USA: scontro di posizioni sulla Licenza Generale N°44

misionverdad.com 

Il 18 aprile scade la Licenza Generale N°44, rilasciata l’18 ottobre 2023 dall’Ufficio per il Controllo dei Beni Esterni (OFAC), che consente transazioni coinvolgenti la Petróleos de Venezuela, S.A. (PDVSA) nei settori del gas e del petrolio nell’orbita di influenza USA. Ci sono settori politici, negli USA, che fanno pressione affinché lo strumento legale scada per tornare al regime di sanzioni di “massima pressione” contro il Venezuela.

Tuttavia, altri settori assicurano che l’amministrazione di Joe Biden estenderà per un altro periodo la Licenza Generale N°44, o che in ogni caso verrà emessa una nuova licenza simile alla 44 ma con modifiche in risposta agli eventi politici in Venezuela.

Dall’emissione di un comunicato stampa del Dipartimento di Stato minacciando di non rinnovare la licenza, decine di articoli e analisi sono emersi riguardo al fatto se gli USA effettivamente torneranno alla situazione precedente alla Licenza 44. Sono prevalse le analisi su quanto possa perdere l’economia venezuelana con il mancato rinnovo della licenza, che secondo l’economista e accademico dell’Università di Denver, Francisco Rodríguez, “se s’invertisse solo l’effetto della licenza generale 44  ma si mantenesse quella di Chevron, la diminuzione dei ricavi sarebbe minore, di 1,6 miliardi di $, o 1,4% del PIL”.

Uno degli analisti venezuelani più citati è Francisco Monaldi, accademico dell’Istituto Baker presso la privata Università Rice a Houston, Texas (USA), che assicura che “ci si aspetta che la produzione cresca appena fino al 2026, diminuendo, da quel momento in poi, se le sanzioni petrolifere venissero totalmente ripristinate”.

Le previsioni sulla produzione petrolifera del Venezuela sono incoraggianti senza la minaccia del Dipartimento di Stato. La società di consulenza norvegese, Rystad Energy, ammette che “la possibile di re-imposizione delle sanzioni rimane una preoccupazione importante, poiché i recenti eventi legali in Venezuela influenzano la volontà dell’amministrazione di Joe Biden di partecipare a un maggiore alleviamento delle sanzioni. Rystad Energy riconosce che una qualsiasi re-imposizione di questo tipo, dopo aprile, potrebbe rallentare la crescita a circa 870000 barili al giorno”.

In questo modo, le analisi degli scenari si sono sviluppate per valutare quanto potrebbe diminuire la produzione petrolifera del Venezuela e non se si rinnovi o meno la licenza; si dà per scontato che la Casa Bianca non approverà un rinnovo della Licenza Generale N°44.

Tuttavia, recentemente il tema si è sfumato. The Wall Street Journal ha pubblicato un articolo, il 29 marzo, citando “fonti interne”, sul fatto che la Casa Bianca possa reimporre le sanzioni al settore petrolifero e del gas venezuelano. Le ragioni sarebbero che un ritorno alle sanzioni aumenterebbe i prezzi dei carburanti negli USA e aumenterebbe il flusso migratorio proveniente dal Venezuela verso il paese nordamericano.

Vale la pena inserire qui il seguente dato: secondo l’Energy Information Administration degli USA (EIA), nel gennaio 2024 le esportazioni di petrolio venezuelano negli USA sono state in media 152mila barili al giorno; confrontato con i 40000 barili al giorno raggiunti nel gennaio 2023, rappresenta un aumento del 280%.

Il rapporto indica inoltre che i funzionari USA sono anche preoccupati per la possibilità che limitare gli investimenti europei e USA in Venezuela possa comportare una restrizione dell’offerta mondiale di energia. Questo scenario potrebbe creare un’opportunità affinché la Cina colmi il vuoto come investitore nel settore energetico venezuelano.

Secondo The Wall Street Journal, si prevede che l’amministrazione di Joe Biden proroghi l’esenzione dalle sanzioni USA dirette al settore petrolifero del Venezuela tramite la Licenza Generale fino al 28 luglio, coincidendo con le elezioni presidenziali programmate in Venezuela. Questo media rappresentativo degli interessi dell’élite finanziaria USA punta a propagare la versione secondo cui è possibile un proseguimento della Licenza 44, in controtendenza rispetto a quanto detto da gennaio.

