La crisi dei media, declino e trasformazione

Guadagnare denaro e influire nell’opinione pubblica, molte volte a detrimento di un’informazione obiettiva e vera, con il fine di un interesse commerciale, continua ad essere il fine dei grandi media.

Molti oggi parlano dell’esistenza d’una profonda crisi dei mezzi di comunicazione. La stampa scritta retrocede a livello mondiale, le vendite dei quotidiani e delle riviste diminuiscono ogni giorno di fronte alla spinta dei mezzi digitali. La censura, l’industria delle fake news, la manipolazione dell’informazione, l’assassinio  di giornalisti formano uno scenario molto complesso.

Secondo alcuni specialisti del tema, il danno provocato da Internet alla stampa è irreparabile. I moderni empori di comunicazione hanno la capacità di generare e distribuire una grande quantità di contenuto e questo permette loro di trasformarsi in attori informativi dominanti.

E fosse poco, l’incremento delle spese per ogni copia stampata supera il prezzo di vendita. È stato quasi sempre così, ma nel passato questi costi si coprivano  con i contratti di pubblicità e gli annunci generavano la maggior parte delle entrate di un quotidiano o di una rivista.

Questa realtà è cambiata con l’arrivo della rete delle reti. Ed ha portato il risultato che, negli ultimi dieci anni soprattutto, le entrate pubblicitarie, i patrocini, etc, sono passati ad aumentare i guadagni dei grandi monopoli di internet. La stragrande maggioranza delle imprese della stampa nel mondo capitalista sono private, e come tali devono essere redditizie.

Se non ci sono guadagni, chiudono le loro porte, e questo è quello che è avvenuto in centinaia di giornali e riviste, in molti luoghi del mondo.

Guadagnare denaro e influire nell’opinione pubblica, molte volte a discapito della missione pubblica d’informare in maniera obiettiva e vera, per il fine degli interessi commerciali, caratterizza le azioni della maggioranza delle imprese editrici.

Non c’è altro, sono compagnie private formate da soci riuniti per creare un prodotto e fare soldi.

I media di comunicazione tradizionali lottano per mantenersi a galla .

Negli USA, quotidiani come il Los Angeles Times e The Washington Post stanno licenziando reporters e editori, mentre il  The Baltimore Sun, il giornale più grande del Maryland, affronta un futuro incerto.

Non sfuggono alla crisi nemmeno i media pubblici che soffrono i colpi dell’aumento dei costi di produzione e delle materie prime, così come- ugualmente e per tutti- devono affrontare i cambi dei paradigmi della comunicazione, le trasformazioni tecnologiche e i problemi di credibilità.

Senza dubbio non è tutto rosa neanche per le grandi compagnie di comunicazione. Un nuevo «rivale»  è apparso in scena: lo sviluppo dell’Intelligenza Artificiale (AI). Grandi attori digitali hanno dovuto fare cambi e investimenti importanti.

La tecnologia dell’intelligenza artificiale, gli algoritmi della IA, generano risposte alle domande dei lettori e si teme che potrebbero rimpiazzare i siti di notizie in linea.

Un «giornalista avatar», creato da IA Generativa, può «informare» per ore, o si tratta di fantascienza. Per esempio, Sky News ha creato una «reporter di notizie» utilizzando questa tecnologia.

Sono sempre più le persone nel mondo, soprattutto le più giovani generazioni, che utilizzano per informarsi le reti sociali o siti al di fuori dei media tradizionali.

Ci dovremmo chiedere: siamo di fronte al declino dei media o davanti a una grande trasformazione positiva?

I prossimi anni ci daranno la risposta.

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