rigorosamente e intensamente dalla sua elezione, include più di 60 sanzioni applicate durante la pandemia, prendendo il virus come alleato e rendendo più genocida ed extraterritoriale il suo blocco.

Così che il significato essenziale di una prolungata campagna del governo USA, che, bene, dura da più di 60 anni,  rileggevo, pochi giorni fa, ora organizzazioni di rivolte a Cuba nei primi anni ’60, e che tratta proprio di creare situazioni interne che favoriscano i suoi obiettivi di dominio, di egemonia, di intervento negli affari interni del nostro popolo, di conculcare la nostra indipendenza e la nostra sovranità o persino di aggiungere altri paesi del pianeta a tale politica.

Il governo USA sa perfettamente che con le campagne che si sono intensificate negli ultimi mesi, cerca di provocare situazioni di sofferenza nel nostro popolo, nella speranza che generino condizioni che provochino il cosiddetto scoppio sociale.

Il governo USA sa, che con le sue azioni pretende e provoca azioni di instabilità e di violenza, pretende alterare la pace del nostro paese. Usa per questo una potente macchina comunicativa, in particolare digitale. Cerca di costruire dalla menzogna e dall’irrealtà uno scenario virtuale inesistente nella speranza di convertirlo nella realtà che non esiste a Cuba.

Utilizza ingenti risorse finanziarie, materiali forniti direttamente dal governo USA e dalle sue Agenzie. I suoi operatori e agenti interni risiedono negli stessi USA oltre che in casi molto specifici, nel nostro paese o persino in altre capitali prevalentemente europee.

È un’operazione fondamentalmente organizzata dal punto di vista materiale e pratico, dal territorio USA, che si collega a gruppi violenti, con un passato e persino un presente di azioni terroristiche contro il nostro popolo, e contro le Ambasciate di Cuba in vari paesi.

Utilizza modalità pratiche comunicative che sono tipiche dello scenario di estrema polarizzazione, di massima tossicità, che purtroppo caratterizza oggi le pratiche politiche nella società USA, in particolare le pratiche elettorali che già guardano al novembre del prossimo anno.

Facebook, ad esempio, è una grande piattaforma privata, di cui si sa a quali obiettivi rispondono i suoi padroni e che si caratterizza per una pratica, non solo di violazione del diritto dei cittadini a informazioni veritiere, alla privacy, a che non si traffichi con i propri dati personali, che non solo ha incursionato messaggi di odio, divisione, discriminazione, persino odio razziale, altre forme di discriminazione e che è generatore di violenza. Documenti pubblicati di recente, testimonianze persino interne, dimostrano che è così.

Oggi devo informarvi che i gruppi privati ​​che si sono costituiti sulla piattaforma Facebook non solo svolgono attività illegali, dal punto di vista del diritto internazionale, del diritto nazionale negli stessi USA e in altre nazioni da dove operano, in violazione delle leggi cubane, persino in violazione delle cosiddette politiche della comunità, delle stesse norme della stessa piattaforma Facebook, alterando algoritmi, alterando i meccanismi di geolocalizzazione, per simulare la massiccia presenza, a Cuba, di persone e account che si sa che risiedono al di fuori del nostro paese e principalmente in Florida e in territorio USA. Come è già successo, Facebook potrebbe essere perfettamente nel rigoroso rispetto della legge, citata in giudizio per queste pratiche contro Cuba.

Per me la cosa più importante è che si tratta in questi eventi il diritto di uno Stato sovrano, di un popolo libero nell’esercizio dell’autodeterminazione, contro il tentativo di una superpotenza di intervenire nei suoi affari interni, forzare un cambio di regime, distruggere l’ordine costituzionale per ragioni strettamente politiche, per motivazioni che servono solo agli interessi di gruppi di potere che lucrano sulla politica estera e che pretendono manipolare i cittadini USA.

Quindi si tratta del diritto del popolo di Cuba alla pace, alla stabilità, alla tranquillità e sicurezza dei cittadini, di fronte all’esercizio illegale di un potenza che pretende alterarla.

Il 26 ottobre, i giornalisti hanno chiesto al portavoce del Dipartimento di Stato quale fosse il rapporto del governo USA con le cosiddette proteste a Cuba. Per due volte il Portavoce ha evitato di rispondere a questa domanda, ma è stato generosamente risposto da numerosi funzionari, alti funzionari del governo USA Uniti e politici di quel paese, che hanno fatto aperte minacce all’applicazione di nuove sanzioni contro Cuba e di rappresaglie contro il nostro paese.

Probabilmente mi sono sbagliato. Solo un’ora fa si è modificata la mia compilazione. Non sono più 28, sono 29 le dichiarazioni del governo USA e di figure influenti del Congresso di quella nazione solo dal 22 settembre, quasi una quotidiana, tutte volte a incoraggiare, orientare, istigare ad azioni di destabilizzazione nel nostro paese. Istigano alla sfida dell’ordine costituzionale, alle leggi cubane e alle autorità.

Prospettano richieste affinché si permetta azioni che Cuba non ha mai permesso né permetterà, azioni di un governo straniero nel nostro territorio che cerca di destabilizzare il paese. Sollecitano e fanno pressione su diversi governi, alcuni dei quali voi rappresentate, a che si uniscano a queste azioni contro Cuba. Hanno persino invitato una parte di voi, a volte personalmente, a che partecipino i diplomatici accreditati all’Avana, in azioni illegali di questa natura.

Presentano presunti pacifisti o manifestanti in modo mendace, quando si sa che sono agenti stranieri che incoraggiano azioni violente di vandalismo e che, inevitabilmente, creerebbero situazioni che turberebbero la pace interna. Parlano di combattenti per i diritti civili con vera vergogna. Si minacciano azioni persino dal Congresso USA.

Sorprende, nonostante abbiamo esperienza, e il mondo abbia visto cose inimmaginabili soprattutto negli ultimi due anni, la doppia morale, il cinismo e l’ipocrisia con cui figure del governo USA si riferiscono a questi temi.

Sono gli stessi che non dicono una parola sui massacri di difensori dei diritti umani e attivisti sociali; che non parlano della brutale repressione contro i manifestanti con l’impiego di attrezzature quasi militari, attrezzature di repressione più associate all’azione militare che all’azione delle autorità di ordine interno.

Che non dice una parola sulle lesioni oculari di centinaia e centinaia di adolescenti e giovani della nostra regione; compresi alti funzionari del governo USA che effettuano visite ufficiali in paesi che si trovano in stato di eccezione contro la protesta sociale o la militarizzazione o invocando legislazione antiterrorista per reprimere la protesta sociale. Guardate qui per date, incompleta come è naturale a partire dall’ultima uscita di stamattina.

Durante il mese di ottobre, solo durante il mese di ottobre, l’Ambasciata USA all’Avana ha pubblicato solo sulla rete twitter 59 messaggi, 36 dei quali relativi a questo argomento e con un crudo tentativo di alterare l’ordine costituzionale e la stabilità interna.

In modo spudorato, tre di quei tweet si riferiscono al presunto aiuto del governo USA al popolo cubano, in queste circostanze includendo le garanzie di un maggiore accesso agli alimenti, medicine e forniture mediche. Spiegano modi per agevolare l’invio di aiuti a Cuba e le opzioni per accelerare la fornitura di beni umanitari.