Ma ci sono anche altre proposte. Il già citato Monaldi ritiene che “potrebbe esserci un parziale ripristino di alcune delle sanzioni, il che significa che non sarebbe totalmente approvata la Licenza Generale N°44”.

E in un articolo in cui interroga altri esperti, pubblicato il 30 marzo, The Washington Post espone proposte come la seguente: “(…) il Dipartimento del Tesoro imporrebbe un nuovo regime di sanzioni che consentirebbe al Venezuela di continuare a vendere petrolio ai clienti internazionali, ma non in dollari USA, che sono la valuta dominante sul mercato”.

“In cambio -segue l’articolo-, al Venezuela sarebbe pagato nella propria valuta, il bolivar, depositato direttamente presso la sua Banca Centrale tramite pagamenti per il sollievo del debito o accordi di baratto che scambierebbero petrolio con diluente, benzina o diesel, secondo un consulente di società energetiche coinvolte nel settore petrolifero del Venezuela, che ha parlato sotto condizione di anonimato per proteggere la riservatezza dei clienti”.

Più avanti, il Washington Post annota che “la nuova misura proposta consentirebbe ancora un ‘alleviamento per l’economia nazionale’ fornendo gas scambiato e altri prodotti petroliferi raffinati per l’elettricità, l’agricoltura e il gas venezuelani, ha detto David L. Goldwyn, che ha ricoperto la carica di inviato speciale e coordinatore del Dipartimento di Stato per gli affari energetici internazionali durante l’amministrazione Obama”.

In questo modo, negli ultimi giorni due importanti media USA hanno esposto la possibilità che la licenza venga rinnovata o che lo scenario della “massima pressione” trumpista non venga completamente ripristinato, proponendo cambi nell’amministrazione delle sanzioni illegali contro il Venezuela, tuttavia, la posizione predominante rimane quella esposta dall’editoriale del Washington Post del 29 marzo: “Anche se probabilmente valga la pena provarlo, la scommessa dell’amministrazione Biden (revocare le sanzioni in un tentativo di promuovere il progresso democratico) finora è fallita miseramente. La credibilità USA è in gioco nella risposta. L’amministrazione potrebbe ripristinare, totalmente o parzialmente, le sanzioni petrolifere che esistevano prima, o cercare misure equivalenti per esercitare pressioni su Maduro. Il dirigente venezuelano, come il presidente Vladimir Putin della Russia, è riuscito a sopravvivere alle sanzioni, alimentato da un’economia che funziona con flussi illeciti di denaro provenienti dal narcotraffico, dall’estrazione mineraria e dal contrabbando. Gli USA devono essere più intelligenti con le sanzioni e cercare maggior cooperazione da parte dell’Europa e di altre nazioni latinoamericane per aiutare a isolare il regime di Maduro”.

In altre parole, il criterio secondo cui le sanzioni USA hanno perso l’effetto desiderato da parte di Washington è ratificato, tuttavia, il paradosso su cosa fare con il Venezuela continua e le sanzioni rimangono un elemento centrale nella strategia della Casa Bianca. Per un media come The Washington Post, ben inserito nel circuito dell’establishment politico USA, esprimere che il piano dell’amministrazione Biden per il Venezuela ha fallito nei suoi obiettivi, è un segno che esiste un dibattito inconcluso su come utilizzare le sanzioni a beneficio della politica USA.

Un altro media chiave per comprendere gli umori nel settore finanziario e politico riguardo alla Licenza 44 è Bloomberg, che il 28 marzo ha pubblicato una nota in cui Geoff Ramsey, ricercatore principale del Centro per l’America Latina Adrienne Arsht dell’Atlantic Council, centro studi promotore dell’Organizzazione del Trattato del Nord Atlantico (NATO), seguendo il tono del Washington Post, ha dichiarato che “la sfida [dell’amministrazione Biden] è come tornare ad imporre sanzioni e, allo stesso tempo, conservare un certo grado di influenza su Maduro e mantenere il governo al tavolo [dei negoziati]”.

