Insieme a Russia, Cina e Iran: il triumvirato strategico
Il Venezuela ha consolidato una politica estera focalizzata sul rafforzamento di alleanze strategiche con le potenze del mondo multipolare. Si tratta di un piano che risponde all’esigenza di diversificare le proprie relazioni internazionali, ampliare la cooperazione in un quadro sovrano e rafforzare le proprie capacità di fronte all’accerchiamento geoeconomico imposto dagli USA.
Le relazioni con Russia, Cina e Iran sono diventate assi centrali di questa politica, orientata a consolidare il Venezuela come attore di peso all’interno del Sud Globale.
Lungi dal rispondere unicamente a fattori ideologici, questa linea d’azione obbedisce a una razionalità accentuata dalle limitazioni imposte dall’ordine occidentale e dalle aggressioni finanziarie illegali.
Alleanza strategica: Russia
Dopo la firma del Trattato di Associazione Strategica e Cooperazione tra il presidente Nicolás Maduro e il presidente Vladimir Putin, lo scorso 7 maggio, l’agenda bilaterale ha cominciato a svilupparsi con notevole celerità.
I recenti incontri tra alte autorità di entrambi i Paesi riflettono non solo un rinnovato impegno, ma anche l’esecuzione concreta di una tabella di marcia condivisa in molteplici ambiti rilevanti.
L’associazione con la Russia rappresenta uno dei pilastri più solidi della politica estera venezuelana, poiché ad oggi Caracas e Mosca hanno sottoscritto oltre 350 strumenti di cooperazione. Solo nel novembre scorso sono stati firmati 17 nuovi documenti che pongono le basi di un piano di sviluppo congiunto fino al 2030.
Questa alleanza non si limita ai tradizionali meccanismi di investimento, commercio ed energia, ma ha acquisito una dimensione di sicurezza che riflette una visione condivisa sull’equilibrio geopolitico.
Poche settimane fa, nel corso della XIII Conferenza Internazionale sulla Sicurezza tenutasi a Mosca, è stata rilanciata la proposta di consultazioni multilaterali in materia di difesa, con la partecipazione di Venezuela, Cuba, Nicaragua e Bolivia, come parte di un’architettura emisferica di sicurezza alternativa. Lo ha confermato José Adelino Ornelas Ferreira, segretario generale del Consiglio di Difesa della Nazione (Secodena): «Oltre ai negoziati bilaterali, intendiamo riprendere la pratica di svolgere consultazioni a cinque nel formato Russia-Nicaragua-Bolivia-Venezuela-Cuba».
Anche il segretario del Consiglio di Sicurezza russo, Sergej Šojgu, ha affermato: «Siamo concentrati sull’attuazione degli accordi raggiunti. Da parte nostra, confermiamo l’interesse ad organizzare il dialogo a livello dei consigli di sicurezza».
L’intensificazione del dialogo politico al massimo livello ha rafforzato questa dinamica, in particolare nei settori della cooperazione tecnologica e del trasferimento di capacità strategiche.
Un esempio concreto è l’installazione, nello stato Guárico, di una stazione terrestre del sistema russo di navigazione satellitare Glonass, che entrerà in funzione a luglio, secondo quanto riferito dal direttore generale di Roscosmos, Dmitri Bakanov.
Questo avanzamento rappresenta un salto qualitativo in termini di sovranità tecnologica, poiché consente al Venezuela di accedere a un proprio servizio di navigazione, posizionamento e sincronizzazione temporale come alternativa al GPS, con applicazioni dirette in settori sensibili come difesa, trasporti, agricoltura di precisione, monitoraggio dei rischi e cartografia avanzata.
Tale infrastruttura fa parte di una rete globale operata da Roscosmos, già presente in Paesi come Brasile, Cuba, Nicaragua e Sudafrica, la cui espansione in America Latina prevede nuove stazioni in territorio venezuelano.
Si tratta di un elemento operativo di alto valore strategico, con impatti tangibili sullo sviluppo economico e sulla consolidazione della sovranità nazionale rispetto al monopolio occidentale nel campo spaziale.
