L’economia cubana 2016-17. Valutazione preliminare (I)

José Luis Rodriguez – http://www.cubadebate.cu

(I)

tractorL’anno che si conclude è stato molto difficile per il nostro paese.

Soffriamo l’irreparabile perdita del nostro Comandante in Capo, il leader storico della Rivoluzione cubana, senza dubbio il più brillante discepolo di José Martí e la cui opera ha gettato le basi per continuare la lotta per l’indipendenza e lo sviluppo in tutti noi.

In mezzo a questa dolorosa situazione, il paese ha dovuto affrontare, nel 2016, enormi sfide per evitare che circostanze esterne, estranee ai nostri sforzi, finissero per imporsi, facendoci retrocedere sulla strada per creare le condizioni per uno sviluppo sostenibile.

Non si tratta -ed è indispensabile che lo chiariamo- che ora ci accingiamo a ritornare ai giorni più duri del Periodo speciale.

Anche se i nostri nemici si deliziano, oggi, accanendosi con le nostre difficoltà, Cuba in questi momenti è in migliori condizioni per affrontare le sfide, superare gli ostacoli e vincerli.

Nessuno può affermare che è stato facile, né che sono stati valutati nella loro piena portata la complessità dei compiti da affrontare, né che non si commetteranno errori. Ma nessuno può onestamente disconoscere l’enorme sforzo realizzato dal nostro popolo -con a capo il suo governo ed il Partito- per avanzare -passo dopo passo- nell’aggiornamento del modello economico socialista cubano.

Forse non si è spiegato in misura adeguata gli incredibilmente complicati compiti che suppone il processo di sviluppo per Cuba, che non sono uguali a quelli di altri paesi, né affrontano le stesse circostanze. E’ stato, recentemente, un amico -il presidente dell’Ecuador- nella difficile congiuntura della scomparsa fisica di Fidel, che ci ricordava che: “Valutare il successo o il fallimento del modello economico cubano, astraendo da un criminale blocco di oltre 50 anni, è pura ipocrisia (…) Qualsiasi paese capitalista dell’America Latina collasserebbe in pochi mesi di un simile blocco”. [1]

Naturalmente, questo non è il nostro unico problema, ma non è possibile che si faccia una seria analisi delle nostre difficoltà e s’ignori il blocco, il cui costo accumulato, fino a questo anno, si attesta a 125873 milioni di $ e che permane, sostanzialmente invariato, sino ad oggi. [2]

Tuttavia, c’è stato di più. In ottobre 2016 ci flagellò l’uragano Matthew, che ha causato enormi distruzioni nella provincia di Guantanamo e che -anche se non esiste ancora una cifra ufficiale che quantifichi il totale dei danni- un rapporto parziale valutava, gli stessi, in 1484 milioni di pesos con circa 38000 case colpite, gravi danni alla infrastruttura stradale, elettrica e delle comunicazioni e gravi danni alla produzione di cocco e cacao, tra le altre conseguenze negative. [3]

Infine, Cuba ha dovuto affrontare serie difficoltà con le sue entrate in valuta estera e con la fornitura di combustibile a partire -in particolare- dai problemi che ha affrontato l’economia venezuelana, che si posiziona come nostro principale partner commerciale estero.

Passiamo ora ad esaminare con più dettaglio l’evoluzione economica del paese a partire dall’ambiente esterno che abbiamo dovuto affrontare.

II

Le informazioni attualmente disponibili hanno un carattere preliminare ed è risultata limitata -soprattutto per quanto riguarda l’anno 2016- nelle parole del Ministro dell’Economia e Pianificazione all’Assemblea Nazionale del Potere Popolare dello scorso 27 dicembre. [4] Considerando questo, si utilizzeranno altre stime del CEPAL [5] e della società di consulenza britannica Economist Intelligence Unit (EIU) [6] per dare un’idea di quello che è successo quest’anno, in attesa di poter disporre delle informazioni ufficiali definitive.

Tenendo conto del livello di apertura dell’economia cubana -stimato intorno al 46% del PIL- ed il peso che ha il settore esterno nell’economia nazionale, possiamo calcolare il suo rendimento a partire dalle seguenti valutazioni.