Mentono in modo svergognato. Non c’è stata alcuna offerta di aiuto da parte del governo USA a Cuba, umanitaria o di alcuna indole, durante tutta la pandemia. Neppure quando si è prodotta l’avaria dell’impianto di produzione di ossigeno, sono state offerte o concesse specifiche licenze per inviare ossigeno a Cuba, ed è stato chiaramente dimostrato che per inviare ossigeno a Cuba, dagli USA, è necessaria una licenza specifica del governo USA.

Non si è inviato una sola tonnellata né di alimenti né di medicine a Cuba da parte del governo USA, anzi si è ostacolato coi suoi regolamenti e con la pratica aggressiva che il governo del presidente Biden che inerzialmente trascina il governo del Presidente Biden dall’inizio, le generose donazioni agli sforzi di colletta e di straordinari enormi sforzi di gruppi di solidarietà, di gruppi di cubani stabiliti negli USA, di organizzazioni della società civile USA che hanno inviato, a costo di molti sforzi, volumi di aiuti umanitari il cui valore morale e d’incoraggiamento al nostro popolo è, tuttavia, immenso.

Il governo USA continua ad applicare misure che impediscono il ricongiungimento familiare, che impediscono i viaggi familiari, impediscono la concessione di visti, lo stesso per i visti di immigrazione, in flagrante violazione degli accordi migratori vincolanti firmati e in vigore tra i due paesi,  che restringono i periodi dei visti a cittadini cubani, che impediscono a cittadini cubani che risiedono in paesi terzi e che hanno doppia cittadinanza di accedere, con quei passaporti, al territorio USA.

E ora, più recentemente, ostacolano anche, oltre alla chiusura dei servizi consolari nel nostro paese, e il modo in cui è diventato anche più oneroso la possibilità di ottenere un visto o un visto come emigrante o un visto di viaggio temporaneo a terzi luoghi, ora pongono una nuova barriera, che è l’obbligo di vaccinazione per i cittadini cubani che desiderino recarsi negli USA con vaccini riconosciuti dall’autorità regolatoria USA o dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

I vaccini cubani sono stati riconosciuti dall’autorità regolatoria cubana e da altre di diversi paesi. Spero che l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) agisca in conformità con le proprie norme, che agisca tenendo conto delle circostanze di emergenza che vive, oggi, sul pianeta, nelle nazioni sorelle, in particolare dell’Africa che non ha potuto accedere ai vaccini e che acceleri le procedure di pre-certificazione dei vaccini cubani che sono in corso.

Ci incoraggia  il fatto che l’OMS ha una lunga esperienza e tradizione di cooperazione con Cuba e di riconoscimento dei vaccini cubani a partire dal fatto che è, questo paese, detto modestamente, uno dei migliori schemi di vaccinazione pediatrica del pianeta con vaccini riconosciuti a livello internazionale.

Ma non cessa di essere discriminatorio che non si permetta ai cubani di entrare in territorio USA portando certificati con pieno valore legale, di essere stati vaccinati con vaccini cubani, la cui efficacia è stata pienamente dimostrata non solo da studi clinici e da interventi sanitari a Cuba o in altri paesi, bensì con i risultati del controllo della pandemia che sta esibendo, oggi, il paese nonostante siano in vigore misure di blocco, vigenti, alcune nuove, applicate durante il vicino periodo di pandemia, che hanno ostacolato le indagini mediche, la produzione industriale e gli studi di intervento nel nostro paese, bloccando l’importazione di attrezzature, materiali e materie prime tipiche dell’escalation industriale di qualsiasi vaccino.

Sorprende, tuttavia, che il governo USA, allo stesso tempo, che con queste pratiche incoraggia l’immigrazione irregolare, che restringe il diritto dei cubani di viaggiare ed emigrare, che li pone in condizioni di indifesa di fronte al traffico di esseri umani, che lede l’interesse del governo USA, dal punto di vista dell’applicazione della legge, di misure contro il traffico di persone, contro la tratta di persone, che crea situazioni critiche per i paesi fratelli dove i cubani che lasciano Cuba, in modo del tutto regolare con i loro visti concessi dai loro consolati, su compagnie aeree e voli commerciali regolari, si convertono, in seguito, in flussi irregolari, che causano perdite di vite e che creano situazioni drammatiche, a volte tragiche, non solo nello Stretto della Florida bensì nella selva del Darien e in altre rotte di migrazione irregolare.

Sorprende il cinismo con cui il governo USA ha garantito, nonostante i suoi appelli dissuasivi, l’ingresso attraverso il confine sud degli USA di cittadini cubani che non solo sono arrivati lì ​​in condizioni irregolari ma che ovviamente non sono stati vaccinati né hanno alcun certificato.

Il governo USA, durante questi due anni di pandemia, è stato incapace di offrire aiuti umanitari al nostro popolo. Ha rotto la tradizione, addirittura, di governi repubblicani o democratici, che di fronte a uragani o disastri naturali lo hanno fatto in passato. E Cuba è sempre stata ricettiva, sempre chiara nel dire che se una qualche preoccupazione umanitaria fosse sinceramente presente nel governo USA, avrebbe dovuto iniziare con la revoca delle misure di blocco, specialmente quelle che causano, in maggior misura, sofferenze e fardello per i problemi economici, le carenze, le difficoltà della nostra economia, che chiaramente si sanno che sono proprie delle spese esorbitanti che abbiamo dovuto sostenere per affrontare la pandemia, l’impatto economico della pandemia e la crisi economica internazionale sulle nostre entrate esterne e, anche, le nostre difficoltà.

Ma anche se il governo USA non avesse avuto la volontà elementare di mantenere le promesse elettorali che ha fatto ai suoi votanti democratici, ai suoi votanti senza affiliazione partitica, ai cubani residenti nel territorio USA, o quanto ha posto nella sua piattaforma elettorale, ma almeno avesse avuto una minima vocazione umanitaria, avrebbe dovuto fare una qualche offerta per fronteggiare la pandemia.

Solo ora, venerdì della scorsa settimana, il Dipartimento di Stato si è rivolto alla nostra Ambasciata a Washington, nel pieno dell’apertura del paese, nel momento in cui il nostro popolo celebra il controllo della pandemia, quando si è praticamente conclusa la campagna di immunizzazione dei cubani, quando i tre vaccini cubani hanno dimostrato un’efficacia straordinaria, tra i più alti al mondo, quando il ritmo, la velocità di vaccinazione ha posto Cuba a livello mondiale, quando ha praticamente concluso il primo programma al mondo di vaccinazione pediatrica, dai due anni di età dei bambini, è stata offerta a Cuba una presunta donazione con molte condizioni, con molti requisiti, senza che siano chiare le circostanze, convenzioni a meccanismi internazionali che, fino ad ora, sono state totalmente inefficaci, escludenti, non conformi ai propri contratti che ha firmato come Covax, a Cuba, 1 milione di dosi di uno dei suoi vaccini. Bisogna tener conto che un milione di dosi bastano per vaccinare qualche centinaio di migliaia di persone in un paese di undici milioni di abitanti.

