Tag Archives: osa

Sul golpe e sul nostro apprendistato

Sara Rosemberg (*); da: insurgente.org

La confusione mediatica è un’arma di guerra del nemico per spezzare, disorganizzare e distruggere le risposte rapide ed effettive contro la barbarie imposta dal fascismo.

Ma, anche, vi si aggiungono discorsi – e silenzi rumorosissimi – dei cosiddetti “progressisti” che rapidamente, e ogni volta che nella battaglia c’è un arretramento, tirano fuori inopportunamente l’arma filosofica della critica superficiale, a volte più distruttiva di quella dei media egemonici perché, di fronte ad un attacco bestiale come sta succedendo in Bolivia e Cile, è più necessario che mai serrare le file.

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Bolivia: perché la candidatura di Evo Morales era legittima

www.lantidiplomatico.it

Lo storytelling del circuito mainstream sulla Bolivia dove si è consumato un golpe che ha rovesciato il governo legittimo di Evo Morales e ogni giorno mostra il suo vero volto sempre più feroce, fa acqua da tutte le parti.

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Benvenuti nella dittatura

Marco Teruggi  www.cubadebate.cu

“Benvenuti nella dittatura”, ha detto una signora mentre correva dai lacrimogeni, moto, camionette con giovani detenuti, moto e blindati militari. La scena è avvenuta nel centro della città di La Paz, nel pomeriggio, dopo che avevano represso la presidentessa del Senato, Adriana Salvatierra, e l’autoproclamata presidentessa Jeanine Añez aveva nominato un nuovo comando militare.

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Evo e la Bolivia danno fastidio all’impero

Oscar Sánchez Serra, Granma http://aurorasito.altervista.org

Se qualcuno dubita della partecipazione del governo degli Stati Uniti e dell’Organizzazione, degli Stati degli Stati Uniti (OSA) al colpo di Stato in Bolivia, dia un’occhiata all’account twitter di Trump e legga questo commento: “Questi eventi inviano un segnale forte al regimi illegittimi in Venezuela e Nicaragua…”

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Bolivia: due rapporti indipendenti provano che non ci sono stati brogli

www.lantidiplomatico.it

Al contrario di quanto cerca di affermare la narrazione dominante, al solito fallace per non dire mendace, in Bolivia non vi è stato alcun broglio alle elezioni per favorire la vittoria di Evo Morales. Che, bisogna ricordare, ha ottenuto ben 600mila voti in più del suo avversario più vicino, Carlos Mesa di Unidad Ciudadana. Uno degli attori del golpe, insieme al fondamentalista religioso Camacho, una sorta di Bolsonaro in salsa boliviana.

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Il golpe che venne dall’estero: geopolitica e interferenze in Bolivia

Mision Verdad, http://aurorasito.altervista.org

È incontestabile che sia Luis Camacho e Carlos Mesa, sia violenze e repressione di polizia-militari che le accompagnavano nel rovesciamento di Evo Morales, coprivano l’intero programma informativo. Tuttavia, uno sguardo rigorosamente locale potrebbe impedirci di vedere le pressioni internazionali che influenzavano in modo decisivo il campo di battaglia boliviano.

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Viva Evo! Morales è rovesciato, ma il socialismo boliviano perdurerà

Andre Vltchek, 21st. Century Wire,

Si sono impegnati a farlo, e ‘hanno fatto, signori feudali, magnati dei mass media e altre “élite” ricche boliviane, hanno rovesciato il governo, spezzato la speranza e interrotto un processo socialista di grande successo in quello che una volta era uno dei Paesi più poveri del Sud America. Un giorno saranno maledetti dalla loro stessa nazione. Un giorno saranno processati per sedizione. Un giorno dovranno rivelare chi li ha addestrati, impiegati, trasformati in bestie senza spina dorsale. Un giorno! Speriamo presto.

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La Bolivia e i militari, Washington e OSA

Álvaro Verzi Rangel, CLAEhttp://aurorasito.altervista.org

Il rovesciamento del governo popolare di Evo Morales in Bolivia conferma che la questione militare è tornata in America Latina, a salvaguardia dei piani USA per il controllo civile e politico del loro “cortile” e garanzia dell’appropriazione delle enormi ricchezze naturali della regione. In America Latina, lotte sociali in Cile o Ecuador, colpo di Stato in Bolivia, intervento nordamericano in Venezuela, elezioni in Uruguay, prigionia di Lula, politiche del FMI, progresso delle chiese evangeliche, ritorno al militarismo, violenze nelle città, migrazione, razzismo, sono espressioni della guerra globale.

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Bolivia, “guerra totale in tempo di globalizzazione”

di Geraldina Colotti

Anche a Roma, ci si mobilita contro il colpo di stato in Bolivia con un presidio indetto dalla Rete dei Comunisti, a cui hanno aderito diversi collettivi, partiti, organizzazioni di migranti (il 13 alle 16 davanti all’ambasciata boliviana).

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Il processo golpista in Bolivia

Mision Verdadhttp://aurorasito.altervista.org

La rinascita delle violenze criminali contro i seguaci del MAS e la richiesta di dimissioni dell’alto comando delle forze armate, furono i punti di rottura (e coercizione aperta) che cristallizzavano le dimissioni forzate del Presidente Evo Morales il 10 novembre.

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La città di El Alto difende Evo Morales dalla repressione

Marco Teruggi, Internationalist 360º

Il centro di La Paz diventava una barricata, con code per acquistare nelle poche attività commerciali aperte, mezzi di trasporto fermi, vicini agli angoli attraversati da fili spinati e fogli di zinco. Vicino a Plaza Murillo, il centro del potere politico, gruppi passavano indossando elmetti, scudi, maschere antigas, bandiere boliviane, contingenti di polizia che si contrastano e chiedono rinforzi alle Forze armate nazionali (FAB).

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Bolivia: non ci sono prove di irregolarità o brogli nelle elezioni

La narrazione dei golpisti in Bolivia è chiara: Evo Morales è stato rieletto grazie a brogli. Quindi deve rinunciare, e non partecipare alle nuove elezioni.

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La profezia di Túpac Katari

Abel Prieto Jiménez

Nel 1781 il leader aymara Túpac Katari costituì un esercito di quarantamila uomini per affrontare le forze colonialiste della Spagna riuscendo ad assediare la città di La Paz. A novembre dello stesso anno, tradito da alcuni dei suoi seguaci, fu catturato dalle truppe spagnole.

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Bolivia: Evo Morales convoca nuove elezioni ma il golpe avanza

Adrián Fernández – America XXI

«Nel nuovo processo elettorale, Evo Morales e Álvaro García Linera non possono essere candidati». Il candidato dell’alleanza politica Comunidad Ciudadana, Carlos Mesa, sconfitto il 20 ottobre, quindi ha esplicitamente respinto e per la seconda volta in 24 ore, le concessioni del presidente Evo Morales in modo che in Bolivia non si verifichi un bagno di sangue.

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La fase armata del golpe in Bolivia: analisi dell’escalation

Mision Verdad

Già a questo punto, gli attori che guidano il golpe in corso in Bolivia hanno logorato l’approccio narrativo che è servito come scusa per iniziare un nuovo ciclo di proteste violente.

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