Sara Rosemberg (*); da: insurgente.org
La confusione mediatica è un’arma di guerra del nemico per spezzare, disorganizzare e distruggere le risposte rapide ed effettive contro la barbarie imposta dal fascismo.
Ma, anche, vi si aggiungono discorsi – e silenzi rumorosissimi – dei cosiddetti “progressisti” che rapidamente, e ogni volta che nella battaglia c’è un arretramento, tirano fuori inopportunamente l’arma filosofica della critica superficiale, a volte più distruttiva di quella dei media egemonici perché, di fronte ad un attacco bestiale come sta succedendo in Bolivia e Cile, è più necessario che mai serrare le file.