Successivamente, Bloomberg afferma che “lo scenario più probabile è che l’amministrazione lasci che la ‘licenza generale 44’, che autorizza transazioni che coinvolgano il settore petrolifero e del gas in Venezuela, scada senza cerimonie, hanno detto tre persone a conoscenza dei piani. L’amministrazione Biden ancora manterrebbe la ‘licenza 41’, che autorizza la Chevron Corp. a produrre petrolio greggio e prodotti derivati dal petrolio nei suoi progetti in Venezuela, ha detto una delle persone [in linea con quanto detto in precedenza dall’economista Rodriguez]. Tutti hanno chiesto l’anonimato per parlare del piano, poiché non è ancora pubblico”.

SENATORI PER LA “MASSIMA PRESSIONE”

 

Alcuni senatori del Partito Repubblicano hanno, storicamente, enfatizzato la loro ferrea posizione contro qualsiasi scenario di allentamento delle sanzioni sul Venezuela. Sono stati sostenitori della “massima pressione” fin dai tempi dell’amministrazione di Donald Trump.

Uno dei più energici difensori delle sanzioni contro il Venezuela è Marco Rubio, senatore per lo stato della Florida. Il 20 ottobre 2023 ha respinto l’emissione delle Licenze Generali, inclusa la N°44, qualificandole come “concessioni” che il governo Biden concede “al narco-regime illegittimo di Maduro”. Da allora, Rubio ha criticato la politica di amministrazione delle licenze del Dipartimento del Tesoro riguardo al Venezuela.

Un altro senatore della Florida, Rick Scott, ha fatto campagna perché l’amministrazione Biden reintroduca il regime di sanzioni imposte durante il precedente governo repubblicano.

Tali senatori della Florida sono i politici più rappresentativi del non rinnovare la Licenza Generale N°44 a Washington, D.C., che si battono all’interno del Congresso e dalle loro tribune legislative affinché si indurisca la strategia contro il Venezuela ai livelli dell’amministrazione Trump. Si tratta dell’agenda repubblicana sul Venezuela.

Infatti, Scott e Rubio insieme ai senatori repubblicani Ted Cruz (Texas) e Bill Hagerty (Tennessee) hanno presentato la “Legge di Ri-autorizzazione della Difesa dei Diritti Umani e della Società Civile del Venezuela del 2023” per presuntamente “garantire che le attuali sanzioni del governo USA contro il narco-dittatore del Venezuela, Nicolás Maduro, e 150 membri del suo regime criminale responsabile di abusi contro i diritti umani contro il popolo venezuelano, rimangano in vigore”.

Con tale strumento giuridico, i senatori intendevano sabotare la politica estera dell’attuale governo democratico e cercare di incidere definitivamente nella politica USA sul Venezuela, al di là di quale partito sia a capo della Casa Bianca.

Infine, una dichiarazione congiunta di Marco Rubio (Florida) e Bill Cassidy (Louisiana) del Partito Repubblicano e Dick Durbin (Illinois) e Ben Cardin (Maryland) del Partito Democratico esplicita la connessione esistente tra la lobby politica USA che cerca di non rinnovare la Licenza 44 e settori dell’opposizione in Venezuela che hanno anche spinto per l’imposizione di sanzioni contro il Venezuela, rappresentate da Maria Corina Machado: “Secondo l’accordo di Barbados, gli USA dovrebbero tornare ad imporre sanzioni petrolifere e rifiutarsi di riconoscere qualsiasi “vincitore” elettorale di un processo che escluda la candidata dell’opposizione democraticamente eletta dal popolo venezuelano, María Corina Machado”.

Il nesso tra il Partito Repubblicano e Machado è noto da due decenni, a cominciare dall’incontro che l’oppositrice ebbe con il presidente George W. Bush, il 31 maggio 2005 alla Casa Bianca, fino ai pubblici sostegni dei senatori repubblicani della Florida alla fondatrice di Vente Venezuela. Addirittura il senatore Cassidy ha avuto incontri virtuali con lei in modo pubblico negli ultimi mesi.

