Dalle “sanzioni” all’intervento militare  Maria Corina più trampista di Guaidò

misionverdad.com

Le dichiarazioni rilasciate dall’ex presidente USA, Donald Trump, in cui ha confessato che il suo piano era quello di impossessarsi del petrolio venezuelano esercitando una politica di “massima pressione” sul Paese, svelano i retroscena dell’operazione di cambio di regime che gli USA hanno mantenuto per anni, nonché il ruolo svolto da coloro che operano a favore di tale agenda nell’ambito del discorso della democrazia e dei diritti umani.

María Corina Machado, pre-candidata di Vente Venezuela alle primarie dell’opposizione, non ha commentato le parole del magnate. Non si sa se le sosterrà, come lo fece nel 2019, dicendo che “la via da seguire è quella marcata dall’amministrazione Trump” riguardo al Venezuela, ma ci sono alcuni indizi.

PROMOTRICE E AMMIRATRICE DELLA “MASSIMA PRESSIONE”

L’ex deputata ed ex presidentessa di Súmate, una delle principali ONG che all’epoca riceveva finanziamenti dal Dipartimento di Stato USA, concorda con tutto il pacchetto discorsivo di Trump ma anche con le sue azioni. Pochi giorni prima della confessione del repubblicano in North Carolina, la anche pre-candidata ha difeso l’attuazione delle misure coercitive unilaterali contro il Venezuela in un forum con il Center for Strategic and International Studies (CSIS), dicendo che esse sono uno “strumento di negoziazione”.

Ha anche chiesto a Trump l’intervento militare in Venezuela da parte di “una coalizione internazionale che dispieghi un’Operazione di Pace e Stabilizzazione in Venezuela”, convalidando la minaccia che l’allora capo della Casa Bianca manteneva nella sua strategia di “massima pressione”.

In un comunicato emesso nel giugno 2020, Machado ha difeso la legittimità dell ‘”obbligo di intervento e Diritto alla Protezione (R2P)”, ha anche difeso la continuità dell’interim (di Guaidò ndt) fino a quando tutto indicava che si trattava di una strategia fallita. In quel momento ha incolpato altri del fallimento

Non è un caso che entrambi abbiano cercato di porsi come outsider della politica tradizionale nei rispettivi Paesi, difendendo i valori liberali ma, allo stesso tempo, attraendo settori conservatori. Si può affermare che Machado sia ammiratrice dell’ex presidente fin dall’inizio del suo mandato alla Casa Bianca.

DA TRUMP A MARIA CORINA, VIA FLORIDA

Per arrivare da Donald Trump a María Corina Machado, devi passare per la Florida; non si tratta solo di simpatia ideologica, questa connessione è alimentata da attori della cosiddetta “gusanera” (verminaio ndt) miamense come il senatore repubblicano Marco Rubio. Lo stesso che già nel 2014 minacciava di “sanzioni” il Venezuela quando l’Assemblea Nazionale destituì Machado perché aveva accettato di rappresentare il governo panamense per parlare contro il governo venezuelano nell’Assemblea Permanente dell’Organizzazione degli Stati Americani (OSA).

Il politico di origini cubane è stato un avversario di Trump quando era candidato alla presidenza nel 2016, ma finì per essere suo alleato fino a diventare, de facto e non nominato, il suo Segretario di Stato per l’America Latina, come riportato da alcuni media. Secondo una nota pubblicata da POLITICO, diversi ex funzionari della Casa Bianca e del Dipartimento di Stato e legislatori, consiglieri e analisti repubblicani hanno confermato l’elevata influenza di Rubio sulla politica della Casa Bianca verso la regione latino-americana quando il magnate governava gli USA.

Trump ha sostenuto senza riserve la candidatura di Rubio al Senato USA durante le elezioni del 2020, sebbene il rapporto della commissione guidata dal senatore sia stato il più brutale tra le varie indagini sul legame della sua campagna con la Russia, compresa quella del procuratore speciale Robert S. Muller III.

