Chi sono i responsabili dell’imminente perdita di Citgo?

misionverdad.com

“Il rischio di perdere Citgo è reale” è la frase del consiglio direttivo di “PDVSA Ad Hoc” che risalta nel comunicato diffuso martedì 9 gennaio. Ciò è dovuto alla decisione della Corte Suprema di Giustizia degli USA del giorno prima, in cui viene respinta la richiesta di revisione presentata da “PDVSA Ad Hoc”. La petizione chiedeva un esame della decisione del tribunale distrettuale federale del Delaware che riconosceva Citgo come un alter ego del Venezuela.

Questa sentenza significa che ci sarà continuità nello smembramento di Citgo per essere ripartito tra le società che reclamano il pagamento del debito allo Stato venezuelano. La frase iniziale risuona per il suo cinismo, giacché questa situazione non è nuova e si aggiunge alle precedenti negligenze commesse dal defunto falso governo di Juan Guaidó, di cui esistono resti come la “PDVSA Ad Hoc”.

Prima di approfondire questa nuova negligenza, è importante analizzare i contesti immediati che circondano il caso giudiziario contro Citgo e che fanno prevedere un esito negativo per gli interessi del Paese. Ciò che è degno di nota, questa volta, è che gli oppositori confessi al Governo Bolivariano hanno segnalato la responsabilità primaria del “clan Guaidó” e dei suoi successori nell’imminente perdita di Citgo davanti ai tribunali USA, pur ignorando il fatto che il governo USA – sia nell’era Trump come nell’amministrazione Biden – hanno anch’essi la loro parte di competenza nel fatto.

Sotto la guida dell’opposizione, il debito di Citgo è aumentato significativamente negli ultimi quattro anni, passando da 3,4 miliardi di $ a 23,6 miliardi di $, secondo un’analisi dell’economista e professore universitario Francisco Rodríguez del settembre dello scorso anno. Questo perché i creditori sono riusciti a dimostrare davanti ai tribunali USA che il falso governo Guaidó, riconosciuto da Washington, ha utilizzato Citgo per i propri scopi, ciò che gli permette rivendicare i beni della società.

La causa intentata da Crystallex presso la Corte del Delaware nel 2018 ha segnato l’inizio di questa situazione minacciosa per Citgo. Nel 2020, il giudice Leonard Stark, che presiedeva il caso, ha determinato che Crystallex aveva il diritto di riscuotere il proprio credito tramite una vendita di beni. Questo schema si è ripetuto con ConocoPhillips, alla quale è stata riconosciuta la richiesta di 1287 milioni di $ utilizzando fondi dello Stato venezuelano.

Attualmente, Crystallex e ConocoPhillips rivendicano rispettivamente una somma astronomica di 970 milioni e 10 miliardi di $. La recente sentenza dell’8 ottobre ha aperto le porte ad altre società come O-I Glass, Huntington Ingalls, Rusoro Mining e Siemens Energy per partecipare al sequestro delle azioni Citgo, aggravando ulteriormente la delicata situazione finanziaria della società.

L’avvocato José Ignacio Hernández ha svoto un ruolo fondamentale in questa complessa trama legale che colpisce Citgo. Hernandez è stato un partecipante chiave nei processi della Corte del Delaware che hanno favorito la Crystallex e Owen Illinois, quando ha utilizzato l’argomento giuridico dell'”alter ego” per sostenere le rivendicazioni di queste società contro Citgo. Inoltre, è stato coinvolto in un piano per ottenere una sentenza favorevole alla ConocoPhillips in un altro caso contro Citgo, ciò che è stato denunciato dalla vicepresidentessa esecutiva Delcy Rodríguez.

L’argomento del ricorso all’alter ego nella causa legale contro Citgo si basa sulla premessa che il governo venezuelano e PDVSA sono considerati un’unica entità. Secondo la Corte del Delaware, Guaidó rappresentava la Repubblica Bolivariana del Venezuela negli USA e si è dimostrato che PDVSA è stata gestita come un alter ego di quel falso governo. Come risultato si è elaborato l’argomento che Citgo è obbligata a pagare i debiti del Venezuela attraverso i suoi beni in territorio USA.

In un articolo pubblicato su El Nacional, l’analista Jorge Alejandro Rodríguez espone il suo punto di vista sulla responsabilità di Juan Guaidó e José Ignacio Hernández nella perdita del bene venezuelano. Rodríguez accusa Hernández di aver dato raccomandazioni a Guaidó che hanno permesso alle società ricorrenti di provare il concetto legale di “alter ego”. Secondo Rodríguez, le azioni intraprese da Guaidó, seguendo le raccomandazioni di Hernández, hanno permesso ai ricorrenti di argomentare che le società statali erano amministrate dal governo ad interim e non in modo indipendente.

