«Ratifichiamo che per noi è una grande soddisfazione che tu stia qui, e lo sono anche i risultati dei negoziati del terzo ciclo del Tavolo dei Dialoghi di Pace tra il governo della Colombia e l’Esercito di Liberazione Nazionale (ELN)», ha detto il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, dando il benvenuto a Gustavo Petro, nel Palazzo della Rivoluzione, in un giorno che ha considerato storico.
Dopo la presentazione e la firma degli accordi parziali tra il Governo e la guerriglia, come risulato dei negoziati di pace – firme realizzate nel Salone di Protocollo Cubanacán El Laguito–, il Capo di Stato del paese sudamericano ha raggiunto la sede della presidenza della Repubblica.
Díaz-Canel ha segnalato lo speciale apporto di Petro alla pace, che assumendo la presidenza –ha detto – ha rivitalizzato il cammino dei negoziati con il ELN e la pace in Colombia, interrotti dal governo precedente.
Poi ha ringraziato il suo collega perché, assumendo la presidenza, ha immediatamente condannato l’inclusione di Cuba nella spuria lista del Governo degli USA su presunti paesi che patrocinano il terrorismo.
«Petro –ha precisato Díaz-Canel– ha difeso la posizione dei principi di Cuba di rispettare gli accordi assunti come garante del processo di dialogo. Con questa posizione, lei ha lasciato senza argomenti coloro che hanno usato il rispetto di Cuba per questi impegni per aggredirla», ha segnalato Díaz-Canel, riferendosi al fatto che la permanenza dei negoziatori del ELN a L’Avana – che il Governo colombiano precedente voleva estradare, contro le decisioni degli accordi – era stata la giustificazione dell’amministrazione de Donald Trump per includere Cuba nella spuria lista, pochi giorni prima di lasciare il suo incarico.
Hanno partecipato al ricevimento, per la parte colombiana, Álvaro Leyva Durán, cancelliere; José Otty Patiño, capo della delegazione del Governo colombiano nei dialoghi di pace, e Danilo Rueda, alto commissario per la pace.
Per la parte cubana hanno partecipato il membro del Burò Politico e ministro delle Relazioni Estere, Bruno Rodríguez Parrilla; la vice cancelliere Josefina Vidal Ferreriro, e l’ambasciatore in Colombia, Javier Caamaño Cairo.