Contemporaneamente, il Venezuela ha consolidato una piattaforma scientifica nazionale con vocazione internazionale.
Al centro di questa scommessa si colloca l’Università Nazionale delle Scienze “Dottor Humberto Fernández Morán”, concepita come spazio di convergenza per la ricerca e l’innovazione, sotto un approccio sovrano, anticoloniale e inclusivo.
Durante il primo Congresso Internazionale sulle Convergenze Scientifiche per un Futuro Condiviso, svoltosi presso l’IVIC, hanno partecipato 25 esperti provenienti da Cina, Iran, Russia, Serbia, Cuba e Vietnam: una testimonianza della volontà collettiva di costruire un ecosistema scientifico tra Paesi del Sud Globale.
Questa articolazione non mira solo allo scambio accademico, ma anche allo sviluppo congiunto di soluzioni tecnologiche adattate a realtà condivise, con applicazione diretta nella sanità pubblica, nella produzione, nell’istruzione e nella difesa del sapere di fronte alle logiche estrattive del capitalismo assoluto.
In questo quadro sono state lanciate iniziative come il “Semillero Científico”, con oltre 600 mila bambini e giovani partecipanti, e la “Gran Misión Ciencia, Tecnología e Innovación”, che promuovono una rivoluzione scientifica di base popolare.
In ambito economico spicca la riattivazione del turismo ricettivo russo. A partire da agosto 2025 è previsto un volo charter settimanale Mosca-Porlamar, con una capacità di 430 passeggeri, il che rappresenta un potenziale di oltre 15000 turisti russi all’anno. Questa rotta sarà operata da Venetur e Pegas Touristik, nell’ambito di un accordo triennale volto a rilanciare destinazioni chiave come Margarita, Canaima e l’oriente venezuelano.
Inoltre, è iniziata l’esportazione diretta di caffè venezuelano verso la Russia, rafforzando così la strategia di sostituzione delle importazioni e consolidando i legami commerciali in settori non tradizionali.
Questi processi si inseriscono nella cornice della cooperazione internazionale e negli sforzi del governo venezuelano per superare l’impatto delle misure coercitive unilaterali attraverso soluzioni basate sull’impegno nazionale, ma interconnesse con esperienze di successo provenienti dall’Asia Occidentale e dall’Eurasia.
Cina: a Tutta Prova per Ogni Tempo
L’ultima visita di lavoro della vicepresidente esecutiva e ministra degli Idrocarburi, Delcy Rodríguez, a Pechino lo scorso 23 aprile rappresenta un momento chiave nel rafforzamento dell’Associazione Strategica a Tutta Prova e per Ogni Tempo tra Venezuela e Cina, consolidata nel settembre 2023 dai presidenti Nicolás Maduro e Xi Jinping.
In questo quadro di cooperazione strategica, la Cina si è espressa contro le misure tariffarie imposte dagli USA al Venezuela, considerandole un’interferenza negli affari interni di un Paese sovrano.
Il governo cinese ha criticato le sanzioni, così come le minacce di imporre dazi ai Paesi che acquistano petrolio venezuelano, accusando gli USA di violare i principi fondamentali del diritto internazionale.
Questa posizione è coerente con la missione che, secondo quanto dichiarato da Rodríguez, ha portato proposte concrete adeguate alle sfide attuali dell’economia globale, guidate dal principio della complementarietà, dello sviluppo condiviso e della costruzione di un destino comune, in sintonia con le 7 Trasformazioni del progetto nazionale venezuelano.
Nell’agenda della visita è emerso il sostegno della Cina contro il blocco economico, la difesa della sovranità e la necessità di adattare l’agenda bilaterale alle nuove dinamiche geopolitiche, come parte di un mondo che si libera progressivamente dall’egemonia USA.