Stanno offrendo vaccini a una popolazione già vaccinata e persino avanzando il ​​programma di dosi posteriori di rinforzo. Ma, inoltre, pongono requisiti rigorosi e interferenti. L’obbligo di realizzare studi clinici a Cuba, che cosa significa questo? Quanto tempo dura uno studio clinico? Ci stanno offrendo vaccini che possiamo usare tra sei mesi o un anno. Responsabilità legale per il risarcimento degli effetti collaterali. Studi clinici per garantire che siano compatibili con i vaccini cubani e monitoraggio da parte di agenzie USA della destinazione finale dell’applicazione dei vaccini.

Che senso ha questa offerta opportunistica all’ultimo minuto, quando non avrebbe più alcun effetto pratico? Perché l’ossigeno no e i vaccini, ora, sì? Perché vaccini no quando ne avremmo avuto più bisogno? Perché non facilitare l’importazione di forniture essenziali per affrontare la pandemia e lo sviluppo e l’escalation industriale dei vaccini?

Ma devo dichiarare al governo USA, che se quell’offerta è seria, sincera e responsabile, il nostro paese la riconosce e la apprezzerebbe come atto nella giusta direzione. Abbiamo risposto al governo USA con una spiegazione rispettosa e rigorosamente fedele alla verità delle ragioni per le quali tale donazione non contribuirebbe a migliorare la salute dei cubani né avrebbe alcun impatto epidemiologico. E abbiamo offerto al governo USA che utilizzi questa donazione di vaccini insieme a una donazione di vaccini cubani per l’immunizzazione della popolazione in qualche paese altamente bisognoso di esse che potrebbe essere nei Caraibi, persino con la partecipazione del personale dalla sanità USA e cubano nell’applicazione del programma di vaccinazione.

Ribadisco, oggi, l’offerta che abbiamo fatto prima, in forma privata, al governo USA, di una cooperazione triangolare, congiunta e siamo in contatto con alcuni governi di paesi che soddisfano queste condizioni, nel rispetto assoluto della loro sovranità, nel caso in cui i loro governi decidessero di mostrarsi interessati a questo progetto.

L’approccio più cinico del governo USA in relazione alla sua politica verso Cuba è stata la dichiarazione del consigliere per la Sicurezza Nazionale della Casa Bianca, il signor Jake Sullivan, dichiarazioni accompagnate anche dal Segretario di Stato, Anthony Blinken, e da altre figure di quel governo, che hanno sostituito l’approccio di revisione globale della politica verso Cuba nel rispetto del programma e promesse elettorali con cui è stato eletto il presidente Biden, per il concetto che ora le circostanze sono cambiate.

Esorto il governo USA a presentare alcuni dati sui risultati di quella presunta revisione o a che argomenti quali sono le circostanze che sono cambiate, al di là dell’operazione USA e delle sue conseguenze durante l’estate che ho appena denunciato.

Devo segnalare che il finanziamento federale USA per la guerra contro Cuba, guerra economica, guerra politica, guerra commerciale e finanziaria, guerra comunicativa, guerra non convenzionale tipica con azioni di destabilizzazione, precursora di azioni di maggiore belligeranza, si è incrementata e scorre in maniera permanente.

Solo nel settembre 2021, si è assegnato un pacchetto di 6 milioni di dollari di sussidi dell’USAID a 12 organizzazioni che operano in Florida, a Washington e Madrid nel lucroso affare dell’industria anticubana e che gestiscono questi atti con intenti di destabilizzazione.

Avete qui una prova di quei fondi che continuano a correre copiosamente, non mi fermerò a loro, sono state presentate prove pubbliche e confutabili, schiaccianti da parte del nostro governo sulle azioni di reclutamento, formazione, finanziamento, organizzazione, supporto logistico di agenti interni a Cuba che la legge USA qualificherebbe come agenti stranieri e minaccerebbe con pene estreme di privazione della libertà.

Non ci sono azioni autoctone di destabilizzazione a Cuba, di opposizione al nostro governo. Voi camminate per le nostre strade, da alcune settimane, potrebbero viaggiare per tutto il paese e li invito a farlo, e quello che vedrete è l’allegria della gente, la speranza, la felicità della famiglia e dei bambini di fronte a questo momento di opportunità che si apre davanti al nostro paese al termine di un biennio tremendo, in vicinanza del nuovo anno.

Noi cubani siamo convinti che il 2022 sarà un anno di promettenti opportunità per il nostro popolo. Mentre il governo USA continua ad attaccare Cuba e a sperperare il denaro dei suoi contribuenti, perché è evidente che questo denaro va a finire in certe tasche, a certi meccanismi di corruzione elettorale che funzionano particolarmente in Florida.

In terzo luogo, c’è un’operazione di tossicità nella comunicazione nelle reti digitali che il mondo deve conoscere e ripudiare. È una politica di incoraggiamento all’odio, di incitamento alla violenza, di istigazione al delitto che mette a rischio non solo il nostro popolo, bensì che scala in una politica tradizionale, ma esacerbata negli ultimi anni, in particolare negli anni del governo anteriore le cui politiche, purtroppo, continuano a fluire, apparentemente, per inerzia in questo (governo) e che tendono ad alterare la pace sociale e a generare condizioni di conflitto in vari paesi.

È l’esportazione delle pratiche tossiche e sporche della politica elettorale che, purtroppo, si sono scatenate negli ultimi anni nella politica USA in altri paesi, in altre regioni.

Il governo di Cuba insieme al nostro popolo, strettamente unito al nostro popolo, in risposta al consenso ampiamente maggioritario che esiste nel nostro paese, impedirà qualsiasi esperimento di azioni incostituzionali, o non costituzionali o anticostituzionali, come riferiscono diverse scuole di Diritto dirette a un cambio di regime a Cuba, non lo permetteremo.

Useremo le nostre leggi, la nostra Costituzione nella più stretta aderenza ai principi del nostro Stato socialista di diritto e di giustizia sociale.

Non permetteremo, ovviamente, che si invochi la Costituzione per violarla, ignorarla o distruggerla. Naturalmente, il nostro popolo continuerà a fare ogni sforzo per eludere le difficoltà che, oggi, tutte le nostre famiglie soffrono. Lo faremo con il nostro sforzo, il nostro lavoro, pensando alle nostre proprie risorse.

Sapendo che la nostra economia ha dimostrato essere resistente e praticabile.

Sapendo che abbiamo superato momenti peggiori, molti più critici e, ovviamente, che impediremo ogni tentativo di ingerenza, intervento, intervento umanitario o qualsiasi forma di intervento contro la nostra indipendenza e la nostra sovranità, che per 60 anni abbiamo difeso e difenderemo a prezzo della nostra vita.

La politica USA, acuita in questi mesi contro Cuba, è condannata al fallimento, è impraticabile. Non ha funzionato per 60 anni, non funziona ora; neppure quando ha avuto un virus come alleato e non funzionerà per il futuro.

Cancellate quel sogno, svegliatevi da quel miraggio, non accadrà. È una politica disfunzionale, obsoleta, ancorata al passato, costosa per i contribuenti USA, inefficace, che provoca al governo USA discredito e isolamento internazionale.

Pertanto, sollecito la solidarietà della comunità internazionale, della comunità delle Nazioni, dell’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, l’organo più universale, democratico e rappresentativo di questa organizzazione.