Inoltre, Rodríguez afferma che Guaidó aveva ricevuto molteplici avvertimenti che le sue azioni avrebbero potuto portare alla prova dell’alter ego. Allo stesso modo, suggerisce che è sospetto che Hernández, avendo precedentemente consigliato le società ricorrenti, abbia fatto le raccomandazioni che hanno finito per avvantaggiarle. Il testo del media anti-chavista dice: “Rodríguez ha ricordato che nel 2020, insieme ad un gruppo di venezuelani, ha intentato una causa presso la Corte del Delaware in cui si chiedeva al giudice di indagare sugli errori che si stavano commettendo da parte dell’amministrazione Guaidó, perché erano inescusabili. Ciò che stavano facendo erano passi che ponevano su un piatto d’argento ai ricorrenti la possibilità di incassare prendendo i beni di Citgo'”.

La conclusione che l’opposizione abbia utilizzato la società come suo strumento è riflessa in un documento del giudice Leonard Stark. Lì si indica che il falso governo Guaidó ha avuto accesso ai beni delle filiali USA di PDVSA negli USA e li ha utilizzati per finanziarsi, eludendo qualsiasi diritto che PDVSA potesse avere sui dividendi societari. Si menziona, inoltre, che i beni di PDVSA sono stati utilizzati anche per finanziare la difesa giudiziaria.

Ritornando alla recente risoluzione della Corte Suprema USA con la quale abbiamo iniziato questa pubblicazione, è imperativo non qualificare come meri “sospetti” le azioni intenzionali di negligenza che, chiaramente, favoriscono le società transnazionali nella loro controversia contro Citgo.

In un articolo, l’avvocato venezuelano Carlos Ramírez López espone come la “giunta ad hoc”, guidata da Horacio Medina, era cosciente dell’elevata probabilità di fallimento nell’affrontare il ricorso che, alla fine, è stato respinto. In contrapposizione, è stato suggerito un intervento attraverso un’azione nota come Amicus Curiae, in cui terzi esterni al processo legale avrebbero contribuito a raggiungere una soluzione più equa e completa del fatto in questione.

In questo senso, Ramírez sottolinea che Medina ha rifiutato l’appoggio offertogli per presentare questa azione con due argomenti aggiuntivi nella causa davanti alla Corte. Questi approcci si riferivano alla realizzazione dell’esecuzione della sentenza del tribunale arbitrale contro Citgo invece che contro l’entità giuridica condannata, così come alla violazione del diritto alla difesa della convenuta Repubblica Bolivariana del Venezuela nei processi arbitrali. Secondo l’avvocato, se questi argomenti fossero stati inclusi nella causa, la Corte Suprema avrebbe dato ragione e l’attuale sentenza su questo caso sarebbe stata evitata: “Ho il diritto di presumere che se fossimo stati autorizzati e sostenuti a presentare questa richiesta di sostegno, la Corte Suprema ci avrebbe dato ragione, quindi lo ritengo responsabile del disastro che il Venezuela, ora, affronta in questo caso, responsabilità che ovviamente deve estendersi ad altre persone come vedremo in seguito”.

In termini percentuali, la maggior parte del debito di Citgo, circa l’81%, è legato alla determinazione dell’alter ego innescata dal progetto Guaidó. Si tratta di 19 cause legali per un valore complessivo di oltre 20 miliardi di $. In una proporzione molto minore ci sono anche altri debiti legati ai crediti nei confronti di PDVSA (8%), alla garanzia di Citgo per il Bond PDVSA 2020 (8%) e alla determinazione di alter ego nel governo del presidente Nicolás Maduro (4%), secondo quanto spiega l’economista Francisco Rodríguez.

È sempre più probabile che il risultato di Citgo sia la sua messa all’asta per essere ripartita tra le società multinazionali che stanno dietro di essa. È stato il governo USA che, in primo luogo, attraverso sanzioni illegali, ha imposto ostacoli al governo venezuelano per onorare i suoi debiti con i suoi creditori e, in secondo luogo, ha propiziato la nomina dell’autoproclamato Guaidó e gli ha dato legittimità per amministrare i beni venezuelani all’estero, compreso Citgo.

