I quadri normativi giuridici degli USA e suoi soci alle ONG

misionverdad.com

L’Assemblea Nazionale (AN) ha approvato, in prima discussione, il Progetto di Legge su Controllo, Regolarizzazione, Attuazione e Finanziamento delle Organizzazioni Non Governative (ONG) e Affini, il cui scopo è quello di vigilare il funzionamento di questo tipo di entità che operano in Venezuela.

A questo proposito, il deputato Diosdado Cabello ha esclamato, durante la presentazione della relazione del progetto in plenaria, che questa legge cerca di rivedere e controllare le ONG che ricevono finanziamenti e non sono controllate.

Cabello ha aggiunto che l’AN ha indagato concretamente 62 organizzazioni che non soddisfano i requisiti minimi di trasparenza e e la cui loro funzione è stata fondamentalmente politica, in diversi casi mediante azioni destabilizzanti basate su direttrici e risorse fornite dal governo USA e suoi simili.

Le istituzioni venezuelane hanno enfatizzato nel regolare le attività delle ONG per esercitare sovranamente una politica di sicurezza nazionale globale. I documenti delle autorità venezuelane, e altre analisi al di fuori dello spettro governativo, indicano che i governi stranieri hanno eseguito il finanziamento di partiti e organizzazioni antichaviste indirettamente attraverso queste istanze della cosiddetta “società civile”.

Istituzioni come il National Endowment for Democracy (NED), l’Agenzia USA per lo Sviluppo Internazionale (USAID) e Freedom House, ascritte al governo USA, sono state punti focali per l’esborso di risorse dirette a partiti e organizzazioni in Venezuela che, all’essere verificato, fornisce dati schiaccianti.

Solo l’USAID ha stanziato, nel 2008, circa 10 milioni di $ a favore della “difesa della democrazia” in Venezuela. Nel 2017 hanno effettuato un esborso di 5 milioni di $, in chiara congruenza con la rivoluzione colorata e il ciclo violento orchestrato nel Paese durante quell’anno.

Il tradizionale schema di finanziamento dagli USA a queste istanze terziarizzate della politica del Dipartimento di Stato ha avuto una mutazione in Venezuela, quando hanno iniziato a utilizzare le risorse congelate e rubate dello Stato venezuelano all’estero a beneficio del “governo ad interim” di Juan Guaidó.

Attraverso questa modalità è noto la consegna di almeno 150 milioni di $ per il sostentamento del “governo ad interim” e la “difesa della democrazia”. Data la mancanza di personalità giuridica che aveva l’ “interim” in Venezuela, queste risorse sarebbero entrate nel Paese attraverso la triangolazione, con alcune ONG a fare da schermo.

Durante la presentazione di questo progetto di legge, Cabello ha indicato che anche il governo USA applicava norme al finanziamento straniero alle ONG in quel paese e questo evidenzia il trattamento ipocrita e discrezionale verso il Venezuela.

GLI USA COME PRIMO REFERENTE

 

Lo US Foreign Agents Registration Act (FARA) è stato emanato nel 1938 ed è stato utilizzato per contrastare la propaganda nazista durante la II Guerra Mondiale. Ciò ha reso il paese nordamericano pioniere nella regolamentazione delle ONG a livello mondiale.

Intorno agli anni ’60, FARA ha iniziato ad essere applicato a gruppi di potere e aziende che promuovevano interessi di governi stranieri. Secondo DW, dopo le elezioni presidenziali del 2016, FARA “si è convertito in uno strumento per rispondere all’influenza straniera nella politica USA”, come la disinformazione e il tentativo di influire sulle elezioni.

Il media tedesco allude, senza citarlo esplicitamente, alle varie tesi che l’ascesa di Donald Trump sia stata possibile a causa dell’ingerenza di altri Paesi nelle elezioni USA.