Durante questa missione strategica, la vicepresidente ha tenuto incontri di alto livello con il vicepresidente Han Zheng, con il presidente della Commissione Nazionale per lo Sviluppo e la Riforma e con il presidente della Compagnia Nazionale del Petrolio della Cina. In tali incontri sono stati esaminati i progressi nei settori finanziario, energetico, tecnologico e sanitario, oltre a pianificare nuovi investimenti, inclusi quelli in intelligenza artificiale sovrana e nella cooperazione in medicina tradizionale.
In un contesto in cui la guerra commerciale imposta da Washington ha costretto la Cina a riorientare i propri scambi verso il Sud Globale, il Venezuela emerge come un socio affidabile e strategico per Pechino, cruciale per la sua sicurezza energetica e come punto d’appoggio per la sua proiezione multipolare.
Questa sinergia risponde anche ai tentativi USA di minare la cooperazione bilaterale, rafforzando il carattere politico e geoeconomico di una relazione che è diventata uno dei legami più solidi della Cina in America Latina.
Inoltre, in seguito al recente incontro bilaterale svoltosi a maggio tra i presidenti Nicolás Maduro e Xi Jinping, nell’ambito delle commemorazioni per l’80º Anniversario del Giorno della Vittoria nella Grande Guerra Patriottica, il presidente asiatico ha ribadito che Cina e Venezuela sono “buoni soci di fiducia reciproca e sviluppo condiviso” e ha confermato il fermo sostegno del suo Paese alla difesa della sovranità, della dignità e della stabilità sociale del Venezuela.
Questa dichiarazione si inserisce in una relazione strategica fondata su oltre 600 accordi firmati nell’ambito della Commissione Mista di Alto Livello, che negli ultimi anni ha acquisito una dimensione strutturale, con implicazioni dirette in settori chiave per lo sviluppo nazionale.
A ciò si aggiunge la recente visita a Caracas di una delegazione di alto livello del Partito Comunista Cinese (PCC) e del Ministero del Lavoro Sociale, guidata da Wu Hansheng, nella quale si è ribadita la volontà di entrambi i governi di avanzare verso una cooperazione i cui pilastri centrali siano la giustizia sociale, la sovranità e la trasformazione della governance globale.
Durante tale incontro, svoltosi con il presidente Maduro nel Palazzo di Miraflores, sono state discusse nuove iniziative nei settori diplomatico, economico e sociale, con particolare enfasi sull’articolazione di politiche pubbliche orientate allo sviluppo integrale.
Uno degli aspetti più rilevanti del dialogo è stato il rafforzamento delle relazioni tra il Partito Comunista Cinese e il Partito Socialista Unito del Venezuela (PSUV), come espressione politica di un’alleanza ideologica che trascende le strutture governative.
Nel colloquio tra Wu Hansheng e il primo vicepresidente del PSUV, Diosdado Cabello, si è convenuto di approfondire la cooperazione nella formazione di quadri politici e movimenti di lavoratori, come risposta comune agli attacchi dell’imperialismo USA. Entrambe le delegazioni hanno concordato sulla necessità di consolidare una piattaforma politica unificata di fronte alle sfide che affrontano i loro modelli di sviluppo e sistemi di governance.
Questa dimensione politico-partitica è stata accompagnata dallo sviluppo di seminari, simposi e spazi di formazione congiunta. A Caracas si è tenuto infatti il primo simposio politico tra PSUV e PCC, così come un seminario teorico volto a rafforzare i meccanismi di scambio e apprendimento reciproco.
Tali iniziative non solo rafforzano le capacità, ma armonizzano anche visioni strategiche orientate alla difesa di un’agenda comune multipolare.
A tutto ciò si aggiunge la volontà condivisa di promuovere un’alleanza “a tutta prova e per ogni tempo”, proposta in un precedente incontro tenutosi nella Federazione Russa, che proietta un modello di cooperazione integrale per promuovere la sovranità e l’equità su scala globale. Il dialogo continuo tra le parti è orientato alla creazione di un nuovo ordine internazionale, fondato sulla non ingerenza, il rispetto reciproco e una multipolarità effettiva.
In sintesi, l’alleanza tra Venezuela e Cina si consolida come asse strategico multidimensionale, con progressi concreti in ambito economico, politico e sociale.