Per quanto riguarda le esportazioni di beni e servizi, già dallo scorso anno si è registrato un calo del 30,6% nel totale dei beni, colpiti dalla caduta dei prezzi e anche per la riduzione dei volumi esportati di un gruppo di prodotti. [7] Per il 2016 si stima, nuovamente, una diminuzione delle esportazioni di beni e anche di servizi, stimato al 16,3%. [8]

Nel caso del nichel -primo prodotto di esportazione del paese- i prezzi medi dell’anno hanno mostrato una ricaduta a livello del mercato mondiale, pari ad un calo del -14,4%, quest’anno. Né si sono modificate le tendenze a notevoli fluttuazioni nel medio e lungo termine. Infatti, secondo la Banca Mondiale, il prezzo medio della TM di nichel sarà di 10679 $, tra il 2017 ed il 2021, un 10,6% al di sopra della media prevista per quest’anno, ma molto al di sotto del prezzo raggiunto, tra il 2013 ed il 2015, che era di 14596 $. [9] Inoltre, tali ingressi si sono visti colpiti da una produzione stimata di sole 56000 tonnellate, quest’anno, per difficoltà in uno degli impianti di produzione. [10]

Lo zucchero presenta un quadro analogo. Il prezzo medio annuo è aumentato, quest’anno, congiunturalmente un 40,2%, raggiungendo 18,20 centesimi per libbra, nel 2016, contro i 12,98, nel 2015, ma lo stesso tende a stabilizzarsi, nel periodo 2017-2021, intorno a 15.79 centesimi. [11] Va inoltre osservato che il raccolto 2016 è stato cattivo, con una produzione che solo soddisfatta all’80% il piano con forti affettazioni per il basso rendimento agroindustriale prodotto della combinazione di pioggia e siccità che è stata presente nel paese. Così, di un raccolto stimato in un 1 milione 924 mila TM nel 2015, l’attuale può stimarsi che si trovava intorno solamente all’ 1,5 milioni.

Per quanto riguarda le esportazioni di derivati del petrolio il prezzo del marcatore WTI, del 2016, si aggirò in media su 43,26 $ al barile e solo è previsto un aumento a 55.18, tra il 2017 ed il 2021, con un incremento del 27,6%. A questo proposito vale la pena ricordare che nel piano 2016 si pianificò esportare 558000 TM di derivati ​​per il valore di 228 milioni di dollari, mentre nel 2014 si vendettero 532 mila TM per un valore di 734 milioni, vale a dire, in due anni i proventi dell’esportazione di derivati sono scesi di un 68,9% per volumi circa simili. [12]

Per quanto riguarda l’esportazione di servizi riferito al turismo, il numero di visitatori è cresciuto del 13%, nel 2016, cifra superiore al 5% pianificato e stabilendo un record di oltre 4 milioni di turisti. Questo aumento è positivo in termini di reddito lordo, la cui crescita è stata stimata in un 15% nella prima metà dell’anno, [13] e che può essere di circa tre miliardi di dollari nel 2016. Il turismo si evidenzia così il settore con migliore prestazione e maggiore impatto positivo durante questo anno.

In quanto al valore totale delle esportazioni di servizi -tra cui il turismo e l’esportazione di servizi di forza lavoro qualificata- stime dell’ EIU prevedono una diminuzione nel saldo netto, delle stesse, intorno all’11,1% rispetto allo scorso anno e del 23,3% rispetto al 2013, considerato quello di più elevati ingressi netti. Questo calo rappresenta in termini assoluti 1170 milioni di meno nel 2015/16 e 2845 milioni in meno tra il 2013 ed il 2016. [14] In questa riduzione stimata si calcola che sia presente una contrazione negli ingressi per servizi forniti al Venezuela, a causa della situazione economica del paese. Allo stesso modo si prevede la riduzione dei contratti esistenti con il governo del Brasile, data la politica del governo Temer nel gigante sud-americano.