Secondo la Federazione Internazionale per i Diritti Umani, che riunisce altre ONG del settore, lo strumento FARA ha portato a “un aumento della propaganda ideologica che ha paralizzato per lungo tempo molte ONG statunitensi”, che sono state relegate allo status di “agenti stranieri “. Aggiungono che con ciò il governo ha regolamentato apertamente le “attività politiche” delle organizzazioni.

FARA obbliga la registrazione delle ONG, la divulgazione delle loro finanze e stabilisce concreti divieti su qualsiasi attività svolta da qualsiasi ONG che sia considerata al servizio di un governo straniero. Ne deriva un quadro applicativo estremamente ampio e fragile, dato che gli organi di regolazione decidono, discrezionalmente, cosa sia e cosa non sia un’attività al servizio di una potenza straniera.

Il quadro applicativo di questa legge è stato molteplice e presenta esempi molto eclatanti.

Nel 1998, cinque cittadini cubani sono stati condannati per aver agito come agenti di un governo straniero sotto FARA. Ai cosiddetti “cinque eroi” di Cuba sono state imputate varie accuse di cospirazione dopo essere entrati negli USA per, come si diceva all’epoca, spiare il Comando Sud USA e diversi cubano-statunitensi, organizzati in gruppi per compiere atti terroristici a Cuba.

Nel 2017, RT America, filiale del servizio di notizie russo Russia Today (RT) negli USA, è stata costretta a registrarsi ufficialmente come agente straniero e, da lì, secondo la legge FARA, deve divulgare le proprie informazioni finanziarie, compresi i contributi che riceve dal governo russo. Sebbene in teoria i media godano di esenzioni ai sensi del FARA, la divulgazione di RT negli USA è stato bloccato a causa del quadro di discrezionalità che concerne il FARA e delle sanzioni illegali USA contro la Russia.

Nel 2018, il Dipartimento di Giustizia USA ha ordinato alla Rete TV Global China, gestita dallo stato cinese, di registrarsi come agente straniero.

Mentre Russia, Cina e Cuba sono stati dichiarati, in momenti determinati, come nemici degli USA, la paranoia USA si è estesa ad altri attori internazionali, soprattutto da quando sono diventati attori geopolitici. Tale è il caso dell’India.

La ONG chiamata “Overseas Friends of the BJP” (OFBJP) è un’organizzazione legata al tradizionale Bharatiya Janata Party (BJP) dell’India. Dopo 29 anni di attività negli USA, si sono formalmente registrati come “agenti stranieri” nel 2020. Sebbene i suoi membri siano principalmente statunitense di origine indiana, sono diventati oggetto di interesse da parte delle autorità.

Il controllo del governo USA alle loro ONG e alle loro organizzazioni è molto rigoroso, tanto che, per la scarsa applicazione della legge, è evidente che i cosiddetti Stati rivali non usano, solitamente, la via di finanziamento delle ONG in quel paese, come sì di solito avviene da Washington all’estero in modo formalizzato ed evidente.

In tempi recenti, si ricorda come rilevante il caso di Elliott Broidy, ex raccoglitore di fondi per la campagna di Donald Trump e lobbista, che si è dichiarato colpevole, nel 2020, per aver, presumibilmente, agito come agente straniero non registrato, ammettendo di aver esercitato segretamente pressioni sull’amministrazione dell’ex presidente repubblicano con 9 milioni di $ per conto degli interessi del governo malese e cinese. Anche se il caso Broidy è nell’occhio del ciclone per aver fatto parte delle basi di una presunta accusa politica contro di lui.

Ma vale la pena notare che la Legge FARA non funziona isolatamente, di fatto si applica in modo vincolante con la Legge Federale sulla Campagna Elettorale (FECA), implementata dal 1971, che vieta qualsiasi tipo di inserimento tramite trasferimento diretto o indiretto di denaro straniero, a favore di partiti politici negli USA. Broidy è stato condannato per aver violato, in teoria, entrambe le norme.