Iran: Cooperazione per più di 20 anni
Venezuela e Iran mantengono un’alleanza strategica di lungo periodo, fondata su un Accordo di Cooperazione Globale di 20 anni, firmato nel giugno 2022 durante la visita ufficiale del presidente Nicolás Maduro a Teheran.
Questo accordo storico ha posto le basi per una cooperazione multidimensionale, con enfasi su settori cruciali come l’energia petrolchimica, il gas, la difesa, la tecnologia, la sanità e la sovranità alimentare.
In questo spirito, i due Paesi stanno attualmente ultimando i dettagli di un Trattato di Libero Scambio (TLC), la cui firma è prevista nelle prossime settimane a livello ministeriale, secondo quanto annunciato dall’Organizzazione per la Promozione del Commercio dell’Iran.
Questo strumento giuridico riattiverà un antico accordo commerciale del 2004 e rappresenta un salto qualitativo nei legami economici tra Caracas e Teheran. L’accordo prevede norme di origine, standard sanitari e fitosanitari, e liste di prodotti agricoli, ittici e industriali con accesso tariffario preferenziale, favorendo così le esportazioni venezuelane verso il mercato iraniano e viceversa.
Il direttore dell’organizzazione iraniana, Mohammad Ali Dehghan Dehnavi, ha sottolineato che l’accordo rappresenta una visione “di uguaglianza e amicizia”, che proietta Iran e Venezuela come hub commerciali reciproci in Asia e America del Sud.
Il viceministro venezuelano del Commercio Estero, Johann Álvarez, ha convenuto che i volumi commerciali attuali non riflettono il vero potenziale di questa alleanza, definendo il TLC come un “primo passo” verso un’integrazione economica più profonda. Entrambe le parti hanno sottolineato l’importanza di esposizioni congiunte, forum imprenditoriali e missioni commerciali come strumenti per dinamizzare il commercio bilaterale.
Questo rinnovato impulso economico si inserisce in un contesto di crescente avvicinamento politico.
Nel novembre 2024 si è tenuta a Caracas la X Commissione Congiunta di Cooperazione Economica, che ha riunito alti funzionari di entrambi i governi e rappresentanti di oltre 80 imprese e istituzioni.
In quell’occasione, il ministro degli Esteri Yván Gil ha sottolineato che sono già stati firmati 289 accordi bilaterali in settori strategici, con almeno 80 contratti siglati solo negli ultimi due anni, frutto dell’intensificazione del dialogo dalla presidenza di Hugo Chávez ad oggi.
L’alleanza ha anche avuto un forte componente militare: nell’aprile 2025 la Marina venezuelana ha incorporato missili antinave CM-90 fabbricati dall’Iran, a testimonianza del crescente scambio nel campo della difesa strategica, confermato dal ministro della Difesa Vladimir Padrino López in visita ufficiale alla base navale di Puerto Cabello.
A livello diplomatico, l’Iran ha sostenuto sistematicamente la sovranità venezuelana di fronte alle sanzioni illegali USA. Nel gennaio 2025, il portavoce del Ministero degli Esteri iraniano, Esmail Baghaei, ha ribadito il sostegno del suo Paese al Venezuela e ha condannato le “interferenze maligne e sanzioni illegali” imposte da Washington.
Questa riattivazione della componente economica, insieme al Trattato, alla cooperazione in ambito difensivo e al sostegno diplomatico continuo — rafforzato dalla solidarietà venezuelana di fronte agli attacchi israeliani contro l’Iran, che hanno violato il diritto internazionale e costituito crimini di guerra — conferma che questa relazione strategica non solo resiste all’assedio geopolitico, ma avanza con obiettivi chiari e condivisi.
Di fronte all’inasprimento delle misure coercitive unilaterali imposte dagli USA, la politica estera venezuelana ha messo alla prova la solidità delle sue alleanze strategiche.
