L’oppositore Yunior García diserta le manifestazioni del 15N

Roberto Cursi  www.lantidiplomatico.it

Ormai arrivati dalla tanto annunciata “Marcia pacifica” del 15 novembre, Yunior García, promotore dell’iniziativa, con un lungo post sul suo profilo Facebook, dal titolo “DICHIARAZIONE”, annuncia che non parteciperà più alla marcia del 15N, ma, il giorno prima, metterà in atto una sua solitaria iniziativa.

La dichiarazione viene introdotta con queste parole:«Questo messaggio non è rivolto esclusivamente al governo, ma a TUTTA la Nazione. Da quando abbiamo annunciato l’iniziativa della Marcia, questa ha cessato di essere solo nostra, per appartenere a tutta la Società Civile Cubana, tanto dentro come fuori l’arcipelago».

Il giovane drammaturgo scrive una lunga serie di motivi per i quali ha deciso di non partecipare più alla marcia, lasciando però libertà a chiunque lo voglia fare: «Non sarò io a impedire agli altri manifestanti di Cuba di esercitare i loro diritti, né il 15, né il 16, né il resto dei giorni».

L’iniziativa solitaria che ha deciso di mettere in atto, la descrive in questo modo: «Domenica 14 novembre realizzerò una marcia da SOLO, a nome di tutti i cittadini che sono stati privati ??dal regime del diritto di manifestare il 15N. Camminerò in silenzio alle tre del pomeriggio a L’Avana, lungo l’Avenida 23 del Vedado, dal Parco Quijote al lungomare, portando solo una rosa bianca. E questo non è un atto di eroismo, è un atto di responsabilità».

I motivi per cui Yunior García si sia “tirato fuori” dall’iniziativa di domenica per marciare in solitaria possono essere vari. È inutile che mi metta ora a fare congetture in proposito, ma posso dire che, secondo me, forse una cosa ha influito ancor più delle rivelazioni dell’Agente ‘Fernando’, di cui ho parlato giorni fa in un altro articolo [1].

Mi riferisco alla conferenza del 10 novembre, organizzata dal ministro degli Esteri di Cuba, Bruno Rodríguez Parrilla.

Per l’occasione sono stati invitati i tanti rappresentati del Corpo Diplomatico accreditati nell’Isola, con lo scopo di denunciare ciò che si stava organizzando contro Cuba per la giornata del 15 novembre.

Il Ministro degli Esteri ha fatto presente che nei prossimi giorni l’Isola si riaprirà al turismo internazionale, celebrerà il 502° anniversario dell’Avana, e continuerà la sua campagna di vaccinazione che sta avendo ottimi risultati, inoltre ci sarà il ritorno dei bambini, adolescenti e giovani nelle aule di scuola, e per questi motivi non permetteranno che “aggressioni organizzate dall’estero con l’uso di agenti esterni, finanziati e talvolta trasportati direttamente all’interno, rovinino questo momento di gioia per la nostra gente”.

Ha fatto inoltre presente che il popolo cubano, con una stretta adesione alla Costituzione della Repubblica e alle sue leggi, difenderà l’ordine costituzionale per il quale ha recentemente votato in gran numero.

Ai diplomatici in sala, Bruno Rodríguez Parrilla, ha denunciato il copione che da sempre mette in atto il governo degli Stati Uniti, che è quello di trovare ogni pretesto per intensificare il “bloqueo” economico, commerciale e finanziario, spiegandogli che quella del 15 novembre è un’operazione organizzata principalmente dal territorio degli Stati Uniti, anche con la partecipazione di persone con un passato da terroristi.

Durante il suo intervento ha chiesto solidarietà internazionale e ha ringraziato per averla ricevuta da molte parti del mondo, concludendo che la politica degli Stati Uniti contro Cuba ha sempre fallito e continuerà ad essere destinata al fallimento.

Ho sintetizzato di molto la dettagliata presentazione che il ministro Bruno Rodríguez Parrilla ha fatto ai tanti diplomatici stranieri, presentazione che avrà fatto riflettere qualcuno negli Stati Uniti, e forse, ancor di più, a Yunior García.

Il giovane drammaturgo avrà preso consapevolezza di quanto, questa volta, le autorità cubane siano decise a far rispettare i dettami costituzionali fino alle estreme conseguenze, arrestando chi proverà a violarle.

Essendo lui il leader delle marce, ha forse pensato che la decisione migliore era quella di non rischiare, e per questo il post su Facebook con la sua “Dichiarazione”, nella quale ci sono tante contraddizioni e anche alcune falsità (si può leggere integralmente andando alle note[2]).