Gli USA sono un paese con una tradizione di questo tipo di regolamentazione. Ciò include la Lobbying Disclosure Act del 1995 (o, in spagnolo, Ley de Divulgación de Cabildeo), che era una legislazione intesa ad aumentare la responsabilità per le pratiche di lobbying federale. La legge è stata modificata dall’Honest Leadership and Open Government Act (Ley de Liderazgo Honesto y Gobierno Abierto) del 2007, che include sezioni che fanno riferimento al divieto delle organizzazioni di agire a favore di interessi stranieri.

Nel 2012 il Dipartimento di Stato di quel Paese ha anche pubblicato il documento “ONG Operation and Management in the United States”, che è un manuale che stabilisce chiari limiti alle attività delle ONG.

ALTRI PUNTI DI RIFERIMENTO

 

Una ricerca dell’Istituto per la Democrazia e l’Assistenza Elettorale (IDEA), del 2013, condotta in 94 paesi, ha concluso che l’85% di questi vieta severamente donazioni straniere a organizzazioni per scopi politici.

Non è necessario dare per scontata una differenza abissale tra i fini politici (proselitismo) delle organizzazioni e le attività (non proselitiste), ma sì di attivismo politico e sociale, di alcune organizzazioni. Lì c’è un confine molto angusto che è stato abbordato dai paesi con grande attenzione per creare le rispettive linee rosse.

In Israele, nel 2016 è stata emanata una legge che obbliga gli organismi che ricevono più della metà dei loro finanziamenti da governi stranieri di includere questa informazione nelle loro comunicazioni. Secondo il Ministero della Giustizia dell’epoca, la legge si applicherebbe a 25 gruppi, la maggior parte dei quali erano critici nei confronti del governo. L’allora ministro degli Esteri, Avigdor Lieberman, ha sostenuto che la misura era una “traslazione diretta” della FARA, riferisce DW.

In Australia, il governo era in contatto con il Dipartimento di Giustizia USA durante la redazione della legge. Il primo ministro australiano l’ha definita una “versione migliorata” del FARA. Diverse ONG, università e professionisti dell’ambito legale si sono opposti alla misura, sostenendo che si trattava di una minaccia diretta alla società civile e alla libertà di espressione e che limiterebbe l’azione di questo settore al di là delle frontiere.

In Ungheria è stata elaborata una legge che regolava l’attività delle ONG, che obbligava le organizzazioni a etichettarsi pubblicamente come enti che ricevono denaro dall’estero per avvertire la cittadinanza. Tuttavia, la Corte di Giustizia dell’Unione Europea ha ritenuto la norma come “restrittiva, di carattere discriminatoria” e ha ritenuto che potesse “creare un clima di sfiducia verso queste associazioni e fondazioni”, e che le sue disposizioni violassero le norme sulla libera circolazione di capitali. Sotto pressione, l’Ungheria ha abrogato lo strumento.

In Germania sono state promulgate la Legge sulle Società e la Legge sulle Fondazioni, mentre Francia e Svizzera hanno previsto il trattamento delle ONG in altre leggi civili, come le leggi sull’Imposta sul Reddito, che stabiliscono i parametri consentiti e non consentiti per il finanziamento di queste entità.

Il Canada ha promulgato la Legge sulle Associazioni Senza Scopo di Lucro. Questo strumento è stato denunciato dai sindacati canadesi davanti all’Organizzazione Internazionale del Lavoro (ILO), che hanno indicato che impone limiti alla sindacalizzazione e ai suoi meccanismi di finanziamento.

Esistono altri referenti ampiamente giustificati in Russia e Cina per legiferare su queste materie. I governi di entrambi i paesi hanno affermato che l’inserimento di capitale straniero via ONG si è tradotto in eventi di destabilizzazione.

Uno degli esempi più notevoli ha avuto luogo a Hong Kong. Nel 2021, il cosiddetto Fronte Civile per i Diritti Umani (CHRF) ha annunciato il suo scioglimento a causa delle “pressioni” del governo cinese. Tuttavia, il CHRF finanziato dall’estero ha affermato di essere riuscito, nel 2019, a mobilitare “milioni” di cittadini contro le leggi del governo di Pechino che autorizzavano il procedimento penale contro gli abitanti di Hong Kong nella Cina continentale.