Russia, Cina e Iran hanno riaffermato, con azioni concrete, il loro impegno nella cooperazione con il Venezuela; la risposta coordinata di questi tre soci strategici alle sfide imposte da Washington si è tradotta in progressi tangibili che si sono accelerati negli ultimi mesi.
Invece di isolare il Paese, le pressioni esterne hanno catalizzato una maggiore sintonia con questi attori chiave del Sud Globale, e posizionano il Venezuela come un nodo attivo in America Latina per articolare nuove forme di cooperazione internazionale che privilegiano la sovranità e la resistenza condivisa alle pratiche coercitive.
Junto con Rusia, China e Irán: el triunvirato estratégico
Multipolaridad en acción: los beneficios tangibles para Venezuela
Venezuela ha consolidado una política exterior enfocada en el fortalecimiento de alianzas estratégicas con potencias del mundo multipolar. Se trata de un plan que responde a la necesidad de diversificar sus relaciones internacionales, ampliar la cooperación desde un marco soberano y fortalecer capacidades frente al cerco geoeconómico impuesto por Estados Unidos.
Las relaciones con Rusia, China e Irán se han convertido en ejes centrales de esta política, orientada a consolidar Venezuela como un actor de peso dentro del Sur Global.
Lejos de responder únicamente a factores ideológicos, esta línea de acción obedece a una racionalidad acentuada frente a las limitaciones impuestas por el orden occidental y las agresiones financieras ilegales.
Alianza estratégica: Rusia
Luego de la firma del Tratado de Asociación Estratégica y Cooperación entre el presidente Nicolás Maduro y el presidente Vladímir Putin, el pasado 7 de mayo, la agenda bilateral ha comenzado a avanzar con una notable celeridad.
Las recientes reuniones sostenidas por altas autoridades de ambos países reflejan no solo un compromiso renovado sino también la ejecución concreta de una hoja de ruta compartida en múltiples áreas relevantes.
La asociación con Rusia constituye uno de los pilares más sólidos de la política exterior venezolana pues, a la fecha, Caracas y Moscú han suscrito más de 350 instrumentos de cooperación, y tan solo en noviembre pasado se firmaron 17 nuevos documentos que sientan las bases de un plan conjunto de desarrollo hasta 2030.
Esta alianza no se limita a los mecanismos tradicionales de inversión, comercio y energía, sino que ha adquirido una dimensión de seguridad que refleja una visión común sobre el equilibrio geopolítico.
Hace semanas, en la XIII Cumbre Internacional de Seguridad celebrada en Moscú, se relanzó la propuesta de consultas multilaterales en materia de defensa, con la participación de Venezuela, Cuba, Nicaragua y Bolivia, como parte de una arquitectura hemisférica de seguridad alternativa, cuestión que confirmó José Adelino Ornelas Ferreira, secretario general del Consejo de Defensa de la Nación (Secodena): “Además de las negociaciones bilaterales, pretendemos retomar la práctica de celebrar consultas a cinco bandas en el formato Rusia-Nicaragua-Bolivia-Venezuela-Cuba”.
Asimismo, el secretario del Consejo de Seguridad ruso, Serguéi Shoigú, afirmó que “estamos enfocados en el cumplimiento de los acuerdos alcanzados. Por nuestra parte confirmamos nuestro interés en organizar el diálogo a nivel de consejos de seguridad”.
La intensificación del diálogo político al más alto nivel ha reforzado esta dinámica, en particular en áreas como la cooperación tecnológica y la transferencia de capacidades estratégicas.
Un ejemplo concreto es la instalación de una estación terrestre del sistema ruso de navegación satelital Glonass en el estado Guárico, que entrará en operaciones en el mes de julio, según informó el director general de Roscosmos, Dmitri Bakanov.
Este avance representa un salto cualitativo en soberanía tecnológica ya que permite a Venezuela acceder a un servicio propio de navegación, posicionamiento y temporización como alternativa al GPS, con aplicaciones directas en sectores sensibles como defensa, transporte, agricultura de precisión, monitoreo de riesgos y cartografía avanzada.