In riferimento all’importazione di beni, si stima che sono diminuite -10.4%, nel 2015, ed il piano 2016 supponeva un aumento del 6,9%. Tuttavia, a partire dagli aggiustamenti approvati dall’ANPP, dell’8 luglio di quest’anno, si è pronosticato un decremento di -3.3% [15] ed altre stime dell’ EIU calcolano una caduta del 9%.

L’importazione di prodotti alimentari – già alla fine del primo semestre- si è beneficiata di un guadagno a partire dal calo dei prezzi in 218,7 milioni di pesos, che ha permesso anche coprire un aumento nelle importazioni di alimenti smessi di produrre nel paese per 111,6 milioni. Infine l’importazione di prodotti alimentari, nel 2016, è stata di 1668 milioni di pesos, [16] cifra che si stima un 14% inferiore a quella prevista originalmente.

Relativamente all’importazione di combustibili, sebbene i prezzi di acquisto risultarono inferiori all’anno anteriore, c’è stata una diminuzione nella consegna da parte di PDVSA, causata dalle difficili condizioni che attraversa l’economia venezuelana. [17] In questo senso, su un piano di consumo di carburante di 8221600 TM per quest’anno, è stato deciso nell’ANPP, dell’8 luglio, ridurlo a 7862070 TM, che rappresenta una diminuzione di 369530 TM pari al 4,4% del totale. Nel frattempo la generazione di elettricità si ridusse da un piano di 15310 GWH a 14523, per una riduzione di 786,68 GWH, pari al 6% del consumo previsto. [18]

A questo si aggiunge che la produzione nazionale di petrolio ha continuato la sua tendenza al ribasso raggiungendo solo 3 milioni 690000 TM, nel 2016, a causa dell’esaurimento di un gruppo di pozzi. A questo proposito si raggiunse la firma di un accordo con la società russa Rosneft per aumentare il recupero dei giacimenti petroliferi di Varadero. [19]

Allo stesso modo, analisti internazionali hanno segnalato che il paese gestisce acquisti di carburante in altri paesi per compensare, parzialmente, il deficit di fornitura venezuelana.

L’aggiustamento realizzato in luglio ha portato alla riduzione delle spese in valuta estera del paese, la mancata esecuzione di nuovi prestiti per coprire completamente lo squilibrio e la regolazione nell’assegnazione dei vettori energetici. Come premesse per ridurre l’impatto della riduzione si è deciso di non incidere sul consumo di energia elettrica della popolazione -che rappresenta circa il 56-58% del totale- garantendo i servizi vitali alla stessa, così come assicurare l’equilibrio finanziario interno.

Un altro aspetto d’importanza strategica che si ottenne raggiungere, nel 2016, è stato il pagamento del debito estero che -secondo quanto pianificato- avrebbe raggiunto i 5299 milioni di $. [20] Questo sforzo è vitale, perché diventa requisito fondamentale per l’ottenimento di nuovi prestiti in condizioni migliori e agevola l’investimento estero diretto (IED).

Per parte sua, la IED ha mostrato solo modesti miglioramenti nell’anno che si conclude. [21] Infatti, dopo l’approvazione della nuova Legge sugli Investimenti Stranieri, nel marzo 2014 sino a novembre 2016, sono stati sottoscritti 83 nuovi accordi; di questi 14 si sono ubicati nella Zona Speciale di Sviluppo di Mariel (ZEDM), – che ha già 19 utenti di 9 paesi – con un investimento complessivo di 923,3 milioni di dollari – e 54 sono stati distribuiti nel resto del paese. L’ammontare complessivo dei più recenti investimenti ha raggiunto circa 1300 milioni di $, pari a circa 488 milioni ogni 12 mesi, su un bisogno registrato tra i 2000 e 2500 milioni ogni anno.

Anche nella Fiera Internazionale dell’Avana si presentò il terzo Portafoglio di Opportunità di Affari contenente 395 progetti d’investimento -120 di loro nuovi- per un valore stimato di 9500 milioni di $.