Ringrazio la solidarietà degli amiche/i di Cuba in tutto il mondo. Dei gruppi di solidarietà, di molte forze politiche, delle organizzazioni della società civile in tutte i temi e ambiti del pianeta. Dei cubani residenti in confini diversi, in particolare nel territorio USA.

Invito i governi a tenere conto del fatto che le operazioni di destabilizzazione lanciate dal governo USA contro Cuba includono appelli oltraggiosi, totalmente espressi a vessazione e persino alla violenza contro le Ambasciate cubane nei paesi che voi rappresentate.

Non è ipotetico, non parlo solo della lunga storia di azioni terroristiche contro le Ambasciate cubane in passato. Parlo di minacce reali, attuali e parlo di fatti recenti. Come quello del 30 aprile 2020, un attacco contro l’Ambasciata di Cuba a Washington con un fucile d’assalto e raffiche di proiettili, di cui il governo USA non ha pronunciato pubblicamente una parola di condanna, né ha dato garanzie che impedirà che si ripeta, né è stato qualificato come terrorista.

Parlo anche del tentativo di incendiare l’Ambasciata di Cuba a Parigi, il 26 luglio 2021, e spero che l’Unione Europea si pronunci in accordo con le sue posizioni contro il terrorismo internazionale, in questo senso. Parlo, nei giorni più recenti, della brutale vessazione contro il Consolato di Cuba a Barcellona, ​​​​Spagna, con atti che rasentano l’aggressione fisica contro il personale consolare cubano.

So che alcuni dei diplomatici soffrono, oggi, la pressione pubblica e personali affinché si sommino a questi atti di destabilizzazione. So che non lo faranno perché sono rispettosi della Convenzione di Vienna sulle Relazioni Diplomatiche e del Diritto Internazionale, so che la diplomazia implica discrezione che non tutto può essere detto davanti a una telecamera, ma sapete perfettamente cosa succede a Cuba e quello che non sta accadendo a Cuba.

In questo momento c’è una campagna di minacce, persino personali, contro corrispondenti della stampa straniera accreditata all’Avana, con minacce contro di loro e persino contro la loro famiglia, presumibilmente per non rispecchiare ciò che non esiste nel nostro paese.

Esigo dal governo USA che cessi le azioni dal territorio USA di molestie contro i giornalisti, e in particolare i giornalisti stranieri, di agenzie di vari paesi del mondo accreditate all’Avana e che vengono prodotte da domini e account fisicamente stabiliti nel territorio della Florida.

Esigo dal governo degli USA che impedisca la minaccia e le molestie contro i cubani e gli amici di Cuba in territorio USA che si esprimono a favore dell’indipendenza, della sovranità, della cultura nazionale in difesa del nostro popolo di fronte ad atti di guerra non convenzionali e le minacce di destabilizzazione.

Esigo che non si abbia impunità, come c’è stata una storia di impunità per i gruppi terroristici che agiscono contro Cuba. Esigo, in particolare, che alcuni portavoce di gruppi storicamente terroristici contro Cuba, in particolare due di essi, sono estremamente attivi come agenti esterni della provocazione organizzata dal governo USA e che hanno sede a Miami; si applichino le leggi nordamericane contro l’istigazione ad atti terroristici contro il nostro popolo e contro sedi diplomatiche. È ciò che rimane al governo USA di fronte al fallimento della sua politica.

Difendiamo il Diritto Internazionale che tutela tutti i nostri Stati, in particolare gli Stati del Sud, i piccoli Stati. Difendiamo il diritto degli Stati all’indipendenza e all’esercizio della sovranità.

Difendiamo oggi, a Cuba e con Cuba, il diritto dei popoli all’autodeterminazione e agiremo a favore di un mondo migliore e in prevenzione che queste politiche e queste pratiche continuino ad essere applicate, come in alcuni casi, nell’ultimo decennio contro qualsiasi delle nostre nazioni.

Ribadisco che il nostro popolo eserciterà in tutta allegria e meritata celebrazione il suo diritto alla pace. Il suo diritto a celebrare di aver sconfitto una pandemia. Il suo diritto a celebrare di aver sconfitto le misure del governo USA esacerbando il blocco contro Cuba, in particolare in tempi di crisi umanitaria internazionale e pandemia a Cuba.

Non rovineranno la nostra celebrazione, non rovineranno la nostra festa. Vi invito con tutta gioia e speranza ad unirvi alla gioia del nostro popolo. Camminate per le nostre strade, partecipate ai numerosi eventi culturali, sportivi e accademici che si svolgeranno in questo fine anno, inclusa la celebrazione del nuovo anniversario dell’Avana, capitale di tutti i cubani, e vi auguro un Buon Natale, un fine anno felice per voi e le vostre famiglie. Un felice e prospero anno nuovo e ribadisco il nostro riconoscimento e gioia per avere la vostra presenza insieme al nostro popolo che tanto ci incoraggia.

Grazie.


Presentación del ministro de Relaciones Exteriores de Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla, al Cuerpo Diplomático acreditado en nuestro país.

 

10 de noviembre de 2021

Buenos días,

Agradezco profundamente la presencia del Cuerpo Diplomático acreditado en La Habana.

Felizmente nos encontramos por primera vez, después de estos dos años de pandemia y de restricciones a los encuentros sociales y diplomáticos, eventos propios del servicio externo.Bueno, felizmente la semana pasada o la anterior quizás, tuvimos un primer encuentro.

Tengo el honor de haberlos convocado esta mañana tomando en cuenta que en este mes, en los próximos días se producirá, ya de una manera integral la apertura del país, la reactivación de áreas de su economía que han estado limitadas en este largo y difícil periodo.

Nos ha llenado de alegría el reinicio del curso escolar y la actividad docente en todos los niveles de enseñanza, los niños uniformados otra vez en las calles, regresando felices a sus escuelas acompañados de sus padres.

Es el momento también en que todo el país rinde homenaje a nuestro personal de salud, a nuestros médicos, paramédicos, a nuestros científicos y de manera especial a nuestros jóvenes, a los estudiantes que ocuparon posiciones de vanguardia en el enfrentamiento a la pandemia en el ejercicio de las políticas sociales para proteger a los enfermos, a sus familiares, prevenir contagios, proteger a las personas de mayor vulnerabilidad, ancianos que viven solos, familias que han requerido del apoyo generoso, afectuoso de sus vecinos.

En los próximos días tendrá lugar el reinicio, en una escala masiva, de los vuelos internacionales, tendremos la oportunidad de acoger a nuestros compatriotas que han permanecido por períodos prolongados fuera de Cuba sin haber podido regresar, o por las dificultades de conectividad aérea o por dificultades incluso financieras que la pandemia ha ocasionado a escala global.

Recibiremos también en mayor medida al turismo internacional, a visitantes de todas las latitudes, incluyendo visitantes estadounidenses que suelen venir a nuestro país a pesar de las dificultades y las restricciones.

De manera que es un momento para nuestro pueblo, de celebración, celebración prudente,  apertura progresiva, de paso a lo que algunos llaman una nueva normalidad, pero es un momento que nuestro pueblo celebra.