Non mi metterò io a commentarla perché, in un programma radiofonico cubano, dal titolo “Chapeando bajito”, hanno parlato di questa inaspettata decisione presa da Yunior García, e l’analista del programma, l’avvocato e giornalista Reinier Alejandro, ha detto la sua, e poi, in un post su Facebook, ha scritto una chiara risposta alla “Dichiarazione” del leader di “Archipiélago” e promotore delle manifestazioni del 15N.

Trascrivo integralmente il post di Reinier Alejandro, dal titolo: BUGIE, MANIPOLAZIONI E OMISSIONI DI ALCUNE DICHIARAZIONI.

Scritto e pubblicato nello stile di un libretto teatrale, questa mattina, Yunior García, mostra la sua drammaturgia carica di menzogne, manipolazioni e omissioni.

Diamo un’occhiata, per parti e punti, ai 9 più importanti, perché il testo, nel suo insieme, ne è pieno:

  1. Yunior dice: “Il governo ha usato, per dissuaderci (…) i bambini (…) Organizzare una festa popolare con la presenza dei bambini nelle strade è l’evidente dimostrazione di quanto siano disposti a spingersi per evitare la marcia”.

Questa, in ogni singola parola, è una MENZOGNA e una MANIPOLAZIONE della realtà, e Yunior lo sa.

Che mostri una singola evidenza, un post, una prova di un dirigente o un funzionario cubano dell’istruzione che abbia detto che il 15 novembre i bambini sarebbero stati per le strade e non nelle aule dopo più di più di 10 mesi di assenza [per il Covid.n.d.t.].

Non esiste, perché non è mai stata questa l’intenzione. E sa anche, come tutti noi lo sappiamo, che prima di quella infausta marcia, il rientro alle lezioni era già stato annunciato.

Sì, è successo, ma né Yunior e né nessuno di ‘Archipielago’ ha denunciato il fatto che qualcuno ha creato un falso account del ministro dell’Istruzione, nel quale si esortava i giovani studenti a presentarsi in strada.

La realtà è che, a causa della marcia che invocano, dietro la quale ci sono soggetti della peggior specie, terrorista e violenta – che Yunior non ha denunciato – i bambini potrebbero essere esposti alla violenza che questi individui promuovono, iniziando da una scuola, fino a una struttura governativa. Yunior vuole sottrarsi alle proprie responsabilità.

  1. In seguito dice: “sappiamo che potrebbero infiltrare persone violente nella marcia e poi incolpare noi per le loro azioni”.

Un’affermazione di questo tipo, con tale certezza, immagino non sia per supposizione, indica le prove che hai, ma prove inconfutabili, che non consentono di equivocarsi. Perché non mostrarle? (Questo lo rafforzerebbe). Come si può tirare in ballo in questo modo un’accusa così grave e irresponsabile?

  1. Poi dice “Sappiamo anche, purtroppo, che una parte del mondo è disposta a tacere..”

No Yunior, non è che vogliano mettere a tacere qualcosa. È che difendono Cuba perché sanno da che parte sta la verità e la ragione. Quella parte di mondo che dici, che tra l’altro è la maggioranza, è consapevole del livello di aggressione storica, di ogni tipo, a cui è stata sottoposta quest’isola per non essersi mai sottomessa agli Stati Uniti. Una buona parte di quel mondo ha vissuto sulla propria carne veri colpi di Stato, oppure quelli ‘morbidi’, come questo che da mesi alimentano contro Cuba, con “arnesi” politici interni all’Isola. Il mondo ha le idee chiare, non andargli contro.

  1. E poi, con tutta drammaticità, fa notare: “l’assedio contro le figure più in vista della nostra ‘piattaforma’ è ormai pronto, e le nostre sentenze sono già state firmate”.

Manipola ancora una volta. Non c’è nessuna sentenza firmata. Quello che esiste è un monito legale, della Procura Generale della Repubblica, che garantisce il rispetto della legalità e dell’ordine, il quale stanno provando a non rispettare, con la sfida di portare avanti una marcia che le autorità locali hanno negato, definendola illegale e contraria alla legge Costituzione.

Ciò che esiste è una risposta dello Stato di Diritto, quello che tanto proclamate quando vi fa comodo, ma poi, opportunisticamente, lo negate.

  1. La “Dichiarazione” si rivela una tragicommedia quando afferma che “noi aborriamo ogni forma di violenza”.

Sì? Veramente tutta?

È che ancora non vi abbiamo visto condannare i piani che ha Ramón Saúl Sánchez per la marcia, un terrorista con una lunga storia violenta, il cui curriculum vitae come terrorista può essere trovato nei media statunitensi, come il Los Angeles Time; né vi abbiamo visto condannare gli appelli alla disobbedienza civile (che è una forma di violenza) di un altro terrorista, Orlando Gutiérrez Boronat.

