La coerenza di attualizzare e riformare

Sui perché della Riforma Costituzionale si è scritto dall’inizio del processo e tra i motivi di maggior importanza è sempre risaltata la necessità di adattare la Legge delle Leggi allo scenario cubano contemporaneo.


Per ottenere un riflesso d questa realtà nel testo costituzionale si deve, tra gli altri temi, riconoscere lì le trasformazioni derivate dall’implementazione delle Linee e incorporare nella loro articolazione le proiezioni strategiche della Concettualizzazione del Modello Economico.

Non è per caso che il Progetto di Costituzione, la cui consultazione popolare è cominciata lunedì 13 e si estenderà fino al 15 novembre, sia espressione coerente tra attualizzare e riformare, ossia sia pieno di vasi comunicanti con i documenti programmatici approvati nei quali si delinea anche una società più giusta, sovrana, socialista, democratica, prospera e sostenibile.

Che le fondamenta economiche siano in un titolo indipendente nella proposta della Carta Magna che da giorni circola per il paese, dimostra quello che in questo ordine si vuole gerarchizzare in corrispondenza con l’attualizzazione intrapresa dal  2010.

Restano i principi di base del testo costituzionale vigente: nella nostra società il sistema economico si sostenta nella proprietà socialista di tutto il popolo sui mezzi fondamentali di produzione, così come nella direzione pianificata dell’ economia.

Distingue senza dubbio, a tono con quanto s’incontra nella Concettualizzazione e nelle Linee, il riconoscimento delle diverse forme di proprietà che possono coesistere. E tra tutte queste lo Stato va a stimolare un accordo con il progetto di Costituzione di quelle di carattere più sociale.

Inoltre si dispone costituzionalmente come nei documenti programmatici «che non esiste concentrazione della proprietà delle persone naturali o giuridiche non statali con il fine di preservare i limiti compatibili con i valori socialisti di equità e giustizia sociale».

Il Titolo delle Fondamenta Economiche considera anche il mercato nelle cornici della pianificazione economica, esplicita i beni fondamentali che formano la proprietà socialista, così come il suo carattere  inalienabile; prescrive che «lo Stato dirige, regola e controlla l’attività economica nazionale»; mantiene la possibilità d’espropriazione forzosa  «attendendo comunque  unicamente,  ragioni di utilità pubblica o interesse sociale» e reitera il principio che lo Stato non risponde degli obblighi contratti dalle imprese nè queste degli impegni statali.

Concordare esattamente con quanto disposto nei documenti programmatici del 7º Congresso del Partito  con le disposizioni che li implementano, significa consolidare da un’altezza costituzionale la visione di una società prospera che ci siamo proposti.

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