Su questo risultato, il presidente Raul Castro ha manifestato “Riconosco che non siamo soddisfatti in questo settore e che sono state frequenti le eccessive dilazioni del processo negoziale. Deve essere superato, una volta e per sempre, l’obsoleta mentalità piena di pregiudizi contro l’investimento straniero”. [22]

Infine si deve ricordare che le stime di vari autori indicano un aumento delle rimesse che entrarono nel paese nel 2016, che vanno tra i 2000 e 2500 milioni di $ nel corso dell’anno. Va inoltre notato che circa il 50% di tale cifra, si calcola, che costituisca capitale di lavoro del settore privato e cooperativo nelle nostre condizioni. [23]

Spetta ora esaminare l’impatto dell’ambiente esterno sulla performance economica di Cuba durante il 2016. (continua)

link II parte


La economía cubana 2016-2017. Valoración preliminar (I)

Por: José Luis Rodríguez

(I)

El año que concluye ha sido muy duro para nuestro país.

Sufrimos la irreparable pérdida de nuestro Comandante en Jefe, el líder histórico de la Revolución cubana, sin lugar a dudas el discípulo más brillante de José Martí y cuya obra sentó las bases para continuar la lucha por la independencia y el desarrollo en todos nosotros.

En medio de esa dolorosa situación, el país debió enfrentar en el 2016 enormes desafíos para evitar que circunstancias externas, ajenas a nuestros esfuerzos, terminaran imponiéndose, haciéndonos retroceder en el camino de la creación de condiciones para un desarrollo sostenible.

No se trata –y es indispensable que lo aclaremos- de que ahora vayamos a retornar a los días más duros del Período especial.

Aunque nuestros enemigos se deleitan hoy ensañándose con nuestras dificultades, Cuba en estos momentos está en mejores condiciones de enfrentar los retos, sobreponerse a los obstáculos y vencerlos.

Nadie puede afirmar que ha sido fácil, ni que se valoraron en toda su magnitud la complejidad de las tareas a enfrentar, ni que no se cometieran errores. Pero tampoco nadie puede honestamente desconocer el tremendo esfuerzo que ha realizado nuestro pueblo –con su gobierno y el Partido al frente- para avanzar –paso a paso- en la actualización del modelo económico socialista cubano.

Tal vez no se han explicado en la medida adecuada las increíblemente complicadas tareas que supone el proceso de desarrollo para Cuba, que no son iguales a las de otros países, ni enfrentan las mismas circunstancias. Fue recientemente un amigo –el presidente de Ecuador-, en la difícil coyuntura de la desaparición física de Fidel, el que nos recordaba que: “Evaluar el éxito o el fracaso del modelo económico cubano, haciendo abstracción de un bloqueo criminal de más de 50 años, es pura hipocresía (…) Cualquier país capitalista de América Latina colapsaría a los pocos meses de un bloqueo similar”.[1]

Desde luego, que no es ese nuestro único problema, pero no es posible que se haga un análisis serio de nuestras dificultades y se ignore el bloqueo, cuyo costo acumulado hasta este año se ubicaba en 125873 millones de dólares y que permanece sin cambios esenciales hasta el presente.[2]

Sin embargo, hubo más. En octubre del 2016 nos azotó el huracán Matthew, que causó destrozos enormes en la provincia de Guantánamo y que –aunque no existe aún una cifra oficial que cuantifique el total de los daños-, un reporte parcial situaba los mismos en 1484 millones de pesos, con unas 38 000 viviendas afectadas, serios daños en la infraestructura vial, eléctrica y de comunicaciones y graves afectaciones en la producción de coco y cacao, entre otras negativas consecuencias.[3]

Finalmente, Cuba tuvo que enfrentar serias dificultades con sus ingresos en divisas y con el suministro de combustible, a partir –especialmente- de los problemas que ha enfrentado la economía venezolana, que se ubica como nuestro principal socio comercial externo.

Pasemos ahora a examinar con más detalle la evolución económica del país a partir del entorno exterior al que hemos debido enfrentarnos.

II

La información disponible en estos momentos tiene un carácter preliminar y resultó limitada –especialmente en lo relativo al año 2016- en las palabras del Ministro de Economía y Planificación a la Asamblea Nacional del Poder Popular del pasado 27 de diciembre.[4] Considerando esto, se utilizaran otros estimados de CEPAL[5] y de la consultora británica Economist Intelligence Unit (EIU)[6] para dar una idea de lo acontecido este año, en espera de poder disponer de informaciones oficiales definitivas.