IN SINTESI

 

Il governo USA si trova in un bivio politico in cui deve decidere se rinnovare o meno la Licenza Generale Nº44. Anche se nella maggior parte dei media USA e dei loro replicatori in lingua spagnola dà per scontato che l’amministrazione Biden non estenderà la licenza, altri settori e analisti credono che potrebbe concretizzarsi uno scenario in cui tale strumento del Dipartimento del Tesoro continui ad essere valido almeno per un altro periodo.

Inoltre, la considerazione che la che la Casa Bianca modifichi le condizioni della Licenza 44, senza ripristinare completamente la “massima pressione”, come indicano i principali media USA, dando segnali pubblici che uno scenario di tale tipo debba essere preso in considerazione.

Pertanto, è riconosciuto apertamente chi sta facendo pressione per il ripristino delle sanzioni: i senatori del Partito Repubblicano che tradizionalmente hanno una postura anti-venezuelana (specialmente i rappresentanti della Florida) insieme ad altri senatori democratici che hanno criticato la politica estera dell’amministrazione Biden nei confronti del Venezuela.

D’altra lato, ci sono settori del capitale USA e dell’establishment politico che hanno utilizzato le vetrine del Wall Street Journal, Washington Post e Bloomberg per promuovere un’agenda in cui non vi sia un totale ripristino delle sanzioni, bensì che si continui con l’amministrazione di licenze generali.

Ciò dimostra che negli USA non c’è una posizione univoca sul tema, cosa che i decisori politici dello Stato venezuelano e della PDVSA devono tenere in considerazione al momento di analizzare i prossimi passi di Washington nei confronti del Venezuela.

Con il piano precedente si dimostra che ci sono attori del capitale USA e dell’establishment politico USA che hanno alzato la propria voce a favore del rinnovo della Licenza 44 attraverso il Wall Street Journal, mentre The Washington Post, in un editoriale, si è schierato contro il rinnovo per poi, tramite un articolo citando esperti, attenuare la propria posizione argomentando contro la re-imposizione delle sanzioni in stile “massima pressione” ma, allo stesso tempo, modificando i termini della licenza per renderle più restrittive. Bloomberg, d’altra parte, ha assunto quest’ultima posizione ma, in modo meno esplicito, tenendo conto che la Casa Bianca si trova di fronte alla scelta tra rinnovare o meno la licenza in questione.

I senatori repubblicani e alcuni democratici, d’altro canto, sono contrari al rinnovo della Licenza Generale Nº44, una posizione coerente nel tempo se si considera chi guida la crociata (Rubio e Scott della Florida) e chi viene appoggiano in Venezuela (María Corina Machado).


CHOCAN POSICIONES EN EE.UU. SOBRE LA LICENCIA GENERAL Nº44

 

El 18 de abril se vence el plazo de la Licencia General Nº44, emitida el 18 de octubre de 2023 por la Oficina de Control de Bienes Extranjeros (OFAC, sus siglas en inglés), que permite transacciones que involucren a Petróleos de Venezuela, S.A. (PDVSA) en los sectores del gas y el petróleo en la órbita de influencia estadounidense. Hay sectores políticos de Estados Unidos que presionan por que el instrumento jurídico termine de expirar para volver al esquema de sanciones de “máxima presión” sobre Venezuela.

Sin embargo, otros sectores aseguran que la administración de Joe Biden extenderá por otro periodo la Licencia General Nº44, o que en todo caso se emitirá una nueva licencia similar a la 44 pero con modificaciones en respuesta a los acontecimientos políticos en Venezuela.

Desde que el Departamento de Estado emitiera un comunicado de prensa con el que amenaza con no renovar la licencia, decenas de reportajes y análisis han surgido en el marco de que Estados Unidos en efecto cumplirá con volver a la situación anterior a la Licencia 44. Han privado los análisis sobre cuánto puede perder la economía venezolana con la no renovación de la licencia, que según el economista y académico de la Universidad de Denver, Francisco Rodríguez, “si se revirtiese solo el efecto de la licencia general 44 pero se mantiene la de Chevron, la caída en ingresos sería menor, de $1,6 millardos, o 1.4% del PIB”.

Uno de los analistas venezolanos más citados es Francisco Monaldi, académico del Instituto Baker de la privada Universidad Rice en Houston, Texas (Estados Unidos), quien asegura que “se espera que la producción apenas crezca hasta 2026, disminuyendo a partir de entonces si se restablecen totalmente las sanciones petroleras”.

