Cubainformacion: giustizia

Cuba: avrà giustizia alla fine del tunnel

 

Il governo USA ha pianificato, in modo freddo e calcolato, l’asfissia totale dell’economia cubana. Dall’applicazione da parte di Trump della politica di “massima pressione”, indurita durante la pandemia, il deterioramento delle condizioni di vita del popolo cubano è palpabile.

Che, in una situazione estrema di mancanza di risorse, il Governo dell’Isola abbia commesso degli errori, nessuno ne dubita. Ma la causa essenziale di questa crisi è un’altra: l’assedio imposto da Washington, il cui obiettivo è la resa del popolo cubano affinché si sollevi contro il proprio governo.

Tuttavia, una parte importante di quel popolo ha optato per una strada meno auspicabile per la Casa Bianca: l’emigrazione negli USA. Sono centinaia di migliaia di persone e anche loro sono vittime della guerra.

Naturalmente c’è chi scagiona il criminale e punta il dito contro il Governo dell’Avana. Il che incoraggia l’aggressore e stimola chi si oppone a togliere il soffocamento, perché sentono “che funziona”.

Ma chi spaventa gli investimenti, impedisce i trasferimenti bancari, distrugge le entrate per comprare medicine, persegue le navi col petrolio o vieta il turismo statunitense? Chi distrugge miliardi di dollari che smettono di entrare nell’Isola, persino al suo settore privato?

Non esiste alcun precedente di un assedio così brutale e così prolungato nel tempo. Cuba è Numancia circondata e in guerra. Ma non è sola né isolata. E alla fine del tunnel non solo ci sarà luce e speranza. Anche avrà giustizia.


Cuba: habrá justicia al final del túnel

 

El Gobierno de EEUU planeó, de manera fría y calculada, la asfixia total de la economía de Cuba. Desde la aplicación por Trump de la política de “máxima presión”, endurecida durante la pandemia, el deterioro de las condiciones de vida del pueblo cubano es palpable.

Que, en una situación extrema de falta de recursos, el Gobierno de la Isla haya cometido errores, nadie lo duda. Pero la causa esencial de esta crisis es otra: el cerco impuesto por Washington, cuyo objetivo es la rendición del pueblo cubano para que, finalmente, se subleve contra su propio gobierno.

Sin embargo, una parte importante de ese pueblo ha optado por una vía menos deseable para la Casa Blanca: la emigración hacia EEUU. Son cientos de miles de personas y también son víctimas de la guerra.

Por supuesto, hay quienes exculpan al criminal y apuntan al Gobierno de La Habana. Lo que envalentona al agresor y estimula a quienes se oponen a levantar la asfixia, porque sienten “que funciona”.

Pero ¿quién ahuyenta las inversiones, impide las transferencias bancarias, destruye los ingresos para comprar medicinas, persigue los barcos con petróleo o prohíbe el turismo estadounidense? ¿Quién destruye miles de millones de dólares que dejan de entrar a la Isla, incluido a su sector privado?

No existe precedente de un cerco tan brutal y tan largo en el tiempo. Cuba es Numancia cercada y en guerra. Pero no está sola ni aislada. Y al final del túnel no solo habrá luz y esperanza. También habrá justicia.

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