Han asistido ustedes a escenas de regocijo de nuestra población, de nuestros jóvenes, de nuestros niños, concurriendo nuevamente al Malecón habanero, a otras plazas en todas las ciudades del país, a la playa, a  lugares de recreación.

No vamos a permitir de ninguna manera, que la agresión persistente del gobierno de los Estados Unidos, sus intentos intensos y constantes, agudizados en los últimos 6 u 8 meses, de generar condiciones de desestabilización interna, de alterar la tranquilidad y la seguridad ciudadanas, de dañar la paz social que es característica del pueblo cubano, de nuestra nación, vayan a aguarnos esta fiesta, como se dice coloquialmente en Cuba.

No vamos de ninguna manera a permitir que la agresión organizada desde el exterior, con el empleo de agentes internos reclutados, entrenados, financiados, organizados, incluso a veces transportados directamente en vehículos diplomáticos de la Embajada de Estados Unidos acreditada en La Habana, vaya a echar a perder este momento de alegría de nuestro pueblo.

Y, claro está, nuestro pueblo, con estricto apego a nuestra Constitución, a nuestras leyes, con el talante y el ánimo de amplio consenso que lo caracteriza, defenderá, por supuesto, el orden constitucional por el que votó recientemente de una manera masiva y entusiasta y permitió promulgar una nueva Constitución.

El eje central de esta operación organizada desde centros de poder en Estados Unidos, en ejercicio de la política oficial del gobierno de los Estados Unidos, con intervención de altos funcionarios de la Casa Blanca, del Departamento de Estado y de otras agencias, con la intervención permanente de senadores y congresistas anticubanos, con la participación de entidades que responden a la política del gobierno de los Estados Unidos para financiar de diferentes maneras los llamados golpes blandos, intentos de desestabilización conducen, por supuesto, a consecuencias que en otros países han provocado conflictos, han provocado guerras, han estado seguidos de intervenciones, incluso militares y ocupaciones estadounidenses, y el eje central, el libreto que sigue el gobierno de los Estados Unidos, es el de tratar de mostrar a Cuba, lo cual resulta un intento desesperado, infructuoso, tonto, como un estado fallido, para precisamente utilizar ese enfoque como  pretexto para el recrudecimiento del bloqueo, la aplicación de las 243 nuevas sanciones que implementó el gobierno del presidente Trump y que el gobierno del presidente Biden aplica de manera estricta e intensa desde su elección, incluye más de 60 sanciones aplicadas durante la pandemia, tomando al virus como aliado y haciendo más genocida y extraterritorial su bloqueo.

De manera que el sentido esencial de una campaña prolongada del gobierno de los Estados Unidos, que bueno, ha durado ya más de 60 años, releía hace pocos días ya organizaciones de revueltas en Cuba en los primeros años de la década del 60, y que trata precisamente de crear situaciones internas que favorezcan sus objetivos de dominación, de hegemonía, de intervención en los asuntos internos de nuestro pueblo, de conculcar nuestra independencia y nuestra soberanía o incluso de sumar a otros países del planeta a esa política.

El gobierno de los Estados Unidos sabe perfectamente que con las campañas que arreció en los últimos meses intenta provocar situaciones de sufrimiento en nuestro pueblo, en la esperanza de que generen condiciones que provoquen el llamado estallido social.

Sabe el gobierno de los EE.UU., que con sus acciones pretende y provoca acciones de inestabilidad y de violencia, pretende alterar la paz de nuestro país. Usa para eso una muy poderosa maquinaria comunicacional, particularmente digital. Intenta construir desde la mentira y la irrealidad un escenario virtual inexistente en la esperanza de convertirlo en la realidad que no existe en Cuba.

Utiliza recursos financieros cuantiosos, materiales facilitados directamente por el gobierno de los Estados Unidos y sus Agencias. Sus operadores y agentes internos residen lo mismo en Estados Unidos que en casos muy específicos, en nuestro país o incluso en otras capitales fundamentalmente europeas.

Es una operación que se organiza desde el punto de vista material y práctico en lo fundamental, desde territorio de los Estados Unidos, que conecta con grupos violentos, con un pasado e incluso un presente de acciones terroristas contra nuestro pueblo, y contra las Embajadas de Cuba en diversos países.

Utiliza prácticas modalidades comunicacionales que son típicas del escenario de polarización extrema, de máxima toxicidad, que lamentablemente caracteriza hoy las prácticas políticas en la sociedad estadounidense, en particular las prácticas electorales que ya miran a noviembre del próximo año.

Facebook, por ejemplo, es una gran plataforma privada, que se conoce a que objetivos sus dueños responden y que se caracteriza por una práctica, no solo de violación del derecho de los ciudadanos a la información veraz, a la privacidad, a que no se trafique con sus datos personales, que no sólo incursiona en el aliento a mensajes de odio, de división, de discriminación, de odio incluso racial, otras formas de discriminación y que es generador de violencia. Recientes documentos publicados, testimonios incluso internos demuestran que esto es así.

Hoy debo informar a ustedes que los grupos privados que se han establecidos en la plataforma de Facebook no sólo realizan actividades ilegales, desde el punto de vista del derecho internacional, del derecho nacional en los propios Estados Unidos de América y en otras naciones desde donde operan, en violación de las leyes cubanas, incluso en violación de las llamadas políticas de comunidad, en las propias normas de la propia plataforma Facebook, alterando algoritmos, alterando el mecanismos de geolocalización, para simular la presencia masiva en Cuba de personas y cuentas que se sabe que radican fuera de nuestro país y fundamentalmente en la Florida y territorio estadounidense. Como ha ocurrido ya, Facebook podría ser perfectamente con estricto apego a la ley, demandada por estas prácticas contra Cuba.

Para mí lo más importante es que se dirime en estos acontecimientos el derecho de un estado soberano, de un pueblo libre en ejercicio de la libre determinación, frente al intento de una superpotencia de intervenir en sus asuntos internos, forzar un cambio de régimen, destruir el orden constitucional por motivaciones estrictamente políticas, por motivaciones que sólo sirven al interés de grupos de poder que lucran con la política exterior y que pretenden manipular a los ciudadanos estadounidenses.

Por tanto se dirime el derecho del pueblo de Cuba a la paz, a la estabilidad, a  la tranquilidad y seguridad ciudadanas, frente al ejercicio ilegal de una potencia que pretende alterarla.

El 26 de octubre periodistas preguntaron al Vocero del Departamento de Estado, cuál era la relación del gobierno de Estados Unidos con las llamadas protestas en Cuba. Dos veces el Vocero evitó responder esa pregunta, pero ha sido generosamente respondida por numerosos funcionarios, altos funcionarios del gobierno de los Estados Unidos y políticos de ese país, que han hecho abiertas amenazas de aplicación de nuevas sanciones a Cuba y de represalias contra nuestro país.

Probablemente me equivoque. Hace apenas una hora se alteró mi compilación. Ya no son 28, son 29 declaraciones del gobierno de los Estados Unidos y de figuras influyentes del Congreso de esa nación sólo desde el 22 de septiembre, casi una diaria, dirigidas todas a alentar, orientar, instigar a acciones de desestabilización  en nuestro país.  Instigan al desafío al orden constitucional, a las leyes cubanas, a las autoridades.