Esta infraestructura forma parte de una red global operada por Roscosmos, ya presente en países como Brasil, Cuba, Nicaragua y Sudáfrica, y cuya expansión en América Latina contempla nuevas estaciones en territorio venezolano.
Se trata de un componente operativo de alto valor estratégico, con impactos tangibles en el desarrollo económico y en la consolidación de la soberanía nacional frente al monopolio occidental en el ámbito espacial.
Simultáneamente, Venezuela ha venido consolidando una plataforma científica nacional con vocación internacional.
En el centro de esta apuesta se encuentra la Universidad Nacional de las Ciencias Doctor Humberto Fernández Morán, concebida como un espacio de convergencia para la investigación y la innovación, bajo un enfoque soberano, anticolonial e inclusivo.
Durante el primer Congreso Internacional de Convergencias Científicas para un Futuro Compartido, realizado en el IVIC, participaron 25 expertos de países como China, Irán, Rusia, Serbia, Cuba y Vietnam, muestra que evidencia una voluntad colectiva de construir un ecosistema científico entre países del Sur.
Esta articulación no solo busca el intercambio académico sino también el desarrollo conjunto de soluciones tecnológicas adaptadas a realidades compartidas, con aplicación directa en la salud pública, la producción, la educación y la defensa del conocimiento frente a las lógicas extractivas del capitalismo absoluto.
En este marco se han desplegado iniciativas como el Semillero Científico, con más de 600 mil niños y jóvenes participantes, y la Gran Misión Ciencia, Tecnología e Innovación, que impulsan una revolución científica con base popular.
En el terreno económico destaca la reactivación del turismo receptivo ruso. A partir de agosto de 2025 se prevé un vuelo chárter semanal Moscú-Porlamar con capacidad de 430 pasajeros, lo que representa un potencial de más de 15 mil turistas rusos anuales. Esta ruta será operada por Venetur y Pegas Touristik, como parte de un acuerdo de tres años orientado a dinamizar destinos claves como Margarita, Canaima y el oriente venezolano.
Además, se ha iniciado la exportación directa de café venezolano a Rusia, lo cual fortalece la estrategia de sustitución de importaciones y reafirma los vínculos comerciales en sectores no tradicionales.
Estos procesos se articulan con la cooperación internacional, y con los esfuerzos del gobierno venezolano por superar el impacto de las medidas coercitivas unilaterales mediante soluciones con esfuerzo propio, pero interconectadas con experiencias exitosas de Asia Occidental y Eurasia.
China: A Toda Prueba y Todo Tiempo
La última visita de trabajo de la vicepresidenta ejecutiva y ministra de Hidrocarburos, Delcy Rodríguez, a Beijing el pasado 23 de abril representa un momento clave en la profundización de la Asociación Estratégica a Toda Prueba y Todo Tiempo entre Venezuela y China, consolidada en septiembre de 2023 por los presidentes Nicolás Maduro y Xi Jinping.
En este marco de cooperación estratégica China se ha pronunciado contra las medidas arancelarias que Estados Unidos ha aplicado a Venezuela, considerándolas una interferencia en los asuntos internos de un país soberano.
El gobierno chino ha criticado las sanciones, así como las amenazas de imponer aranceles a países que compren petróleo venezolano, y ha acusado a EE.UU. de violar principios fundamentales del derecho internacional.
Esta posición se alinea con la misión que, según lo indicado por Rodríguez, llevó propuestas concretas ajustadas a los desafíos actuales de la economía global, guiadas por el principio de la complementariedad, el desarrollo compartido y la construcción de un destino común, en consonancia con las 7 Transformaciones del proyecto nacional venezolano.
En su agenda se destacó el respaldo de China frente al bloqueo económico, la defensa de la soberanía y la necesidad de adaptar la agenda bilateral a nuevas dinámicas geopolíticas, como parte de un mundo que se libera progresivamente de la hegemonía estadounidense.
