Omar Pérez Salomón https://lapupilainsomne.wordpress.com
Negli ultimi giorni alcuni media digitali hanno pubblicato notizie che disconoscono i progressi di Cuba nell’accesso a Internet e nell’uso delle Tecnologie dell’Informazione e Comunicazione (TIC). È anche noto che, il 7 febbraio, il governo USA ha creato una Task Force in Internet contro Cuba che, sebbene non sia qualcosa di nuovo, si aggiunge ad una serie infinita di progetti falliti del vicino del Nord.
“Cuba gonfia le cifre ufficiali della connettività ad Internet, denuncia esperto”, divulgata su Martinoticias; “Il Joven Club ora non è più gratuito” e; “CubaLlama inaugurerà carta SIM a Cuba”, riportato su Cubanet, sono alcune dei riferimenti all’argomento in questione.
Sul sito Martinoticias, finanziato dall’Office of Transmissions a Cuba (OCB) del governo USA, a cui sono subordinate Radio e TV Martí, –organizzatrice del progetto Piramideo che promuoveva la creazione di una rete di “amici”, offrendo loro la possibilità che una persona inviasse, ai membri della sua “piramide”, un SMS di massa per il valore di un singolo messaggio, con l’obiettivo di avere una piattaforma per la sovversione- si questiona gli evidenti progressi della maggiore delle Antille nell’accesso alla rete di reti.
Secondo un “esperto” consultato da questo media, il salto è dovuto al fatto che il governo cubano contabilizza come accesso ad Internet le connessioni alla Intranet Nazionale e all’uso della e-mail Nauta. Tuttavia, José Manzaneda, coordinatore del media Cubainformación, nel suo lavoro, ‘Cuba: il paese di più rapida crescita di internet … o tutto il contrario?‘, pubblicato il 28 agosto dello scorso anno, assicura, citando numerose fonti, che “nell’ultimo anno l’utilizzo delle reti sociali nell’isola è aumentato di un 346%; negli ultimi due anni il numero dei punti collettivi di navigazione è passato da 155 a 1006, tra sale di navigazione e zone Wi-Fi; si raddoppiò la larghezza di banda internazionale; e, più importante, l’insieme di utenti è aumentato di un 50%, passando da 3 milioni, nel 2014, a 4,5, nel 2016.
Nonostante che, con un 40% della popolazione utente, sia ancora in ritardo nella regione e che i prezzi di connessione continuino ad essere molto elevati, Cuba è -oggigiorno- il paese, dell’area, con la più rapida crescita nell’accesso a Internet”.
Per molto tempo i modelli di opinione costruiti dai grandi media capitalisti facevano persino l’impossibile per seminare nelle masse l’idea che il governo rivoluzionario cubano fosse nemico di Internet e dell’uso delle TIC.
È un paradosso che si accusasse Cuba di limitare l’accesso alle TIC ed alle informazioni quando, dai primi anni della Rivoluzione, sono stati fatti passi per fabbricare computer nel paese e per introdurre l’insegnamento dell’informatica a diversi livelli di istruzione; quando tutti gli studenti di tutti i livelli hanno accesso quotidiano a molteplici materiali ed informazioni utili tramite computer installati in tutte le scuole, nel caso delle università, attraverso la rete di reti e più di 600 Joven Club di Computazione (Informatica) hanno graduato oltre 4,5 milioni di persone in corsi che mirano a fornire una cultura informatica alla comunità, con priorità per bambini, adolescenti e giovani; ma anche a persone con disabilità o della terza età.
Ora non gli rimane altro che riconoscere che sì esiste l’accesso a Internet; ma gli attacchi sono finalizzati ad altri obiettivi. I risultati raggiunti negli ultimi anni hanno rovinato quell’immagine distorta della realtà che hanno preteso fabbricare, ora non possono affermare che non c’è accesso ad Internet e cercano altri inganni come quelli citati.
Già nel dicembre 2010 una voce “autorizzata” come quella del signor Fernando Ravsberg, allora collaboratore della BBC a Cuba, ha dichiarato alla pagina uruguaiana di El Espectador.com che “Internet è qualcosa che si sta estendendo nell’isola”. Un anno dopo Radio Nederland, la stazione radio internazionale olandese, certamente per nulla favorevole alla Rivoluzione cubana, ha riconosciuto sulla sua pagina digitale che “sempre più cubani usano Facebook o Twitter come finestra di comunicazione con il mondo”. Cosa diranno, oggi, quando la connettività internazionale si è moltiplicata per 40 in relazione a quella che esisteva nel 2010?
Coloro che attaccano il programma dei Joven Club di Computazione (Informatica) ed Elettronica omettono che mantiene, in tutta la sua dimensione, i suoi principi fondanti dove tutti gli esseri umani sono posti in condizioni simili per acquisire conoscenza e cultura attraverso l’accesso alle TIC. Il fatto che si paghino determinati servizi per contribuire al loro mantenimento e sviluppo non significa che si allontanino dalla loro prospettiva inclusiva. Vi invito a visitare il Palazzo Centrale di Computazione che il prossimo 7 marzo compie 27 anni, creato da Fidel, o i Palazzi di Santiago de Cuba, Pinar del Río o l’Isola della Giovine, solo per citare alcune delle sue strutture, e apprezzeranno l’accesso di massa a queste tecnologie.