Plantean exigencias para que se permita acciones que Cuba jamás ha permitido ni permitirá, acciones de un gobierno extranjero en nuestro territorio tratando de desestabilizar el país. Solicitan y presionan a distintos gobiernos, algunos de los cuales ustedes representan, a que se sumen a estas acciones contra Cuba. Han emplazado incluso a una parte de ustedes, a veces de manera personal, a que participen los diplomáticos acreditados en la Habana, en acciones ilegales de esta naturaleza.

Presentan a supuestos pacifistas o manifestantes de una manera mendaz, cuando se sabe que son agentes extranjeros que alientan acciones violentas de vandalismo y que inevitablemente crearían situaciones que alterarían la paz interna. Hablan de luchadores por los derechos civiles con verdadera desvergüenza. Se amenaza con acciones incluso desde el Congreso de los Estados Unidos.

Sorprende, a pesar de que tenemos experiencia, y el mundo ha visto cosas inimaginables sobre todo en los últimos dos años, el doble rasero, el cinismo y la hipocresía con que figuras del gobierno de los Estados Unidos se refieren a estos temas.

Son los mismos que no dicen una palabra de las masacres de defensores de derechos humanos y activistas sociales, que no hablan de la represión brutal contra manifestantes con el empleo de equipo quasi militar, equipo de represión más asociado a la acción militar que a la acción de las autoridades de orden interno.

Que no dice una palabra de las lesiones oculares de cientos y cientos de adolescentes y jóvenes de nuestra región, incluso altos funcionarios del gobierno de Estados Unidos que realizan visitas oficiales a países que se encuentran aplicando estados de excepción contra la protesta social o militarización o invocando legislación antiterrorista para reprimir la protesta social. Vean aquí por fechas, incompleta como es natural a partir de la última salida de esta mañana.

Durante el mes de octubre, sólo durante el mes de octubre, la Embajada de los Estados Unidos en la Habana ha publicado sólo en la red twitter 59 mensajes, 36 de ellos relacionados con este asunto y con un intento descarnado de alterar el orden constitucional y la estabilidad interna.

De una manera desvergonzada, tres de esos tweets se refieren a la supuesta ayuda del gobierno de los Estados Unidos al pueblo cubano, en estas circunstancias incluyendo las garantías a un mayor acceso a alimentos, medicinas y suministros médicos. Explican vías para facilitar el envío de ayuda a Cuba y las opciones para acelerar el suministro de bienes humanitarios.

Mienten desvergonzadamente. No ha habido ningún ofrecimiento de ayuda del gobierno de los Estados Unidos a Cuba, humanitaria ni de ninguna índole, a lo largo de toda la pandemia. Ni siquiera cuando se produjo la avería de la planta productora de oxígeno, se ofrecieron o se concedieron licencias específicas para enviar oxígeno a Cuba, y quedó claramente demostrado que para enviar oxígeno a Cuba desde los Estados Unidos, se requiere una licencia específica del gobierno de los Estados Unidos.

No se ha enviado una solo tonelada ni de alimentos ni de medicinas a Cuba por parte del gobierno de los EE.UU., más bien se ha obstaculizado con sus regulaciones y con la práctica agresiva que inercialmente arrastra el gobierno del Presidente Biden desde el anterior, las donaciones generosas a los esfuerzos de colectas y de extraordinarias ingentes gestiones de grupos de solidaridad, de grupos de cubanos asentados en los Estados Unidos, de organizaciones de la sociedad civil estadounidense que han enviado al costo de muchos esfuerzos volúmenes de ayuda humanitaria cuyo valor moral y de aliento a nuestro pueblo es sin embargo, inmenso.

El gobierno de EE.UU. continúa aplicando medidas que impiden la reunificación familiar, que impiden los viajes familiares, impiden el otorgamiento de visados, lo mismo para visas de inmigrantes, en incumplimiento flagrante de los acuerdos migratorios vinculantes firmados y vigentes entre ambos países, que restringen los periodos de visados a ciudadanos cubanos, que impiden a ciudadanos cubanos que residen en terceros países y que tienen doble ciudadanía a acceder con esos pasaportes a territorio estadounidense.

Y ahora de manera más reciente obstaculizan también, además de, el cierre de los servicios consulares en nuestro país, y la forma en que se ha encarecido además, la posibilidad de ir a obtener una visa de emigrante o una visa de viaje temporal a terceros lugares, ahora ponen una nueva barrera, que es la exigencia de vacunación a los ciudadanos cubanos que deseen viajar a los EE.UU. con vacunas reconocidas por la autoridad regulatoria estadounidense o por la Organización Mundial de la Salud.

Las vacunas cubanas han sido reconocidas por la autoridad regulatoria cubana y por otras de varios países.  Espero que la Organización Mundial de la Salud (OMS) actúe en apego a sus propias normas, que actúe tomando en cuenta las circunstancias de emergencia que se vive hoy en el planeta, en naciones hermanas, en particular de África que no ha podido acceder a las vacunas y que haga expeditos los procedimientos de pre-certificación de las vacunas cubanas que están en proceso.

Nos alienta el hecho de que la OMS tiene larga experiencia y tradición de cooperación con Cuba y de reconocimiento de vacunas cubanas, a partir de que es este país, dicho modestamente, unos de los de mejor esquema de vacunación pediátrica del planeta con vacunas reconocidas internacionalmente.

Pero no deja de ser discriminatorio que no se permita a los cubanos entrar a territorio estadounidense portando certificados con pleno valor legal, de haber sido vacunados con vacunas cubanas, cuya eficacia ha quedado totalmente demostrada no solo por estudios clínicos y de intervención sanitaria en Cuba o en otros países, sino con los resultados de control de la pandemia que está exhibiendo hoy el país, a pesar de que hay medidas de bloqueo  vigentes, algunas nuevas, aplicadas durante el periodo cercano de pandemia, que han obstaculizado las investigaciones médicas, la producción industrial y los estudios de intervención en nuestro país, bloqueando la importación de equipamiento, materiales y materias primas propias del escalado industrial de cualquier vacuna.

Sorprende, sin embargo, que el Gobierno de los Estados Unidos, al mismo tiempo que con estas prácticas alienta la inmigración irregular, que restringe el derecho de los cubanos a viajar y emigrar, que los coloca en condiciones de indefensión frente al tráfico de seres humanos, que lesiona el propio interés del gobierno de los Estados Unidos, desde el punto de vista de aplicación de la ley, de medidas contra el tráfico de personas, contra la trata de personas, que crea situaciones críticas para países hermanos por donde los cubanos que salen de Cuba, de manera totalmente regular con sus visados que otorgan sus consulados, en líneas aéreas y vuelos comerciales regulares, se convierten,  después, en flujos irregulares, que provocan pérdidas de vidas y que crean situaciones dramáticas, a veces trágicas, no solo en el estrecho de la Florida sino en la selva del Darién y otras rutas de migración irregular.

Sorprende el cinismo con que el gobierno de los Estados Unidos ha garantizado, pese a sus llamados disuasivos, la entrada por la frontera sur de los Estados Unidos, de ciudadanos cubanos que no solo han llegado a allí en condición irregular sino que obviamente no han sido vacunados ni tienen certificado alguno.