La Cina ha effettivamente approvato una legge speciale, la Legge per la Salvaguardia della Sicurezza Nazionale della Regione Amministrativa Speciale di Hong Kong (RAEHK), e l’ha adottata come misura globale per dare un trattamento legale alla rivoluzione colorata che era in corso. Tale strumento segnalava l’uso di alcune ONG per l’erogazione di risorse finanziarie dall’estero e l’articolazione di azioni violente.

Per questi motivi, la Cina ha creato il precedente di avviare un quadro legale proporzionale al tipo di aggressioni individualizzate a Hong Kong attraverso la modalità della rivoluzione colorata. La legge ha messo in guardia contro minacce di secessione, sovversione, terrorismo e collusione (complicità) con forze straniere o esterne che mettano in pericolo la sicurezza nazionale. Il governo del presidente Xi Jinping dava per scontato che il flusso di denaro occidentale verso la regione di Hong Kong avesse attori geopolitici interessati ad aggravare la crisi.

IL VENEZUELA APPROFONDISCE LA PORTATA DELLA NORMATIVA

 

La nuova Legge sul Controllo, Regolarizzazione, Attuazione e Finanziamento delle ONG e Affini, in discussione in Venezuela, prevede di portare ad un nuovo livello di dettaglio la descrizione del tipo di attività e flusso di denaro a beneficio delle ONG che sarà consentito nel paese.

Tuttavia il tema allude soprattutto ad alcune ONG che hanno reagito, in anticipo, poiché agiscono fabbricando una linea tenue e sottile linea di attivismo politico, ma che hanno attraversato, in varie fasi, come attori partecipi di derive destituenti che hanno minato la pace nazionale e, in altri casi, come attori intermediari del finanziamento straniero a partiti politici di opposizione, cosa non consentita dalle leggi elettorali venezuelane.

Tuttavia, questo strumento non è l’unico che ha considerato i rischi di utilizzare le ONG per destabilizzare il Paese. Nel 2021 è stata pubblicata la Normativa per il Registro Unificato davanti all’Ufficio Nazionale Contro la Delinquenza Organizzata ed il Finanziamento del Terrorismo, noto come Provvedimento Amministrativo ONCDOFT 001-2021.

Tale documento, emanato dal Ministero del Potere Popolare per le Relazioni Interne, Giustizia e Pace, aderisce ai parametri descritti nella Legge Organica contro la Delinquenza Organizzata e il Finanziamento del Terrorismo, che istituisce il Registro Unico dei Soggetti Obbligati (RUSO). Il provvedimento invita tutte le persone naturali e giuridiche denominate “soggetti obbligati” a registrarsi al fine di attuare meccanismi di trasparenza, comprese le organizzazioni senza scopo di lucro.

La sua applicazione ha avuto una maggiore portata negli enti finanziari contenendo la legittimazione per le finalità indicate. Ma la legge in discussione nell’AN riguarda proprio le ONG che operano senza regolamentazione alcuna nel Paese in modo che spieghino la natura delle loro attività e l’origine dei fondi con cui funzionano.

Lungi dal restringere le attività delle ONG, la maggior parte di queste potrebbero vedersi beneficiate dall’avere protocolli chiari che aiutino a determinare la trasparenza delle loro attività. Tuttavia, altre che operano con risorse non dichiarate provenienti da fondi USA, o da altri enti esteri, o denaro proveniente dalla corruzione di attività finanziarie trattenute al Paese in territorio straniero, potrebbero essere oggetto di azioni penali, ancora da determinarsi, nella menzionata  legge in discussione.