En esta gira estratégica la vicepresidenta sostuvo encuentros de alto nivel con el vicepresidente Han Zheng, con el presidente de la Comisión Nacional de Desarrollo y Reforma y con el titular de la Corporación Nacional de Petróleo de China, en los que revisó avances en materia financiera, energética, tecnológica y de salud, además de proyectar nuevas inversiones, incluida inteligencia artificial soberana y cooperación en medicina tradicional.
En un contexto donde la guerra comercial impuesta por Washington ha obligado a China a reorientar su comercio hacia el Sur Global, Venezuela emerge como un socio confiable y estratégico para Beijing, crucial para su seguridad energética y como punto de apoyo para su proyección multipolar.
Esta sinergia responde también a los intentos de Estados Unidos por socavar la cooperación bilateral, lo que refuerza el carácter político y geoeconómico de una relación que se ha convertido en uno de los vínculos más sólidos de China en América Latina.
Aunado a ello, tras el reciente encuentro bilateral celebrado en mayo entre los presidentes Nicolás Maduro y Xi Jinping en el marco de las conmemoraciones por el 80º Aniversario del Día de la Victoria en la Gran Guerra Patria, el presidente asiático reiteró que China y Venezuela son “buenos socios de confianza mutua y desarrollo común”, y ratificó el respaldo firme de su país a la defensa de la soberanía, la dignidad y la estabilidad social de Venezuela.
Esta declaración se inscribe en una relación estratégica sustentada en más de 600 acuerdos suscritos en el marco de la Comisión Mixta de Alto Nivel, y que ha adquirido en los últimos años una dimensión estructural, con implicaciones directas en áreas claves para el desarrollo nacional.
Ahora bien, durante la visita a Caracas de una delegación de alto nivel del Partido Comunista de China (PCCh) y del Ministerio del Trabajo Social, encabezada por Wu Hansheng, se reafirmó la voluntad de ambos gobiernos de avanzar hacia una cooperación que tiene como ejes centrales la justicia social, la soberanía y la transformación de la gobernanza global.
En dicha reunión, sostenida con el presidente Maduro en el Palacio de Miraflores, se discutieron nuevas iniciativas en los sectores diplomático, económico y social, con énfasis en la articulación de políticas públicas orientadas al desarrollo integral.
Uno de los aspectos más relevantes del diálogo ha sido el fortalecimiento de las relaciones entre el Partido Comunista de China y el Partido Socialista Unido de Venezuela (PSUV), como expresión política de una alianza ideológica que trasciende los marcos gubernamentales.
En el encuentro entre Wu Hansheng y el primer vicepresidente del PSUV, Diosdado Cabello, se acordó profundizar la cooperación en la formación de cuadros políticos y movimientos de trabajadores, como respuesta común a los ataques del imperio estadounidense. Ambas delegaciones coincidieron en la necesidad de consolidar una plataforma política unificada frente a los desafíos que enfrentan sus modelos de desarrollo y sistemas de gobernanza.
Esta dimensión político-partidista ha sido complementada con el desarrollo de seminarios, simposios y espacios de formación conjunta. Incluso, en Caracas se celebró el primer simposio político entre el PSUV y el PCCh, así como un seminario teórico destinado a reforzar los mecanismos de intercambio y aprendizaje mutuo.
Estas instancias permiten no solo el fortalecimiento de capacidades sino también la armonización de visiones estratégicas orientadas a la defensa de esa agenda común multipolar.
A ello se suma la voluntad compartida de impulsar una alianza “a toda prueba y todo tiempo”, planteada en un encuentro previo sostenido en la Federación de Rusia, que proyecta un modelo de cooperación integral para promover la soberanía y la equidad a escala global. El diálogo continuo entre las partes está orientado a la creación de un nuevo orden internacional, basado en la no injerencia, el respeto mutuo y la multipolaridad efectiva.
En resumen, la alianza entre Venezuela y China se afianza como un eje estratégico multidimensional, con avances concretos en el ámbito económico, político y social.
Irán: Cooperación para más de 20 años
Venezuela e Irán mantienen una alianza estratégica de largo alcance, sustentada en un Convenio de Cooperación Integral de 20 años suscrito en junio de 2022 durante la visita oficial del presidente Nicolás Maduro a Teherán.