Las previsiones sobre la producción petrolera de Venezuela son alentadoras sin la amenaza del Departamento de Estado. La consultora noruega Rystad Energy admite que “la posible reimposición de sanciones sigue siendo una preocupación importante, ya que los recientes acontecimientos legales en Venezuela afectan la voluntad de la administración de Joe Biden de participar en un mayor alivio de las sanciones. Rystad Energy reconoce que cualquier reimposición de este tipo después de abril podría desacelerar el crecimiento a alrededor de 870.000 b/d”.

De esta manera, los análisis de escenarios se han desplegado para revisar en cuánto podría caer la producción petrolera de Venezuela y no si hay posibilidades de que se renueve o no la licencia; se da por descontado de que la Casa Blanca no aprobará una renovación de la Licencia General Nº44.

Sin embargo, en días recientes el tema se ha matizado. The Wall Street Journal publicó un artículo el 29 de marzo, citando “fuentes internas”, que la Casa Blanca restablezca las sanciones al sector petrolero y gasífeo venezolano. Las razones estarían en que una vuelta a las sanciones elevaría los precios de los combustibles en Estados Unidos y aumentaría el flujo migratorio proveniente de Venezuela al país norteamericano.

Vale la pena insertar aquí el siguiente dato: según la Administración de Información Energética de Estados Unidos (EIA, sus siglas en inglés), en enero de 2024 las exportaciones de crudo venezolano a Estados Unidos promediaron 152 mil barriles diarios; comparado con los 40 mil barriles diarios alcanzados en enero de 2023, representa un incremento del 280%.

El reporte además indica que los funcionarios estadounidenses también están preocupados por la posibilidad de que limitar las inversiones europeas y estadounidenses en Venezuela pueda resultar en una restricción del suministro mundial de energía. Este escenario puede crear una oportunidad para que China llene el vacío como inversor en el sector energético de Venezuela.

De acuerdo con el Wall Street Journal, se prevé que la administración de Joe Biden prorrogue la exención de las sanciones estadounidenses dirigidas al sector petrolero de Venezuela vía Licencia General hasta el 28 de julio, coincidiendo con las elecciones presidenciales programadas en Venezuela. Este medio representativo de los intereses de la elite financiera estadounidense apuesta por propagar la versión de que es posible una continuación de la Licencia 44, a contracorriente de lo que se ha dicho desde enero.

Pero hay otras propuestas. El mencionado Monaldi cree que “podría haber un restablecimiento parcial de algunas de las sanciones, lo que significa que no se aprobaría totalmente la Licencia General Nº44”.

Y en un artículo donde consulta a otros expertos publicado el 30 de marzo, The Washington Post expone propuestas como la siguiente: “(…) el Departamento del Tesoro impondría un nuevo régimen de sanciones que permitiría a Venezuela seguir vendiendo crudo a clientes internacionales, pero no en dólares estadounidenses, que son la moneda dominante en el mercado”.

“En cambio -sigue el reportaje-, a Venezuela se le pagaría en su propia moneda, el bolívar, depositado directamente en su Banco Central a través de pagos de alivio de deuda o acuerdos de trueque que intercambiarían petróleo por diluyente, gasolina o diésel, según un asesor de compañías energéticas involucradas en el sector petrolero de Venezuela, quien habló bajo condición de anonimato para proteger la confidencialidad de los clientes”.

Más adelante, el Washington Post anota que “la nueva medida propuesta aún permitiría ‘alivio para la economía nacional’ al proporcionar gas intercambiado y otros productos petrolíferos refinados para la electricidad, la agricultura y el gas venezolanos, dijo David L. Goldwyn, quien se desempeñó como enviado especial y coordinador del Departamento de Estado para asuntos de la energía internacional durante la administración Obama”.