Il fatto che coloro che hanno fatto parte del falso governo abbiano sempre preso decisioni a vantaggio delle società che stanno dietro la filiale venezuelana confermerebbe che lo smantellamento e la vendita dia Citgo sarebbe il risultato di un complotto guidato da Washington, con la collaborazione di un’opposizione sottomessa agli interessi corporativi, principalmente USA.


¿QUIÉNES SON LOS RESPONSABLES DE LA INMINENTE PÉRDIDA DE CITGO?

 

“El riesgo de perder Citgo es real” es la frase de la directiva de “PDVSA Ad Hoc” que resalta en el comunicado emitido el martes 9 de enero. Esto se debe a la resolución de la Corte Suprema de Justicia de Estados Unidos del día anterior, en la que se niega la solicitud de revisión presentada por “PDVSA Ad Hoc”. En tal petición se pidió un escrutinio de la decisión del tribunal federal de distrito en Delaware que reconocía a Citgo como un alter ego de Venezuela.

Este fallo significa que habrá continuidad en el desmembramiento de Citgo para ser repartido entre las empresas que reclaman pagos de deuda al Estado venezolano. La frase inicial resuena por su cinismo, ya que esta situación no es nueva y se suma a las negligencias previas cometidas por el extinto gobierno falso de Juan Guaidó, del cual quedan remanentes como la “PDVSA Ad Hoc”.

Antes de profundizar en esta nueva negligencia, es importante analizar los contextos inmediatos que rodean el caso judicial contra Citgo y que hacen prever un desenlace negativo para los intereses del país. Lo resaltante esta vez es que confesos opositores al Gobierno Bolivariano han señalado la responsabilidad primaria del “clan Guaidó” y sucesores de la inminente pérdida de Citgo ante los tribunales estadounidenses, aunque obviando el hecho de que el gobierno de Estados Unidos —tanto en la era Trump como en la administración Biden— tienen asimismo su cuota de competencia en el asunto.

Bajo el liderazgo de la oposición, la deuda de Citgo ha aumentado significativamente en los últimos cuatro años, ha pasado desde 3 mil 400 millones hasta 23 mil 600 millones de dólares, según un análisis del economista y profesor universitario Francisco Rodríguez en septiembre del año pasado. Esto se debe a que los acreedores han logrado demostrar ante los tribunales estadounidenses que el gobierno falso de Guaidó, reconocido por Washington, ha utilizado Citgo para sus propios fines, lo que les permite reclamar los activos de la empresa.

La demanda presentada por Crystallex en la Corte de Delaware en 2018 fue el comienzo de esta situación amenazante para Citgo. En 2020, el juez Leonard Stark, a cargo del caso, determinó que Crystallex tenía derecho a cobrar su reclamo a través de una venta de activos. Este esquema se repitió con ConocoPhillips, a quien se le reconoció el reclamo de mil 287 millones de dólares utilizando fondos del Estado venezolano.

En la actualidad, Crystallex y ConocoPhillips reclaman una suma astronómica de 970 millones y 10 mil millones de dólares, respectivamente. La reciente sentencia del 8 de octubre ha abierto las puertas a otras empresas como O-I Glass, Huntington Ingalls, Rusoro Mining y Siemens Energy para participar en el embargo de las acciones de Citgo, lo que agrava aun más la delicada situación financiera de la compañía.

El abogado José Ignacio Hernández ha desempeñado un papel fundamental en esta compleja trama legal que afecta a Citgo. Hernández fue un participante clave en los juicios de la Corte de Delaware que favorecieron a Crystallex y Owen Illinois, cuando utilizó el argumento jurídico del “alter ego” para respaldar las demandas de estas empresas contra Citgo. Además, estuvo involucrado en un plan para obtener un fallo favorable para ConocoPhillips en otro caso contra Citgo, lo que fue denunciado por la vicepresidenta ejecutiva Delcy Rodríguez.

El argumento del recurso del alter ego en el caso legal contra Citgo se fundamenta en la premisa de que el gobierno venezolano y PDVSA son considerados como una sola entidad. Según la Corte de Delaware, Guaidó representaba la República Bolivariana de Venezuela en Estados Unidos y se ha demostrado que PDVSA fue manejada como un alter ego de ese falso gobierno. Como resultado, se ha elaborado el argumento de que Citgo está obligada a pagar las deudas de Venezuela a través de sus activos en territorio estadounidense.