Come si spiega che ‘Archipielago’ aborrisce la violenza, mentre i suoi membri pubblicano inviti alla marcia con immagini vandaliche dell’11 luglio, di auto di polizia rovesciate; oppure riconoscono di ricevere addestramento da un’organizzazione terroristica come la Fundación Nacional Cubano Americana, che ha così tanto sostenuto Luis Posada Carriles? Sai, Yunior, chi è Posada Carriles?

Yunior accusa lo Stato cubano di cercare di promuovere violenza – senza prove – ma non denuncia organizzazioni e individui con una lunga storia di violenza dietro a tante proteste. Come si può accettare una cosa simile?

  1. Poi, appare l’eroe, trasformato in “lupo solitario”, quando dice “domenica 14 novembre farò una marcia SOLITARIA…” (così, in maiuscolo lo scrive).

Per prima cosa lui scappa dal “Frankenstein” che le hanno suggerito di creare per il 15 novembre, e dice agli altri – leggo tra le righe – di fare quello che pensano, di salvarsi come possono… Sa che dietro ci sono forze “oscure” che non può controllare, ed è loro preda, almeno uscendo [dalla marcia] sarà responsabile solo di ciò che fa lui.

Inoltre, farla da solo, lo aiuta nel fatto che tutte le luci e i riflettori siano esclusivamente puntati su di lui. No, non è voglia di protagonismo, tanto meno un ego smisurato. Non pensiamo a male. In lui hanno investito molto, anche attraverso corsi, per poi perderlo nel fango del 15N.

  1. Dice anche: “Il governo degli Stati Uniti sa perfettamente di non avere alcun rapporto con Archipiélago, o con la marcia”.

Come verrebbe interpretato il fatto che, il fondatore di Archipiélago, riceve un corso all’estero tenuto da una Fondazione nordamericana che fu anche diretta dall’attuale responsabile della CIA?

Come spiegarlo se sappiamo (perché è pubblico da anni) che tutte queste fondazioni e organizzazioni – come CADAL – hanno organizzato i viaggi e la formazione del leader di Archipélago, e fanno parte di un “disegno” che il governo degli Stati Uniti realizza attraverso queste stesse organizzazioni, per non esporre direttamente le loro agenzie federali? Su questo, la documentazione al riguardo è abbondante.

Che tipo di relazione potrebbe giustificare i legami che ha Yunior, nell’ambasciata americana all’Avana, con Alexander Agustine-Marceil, un individuo la cui appartenenza ai servizi segreti statunitensi è pubblica?

  1. “La nostra piattaforma [Archipiélago] aspira, in modo inalienabile, che i nostri conflitti interni siano risolti senza interferenze”

Sicuro? E perché Archipiélago non condanna che nell’ultimo mese ci sono stati più di 29 pronunciamenti di importanti politici nordamericani intervenuti negli affari interni di Cuba?

Perché non sono tanto attivi nel denunciare la politica di soffocamento di Biden nei confronti del popolo cubano, che è la stessa di Trump? Perché non reagiscono quando il Consigliere per la Sicurezza nazionale degli Stati Uniti minaccia più sanzioni contro Cuba per il legittimo diritto del governo di negare questa provocazione [del 15N]? Questa non è ingerenza, intromissione? Questo non è un vincolo che avete col governo degli Stati Uniti, facendo pressione per gli stessi interessi?

  1. “Nessuno di noi aspira al potere, e non pretende un ‘golpe blando’ [colpo di Stato “morbido”]… Così ci assicura, ma poi ci chiediamo cosa faccia Sayli, uno dei membri del direttivo di Archipiélago, quando condivide sui social, scandalosamente, manuali e metodi di Gene Sharp.

Sa, il nostro protagonista, che questo è il padre e il principale teorico dei cosiddetti “golpes blandos” sotto la denominazione eufemistica di “metodi di resistenza pacifica”?

Ebbene sì, ogni risposta disperata di questi personaggi li porta, per omissione o tacitamente, a rivelarci l’essenza dell’ipocrisia che li muove.

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[1] Articolo: Cuba. Leader della “marcia pacifica” del 15 novembre smascherato dall’agente ‘Fernando’ https://www.lantidiplomatico.it/dettnews-cuba_leader_della_marcia_pacifica_del_15_novembre_smascherato_dallagente_fernando/42370_43786/

[2] Il post di Yunior García, “Dichiarazione” https://www.facebook.com/yunior.garciaaguilera.5/posts/3178396115730390

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