Este acuerdo histórico estableció las bases para una cooperación multidimensional, con énfasis en sectores cruciales como la energía petroquímica, el gas, la defensa, la tecnología, la salud y la soberanía alimentaria.
En ese espíritu, ambos países ultiman actualmente los detalles de un Tratado de Libre Comercio (TLC), cuya firma está prevista en las próximas semanas a nivel ministerial, según anunció la Organización de Promoción Comercial de Irán.
Este instrumento jurídico reactivará un antiguo pacto comercial de 2004 y representa un salto cualitativo en los vínculos económicos entre Caracas y Teherán. El acuerdo contempla normas de origen, estándares sanitarios y fitosanitarios, y listas de productos agrícolas, pesqueros e industriales con acceso arancelario preferencial, lo cual dinamizará las exportaciones venezolanas al mercado iraní y viceversa.
El director de la organización iraní, Mohammad Ali Dehghan Dehnavi, destacó que el convenio representa una visión “de igualdad y amistad”, que proyecta a Irán y Venezuela como centros comerciales recíprocos en Asia y América del Sur.
El viceministro venezolano de Comercio Exterior, Johann Álvarez, coincidió en que los volúmenes comerciales actuales no reflejan el verdadero potencial de esta alianza, y calificó el TLC como un “primer paso” para una integración económica más profunda. Ambas partes subrayaron la importancia de las exposiciones conjuntas, foros empresariales y misiones comerciales como instrumentos dinamizadores del comercio bilateral.
Este renovado impulso económico se produce en un contexto de creciente acercamiento político.
En noviembre de 2024 se celebró en Caracas la X Comisión Conjunta de Cooperación Económica, que reunió a altos funcionarios de ambos gobiernos y representantes de más de 80 empresas e instituciones.
En ese entonces, el canciller Yván Gil subrayó que ya se han suscrito 289 acuerdos bilaterales en sectores estratégicos, con al menos 80 contratos firmados solo en los últimos dos años, resultado de la intensificación del diálogo desde la presidencia de Hugo Chávez hasta hoy.
La alianza también ha tenido un fuerte componente militar debido a que en abril de 2025 la Armada venezolana incorporó misiles antibuque CM-90 fabricados por Irán, una muestra del creciente intercambio en defensa estratégica, confirmado por el ministro de Defensa, Vladímir Padrino López, en una visita oficial a la base naval de Puerto Cabello.
A escala diplomática Irán ha respaldado de forma sistemática la soberanía venezolana frente a las sanciones ilegales de Estados Unidos. En enero de 2025 el portavoz de la cancillería iraní, Esmail Baghaei, reiteró el respaldo de su país a Venezuela y condenó las “intervenciones malignas y sanciones ilegales” impuestas por Washington.
Entonces, esta reactivación del componente económico de la mano con el Tratado, sumada a la cooperación en defensa y el respaldo diplomático continuo —reforzada con la solidaridad venezolana ante los ataques israelíes sobre Irán que violaron las leyes internacionales y cometieron crímenes de guerra—, confirma que esta relación estratégica no solo resiste los embates del cerco geopolítico sino que avanza con objetivos claros y compartidos.
Frente al recrudecimiento de las medidas coercitivas unilaterales impuestas por Estados Unidos, la política exterior venezolana ha puesto a prueba la solidez de sus alianzas estratégicas.
Rusia, China e Irán han reafirmado, con acciones concretas, su compromiso en la cooperación con Venezuela, es decir, la respuesta articulada de estos tres socios estratégicos frente a los desafíos impuestos por Washington se ha traducido en avances tangibles que se han acelerado en los últimos meses.
En lugar de aislar al país, las presiones externas han catalizado una mayor sincronía con estos actores clave del Sur Global, y sitúan Venezuela como un nodo activo en América Latina para articular las nuevas formas de cooperación internacional que privilegian la soberanía y la resistencia común ante las prácticas de coerción.