I troppi silenzi sui medici cubani

Sulla storia dei medici cubani in Calabria ci sono state, come è noto, polemiche di vario genere di cui questo giornale ha dato puntualmente ed esaurientemente conto. Anche delle presunte, assai presunte in verità, smentite dell’ultim’ora e delle (non tanto) ovattate contrarietà all’esperimento ideato dal presidente Occhiuto.

L’intervista pubblicata il 10 febbraio all’Ambasciatrice di Cuba in Italia su questo giornale avrebbe dovuto, in ogni caso, chiudere la partita. Ma quello che più sorprende, e non poco anche, non sono tanto le prese di posizioni sul fatto che questi sanitari non sarebbero nemmeno laureati, hanno difficoltà con la lingua, usano modalità strane, etcetc., ma i silenzi.

I tanti silenzi o, peggio, le rabberciate e pasticciate dichiarazioni di tanti, troppi esponenti del mondo politico, associativo, culturale della nostra bella Calabria. Talune addirittura di aperto sostegno a quelle insinuazioni sulle effettive capacità professionali di quei medici provenienti dalla lontana isola caraibica, peraltro nota in tutto il mondo proprio per la sua sanità di eccezionale livello.

Che, infatti, difendesse tutta l’operazione il presidente della Regione Roberto Occhiuto, che l’ha ideata e portata a compimento (e la sta proseguendo) era tutto sommato naturale. “I medici cubani – dice Occhiuto – sono apprezzati da tutti i loro colleghi, con i quali lavorano in profitto da diversi mesi. E soprattutto sono apprezzati dai pazienti calabresi, così come è documentato in centinaia di inchieste giornalistiche nell’ultimo anno. Sono polemiche razziste che non mi interessano. Questi medici non solo hanno una laurea valida ma, in molli casi, hanno anche due specializzazioni e i loro titoli ci sono stati trasmessi attraverso l’ambasciata. Quello che mi è sempre stato a cuore realmente è che questi medici salvassero vite. E ne hanno salvate tante, uomini, donne e anche bambini. Ma anche una sola vita salvata, come ho sempre detto, vale più di mille polemiche”.

Ad oggi i medici cubani in servizio nella Regione sono 270 con gli ultimi 98 appena arrivati. E ne arriveranno altri sei nei prossimi giorni. Occhiuto ricorda come questi medici “ci hanno aiutato a non chiudere ospedali e fornire assistenza ai cittadini calabresi in un momento in cui non si riusciva a reclutare camici bianchi”.

Che – ancora – a difesa di tutta l’operazione scendesse in campo il Governo di Cuba e l’Associazione Italia-Cuba (vedi I’intervista al responsabile calabrese dell’Associazione Italia-Cuba, Pino Scarpelli, apparsa sul Quotidiano del 5 febbraio oltre a quella già citata dell’Ambasciatrice) è, come dire, normale visto appunto il nome dell’associazione stessa.

Non propriamente normali sono, invece, i tanti silenzi: delle forze politiche (a partire da quelle di sinistra) che pur di criticare Occhiuto (cosa che peraltro non mi pare facciano in generale con tanta intensità su tutto il resto) non hanno, in realtà, mai digerito per motivi incomprensibili ai più tutta l’operazione fin dalle prime mosse andando anche oltre in qualche caso, con polemiche di dubbio gusto.

Non sono, altra perla, normali i silenzi delle associazioni mediche (non solo e non tanto gli Ordini professionali) o quelle degli utenti, o le anime candide e pie che si lamentano un giorno si e un altro pure dello stato della sanità pubblica e privata alle nostre latitudini senza però mai dare uno spiraglio di proposta positiva.

Il fatto è che questa storia, che è una grande storia in realtà, avrebbe dovuto vedere a sua difesa in prima fila quelle figure e quei gruppi, quei partiti, quei soloni, che hanno invece preferito tacere o scendere in campo a tutela di interessi corporativi, di casta e di nicchia.

Senza capire che qui si parla di un enorme e generale problema: la salute dei cittadini calabresi, la loro tutela. la possibilità di svoltare. I medici cubani non possono affrontare né risolvere in modo radicale questo problema. Ma, nelle corsie dei nostri ospedali, cercano alleviarlo almeno un pò,

Basta in questo senso chiedere – solo piccoli esempi – ai cittadini di Polistena o di Locri, di Castrovillari o di Vibo. Tutto il resto è polemica di bassa cucina che interessa appunto ai titolari di quegli interassi di nicchia ma poco alla gran massa dei cittadini.

di Filippo Veltri – Il Quotidiano del Sud

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