L’ignoranza è perversa

C’è chi, per ignoranza, testimonia situazioni false a Cuba, ma altri lo fanno per consapevole perversione, soprattutto quando lo fanno per distorcere la storia e la realtà. È quanto sta accadendo oggi con le pubblicazioni del sacerdote cubano Alberto Reyes, che evidentemente segue la linea tracciata dagli USA contro Cuba. Gli esempi abbondano.

Recentemente è tornato nella mischia, stravolgendo la realtà cubana e soprattutto nascondendo le vere cause che la provocano, la criminale guerra economica, commerciale e finanziaria che gli Stati Uniti stanno conducendo contro l’isola nel tentativo di strangolarla, cosa che il sacerdote non condanna mai.

Secondo lui, il popolo cubano è sottoposto a un sistema che non offre né presente né futuro, ma omette di dire che grazie a questo sistema tutti i bambini di Cuba possono andare a scuola gratuitamente fino all’università, nonostante la crisi che il Paese sta attraversando a causa della spietata escalation di questa guerra imperiale, non è stata chiusa una sola scuola, anche nei luoghi più intricati delle montagne, né un solo policlinico o ospedale, anche se mancano medicinali e beni di consumo, non per colpa del sistema socialista, ma di quella guerra crudele che cerca di aumentare le carenze per incolparla.

Perché il sacerdote non condanna chi, nel pieno della pandemia di Covid-19, ha negato a Cuba la vendita di ossigeno e respiratori artificiali per gli ospedali? Non è forse un peccato questa azione?

Molti degli scenari che il suddetto sacerdote espone non si verificano proprio in località cubane, ma in America Latina, dove i bambini muoiono di malattie curabili per mancanza di medici e di denaro per pagare le consultazioni e le cure. In quale villaggio di Cuba ha visto bambini con denti neri e mancanti a causa della carie?

È falso, perché nonostante la carenza di materiale dentale, tutti i bambini hanno accesso gratuito a un dentista.

Nel suo scritto più recente afferma, con un tono da romanzo di formazione, che “nulla tocca l’anima quanto un volto, volti che parlano, che gemono, che urlano”.

Alberto Reyes dovrebbe vergognarsi per aver tentato di esporre lo scenario dantesco di un popolo che da 64 anni resiste stoicamente a una guerra spietata, condannata ogni anno dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite, senza che il responsabile delle sofferenze dei cubani si degni di soddisfare le richieste di quasi tutti i Paesi del mondo.

È vero che a Cuba aumentano quotidianamente le carenze di ogni tipo, ma non è il sistema socialista il responsabile, perché la storia afferma il contrario. L’ignoranza del sacerdote sembra ignorare il fatto che, nell’aprile 1960, solo 16 mesi dopo il trionfo della Rivoluzione cubana, l’allora segretario aggiunto del Dipartimento di Stato americano, Lester Mallory, propose:

[…] “A Cuba non esiste un’opposizione politica efficace; pertanto, l’unico mezzo prevedibile che abbiamo oggi per alienare il sostegno interno alla Rivoluzione è il disincanto e lo scoraggiamento, basato sull’insoddisfazione e sulle difficoltà economiche. Ogni mezzo immaginabile deve essere prontamente utilizzato per indebolire la vita economica di Cuba; per negarle denaro e forniture, per abbassare i salari reali e monetari, al fine di provocare la fame, la disperazione e il rovesciamento del governo”.

Questa non è propaganda comunista, sono i concetti degli Stati Uniti per portare un intero popolo alla totale crisi economica.

Il sacerdote nasconde nei suoi scritti, forse per malafede e non per ignoranza, che Cuba è l’unico Paese del pianeta sottoposto a un insieme di leggi per asfissiare la sua economia, a cui nessun altro Stato avrebbe resistito.

Il quadro giuridico che compone questa guerra economica, commerciale e finanziaria, che è anche extraterritoriale perché colpisce anche Paesi terzi, comprende molteplici leggi e regolamenti amministrativi, come il Trading with the Enemy Act del 1917, sezione 5.b, stabilito per Cuba nel 1961 dal presidente Dwight Eisenhower, che deve essere prorogato ogni anno dal presidente in carica.