POLITICO aggiunge che Michael Shifter, presidente del think tank Inter-American Dialogue, lo ha accusato di distorcere la politica e ha criticato il suo “approccio singolare” su Cuba, Venezuela e Nicaragua. “Ma questa ossessione per le tre dittature non significa che si ignori tutto il resto che sta accadendo nella regione”, ha aggiunto.

Altri raccontano come abbia influenzato e superato il Consiglio Nazionale di Sicurezza (NSC), in particolare quando ha fatto pressioni per l’entourage di Leopoldo López, nel febbraio 2017. I partecipanti all’NSC hanno scoperto l’incontro con Lilian Tintori dopo che si è svolto, secondo due ex funzionari dell’amministrazione. Inoltre, questa istanza informava Rubio almeno una volta alla settimana.

Anche il senatore repubblicano per la Florida ed ex governatore di quello stato, Rick Scott, è un altro delle evidenti connessioni della dirigente di Vente Venezuela, che ha pubblicamente incoraggiato le dichiarazioni di Scott che criminalizzano, senza prove, il presidente Nicolás Maduro come attore del terrorismo internazionale. Nel 2021, Scott ha promosso il BOLIVAR Act, o Legge BOLIVAR, affinché il Congresso USA possa continuare a condizionare le sanzioni illegali contro il Venezuela al di là delle decisioni prese dal potere esecutivo al riguardo.

La Legge BOLIVAR cerca di continuare ad avere un impatto sull’industria petrolifera sabotando alcune misure come la licenza concessa a Chevron dal Dipartimento del Tesoro per riprendere le operazioni di estrazione di petrolio in Venezuela. Machado parla e agisce in quella linea guerrafondaia terroristica della Florida, sostiene il saccheggio dell’industria petrolifera attraverso sabotaggi e “sanzioni” per, in un eventuale trionfo elettorale, privatizzare la compagnia petrolifera statale Petróleos de Venezuela, S.A. (PDVSA).

Intolleranza politica, ingerenza intransigente, avanguardismo ideologico a favore delle élite economiche e neoliberismo dogmatico è il nodo che unisce Machado all’élite politica USA che promuove il ritorno di Trump. Lì radicano i calcoli e il silenzio del pre-candidata (per ora?) rispetto alle dichiarazioni dell’ex presidente alla Casa Bianca.


DE LAS “SANCIONES” A LA INTERVENCIÓN MILITAR MARÍA CORINA, MÁS TRUMPISTA QUE GUAIDÓ

 

Las declaraciones emitidas por el expresidente estadounidense Donald Trump, en las que confesó que su plan era apoderarse del petróleo venezolano mientras ejercía una política de “máxima presión” sobre el país, develan el trasfondo de la operación de cambio de régimen que ha mantenido Estados Unidos desde hace años, así como el rol que cumplen quienes operan a favor de esa agenda bajo el discurso de la democracia y los derechos humanos.

María Corina Machado, precandidata de Vente Venezuela a la primaria opositora, no se ha manifestado respecto a las palabras del magnate. Se desconoce si las apoyará como lo hizo en 2019 diciendo que “el camino a seguir es el que ha marcado la administración Trump” respecto a Venezuela, pero hay algunas pistas.

IMPULSORA Y ADMIRADORA DE LA “MÁXIMA PRESIÓN”

La exdiputada y expresidenta de Súmate, una de principales ONG beneficiarias de financiamiento del Departamento de Estado estadounidense en su momento, coincide con todo el paquete discursivo de Trump pero también con sus acciones. Pocos días antes de la confesión del republicano en Carolina del Norte, la también precandidata defendió la instrumentación de las medidas coercitivas unilaterales contra Venezuela en un foro con el Centro de Estudios Estratégicos e Internacionales (CSIS, sus siglas en inglés) diciendo que estas son una “herramienta de negociación”.

También solicitó a Trump la intervención militar de Venezuela por parte de “una coalición internacional que despliegue una Operación de Paz y Estabilización en Venezuela”, convalidando la amenaza que mantuvo el entonces jefe de la Casa Blanca en su estrategia de “máxima presión”.

En un comunicado emitido en junio de 2020, Machado defendió la legitimidad de la “obligación a intervenir y el Derecho a Proteger (R2P)”, también defendió la continuidad del interinato hasta que todo indicaba que era una estrategia fallida. En ese momento culpó a otros del fracaso.

