Rete Solidarietà Rivoluzione Bolivariana
Fino a questo momento 7 Paesi dell’America Latina hanno sostenuto con dichiarazioni ufficiali la causa del Sudafrica davanti alla Corte Internazionale di Giustizia contro Israele per il “genocidio di Gaza”.
Due giorni fa, in un’udienza davanti alla Corte Internazionale di Giustizia (ICJ) dell’Aja, nei Paesi Bassi, il Sudafrica ha difeso la sua accusa contro il governo israeliano di mantenere un “modello di condotta genocida” con “omicidi di massa”, “spostamenti forzati” e “gravi danni fisici o psicologici” ai civili palestinesi durante l’offensiva nella Striscia di Gaza, iniziata ad ottobre 2023.
Di seguito le posizioni di sostegno dei vari paesi.
Il Brasile attraverso il suo presidente Lula da Silva ha dichiarato che, di fronte alle flagranti violazioni del diritto internazionale umanitario, “va espresso sostegno all’iniziativa del Sudafrica di chiedere alla Corte internazionale di Giustizia di ordinare a Israele di cessare immediatamente tutti gli atti e le misure che possono costituire genocidio o crimini correlati ai sensi della Convenzione sulla prevenzione e la repressione del crimine di genocidio”.
La Bolivia, con il suo presidente Luis Arce ha sottolineato che apprezza l’azione storica intrapresa dalla Repubblica del Sud Africa a causa delle violazioni da parte di Israele dei suoi obblighi ai sensi della Convenzione contro il genocidio, nei confronti del popolo palestinese nella Striscia di Gaza.
Il Venezuela, con un comunicato del suo ministro degli Esteri, ha espresso di apprezzare positivamente l’azione del governo sudafricano contro l’azione di Israele e ha riconosciuto il passo fermo e storico del Sudafrica in difesa del popolo palestinese. Allo stesso modo, ha chiesto che la denuncia venga sostenuta da tutta la Comunità Internazionale.
In Colombia, il presidente Petro, ha sottolineato che è evidente che le azioni e le misure del governo israeliano costituiscono atti di genocidio. Allo stesso modo, ha definito la causa di Petroria un passo coraggioso nella giusta direzione e, pertanto, ha espresso la sua disponibilità ad accompagnare tale azione giudiziaria.
Cuba, anch’essa attraverso un comunicato ufficiale, ha spiegato che l’azione intrapresa dal Sudafrica deve essere intesa e accolta come un appello urgente a fermare gli orribili crimini internazionali di genocidio, contro l’umanità e di apartheid che si commettono contro il popolo palestinese.
Il Cile ha ratificato il suo sostegno all’accusa di genocidio lanciata dal Sudafrica contro Israele sia con le dichiarazioni del presidente Boric che secondo la sua ministra degli Esteri, la quale ha annunciato che presenterà tempestivamente il deferimento della situazione in Palestina alla Procura della Corte Penale Internazionale, per chiedere che vengano indagati i crimini internazionali commessi nei territori palestinesi occupati da Israele.
Il Nicaragua ha accolto la denuncia sudafricana con “soddisfazione”, ritenendo che l’azione legale contro Israele davanti alla Corte Internazionale di Giustizia sia un passo concreto in conformità con gli obblighi legali che ciascuno Stato parte della Convenzione contro il genocidio ha il diritto e il dovere di assumere ed è è anche il primo passo verso la responsabilità nei confronti della comunità internazionale.
A questi paesi latinoamericani si sono aggiunte le posizioni di sostegno di Namibia, Iran, Turchia, Giordania, Malesia, Pakistan, Bangladesh, Maldive, Lega Araba e Organizzazione per la Cooperazione Islamica (OIC).
In Spagna, più di 250 giuristi, dei partiti Podemos e Sumar hanno chiesto al governo di sostenere la denuncia.