Tomando en cuenta el nivel de apertura de la economía cubana –estimado en torno al 46% del PIB- y el peso que tiene el sector externo en la economía nacional, podemos calcular su desempeño a partir de las siguientes valoraciones.

En cuanto a las exportaciones de bienes y servicios, ya desde el pasado año se registró una disminución del 30,6% en el total de los bienes, afectados por la caída en los precios y también por la reducción de los volúmenes exportados de un grupo de productos.[7] Para el 2016 se estima nuevamente una disminución en las exportaciones de bienes y también de servicios, estimada en 16,3%.[8]

En el caso del níquel –primer producto de exportación del país- los precios promedio del año mostraron una recaída a nivel del mercado mundial, que totalizó con un decrecimiento del -14,4% durante este año. Tampoco se han modificado las tendencias a notables fluctuaciones a mediano y largo plazo. En efecto, según el Banco Mundial, el precio promedio de la TM de níquel será de 10679 USD entre 2017 y 2021, un 10,6% por encima del promedio previsto para este año, pero muy por debajo del precio logrado entre 2013 y 2015, que fue 14596 USD.[9] Adicionalmente estos ingresos se han visto afectados por una producción estimada de solo 56000 toneladas este año por dificultades en una de las plantas productoras.[10]

El azúcar presenta un panorama similar. El precio promedio anual ha aumentado este año coyunturalmente un 40,2%, alcanzando 18,20 centavos por libra en 2016 frente a 12,98 en 2015, pero el mismo tiende a estabilizarse en el período 2017-2021 en torno a 15,79 centavos.[11] También cabe apuntar que la zafra del 2016 ha sido mala, con una producción que solo cumplió el plan al 80% con fuertes afectaciones por el bajo rendimiento agroindustrial producto de la combinación de lluvia y sequía que ha estado presente en el país. De este modo, de una zafra estimada en 1 millón 924 mil TM en el 2015, la actual puede estimarse que estuvo en el entorno de 1,5 millones solamente.

En lo referido a las exportaciones de derivados del petróleo el precio del marcador WTI del 2016 promedió 43,26 USD por barril y solo se pronostica que aumente a 55,18 entre el 2017 y el 2021, para un incremento de un 27,6%. Al respecto vale la pena recordar que en el plan del 2016 se planeó exportar 558 mil TM de derivados por valor de 228 millones de dólares, mientras que en el 2014 se vendieron 532 mil TM por valor de 734 millones, es decir, en dos años los ingresos por la exportación de derivados descendió un 68,9% para volúmenes aproximadamente similares.[12]

En cuanto a la exportación de servicios en lo referido al turismo, el número de visitantes creció un 13% durante el 2016, cifra superior al 5% planificado y estableciendo un record de más de 4 millones de turistas. Este incremento resulta positivo en términos de ingresos brutos, cuyo crecimiento se estimó en un 15% durante el primer semestre del año[13] y que puede estar en torno a los tres mil millones de dólares en el 2016. El turismo se destaca así como el sector de mejor desempeño y de mayor impacto positivo durante el presente año.

En cuanto al valor total de la exportación de servicios –incluyendo el turismo y la exportación de servicios de fuerza de trabajo calificada- estimados de EIU pronostican un descenso en el saldo neto de las mismas en torno al 11,1% en relación al pasado año y del 23,3% en comparación con el año 2013, considerado el de mayores ingresos netos. Este descenso representa en términos absolutos 1170 millones menos en 2015/16 y 2845 millones menos entre 2013 y 2016.[14] En esta reducción estimada se calcula que esté presente una contracción en los ingresos por servicios que se brindan a Venezuela, producto de la situación económica del país. Igualmente se perfila la reducción prevista de los contratos que existen con el gobierno de Brasil, dada la política del gobierno de Temer en el gigante suramericano.

En lo referido a la importación de bienes, se estima que las mismas decrecieron -10,4% en el 2015 y el plan de 2016 suponía un incremento de 6,9%. Sin embargo, a partir de los ajustes aprobados por la ANPP del 8 de julio de este año, se pronosticó una disminución de -3,3%[15] y otros estimados del EIU calculan una caída del 9%.