De esta manera, en los últimos días dos importantes medios estadounidenses han expuesto una posibilidad de que se renueve la licencia o no se reimponga completamente el escenario de “máxima presión” trumpista, proponiendo cambios en la administración de las sanciones ilegales contra Venezuela, sin embargo, la posición predominante sigue siendo la que expone el editorial del Washington Post el 29 de marzo: “Aunque probablemente valga la pena intentarlo, la apuesta de la administración Biden (levantar las sanciones en un intento por impulsar el progreso democrático) hasta ahora ha fracasado estrepitosamente. La credibilidad de Estados Unidos está en juego en la respuesta. La administración podría volver a imponer las sanciones petroleras que existían antes, en su totalidad o en parte, o buscar medidas equivalentes para presionar a Maduro. El líder venezolano, al igual que el presidente Vladimir Putin de Rusia, ha logrado sobrevivir a las sanciones, impulsado por una economía que funciona con flujos ilícitos de efectivo provenientes del narcotráfico, la minería y el contrabando. Estados Unidos necesita ser más inteligente con las sanciones y buscar más cooperación de Europa y otras naciones latinoamericanas para ayudar a aislar al régimen de Maduro”.

Es decir, que el criterio de que las sanciones estadounidenses han perdido el efecto deseado por parte de Washington es ratificado, sin embargo, la paradoja de qué hacer con Venezuela continúa y las sanciones siguen siendo un factor medular en la estrategia de la Casa Blanca. Para un medio como The Washington Post, bien inserto en el circuito del establishment político estadounidense, expresar que el plan de la administración Biden para Venezuela ha fracasado en sus objetivos, es una muestra de que existe un debate inconcluso sobre cómo usar las sanciones en provecho de la política de Estados Unidos.

Otro medio clave para comprender los ánimos en el sector financiero y políticos en torno a la Licencia 44 es Bloomberg, que el 28 de marzo publicó una nota donde Geoff Ramsey, investigador principal del Centro para América Latina Adrienne Arsht del Atlantic Council, think-tank promotor de la Organización del Tratado del Atlántico Norte (OTAN), siguiendo el tono del Washington Post, expresó que “el desafío [de la administración Biden] es cómo volver a imponer sanciones y al mismo tiempo conservar cierto grado de influencia sobre Maduro y mantener al gobierno en la mesa [de negociaciones]”.

Más adelante, Bloomberg afirma que “el escenario más probable es que la administración deje que la ‘licencia general 44’, que autoriza transacciones que involucran al sector de petróleo y gas en Venezuela, expire sin ceremonias, dijeron tres personas con conocimiento de los planes. La administración Biden aún conservaría la ‘licencia 41’, que autoriza a Chevron Corp. a producir petróleo crudo y productos derivados del petróleo en sus proyectos en Venezuela, dijo una de las personas [a tono con lo dicho por el economista Rodríguez anteriormente]. Todos solicitaron el anonimato para hablar sobre el plan, ya que aún no es público”.

SENADORES POR LA “MÁXIMA PRESIÓN”

Algunos senadores del Partido Republicano históricamente han enfatizado su férrea posición contra cualquier escenario de alivio de sanciones sobre Venezuela. Han sido partidarios de la “máxima presión” desde los tiempos de la administración de Donald Trump.

Uno de los más enérgicos defensores de las sanciones contra Venezuela es Marco Rubio, senador por el estado de Florida. El 20 de octubre de 2023 rechazó la emisión de Licencias Generales, incluyendo la Nº44, calificándolas de “concesiones” que el gobierno Biden le otorga “al narco-régimen ilegítimo de Maduro”. Desde entonces, Rubio ha criticado la política de administración de licencias del Departamento del Tesoro respecto a Venezuela.

Otro senador de Florida, Rick Scott, ha hecho campaña para que la administración Biden reinstaure el régimen de sanciones impuestas durante el gobierno republicano anterior.

Dichos senadores por Florida son los políticos más representativos de no renovar la Licencia General Nº44 en Washington, D.C., quienes pujan dentro del Congreso y desde sus tribunas legislativas para que se endurezca la estrategia contra Venezuela a los niveles de la administración Trump. Se trata de la agenda republicana sobre Venezuela.

En efecto, Scott y Rubio junto con los senadores republicanos Ted Cruz (Texas) y Bill Hagerty (Tennessee) presentaron la “Ley de Reautorización de la Defensa de los Derechos Humanos y la Sociedad Civil de Venezuela de 2023” para supuestamente “garantizar que las sanciones actuales del gobierno de Estados Unidos contra el narco-dictador de Venezuela, Nicolás Maduro, y 150 miembros de su régimen criminal responsable de abusos contra los derechos humanos contra el pueblo venezolano, sigan vigentes”.