La portata della nuova legislazione imporrà ulteriori rilievi: il Venezuela è al centro di interessi geopolitici e geoeconomici, il che promuove il dispiegamento di attori e metodi di diversa natura, compresi quelli che sono stati fabbricati nei manuali di soft power (potere morbido ndt), di modalità più sofisticata. Implica un conglomerato di pezzi strumentalizzati, tecnologie di potere in cui le ONG sono un fattore fondamentale.


 

LOS MARCOS DE REGULACIÓN JURÍDICA DE EE.UU. Y SUS SOCIOS A LAS ONG

La Asamblea Nacional (AN) aprobó en primera discusión el Proyecto de Ley de Fiscalización, Regularización, Actuación y Financiamientos de las Organizaciones No Gubernamentales (ONG) y Afines, cuyo fin es supervisar el funcionamiento de este tipo de entidades que hacen vida en Venezuela.

Al respecto, el diputado Diosdado Cabello exclamó durante la presentación del informe del proyecto en la plenaria que esta ley busca revisar y hacerles seguimiento a las ONG que reciben financiamiento y no son supervisadas.

Cabello agregó que desde la AN se han auscultado concretamente 62 organizaciones que no cumplen con estándares mínimos de transparencia, y que su función ha sido fundamentalmente política, en varios casos mediante acciones desestabilizadoras basadas en directrices y recursos entregados por el gobierno estadounidense y sus similares.

Las instituciones venezolanas han hecho hincapié en regular las actividades de las ONG para ejercer de manera soberana una política de seguridad integral nacional. Los registros de autoridades venezolanas y otros análisis fuera del espectro gubernamental refieren que gobiernos extranjeros han ejecutado el financiamiento de partidos y organizaciones antichavistas por vía indirecta a través de estas instancias de la llamada “sociedad civil”.

Instituciones como la Fundación Nacional para la Democracia (NED, por sus siglas en inglés), la Agencia de los Estados Unidos para el Desarrollo Internacional (USAID) y Freedom House, adscritas al gobierno estadounidense, han sido punto focal para el desembolso de recursos dirigidos a partidos y organizaciones en Venezuela, lo que al ser constatado arroja datos abrumadores.

Solo la USAID destinó en 2008 unos 10 millones de dólares a beneficio de la “defensa de la democracia” en Venezuela. En 2017, realizaron un desembolso por 5 millones de dólares, en una clara congruencia con la revolución de color y ciclo violento orquestado en el país durante ese año.

El esquema tradicional de financiamiento desde Estados Unidos a estas instancias tercerizadas de la política del Departamento de Estado tuvo una mutación en Venezuela, cuando comenzaron a usar los recursos congelados y robados del Estado venezolano en el extranjero a beneficio del “gobierno interino” de Juan Guaidó.

Por medio de esta modalidad se conoce la entrega de al menos 150 millones de dólares para el sostenimiento del “gobierno interino” y la “defensa de la democracia”. Ante la carencia de personalidad jurídica que tenía el “interinato” en Venezuela, estos recursos habrían ingresado al país vía triangulación, con algunas ONG como mampara.

Durante la presentación de este proyecto de ley, Cabello indicó que el gobierno estadounidense también aplicaba regulaciones al financiamiento extranjero a las ONG en ese país y ello deja en relieve el tratamiento hipócrita y discrecional hacia Venezuela.

ESTADOS UNIDOS COMO PRIMER REFERENTE

La Foreign Agents Registration Act (FARA) estadounidense fue promulgada en 1938 y se utilizó para contrarrestar la propaganda nazi durante la Segunda Guerra Mundial. Ello convirtió al país norteamericano en el pionero de la regulación de las ONG a nivel mundial.

Hacia la década de 1960, FARA empezó a aplicarse a grupos de poder y empresas que promocionaban intereses de gobiernos extranjeros. De acuerdo a DW, tras la elección presidencial de 2016, la FARA “se convirtió en una herramienta para responder a la influencia extranjera en la política estadounidense”, como la desinformación y el intento de influir en las elecciones.

El medio alemán alude, sin mencionarlo explícitamente, a las diversas tesis de que el ascenso de Donald Trump fue posible debido a la injerencia de otros países en las elecciones estadounidenses.

