XI Congresso della UPEC, per cambi sempre rivoluzionari

L’opinione dei 3660 affiliati della UPEC, riferita precedentemente alla Direzione nazionale nelle riunioni delle 196 delegazioni del sindacato, sarà portata al riassunto finale del processo da  275 delegati di tutti i media.

Cambi sì, cambi rivoluzionari, è la premessa del XI Congresso  dell’Unione dei Giornalisti  di Cuba (UPEC) che, dal 2 al 3 novembre  si svolge nelle sue giornate finali nel Palazzo delle Convenzioni de L’Avana dopo un intenso processo di discussioni e apporti dalle strutture di base di tutto il paese ha informato  Cubaperiodistas.


L’opinione dei 3660 affiliati della UPEC, riferita precedentemente alla Direzione nazionale nelle riunioni delle 196 delegazioni del sindacato, sarà portata al riassunto finale del processo da  275 delegati di tutti i media.

L’incontro è iniziato con il primo Plenum del nuovo Comitato Nazionale  presentato al Forum, di fronte alla sua missione di lavoro per il mandato  2023-2028», indica la nota.

La stampa cubana in una società in rete, la specializzazione professionale e la preparazione dei giornalisti, e la UPEC del XXI secolo sono i temi che si dibatteranno nelle rispettive commissioni nel primo giorno nel quale si presenterà anche la mappa della comunicazione della stampa cubana e il libro /Anatomías del periodismo cubano/, della collega Flor de Paz, Capo dello staff di  Cubaperiodistas, della UPEC nazionale.

Poi sarà eletta dai delegati la nuova presidenza per un altro quinquennio, ha annunciato la nota.

Nella giornata sono state riservate la presentazione e il dibattito del rapporto centrale sul periodo terminato  (2018-2023) e le relazioni delle tre commissioni.

Si sottoporranno ad approvazione i progetto degli Statuti e dei Codici d’Etica della UPEC. Cubaperiodistas ha sottolineato che «solo in caso di necessità si sottoporrà a una seconda volta l’elezione del  presidente, dopo di che la nuova presidenza eletta realizzerà la sua prima riunione, chiudendo la prima giornata del Congresso».

Cubaperiodistas ha anticipato che la sessione del 3 novembre inizierà con dibattiti attorno alla trasformazione del modello di stampa in Cuba, dopo di che si approverà il Piano d’Azione per il periodo  2023-2028.

Prima dell’investitura ufficiale della  Presidenza eletta e la chiusura del XI Congresso, concepito come quello della trasformazione, la UPEC consegnerà riconoscimenti a «rilevanti figure del sindacato» e annuncerà i risultati delle votazioni per l’integrazione della Commissione Nazionale di Etica e della giuria dei Premi Nazionali di Giornalismo.


Senza un giornalismo impegnato ed esigente non è possibile la Rivoluzione

«Senza una stampa critica, una comunicazione politica, trasparente, efficiente e orientatrice, senza un giornalismo impegnato ed esigente, non è possibile la Rivoluzione»

7.10 – Nel  Partito e nel Governo c’è un alleato  per difendere quanto discusso nel   XI Congresso dell’Unione dei Giornalisti di Cuba (UPEC), ha affermato il Primo Segretario del Comitato Centrale del Partito e Presidente della Repubblica, Miguel Díaz-Canel Bermúdez, ai giornalisti e agli invitati presenti in questo incontro che è terminato il 3 novembre.

Erano presenti il membro del Burò Politico e Segretario dell’Organizzazione, Roberto Morales Ojeda; il membro della Segreteria del Comitato Centrale e capo del suo Dipartimento Ideologico, Rogelio Polanco Fuentes, e Inés María Chapman, vice prima ministro, Díaz-Canel ha risaltato che la comunicazione è una priorità ed è fondamentale, perché  «senza una stampa  critica, una comunicazione politica, trasparente, efficiente e orientatrice, senza un giornalismo impegnato ed esigente non è possibile la Rivoluzione».

Il mandatario cubano ha precisato che il principale merito della direzione  uscente della UPEC è stato lavorare a progetti chiave del giornalismo rivoluzionario, e con questa ricerca, ha segnalato, vi abbiamo aiutato e ci siamo aiutati.

«Tutte le battaglie importanti le abbiamo vinte con la stampa», ha aggiunto ed ha precisato che i dibattiti del Congresso hanno apportato proposte e soluzioni a beneficio del sindacato e ha risaltato che il giornalismo  dev’essere etico e rivoluzionario, difendendo l’opera della Rivoluzione, deve compiere la funzione d’informare la popolazione, deve educare ed essere bello come quello di Martí, deve sfidare e illuminare, come quello   dei tanti professionisti che ha avuto Cuba.

L’impegno è che non si perda l’unità, fondamentalmente per una nazione che è assediata e, nel mezzo di tutto questo si sono aperte luci e si sono promossi cambi costituzionali che si devono utilizzare.

Il mandatario ha riaffermato la sua fiducia nel giornalisti come compagni di viaggio che spingono e vogliono il meglio per il paese.

Con l’apporto del Congresso, ha detto, assicuriamo che la Rivoluzione è e sarà ben difesa.

Nel Congresso è stato ratificato Ricardo Ronquillo Bello come presidente nazionale della UPEC.

Bolivia Tamara Cruz Martínez è stata eletta  prima vice presidente e Francisco Rodríguez Cruz e Juan Carlos Ramírez Heras vice presidenti.

I membri non professionisti della nuova presidenza sono Yuris Nórido Ruiz Cabrera, Yuniel Labacena Romero, Lizet Márquez, Ana Teresa Badía e Lázaro Manuel Alonso.

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