No es coincidencia que ambos hayan intentado fungir como outsiders de la política tradicional en sus respectivos países defendiendo valores liberales pero al mismo tiempo captando sectores conservadores. Puede afirmarse que Machado es admiradora del expresidente desde que este comenzó su gestión al frente de la Casa Blanca.

DE TRUMP A MARÍA CORINA, VÍA FLORIDA

Para llegar de Donald Trump a María Corina Machado hay que pasar por Florida; no se trata sólo de simpatía ideológica, esta conexión está dinamizada por actores de la llamada “gusanera” mayamera, como el senador republicano Marco Rubio. El mismo que ya en 2014 amenazaba a Venezuela con “sanciones” cuando la Asamblea Nacional destituyó a Machado porque aceptó representar al gobierno panameño para hablar contra el gobierno venezolano en la Asamblea Permanente de la Organización de Estados Americanos (OEA).

El político de raíz cubana fue adversario de Trump cuando fue candidato a la presidencia en 2016 pero terminó siendo su aliado hasta convertirse en su Secretario de Estado para América Latina de facto y sin nombramiento, como algunos medios difundieron. Según una nota publicada por POLITICO, varios exfuncionarios de la Casa Blanca y del Departamento de Estado y legisladores, asesores y analistas republicanos confirmaron la alta influencia de Rubio sobre la política de la Casa Blanca hacia la región latinoamericana cuando el magnate gobernaba Estados Unidos.

Trump apoyó irrestrictamente la candidatura de Rubio al Senado estadounidense durante las elecciones de 2020, aunque el informe del comité encabezado por el senador haya sido el más brutal de las diversas investigaciones sobre el vínculo de su campaña electoral con Rusia, incluida la del fiscal especial Robert S. Mueller III.

Agrega POLITICO que Michael Shifter, presidente del think tank Inter-American Dialogue, le acusó de distorsionar la política y criticó su “enfoque singular” sobre Cuba, Venezuela y Nicaragua. “Pero esta obsesión con las tres dictaduras no significa que ignores todo lo demás que está pasando en la región”, agregó.

Otros relatan cómo influía y hasta pasaba por encima del Consejo Nacional de Seguridad (NSC, sus siglas en inglés), en particular cuando hizo lobby por el entorno de Leopoldo López en febrero de 2017. Los asistentes del NSC se enteraron de la reunión con Lilian Tintori después de que se llevó a cabo, según dos exfuncionarios de la administración. Además, esta instancia informaba a Rubio al menos una vez por semana.

El también senador republicano por Florida y exgobernador de ese estado, Rick Scott, es otra de las conexiones evidentes de la dirigente de Vente Venezuela, quien ha alentado públicamente declaraciones de Scott que criminalizan, sin pruebas, al presidente Nicolás Maduro como un actor del terrorismo internacional. En 2021, Scott promovió la

BOLIVAR Act, o Ley BOLIVAR, para que el Congreso estadounidense pudiera seguir condicionando las sanciones ilegales contra Venezuela por encima de decisiones que tome el poder ejecutivo al respecto.

La Ley BOLIVAR busca seguir impactando a la industria petrolera saboteando algunas medidas como la licencia otorgada a Chevron por el Departamento del Tesoro para reanudar operaciones de extracción de petróleo en Venezuela. Machado habla y actúa en esa línea del guerrerismo terrorista de Florida, apoya el desvalijamiento de la industria petrolera por la vía del sabotaje y las “sanciones” para, en un eventual triunfo electoral, privatizar la petrolera estatal Petróleos de Venezuela, S.A. (PDVSA).

Intolerancia política, injerencismo de línea dura, vanguardismo ideológico a favor de las élites económicas y neoliberalismo dogmático es el nudo que une a Machado con la élite política estadounidense que impulsa el regreso de Trump. Allí radican los cálculos y el silencio de la precandidata (¿por ahora?) respecto a las declaraciones del expresidente a la Casa Blanca.

Share Button

Leave a Reply

Your email address will not be published. Required fields are marked *

This site uses Akismet to reduce spam. Learn how your comment data is processed.