Según la Federación Internacional de Derechos Humanos, que agrupa a otras ONG en la materia, el instrumento FARA propició un “aumento de la propaganda ideológica que paralizó durante mucho tiempo a muchas ONG estadounidenses”, que quedaron relegadas al estatus de “agentes extranjeros”. Agregan que con ello el gobierno reguló abiertamente las “actividades políticas” de las organizaciones.

FARA obliga el registro de las ONG, la divulgación de sus finanzas y establece prohibiciones concretas a toda actividad ejecutada por alguna ONG que sea considerada al servicio de un gobierno extranjero. Da con ello un marco de aplicación sumamente amplio y endeble, dado que las instancias reguladoras deciden a discreción qué es y qué no es una actividad al servicio de un poder foráneo.

El marco de aplicación de esta ley ha sido múltiple y tiene ejemplos muy llamativos.

En 1998, cinco ciudadanos cubanos fueron condenados por actuar como agentes de un gobierno extranjero bajo FARA. A los llamados “cinco héroes” de Cuba se les imputaron varios cargos de conspiración después de ingresar a Estados Unidos para, según se afirmó en el momento, espiar al Comando Sur estadounidense y a varios cubanoestadounidenses, organizados en grupos para cometer actos terroristas en Cuba.

En 2017, RT America, filial del servicio ruso de noticias Russia Today (RT) en Estados Unidos, fue obligado a registrarse oficialmente como agente extranjero y, desde allí, acorde a la Ley FARA, debe divulgar su información financiera, incluyendo los aportes que reciben del gobierno ruso. Aunque en teoría los medios de comunicación gozan de exenciones de acuerdo a FARA, la divulgación de RT en Estados Unidos ha sido bloqueada dado el marco de discrecionalidad que concierne a FARA y las sanciones ilegales estadounidenses contra Rusia.

En 2018, el Departamento de Justicia de Estados Unidos ordenó a la Red de Televisión Global China, dirigida por el Estado chino, que se registrara como agente extranjero.

Si bien Rusia, China y Cuba han sido declarados en momentos determinados como enemigos de Estados Unidos, la paranoia norteamericana se ha extendido hacia otros actores internacionales, especialmente desde que han ascendido como actores geopolíticos. Tal es el caso de India.

La ONG llamada “Amigos en el Extranjero del BJP” (OFBJP, por sus siglas en inglés) es una instancia adscrita al tradicional Partido Bharatiya Janata (BJP) de India. Después de 29 años en funcionamiento en Estados Unidos, se registraron formalmente como “agentes extranjeros” en 2020. Aunque sus integrantes son fundamentalmente estadounidenses de origen indio, se volvieron objeto de interés por parte de las autoridades.

El monitoreo del gobierno estadounidense a sus ONG y sus organizaciones es muy riguroso, de manera que por la poca ocurrencia de aplicaciones de la ley es evidente que los llamados Estados rivales no suelen usar la vía de financiamiento a ONG en ese país, tal como sí suele ocurrir desde Washington al extranjero de manera formalizada y evidente.

En era reciente, se recuerda como relevante el caso de Elliott Broidy, exrecaudador de fondos para la campaña de Donald Trump y lobbysta, quien se declaró culpable en 2020 de actuar supuestamente como un agente extranjero no registrado, admitiendo que presionó secretamente a la administración del expresidente republicano con 9 millones de dólares en nombre de los intereses del gobierno de Malasia y China. Aunque el caso Broidy está en el ojo del huracán por formar parte de las bases de una supuesta judicialización política contra aquel.

Pero vale la pena destacar que la Ley FARA no funciona aisladamente, de hecho se aplica de modo vinculante con la Ley Federal de Campañas Electorales (FECA, por sus siglas en inglés), implementada desde 1971, la cual prohibe cualquier tipo de inserción por vías directas o indirectas de dinero extranjero, a favor de los partidos políticos en Estados Unidos. Broidy en teoría fue sentenciado por violar ambas normas.