Questa legge, creata nel 1917, proibisce qualsiasi tipo di transazione commerciale o finanziaria, comprese quelle relative a viaggi, trasporti o affari, in tempo di guerra o quando è stata dichiarata un’emergenza nazionale in relazione a un determinato Paese.

Mesi dopo la sconfitta alla Baia dei Porci, il presidente John F. Kennedy approvò il piano Mangusta, il più ampio programma sovversivo contro Cuba, che recita:

[…] “L’operazione Mangusta mira a provocare una ribellione del popolo cubano. Questa rivolta rovescerà il regime comunista e installerà un nuovo governo con cui gli Stati Uniti potranno vivere in pace”.

“L’azione politica sarà sostenuta dalla guerra economica per indurre il regime comunista a fallire nel suo sforzo di soddisfare i bisogni del Paese, le operazioni psicologiche aumenteranno il risentimento della popolazione contro il regime e le operazioni militari daranno al movimento popolare un’arma di azione per il sabotaggio e la resistenza armata a sostegno degli obiettivi politici”.

Allora, il socialismo, con i suoi errori, è davvero responsabile delle difficoltà del popolo cubano?

Perché il prete, che segue la linea editoriale yankee, non dice una sola parola su questo, senza unirsi alla condanna internazionale di questa guerra crudele?

Di fronte alla stoica resistenza del popolo, gli USA hanno approvato altre leggi nel tentativo di piegarlo, come ad esempio:

La legge sulla cooperazione internazionale del 1961, sezione 620.A; il Cuban Assets Control Regulations del 1963; il Cuban Democracy Act del 1992, noto anche come Torricelli Act; il Cuban Liberty and Democratic Solidarity Act del 1996 (Helms-Burton Act); il Trade Sanctions and Trade Enhancement Act del 2000 e l’inclusione di Cuba nella lista dei Paesi che sponsorizzano il terrorismo, nonostante sia vittima di queste azioni portate avanti dagli Stati Uniti.

Questa verità non può essere nascosta o distorta da nessuno, tanto meno da un religioso che non deve mentire.

Un’altra prova dei disagi subiti dai cubani si riflette in un ampio memorandum della CIA sulla situazione interna di Cuba, in cui si legge:

[L’attuale politica USAnei confronti di Cuba mira a isolarla dall’emisfero occidentale e dal resto del mondo libero e a esercitare la massima pressione possibile per impedire il consolidamento e la stabilizzazione del regime castro-comunista. Il programma di azioni segrete della CIA è stato concepito per sostenere altre misure governative volte ad aumentare e intensificare le pressioni contro Castro e per incoraggiare gli elementi dissidenti, soprattutto nell’esercito, a realizzare un colpo di Stato e a eliminare Castro”.

[…] “L’obiettivo principale dei programmi occulti contro Castro è quello di completare l’isolamento economico, politico e psicologico di Cuba dall’America Latina e dal mondo libero […] Queste misure sono state in gran parte responsabili delle attuali difficoltà economiche di Castro, ma potrebbero essere adottate nuove ed efficaci misure di guerra economica”.

Basta con le bugie e con il dipingere un romanzo lontano dalla verità cubana.

Chi visita l’isola può rendersi conto delle difficoltà e delle carenze patite dai cubani a causa di questa criminale politica yankee e del suo odio nei confronti di un popolo che resiste perché conosce la sua storia, quella di essere stato prima una colonia spagnola per tre secoli e poi una colonia yankee per 60 anni, che non potrà mai avere una posizione sovrana come quella raggiunta dopo il 1959 e quindi l’alto prezzo che paga per sfidare l’accozzaglia di leggi, piani e sanzioni, eseguite da chi sogna di sottometterlo ancora una volta sotto le ali dell’aquila imperiale.

Ma come disse José Marti: “”Alzarsi sugli intrighi, è alzarsi sui serpenti”.

Fonte: Razones de Cuba

Traduzione: italiacuba.it

 

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