En un reportaje publicado en El Nacional, el analista Jorge Alejandro Rodríguez expone su visión sobre la responsabilidad que tienen Juan Guaidó y José Ignacio Hernández en la pérdida del activo venezolano. Rodríguez acusa a Hernández de haber dado recomendaciones a Guaidó que permitieron a las empresas demandantes probar el concepto legal de “alter ego”. Según Rodríguez, las acciones tomadas por Guaidó, siguiendo las recomendaciones de Hernández, permitieron que las demandantes argumentaran que las empresas estatales eran administradas por el gobierno interino y no de manera independiente.

Además, Rodríguez afirma que Guaidó había recibido múltiples advertencias de que sus acciones podrían llevar a la prueba del alter ego. Asimismo, sugiere que es sospechoso que Hernández, habiendo asesorado previamente las empresas demandantes, haya hecho las recomendaciones que terminaron beneficiándolas. Dice el texto del medio antichavista: “Rodríguez recordó que en 2020, junto con un grupo de venezolanos, introdujo una demanda en la Corte de Delaware en la que pedía al juez que investigara ‘los errores que se estaban cometiendo por parte de la administración de Guaidó, porque eran inexcusables. Lo que estaban haciendo eran pasos que les ponían en bandeja de plata a los cobradores la posibilidad de cobrar tomando activos de Citgo'”.

La conclusión de que la oposición utilizó la compañía como su instrumento está reflejada en un documento del juez Leonard Stark. Ahí se indica que el falso gobierno de Guaidó ha accedido a los activos de las filiales estadounidenses de PDVSA en Estados Unidos y los ha utilizado para financiarse, evadiendo cualquier derecho que PDVSA pudiera haber tenido sobre los dividendos corporativos. Además, se menciona que también se han utilizado los activos de PDVSA para financiar la defensa legal.

Volviendo a la reciente resolución de la Corte Suprema de Justicia estadounidense con la que iniciamos esta publicación, es imperativo no calificar como meras “sospechas” las acciones intencionadas de negligencia que claramente favorecen a las empresas transnacionales en su litigio contra Citgo.

En un artículo, el abogado venezolano Carlos Ramírez López expone cómo la “junta Ad Hoc”, liderada por Horacio Medina, era consciente de la alta probabilidad de fracaso al abordar la apelación que finalmente fue rechazada. En contraposición, se sugirió una intervención a través de una acción conocida como Amicus Curiae, en la cual terceros ajenos al proceso legal ayudarían a llegar a una resolución más justa y completa del asunto en cuestión.

En esta línea, Ramírez destaca que Medina rechazó el respaldo que se le ofreció para presentar esta acción con dos argumentos adicionales en la demanda ante la Corte. Estos planteamientos se referían a llevar a cabo la ejecución de la sentencia del tribunal de arbitraje contra Citgo en vez de contra la entidad jurídica condenada, así como a la violación del derecho a la defensa de la demandada República Bolivariana de Venezuela en los procesos arbitrales. Según el abogado, de haber incluido estos argumentos en la demanda, la Corte Suprema les habría dado la razón y se habría evitado el actual fallo en este caso: “Tengo derecho a presumir que de habernos autorizado y apoyado para llevar esa demanda de apoyo, la Corte Suprema nos habría dado la razón, por tanto lo responsabilizo del desastre a que ahora se enfrenta Venezuela en este caso, responsabilidad que obviamente ha de extenderse a otras personas como luego trataremos”.

En términos porcentuales, la mayoría de la deuda de Citgo, aproximadamente 81%, está relacionada con la determinación de alter ego desencadenada por el proyecto Guaidó. Se trata de 19 demandas que suman más de 20 mil millones de dólares. En una proporción mucho menor, también hay otras deudas relacionadas con acreencias contra PDVSA (8%), la garantía de Citgo para el Bono Pdvsa 2020 (8%) y la determinación de alter ego en el gobierno del presidente Nicolás Maduro (4%), según explica el economista Francisco Rodríguez.

Cada vez es más probable que el desenlace de Citgo sea su subasta para ser repartida entre las empresas multinacionales que están detrás de ella. Fue el gobierno estadounidense el que, en primer lugar, mediante sanciones ilegales impuso obstáculos al gobierno venezolano para que honrara sus deudas con sus acreedores y, en segundo lugar, propició el nombramiento autoproclamado de Guaidó y le dio legitimidad para administrar los activos venezolanos en el extranjero, incluida Citgo.

El hecho de que aquellos que conformaron el gobierno falso siempre hayan tomado decisiones en beneficio de las empresas que están detrás de la filial venezolana confirmaría que el desmantelamiento y venta de Citgo sería el resultado de un complot liderado por Washington, con la colaboración de una oposición sumisa a los intereses corporativos, principalmente estadounidenses.

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