Il Venezuela torna a denunciare la presenza militare USA nell’Essequibo

Il presidente Nicolás Maduro ha ribadito le sue denunce riguardo all’installazione di basi militari USA nel territorio della Guayana Esequiba, che il governo della Guyana amministra illegalmente a favore di interessi stranieri, indicando il paese vicino come una minaccia per la pace nella regione e per la sovranità del Venezuela.

Durante il periodo di campo e manovre di campagna dell’Università Militare Bolivariana del Venezuela, il Capo di stato ha affermato che la Forza Armata Nazionale Bolivariana (FANB) è preparata per qualsiasi scenario di fronte alla presenza di 26 basi militari USA nel territorio contestato dell’Essequibo.

Sotto la tutela del Comando Sud opera l’Ufficio di Cooperazione in Sicurezza degli USA in Guyana, il cui compito è fornire addestramento militare e supporto alla Forza di Difesa della Guyana. Inoltre, svolge il ruolo di consulente militare per l’organizzazione di attività di cooperazione in materia di sicurezza.

Il presidente venezuelano ha dichiarato che i suoi organismi di intelligence hanno individuato 12 basi segrete della CIA e 14 basi del Comando Sud nel territorio dell’Essequibo, che sarebbero utilizzate per pianificare azioni bellicose contro il Venezuela, in particolare aggressioni contro la popolazione di Tumeremo, città designata come capitale provvisoria della Guayana Esequiba, e contro la popolazione del sud e dell’est del paese.

Maduro ha anche accusato il suo omologo guyanese, Mohamed Irfaan Ali, di non governare l’Essequibo, sottolineando che il vero controllo è esercitato dal Comando Sud, dalla CIA e dall’impresa ExxonMobil.

Il vicepresidente della Guyana, Bharrat Jagdeo, ha assicurato che gli USA non hanno contattato il paese per stabilire una base militare. La sua negazione contrasta con la crescente cooperazione militare tra i due paesi. A febbraio, è stata annunciata la futura acquisizione di elicotteri, aerei, droni e altri equipaggiamenti militari USA.

UN CONTESTO DI MILITARIZZAZIONE

Le accuse del governo venezuelano sulla possibile esistenza di basi militari segrete della CIA e del Comando Sud nella Guayana Esequiba non possono essere analizzate isolatamente. Si inseriscono in un complesso quadro geopolitico in cui l’incremento dell’influenza cinese e russa in America Latina si scontra con la storica egemonia degli USA e la loro rinnovata strategia di militarizzazione nella regione.

La vasta rete di basi militari USA in America Latina (almeno 80 delle loro 800 basi concentrate lì, con Centroamerica e Caraibi con la maggiore densità) non è un mero dato statistico. Rappresenta una strategia di lunga data per proiettare potere e controllare le risorse strategiche della regione. In questo contesto, la possibilità di una presenza militare occulta nell’Essequibo si allinea con un modello storico di intervento e controllo territoriale.

La crescente preoccupazione USA per l’influenza di Cina e Russia nella regione ha promosso un approccio più militarizzato e meno diplomatico della politica estera USA in America Latina. La nomina di funzionari del Pentagono, del Consiglio di Sicurezza Nazionale e della CIA come ambasciatori rafforza questa tendenza.

La Cina si è convertita in un partner commerciale chiave per vari paesi latinoamericani, investendo in infrastrutture, energia e altri settori strategici. Anche la Russia ha rafforzato i suoi legami con i paesi della regione, specialmente nei settori militare ed energetico. In particolare, le alleanze strategiche di entrambi i paesi con il Venezuela sono viste con sospetto da parte di Washington.

Sappiamo che la generale Laura Richardson, capo del Comando Sud, ha espresso apertamente questa preoccupazione e ha chiarito che l’interesse principale del suo governo si concentra sulle risorse naturali strategiche dell’America Latina, incluse il petrolio della Guayana Esequiba e del Venezuela.

IMPLICAZIONI REGIONALI

Lo scenario di tensione che si prefigura richiama uno scenario simile a quello vissuto nel decennio passato, quando il Venezuela denunciò la minaccia rappresentata per la sua sicurezza dalla presenza di basi militari USA in Colombia.

In quel momento, installazioni a Larandia, Tres Esquinas, Arauca, Puerto Leguízamo, Leticia e Florencia formavano un arco strategico con l’obiettivo di intervenire militarmente in Venezuela e rovesciare il governo del presidente Hugo Chávez. Il coinvolgimento ricorrente di Bogotà, allora sotto il controllo uribista, in piani destabilizzanti, supporta la minaccia rappresentata dall’avere un paese subordinato alle direttive USA nella regione.

Questo parallelismo sottolinea l’importanza delle denunce dello Stato venezuelano come strumento per preservare la sua sovranità e integrità territoriale. Un’azione che non è cruciale solo per il Venezuela, bensì per tutta la regione. La militarizzazione dell’Essequibo non mette solo a rischio il Venezuela, bensì minaccia anche il progetto di integrazione e la costruzione di una zona di pace in America Latina e nei Caraibi.

È fondamentale che esista un sostegno unanime al Venezuela nel suo rifiuto all’installazione di basi militari USA nell’Essequibo. La difesa della pace, della stabilità e della sovranità deve essere un impegno condiviso da tutti i paesi della regione.