El gobierno de los Estados Unidos, durante estos dos años de pandemia, ha sido incapaz de ofrecer ayuda humanitaria a nuestro pueblo. Ha roto la tradición, incluso, de gobiernos republicanos o demócratas, que ante huracanes o desastres naturales lo hicieron en el pasado. Y Cuba siempre fue receptiva, siempre claro que expresó que si alguna preocupación humanitaria hubiera sinceramente en el gobierno de los EE.UU., tendría que empezar por levantar las medidas de bloqueo, sobre todo las que ocasionan en mayor medida sufrimiento y agobio por los problemas económicos, el desabastecimiento, las dificultades de nuestra economía, que claramente se saben que son propias de los gastos exorbitantes que hemos tenido que hacer para enfrentar la pandemia, del impacto económico de la pandemia y la crisis económica internacional en nuestros ingresos externos y, también, de nuestras dificultades.

Pero aun si el gobierno de los Estados Unidos no hubiera tenido voluntad elemental de cumplir promesas electorales que hizo a sus votantes demócratas, a sus votantes sin afiliación partidaria, a los cubanos residentes en el territorio de los Estados Unidos, o lo que puso en su plataforma electoral, pero al menos hubiera tenido una mínima vocación humanitaria, habría que tenido que hacer algún ofrecimiento para enfrentar la pandemia.

Solo ahora, el viernes de la semana pasada, el Departamento de Estado se ha dirigido a nuestra Embajada en Washington, en medio ya de la apertura del país, en el  momento en que nuestro pueblo celebra el control de la pandemia, cuando prácticamente ha concluido la campaña de inmunización de los cubanos, cuando las tres vacunas cubanas han mostrado extraordinaria efectividad, de las más altas del mundo, cuando el ritmo, la velocidad de vacunación colocó a Cuba en nivel mundial, cuando prácticamente ha concluido el primer programa del mundo de vacunación pediátrica, desde los dos años de edad de los niños, se ha ofrecido a Cuba una supuesta donación con muchas condiciones, con muchos requisitos, sin que estén claras las circunstancias, convenciones a mecanismos internacionales que hasta ahora han sido totalmente  ineficaces, excluyentes, incumplidores de los propios contratos que firmó como Covax, a Cuba, 1 millón de dosis de una de sus vacunas. Hay que tomar en cuenta que un millón de dosis alcanza para vacunar a unos pocos cientos de miles de personas en un país de once millones de habitantes.

Están ofreciendo vacunas a una población ya vacunada, ya incluso avanzando el programa de la dosis posterior de refuerzo. Pero, además, plantean requisitos estrictos e injerencistas.  La obligación de realizar estudios clínicos en Cuba, ¿qué quiere decir esto?: ¿Qué tiempo toma un estudio clínico? Nos están ofreciendo vacunas que podamos utilizar dentro de seis meses o un año. Responsabilidad legal de compensación por efectos secundarios. Estudios clínicos para cerciorarse de que sean compatibles con las vacunas cubanas y monitoreo por agencias estadounidenses del destino final de la aplicación de las vacunas.

¿Qué sentido tiene esa oferta oportunista a última hora, cuando ya no tendría efecto práctico alguno? ¿Por qué el oxígeno no y vacunas ahora sí? ¿Por qué vacunas no  cuando más falta nos hubiera hecho? ¿Por qué no facilitar la importación de los insumos  imprescindibles para en enfrentamiento a la pandemia y el desarrollo y escalado industrial de las vacunas?

Pero debo declarar al gobierno de los Estados Unidos, que si esa oferta es seria, sincera y responsable, nuestro país la reconoce y la apreciaría como un acto en la dirección correcta. Hemos respondido al gobierno de los Estados Unidos con una explicación respetuosa y estrictamente apegada a la verdad de las razones por las cuales esa donación no contribuiría a mejorar la salud de los cubanos ni tendría impacto epidemiológico alguno. Y hemos ofrecido al gobierno de los Estados Unidos  que utilice esa donación de vacunas junto a una donación de vacunas cubanas para la inmunización de la población en algún país altamente necesitado de ellas que podría estar en el Caribe, incluso con la participación de personal de la salud estadounidense y cubano en la aplicación del programa de vacunación.

Estoy reiterando, hoy, el ofrecimiento que hicimos antes de manera privada al gobierno de los Estados Unidos, de una cooperación triangular, conjunta, y estamos en contacto con algunos gobiernos de países que reúnen estas condiciones, en absoluto respeto a su soberanía, por si sus gobiernos decidieran mostrarse interesados en este proyecto.

Lo más cínico del enfoque del gobierno de los Estados Unidos en relación a su política hacia Cuba ha sido el planteamiento del asesor de Seguridad Nacional de la Casa Blanca, el señor Jake Sullivan, planteamientos acompañados también por el secretario de Estado, Anthony Blinken, y otras figuras de ese gobierno, que  han sustituido el enfoque de revisión integral de la política hacia Cuba  en cumplimiento con del programa y promesas electorales con la que se eligió al presidente Biden, por el concepto de que ahora las circunstancias han cambiado.

Emplazo al Gobierno de los Estados Unidos a que presente dato alguno de resultados de esa supuesta revisión o a que argumente cuáles  son las circunstancias que cambiaron, más allá de la operación estadounidense y sus consecuencias durante el verano que acabo de denunciar.

Debo señalar que el financiamiento federal de los Estados Unidos para la guerra contra Cuba, guerra económica, guerra política, guerra comercial y financiera, guerra comunicacional, guerra no convencional típica con acciones de desestabilización típica, precursora de acciones de mayor beligerancia, se ha incrementado y fluye de manera permanente.

Solo en septiembre de 2021, se asignó un paquete de 6 millones de dólares de subsidio de la USAID a 12 organizaciones que operan en la Florida, en Washington y en Madrid, en el negocio lucrativo de la industria anticubana y que operan estos actos de intento de desestabilización.

Tienen aquí una muestra de esos fondos que siguen corriendo copiosamente, no me voy a detener en ellos, se ha presentado evidencia pública y refutable, contundente por parte de nuestro gobierno sobre las acciones de reclutamiento, entrenamiento, financiamiento, organización, apoyo logístico de agentes internos en Cuba que la ley de Estados Unidos calificaría como agentes extranjeros y amenazaría con penas extremas de privación de libertad.

No hay acciones autóctonas de desestabilización en Cuba, de oposición a nuestro gobierno. Ustedes caminan por nuestras calles desde hace unas semanas, podrían recorrer todo el país y los invito a hacerlo, y lo que verán es la alegría de la gente, la esperanza, la felicidad de la familia y de los niños ante este momento de oportunidad que se abre ante nuestro país en un final de un bienio tremendo, en cercanía del nuevo año.

Los cubanos sentimos la convicción de que el 2022 será un año de oportunidad promisorio para nuestro pueblo.  Mientras el gobierno de Estados Unidos sigue atacando a Cuba y despilfarrando el dinero de sus contribuyentes, porque es evidente que ese dinero va a parar a determinados bolsillos, a determinados mecanismos de corrupción electoral que funcionan particularmente en la Florida.