Estados Unidos es un país con tradición en este tipo de regulaciones. Ello incluye la Lobbying Disclosure Act de 1995 (o, en español, Ley de Divulgación de Cabildeo), que fue una legislación destinada a aumentar la responsabilidad de las prácticas federales de cabildeo. La ley fue cambiada por la Honest Leadership and Open Government Act  de 2007, la cual incluye apartados que refieren a la prohibición de las organizaciones de actuar a favor de intereses extranjeros.

En 2012, el Departamento de Estado de ese país también publicó el documento “Operación y gestión de ONG en Estados Unidos”, el cual es un manual que establece claros límites a las actividades de las ONG.

OTROS PUNTOS DE REFERENCIA

Una investigación del Institute for Democracy and Electoral Assistance (IDEA, por sus siglas en inglés) del año 2013, realizada en 94 países, concluyó que 85% de estos prohíbe taxativamente las donaciones extranjeras a las organizaciones con fines políticos.

No hay que dar por sentada una diferencia abismal entre los fines políticos (proselitistas) de las organizaciones y las actividades (no proselitistas), pero sí de activismo político y social de algunas organizaciones. Ahí yace una frontera muy angosta que ha sido abordada por los países con sumo cuidado para crear las respectivas líneas rojas.

En Israel, se promulgó en 2016 una ley que obliga a los organismos que reciben más de la mitad de su financiación de gobiernos extranjeros a incluir esta información en sus comunicaciones. Según el Ministerio de Justicia de aquel momento, la ley se aplicaría a 25 grupos, la mayoría de los cuales eran críticos con el gobierno. El entonces ministro de Exteriores, Avigdor Lieberman, argumentó que la medida era una “traslación directa” de la FARA, refiere DW.

En Australia el gobierno estuvo en contacto con el Departamento de Justicia estadounidense a la hora de redactar su ley. El primer ministro australiano se refirió a ella como una “versión mejorada” de la FARA. Varias ONG, universidades y profesionales del ámbito legal se opusieron a la medida, argumentando que era una amenaza directa para la sociedad civil y la libertad de expresión y que coartaría la acción de este sector más allá de las fronteras.

En Hungría se redactó una ley que regulaba la actividad de las ONG, la cual obligaba a las organizaciones a etiquetarse públicamente como entes que recibían dinero desde el extranjero a modo de advertir a la ciudadanía. Sin embargo, el Tribunal de Justicia de la Unión Europea consideró la norma como “restrictiva, de carácter discriminatorio” y estimaron que podría “crear un clima de desconfianza hacia estas asociaciones y fundaciones”, y que sus disposiciones violan la normativa sobre la libre circulación de capitales. Bajo presiones, Hungría derogó el instrumento.

En Alemania se promulgaron la Ley de Sociedades y la Ley de Fundaciones, mientras que Francia y Suiza han contemplado el tratamiento a las ONG en otras legislaciones civiles, como las leyes de Impuesto sobre la Renta, que establecen los parámetros permitidos y no permitidos para el financiamiento de estas entidades.

Canadá promulgó la Ley de Asociaciones Sin Fines de Lucro. Este instrumento ha sido denunciado por sindicatos canadienses ante la Organización Internacional del Trabajo (OIT), los cuales han indicado que impone límites a la sindicalización y sus mecanismos de financiamiento.

Existen otros referentes ampliamente justificados en Rusia y China para legislar en estas materias. Los gobiernos de ambos países han alegado que la inserción de capitales extranjeros vía ONG se ha traducido en eventos de desestabilización.

Uno de los ejemplos más notables tuvo lugar en Hong Kong. En 2021, el llamado Frente Civil de Derechos Humanos (CHRF, por sus siglas en inglés) anunció su disolución por “presiones” del gobierno chino. Sin embargo el CHRF, que contaba con financiamiento extranjero, señaló que había logrado durante 2019 movilizar a “millones” de ciudadanos contra las leyes del gobierno de Pekín que autorizaban el procesamiento penal de hongkoneses en China continental.