VENEZUELA VUELVE A DENUNCIAR LA PRESENCIA MILITAR DE EE.UU. EN EL ESEQUIBO

 

El presidente Nicolás Maduro ha reiterado sus denuncias sobre la instalación de bases militares estadounidenses en el territorio de la Guayana Esequiba, que el gobierno de Guyana administra ilegalmente en favor de intereses extranjeros, señalando al país vecino como una amenaza para la paz en la región y para la soberanía de Venezuela.

Durante el periodo de campo y maniobras de campaña de la Universidad Militar Bolivariana de Venezuela, el primer mandatario nacional afirmó que la Fuerza Armada Nacional Bolivariana (FANB) está preparada para cualquier escenario ante la presencia de 26 bases militares de Estados Unidos en el territorio en disputa del Esequibo.

Bajo la tutela del Comando Sur opera la Oficina de Cooperación en Seguridad de EE.UU. en Guyana, cuya misión es proporcionar entrenamiento militar y respaldo a la Fuerza de Defensa de Guyana. Además, cumple la función de consultor militar para la organización de actividades de cooperación en seguridad.

El mandatario venezolano ha dicho que sus organismos de inteligencia han detectado 12 bases secretas de la CIA y 14 bases del Comando Sur en territorio Esequibo, lo que estaría siendo utilizado para planificar acciones beligerantes contra Venezuela, especialmente agresiones contra la población de Tumeremo, localidad que fue designada como capital provisional de la Guayana Esequiba, y contra la población del sur y del oriente del país.

Maduro también ha acusado a su homólogo guyanés Mohamed Irfaan Ali de no gobernar el Esequibo, señalando que el verdadero control lo ejercen el Comando Sur, la CIA y la empresa ExxonMobil.

El vicepresidente de Guyana, Bharrat Jagdeo, ha asegurado que Estados Unidos no ha abordado al país para establecer una base militar. Su negación contrasta con la creciente cooperación militar entre ambos países. En febrero, se anunció la futura adquisición de helicópteros, aviones, drones y otros equipos militares estadounidenses.

UN CONTEXTO DE MILITARIZACIÓN

Las acusaciones del gobierno venezolano sobre la posible existencia de bases militares secretas de la CIA y el Comando Sur en la Guayana Esequiba no pueden ser analizadas aisladamente. Se insertan en un complejo tablero geopolítico donde la creciente influencia de China y Rusia en Latinoamérica se encuentra con la histórica hegemonía estadounidense y su renovada estrategia de militarización en la región.

La extensa red de bases militares estadounidenses en Latinoamérica (al menos 80 de sus 800 bases concentradas allí, siendo Centroamérica y el Caribe las de mayor densidad) no es un mero dato estadístico. Representa una estrategia de larga data para proyectar poder y controlar los recursos estratégicos de la región. En este contexto, la posibilidad de una presencia militar encubierta en el Esequibo se alinea con un patrón histórico de intervención y control territorial.

La creciente preocupación de Estados Unidos por la influencia de China y Rusia en la región ha impulsado un enfoque más militarizado y menos diplomático de la política exterior estadounidense en Latinoamérica. La designación de funcionarios del Pentágono, del Consejo de Seguridad Nacional y la CIA como embajadores refuerza esta tendencia.

China se ha convertido en un socio comercial clave para varios países latinoamericanos, invirtiendo en infraestructura, energía y otros sectores estratégicos. Rusia también ha fortalecido sus lazos con países de la región, especialmente en ámbitos militares y energéticos. En particular, las alianzas estratégicas de ambos países con Venezuela son vistas con recelo por Washington.

Sabemos que la generala Laura Richardson, jefa del Comando Sur, ha expresado abiertamente esta preocupación y ha dejado claro que el interés principal de su gobierno se centra en los recursos naturales estratégicos de Latinoamérica, incluyendo el petróleo de la Guayana Esequiba y Venezuela.

IMPLICACIONES REGIONALES

El escenario de tensión que se vislumbra evoca un escenario similar al vivido en la década pasada, cuando Venezuela denunció la amenaza que representaba para su seguridad la presencia de bases militares estadounidenses en Colombia.

En ese momento, instalaciones en Larandia, Tres Esquinas, Arauca, Puerto Leguízamo, Leticia y Florencia formaban un arco estratégico con el objetivo de intervenir militarmente en Venezuela y derrocar al gobierno del presidente Hugo Chávez. La recurrente participación que tuvo Bogotá, entonces bajo control uribista, en planes desestabilizadores, respalda la amenaza que representa tener a un país subordinado a las directrices estadounidenses en la región.

Este paralelismo destaca la importancia de las denuncias del Estado venezolano como herramienta para preservar su soberanía e integridad territorial. Acción que no solo es crucial para Venezuela, sino para toda la región. La militarización del Esequibo no solo pone en riesgo a Venezuela, sino que también amenaza el proyecto de integración y la construcción de una zona de paz en Latinoamérica y el Caribe.

Es fundamental que exista un apoyo unánime hacia Venezuela en su rechazo a la instalación de bases militares estadounidenses en el Esequibo. La defensa de la paz, la estabilidad y la soberanía debe ser un compromiso compartido por todos los países de la región.

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