En tercer lugar, hay una operación de toxicidad en la comunicación en las redes digitales que el mundo debe conocer y repudiar. Es una política de aliento al odio, de incitación a la violencia, de instigación al delito  que pone en riesgo, no solo a nuestro pueblo, sino que escala en una política tradicional, pero exacerbada en los últimos años, particularmente en los años del gobierno anterior cuyas políticas lamentablemente siguen fluyendo, al parecer, por inercia en este y que tienden a alterar la paz social y generar condiciones de conflicto en diversos países.

Es la exportación de las prácticas tóxicas y sucias de política electoral que lamentablemente se han desatado en los últimos años en la política estadounidense a otros países, a otras regiones.

El gobierno de Cuba junto a nuestro pueblo, estrechamente unido a nuestro pueblo, en respuesta al consenso ampliamente mayoritario que existe en nuestro país, impedirá cualquier ensayo de acciones inconstitucionales, o no constitucionales o anticonstitucionales, como refieren distintas escuelas de Derecho dirigidas a un cambio de régimen en Cuba, no lo permitiremos.

Utilizaremos nuestras leyes, nuestra Constitución en el más estricto apego a los principios de nuestro Estado socialista de derecho y  justicia social.

No permitiremos obviamente, que se invoque la Constitución para violentarla, ignorarla o destruirla. Por supuesto que nuestro pueblo continuará haciendo los mayores esfuerzos para sortear las dificultades que todas nuestras familias hoy padecen. Lo haremos con nuestro esfuerzo, nuestro trabajo, pensando en nuestros propios recursos.

Sabiendo que nuestra economía ha demostrado ser resistente y viable.

Sabiendo que hemos sobrepasado momentos peores, muchos más críticos y por supuesto que impediremos cualquier tentativa de injerencia, intervención, intervención humanitaria o cualquier forma de intervención contra nuestra independencia y nuestra soberanía, que durante 60 años hemos defendido y defenderemos al precio de nuestras vidas.

La política de Estados Unidos, agudizada en estos meses contra Cuba, está condenada al fracaso, es inviable. No ha funcionado durante 60 años, no funciona ahora; ni siquiera cuando ha tenido un virus como aliado y no va a funcionar en lo adelante.

Despejen de ese sueño, despierten de ese espejismo, no va a ocurrir. Es una política disfuncional, obsoleta, anclada en el pasado, costosa para los contribuyentes estadounidenses, ineficaz, que provoca al gobierno de los Estados Unidos descrédito y aislamiento internacional.

De manera que, solicito la solidaridad de la comunidad internacional, de la comunidad de Naciones, de la Asamblea General de las Naciones Unidas, el órgano más universal, democrático y representativo de  esta organización.

Agradezco la solidaridad de los amigos y amigas de Cuba en todo el mundo. De los grupos de solidaridad, de muchas fuerzas políticas, de las organizaciones de la sociedad civil en todos los temas y ámbitos en el planeta.  De los cubanos que residen en distintos confines, en particular en territorio de los Estados Unidos.

Llamo a los gobiernos, a tomar en cuenta, que las operaciones de desestabilización lanzadas por el gobierno de los Estados Unidos contra Cuba, incluyen llamados desaforados, totalmente expresos al acoso e incluso a la violencia contra las Embajadas cubanas en los países que ustedes representan.

No es hipotético, no hablo solo de la larga trayectoria de acciones terroristas contra Embajadas cubanas en el pasado. Hablo de amenazas reales, actuales y hablo de hechos recientes. Como el del 30 de abril de 2020, un ataque contra la Embajada de Cuba en Washington con un fusil de asalto y ráfagas de proyectiles, del cual el gobierno de los Estados Unidos no ha dicho una palabra públicamente de condena, ni ha dado garantías de que evitará que se repita, ni ha calificado de terrorista.

Hablo también del intento de incendiar la Embajada cubana en París, el 26 de julio de 2021, y espero que la Unión Europea se pronuncie en apego a sus posiciones contra el terrorismo internacional, en este sentido. Hablo, en los días más recientes, del acoso brutal al Consulado de Cuba en Barcelona, España, con actos que rayan en la agresión física contra el personal consular cubano.

Sé que algunos de los diplomáticos sufren, hoy, la presión pública y personal  para que se sumen a estos actos de desestabilización. Sé que no lo harán porque son respetuosos de la Convención de Viena de Relaciones Diplomáticas y del Derecho Internacional, sé que la diplomacia supone discreción que no todo se puede decir delante de una cámara, pero saben perfectamente lo que pasa en Cuba y lo que no está pasando en Cuba.

En este momento hay una campaña de amenazas, incluso personales, contra corresponsales de la prensa extranjera acreditados en La Habana, con amenazas a ellos e incluso a su familia, supuestamente por no reflejar lo que no existe en nuestro país.

Reclamo al gobierno de los Estados Unidos que cese las acciones desde territorio estadounidense de acoso contra periodistas, y en particular de periodistas extranjeros, de agencias de diversos países del mundo acreditados en La Habana y que se están haciendo produciendo desde dominios y cuentas físicamente establecidas en el territorio de la Florida.

Reclamo al gobierno de los Estados Unidos que impida la amenaza y el hostigamiento contra los cubanos y amigos de Cuba en territorio de los EEUU que se expresan a favor de la independencia, la soberanía, la cultura nacional en defensa de nuestro pueblo frente a los actos de guerra no convencional y las amenazas de desestabilización.

Reclamo que no haya impunidad, como ha habido una historia de impunidad para los grupos terroristas que actúan contra Cuba. Reclamo, en particular, que algunos voceros de grupos históricamente terroristas contra Cuba, en particular dos de ellos, sumamente activos como agentes externos de la provocación que organiza el gobierno de los Estados Unidos y que radican en Miami se apliquen las leyes norteamericanas contra la instigación a actos terroristas contra nuestro pueblo y contra sedes diplomáticas. Es lo que queda al gobierno de los Estados Unidos frente al fracaso de su política.

Defendamos el Derecho Internacional que ampara a todos nuestros Estados, en particular a los Estados del Sur, a los Estados pequeños. Defendamos el derecho de los Estados a la independencia y el ejercicio de la soberanía.

Defendamos hoy, en Cuba y con Cuba el derecho de los pueblos a la libre determinación y estaremos actuando a favor de un mundo mejor y en prevención de que estas políticas y estas prácticas se continúen aplicando, como hay algunos casos, en la última década, contra cualquiera de nuestras naciones.

Reitero que nuestro pueblo va a ejercer con toda alegría y celebración merecida su derecho a la paz. Su derecho de haber vencido una pandemia. Su derecho a celebrar haber derrotado las medidas del gobierno de los Estados Unidos exacerbando el bloqueo contra Cuba, particularmente en momentos de crisis humanitaria internacional y de pandemia en Cuba.

No van arruinar nuestra celebración, no van aguar nuestra fiesta. Los invito con toda alegría y esperanza a que se sumen al júbilo de nuestro pueblo. Recorran nuestras calles, asistan a los eventos numerosos culturales, deportivos, académicos que se van a estar produciendo en este cierre de año, incluida la celebración del nuevo aniversario de La Habana, capital de todos los cubanos y les deseo felices Navidades, un fin de año feliz para ustedes y para sus familias. Un feliz y próspero año nuevo y le reitero nuestro reconocimiento y alegría por contar con la presencia de ustedes junto a nuestro pueblo que tanto nos alienta.

Muchas gracias.

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