China de hecho aprobó una ley especial, la Ley de Salvaguarda de la Seguridad Nacional en la Región Administrativa Especial de Hong Kong (RAEHK, por sus siglas en inglés), y la abordó como medida integral para dar tratamiento jurídico a la revolución de color que estaba en curso. Este instrumento señalaba el uso de algunas ONG para el desembolso de recursos financieros desde el extranjero y la articulación de acciones violentas.

Por estas razones, China creó el precedente de crear un marco legal proporcional al tipo de agresiones particularizadas en Hong Kong mediante la modalidad de revolución de color. La ley alertaba sobre las amenazas de secesión, subversión, terrorismo y colusión (complicidad) con fuerzas extranjeras o externas que pusieran en peligro la seguridad nacional. El gobierno del presidente Xi Jinping dio por entendido que el flujo de dinero occidental a la región de Hong Kong tenía actores geopolíticos interesados en la agudización de la crisis.

VENEZUELA PROFUNDIZA EL ALCANCE DE LA REGULACIÓN

La nueva Ley de Fiscalización, Regularización, Actuación y Financiamientos de las Organizaciones No Gubernamentales (ONG) y Afines, en discusión en Venezuela, prevé llevar a un nuevo nivel de detalle la descripción del tipo de actividades y flujo de dinero a beneficio de las ONG que serán permitidos en el país.

Sin embargo, el tema alude especialmente a algunas ONG que anticipadamente han reaccionado, pues actúan fabricando una tenue y delgada línea de activismo político, pero que han cruzado en diversas etapas como actores partícipes en derivas destituyentes que han socavado la paz nacional y, en otros casos, como actores intermediarios del financiamiento extranjero a partidos políticos de la oposición, lo cual no es permitido en las leyes electorales venezolanas.

Sin embargo, este instrumento no es el único que ha contemplado los riesgos del uso de las ONG para la desestabilización del país. En 2021, fue publicada la Normativa para el Registro Unificado ante la Oficina Nacional Contra la Delincuencia Organizada y Financiamiento al Terrorismo, conocida como la Providencia Administrativa ONCDOFT 001-2021.

Este documento, emanado desde el Ministerio del Poder Popular para Relaciones Interiores, Justicia y Paz, se apega a los parámetros descritos en la Ley Orgánica Contra la Delincuencia Organizada y Financiamiento al Terrorismo, la cual crea el Registro Unificado de Sujetos Obligados (RUSO). La providencia convoca a todas las personas naturales y jurídicas denominadas “sujetos obligados” a registrarse para así implementar mecanismos de transparencia, incluyendo a organizaciones sin fines de lucro.

Su aplicación ha tenido mayor alcance en entidades financieras al contener la legitimación de capitales para los fines señalados. Pero la ley en discusión en la AN atañe concretamente a las ONG que funcionan con nula regulación en el país para que estas expliquen la naturaleza de sus actividades y el origen de los fondos con los cuales funcionan.

Lejos de restringir las actividades de las ON G, la mayoría de estas podrían verse beneficiadas al contar con protocolos claros que ayuden a determinar la transparencia de sus actividades. Sin embargo, otras que funcionan con recursos no declarados provenientes de fondos estadounidenses, o de otras entidades extranjeras, o dinero de la corrupción de bienes financieros retenidos al país en suelo foráneo, podrían ser blanco de acciones penales, aún por determinarse, en la mencionada ley en discusión.

El alcance de la nueva legislación impondrá un relieve adicional: Venezuela está en el centro de intereses geopolíticos y geoeconómicos, lo que promueve el despliegue de actores y métodos de diversa naturaleza, incluídos los que se han fabricado en los manuales de poder blando (smart power), de modalidad más sofisticada. Implica un conglomerado de piezas instrumentalizadas, tecnologías de poder donde las ONG son un factor medular

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