Con dicho instrumento jurídico, los senadores pretendían torpedear la política exterior del actual gobierno demócrata así como intentar incidir definitivamente en la política estadounidense sobre Venezuela, más allá de cuál partido esté a cargo de la Casa Blanca.

Por último, una declaración conjunta de Marco Rubio (Florida) y Bill Cassidy (Luisiana) del Partido Republicano y Dick Durbin (Illinois) y Ben Cardin (Maryland) del Partido Demócrata explicita la conexión existente entre el lobby político estadounidense que busca la no renovación de la Licencia 44 y sectores opositores en Venezuela que también han pujado por la imposición de sanciones contra Venezuela, representadas por María Corina Machado: “Según el acuerdo de Barbados, EE.UU. debería volver a imponer sanciones petroleras y rehusarse a reconocer a cualquier ‘ganador’ electoral de un proceso que excluya a la candidata opositora democráticamente electa por el pueblo venezolano, María Corina Machado”.

El nexo entre el Partido Republicano y Machado tiene dos décadas conociéndose, empezando por la reunión que la opositora tuvo con el entonces presidente George W. Bush el 31 de mayo de 2005 en la Casa Blanca, hasta los apoyos públicos de los senadores republicanos de Florida a la fundadora de Vente Venezuela. Incluso el senador Cassidy ha tenido reuniones virtuales con ella de manera pública en meses recientes.

PANORAMA SUCINTO

El gobierno de Estados Unidos se encuentra en una encrucijada política en la que debe decidir si renueva o no la Licencia General Nº44. Aunque en la mayoría de los medios estadounidenses y sus replicadores en idioma castellano dan por sentado de que la administración Biden no extenderá la licencia, otros sectores y analistas creen que sí podría concretarse un escenario en el que dicho instrumento del Departamento del Tesoro continúe vigente al menos por otro periodo más.

Incluso, la consideración de que la Casa Blanca cambie las condiciones de la Licencia 44, sin llegar a restituir por completo la “máxima presión”, se asoma en los principales medios estadounidenses, dando señales públicas de que un escenario de este tipo debe ser considerado.

Por lo tanto, se reconoce abiertamente quiénes están presionando por una reimposición de sanciones: los senadores del Partido Republicano que tradicionalmente han tenido una postura antivenezolana (sobre todo los representantes de Florida) junto con otros senadores demócratas que han criticado la política exterior de la administración Biden sobre Venezuela.

Mientras que, por otro lado, hay sectores del capital estadounidense y del establishment político que han usado a las vitrinas del Wall Street Journal, Washington Post y Bloomberg para avanzar en una agenda donde no haya una total de reimposición de sanciones sino que se continúe con la administración de licencias generales.

Así, se evidencia que en Estados Unidos no hay una posición unívoca sobre el tema, cuestión que los decisores políticos del Estado venezolano y de PDVSA deben tomar en cuenta a la hora de analizar los próximos pasos de Washington sobre Venezuela.

Con la tabla anterior queda demostrado que hay actores del capital estadounidense y del establishment político de Estados Unidos que alzaron su voz a favor de la renovación de la Licencia 44 a través del Wall Street Journal, mientras que The Washington Post en un editorial abogó en contra de la renovación para luego, mediante un artículo citando a expertos, matizar su posición argumentando por la no reimposición de sanciones al estilo “máxima presión” pero a la vez modificando los términos de la licencia para hacerlas más restrictivas. Bloomberg, por su parte, tomó esta última posición pero de manera menos explícita, tomando en cuenta que la Casa Blanca se encuentra en la encrucijada entre la renovación o no de la licencia en cuestión.

Los senadores republicanos y algunos demócratas, por su lado, están en contra de la renovación de la Licencia General Nº44, una posición coherente a lo largo del tiempo si se toma en cuenta quiénes están al frente de la cruzada (Rubio y Scott de Florida) y a quién apoyan en Venezuela (María Corina Machado).

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