La importación de alimentos –ya al cierre del primer semestre- se benefició por una ganancia a partir de la disminución de los precios en 218,7 millones de pesos, lo que permitió incluso cubrir un incremento en importación de alimentos dejados de producir en el país por 111,6 millones. Finalmente la importación de alimentos del 2016 fue de 1668 millones de pesos,[16] cifra que se estima un 14% inferior a la prevista originalmente.

En lo relativo a la importación de combustibles, si bien los precios de compra resultaron inferiores al año anterior, hubo una disminución en la entrega por parte de PDVSA, motivada por las difíciles condiciones que atraviesa la economía venezolana.[17] En este sentido sobre un plan de consumo de combustibles de 8 221 600 TM para este año, se acordó en la ANPP del 8 de julio reducirlo a 7 862 070 TM, lo cual representa una disminución de 369530 TM equivalente al 4,4% del total. Por su parte la generación de electricidad se redujo de un plan de 15 310 GWH a 14 523, para una rebaja de 786,68 GWH, equivalente al 6% del consumo previsto.[18]

A lo anterior se suma que la producción petrolera nacional continuó su tendencia a la reducción alcanzando solo 3 millones 690 mil TM en el 2016 a partir del agotamiento de un grupo de pozos. Al respecto se logro firmar un acuerdo con la firma rusa Rosneft para incrementar la recuperación de los campos de petróleo de Varadero.[19]

De igual modo, analistas internacionales señalaron que el país gestiona la compra de combustible en otros países para compensar parcialmente el déficit de suministro venezolano.

El ajuste implementado en el mes de julio supuso la rebaja de los gastos en divisas del país, la no ejecución de nuevos créditos para cubrir totalmente el desbalance y el ajuste en la asignación de portadores energéticos. Como premisas para reducir el impacto de la rebaja se decidió no afectar el consumo de electricidad de la población –que representa alrededor del 56-58% del total- y garantizar los servicios vitales a la misma, así como asegurar el equilibrio financiero interno.

Otro aspecto de importancia estratégica que logró cumplirse en el 2016 fue el pago de la deuda externa que -según lo planificado- alcanzaría 5 299 millones de dólares.[20] Este esfuerzo resulta vital, por cuanto deviene requisito indispensable para la obtención de nuevos créditos en mejores condiciones y facilita la inversión extranjera directa (IED).

Por su parte, la IED mostró solo discretos avances en el año que concluye.[21] En efecto, desde la aprobación de la nueva Ley de Inversión Extranjera en marzo del 2014 hasta noviembre del 2016, se firmaron 83 nuevos acuerdos; de ellos 14 son reinversiones, 15 se ubicaron en la Zona Especial de Desarrollo el Mariel (ZEDM) –que ya cuenta con 19 usuarios de 9 países, con una inversión total de 923,3 millones de dólares- y 54 se distribuyeron por el resto del país. El monto de las inversiones más recientes alcanzó unos 1 300 millones de dólares, lo que representa unos 488 millones cada 12 meses, de una necesidad registrada entre 2 000 y 2500 millones cada año.

También en la Feria Internacional de La Habana se presentó la tercera Cartera de Oportunidad de Negocios contentiva de 395 proyectos de inversión -120 de ellos nuevos- por un valor estimado de 9500 millones de dólares.

Sobre este resultado, el presidente Raúl Castro manifestó “Reconozco que no estamos satisfechos en esta esfera y que han sido frecuentes las dilaciones excesivas del proceso negociador. Es preciso superar de una vez y por siempre la mentalidad obsoleta llena de prejuicios contra la inversión foránea.”[22]

Por último cabe apuntar que estimados de diversos autores apuntan a un incremento de las remesas que entraron al país en el 2016, las que se ubican en un entorno de entre 2 000 y 2 500 millones de dólares en el año. También debe tomarse en cuenta que alrededor del 50% de esa cifra se calcula que constituye capital de trabajo del sector privado y cooperativo en nuestras condiciones.[23]

Corresponde ahora examinar el impacto del entorno exterior en el desempeño económico de Cuba durante el 2016.(Continuará)

Note

[1] Ver el discurso del presidente del Ecuador, Rafael Correa, en las honras fúnebres del Comandante Fidel Castro, La Habana, 29 de noviembre de 2016 en www.granma.cu

[2] Ver Informe de Cuba Sobre la Resolución 70/5 de la Asamblea General de las Naciones Unidas, La Habana , junio de 2016 en www.cubavsbloqueo.cu

[3] Ver PNUD Respuesta al huracán Matthew Cuba. Reporte de situación Nº 18 de la Oficina de la Coordinadora Residente, noviembre 4 de 2016 en www.onu.org.cu

[4] Ver Intervención de Ricardo Cabrisas Ruiz, vicepresidente del Consejo de Ministros y ministro de Economía y Planificación ante la ANPP, periódico Granma, diciembre 28 de 2016. Toda la información económica oficial de este trabajo se encuentra en este material, salvo que se indique otra cosa.

[5] Ver CEPAL (2016) “Balance Preliminar de las Economías de América Latina y el Caribe 2016” Santiago de Chile, diciembre de 2016 en www.repositorio.cepal.org

[6] Ver Economist Intelligence Unit (EIU) (2016) “Country Report Cuba December 23th 2016” en www.eiu.com

[7] Ver ONEI (2016) “Anuario Estadístico de Cuba 2015” en www.onei.cu

[8] Ver EIU (2016).

[9] Ver World Bank (2016) “Commodities Price Forecast” October 2016 en www.pubdocs.worldbank.org. La fluctuación de los precios del níquel han sido enormes en los últimos 20 años, de un mínimo de 3 723 USD/TM en 1998 a 54 150 USD en mayo de 2007.

[10] Ver Reuters (2016) “Cuba sees nickel output steady at 56 000 tons; low prices bite-Reuters” June 14 2016 en www.reuters.com

[11] Ver World Bank (2016).

[12] Ver Murillo (2015) “Intervención de Marino Murillo en la ANPP el 29 de diciembre de 2015” Transmisión por el canal de TV Cubavisión el 30 de diciembre de 2015.

[13] Ver CEPAL 2016.

[14] Ver EIU (2016).

[15] Se pasaría de un plan original de 14 416 millones de pesos a 13 038 millones. Cálculos basados en ONEI (2016) “Anuario Estadístico de Cuba 2015” en www.onei.cu y Murillo (2015) y (2016) “Intervención de Marino Murillo J. en el VII Período Ordinario de Sesiones de la ANPP el 8 de julio del 2016” Transmisión por el canal de TV Cubavisión el 9 de julio de 2016.

[16] Ver Cabrisas (2016).

[17] Una información de la agencia REUTERS, plantea que –según fuentes de PDVSA- la reducción en la entrega a Cuba de portadores energéticos –incluyendo crudo y derivados- durante el primer semestre del 2016 se calcula en un 19,5%. Ver REUTERS (2016a) “Venezuela reduce un 40% el envío de barriles de petróleo a Cuba” Caracas, julio 8 de 2016 en www.reuters.com

[18] Ver Murillo (2016).

[19]Ver Cubasi (2016) “Rosneft y la cubana CUPET aumentarán la producción de crudo en Varadero” diciembre 21 del 2016 en www.cubasi.cu

[20] Ver Murillo (2015).

[21] Ver Cubasi (2016a) “Inversiones en Cuba expanden sus proyecciones”, noviembre 14 del 2016 en www.cubasi.cu

[22] Ver Raúl Castro “Fidel se marchó invicto, pero su espíritu de lucha permanecerá en la conciencia de todos los revolucionarios” Discurso pronunciado en la ANPP el 27 de diciembre de 2016 en periódico Granma, 28 de diciembre de 2016.

[23] Sobre el tema puede verse el estudio de Manuel Orozco y Katrin Hansing “Remittance Recipients and the Present and Future of Micro-Entrepreneurship Activities in Cuba” en Cuba in Transition 21, ASCE, Washington DC, 2011.

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