La famosa espressione “Ci abbaiano, Sancho, segno che stiamo cavalcando”, aggiudicata da alcuni a Miguel de Cervantes nel suo capolavoro, Don Chisciotte della Mancia, è ampiamente usata per segnalare che qualcosa sta avanzando nonostante le critiche, gli impedimenti e le manipolazioni. Penso che si adatti perfettamente a questi eventi.
Mentre l’attuale amministrazione USA fa detonare i tamburi della guerra fredda e approva ingenti somme per fabbricare armi sempre più distruttive e per progetti sovversivi contro governi scomodi, a Cuba avanziamo nel programma di informatizzazione della società e nell’accesso della popolazione alle TIC.
Internet en Cuba: Quiénes ladran y por qué
Omar Pérez Salomón
En los últimos días algunos medios digitales han publicado noticias que desconocen los avances de Cuba en el acceso a Internet y en el uso de las Tecnologías de la Información y la Comunicación (TIC). También es conocido que el pasado 7 de febrero el gobierno estadounidense creó una Fuerza de Tarea en Internet contra Cuba, que aunque no es algo nuevo, se suma a un sinnúmero de fracasados proyectos provenientes del vecino del Norte.
“Cuba infla cifras oficiales de conectividad a Internet, denuncia experto”, divulgada en Martinoticias; “El Joven Club ya no es gratuito” y; “CubaLlama estrenará tarjeta SIM en Cuba”, informado en Cubanet, son algunas de las referencias al tema en cuestión.
En el sitio Martinoticias, financiado por la Oficina de Transmisiones a Cuba (OCB) del gobierno de Estados Unidos, a la que se subordinan Radio y TV Martí, – organizadora del proyecto Piramideo que promovía la creación de una red de “amigos”, ofreciéndoles la posibilidad de que una persona enviara a los miembros de su “pirámide” un SMS masivo por el valor de un solo mensaje, con el objetivo de contar con una plataforma para la subversión – se cuestiona los evidentes avances de la mayor de las Antillas en el acceso a la red de redes.
Según un “experto” consultado por ese medio el salto se debe a que el gobierno cubano contabiliza como acceso a Internet las conexiones a la Intranet Nacional y el uso del correo electrónico Nauta. Sin embargo, José Manzaneda, coordinador del medio Cubainformación, en su trabajo, Cuba: ¿el país de más rápido crecimiento de Internet… o todo lo contrario?, publicado el 28 de agosto del pasado año, asegura citando numerosas fuentes que “en el último año el uso de las redes sociales en la Isla aumentó un 346 %; en los dos últimos años el número de puntos colectivos de navegación pasó de 155 a 1006, entre salas de navegación y zonas wifi; se duplicó el ancho de banda internacional; y lo más importante, el conjunto de personas usuarias aumentó un 50 %, pasando de 3 millones en 2014 a 4,5 en 2016. A pesar de que, con un 40 % de población usuaria, aún sigue a la zaga en la región y de que los precios de conexión continúan siendo muy elevados, Cuba es –a día de hoy- el país de su entorno con más rápido crecimiento en el acceso a Internet”.
Durante mucho tiempo las matrices de opinión construidas por los grandes medios capitalistas hacían hasta lo imposible por sembrar en las masas la idea de que el gobierno revolucionario cubano era enemigo de Internet y de la utilización de las TIC.
Resulta una paradoja que se acusara a Cuba de limitar el acceso a las TIC y a la información, cuando desde los primeros años de la Revolución se dieron los pasos para fabricar computadoras en el país, e introducir la enseñanza de la computación en los diferentes niveles de enseñanza; cuando todos los estudiantes de todas los niveles tienen acceso diariamente a múltiples materiales e información útil a través de computadoras instaladas en todos los centros escolares, en el caso de las universidades, a través de la red de redes, y más de 600 Joven Club de Computación han graduado a más de 4,5 millones de personas en cursos que tienen como objetivo proporcionar una cultura informática a la comunidad, con prioridad para los niños, adolescentes y jóvenes; pero también a personas con discapacidad o de la tercera edad.
Ahora no les queda más remedio que reconocer que sí hay acceso a Internet; pero los ataques van dirigidos a otros objetivos. Las realizaciones alcanzadas en los últimos años han echado por tierra esa imagen deformada de la realidad que han pretendido fabricar, ahora no pueden aducir que no hay acceso a Internet y buscan otras falacias como las citadas.
Ya en diciembre de 2010 una voz “autorizada” como la del señor Fernando Ravsberg, colaborador de la BBC en Cuba en aquella época, dijo a la página uruguaya El Espectador.com que, “Internet es algo que está extendido en la isla”. Un año después Radio Nederland, la emisora internacional holandesa, por cierto que en nada partidaria de la Revolución cubana, reconoció en su página digital que, “cada vez más cubanos utilizan Facebook o Twitter como ventana de comunicación con el mundo”. ¿Qué dirán hoy cuando la conectividad internacional se ha multiplicado por 40 en relación con la que existía en el 2010?
Quienes atacan al programa de los Joven Club de Computación y Electrónica omiten que mantiene en toda su dimensión sus principios fundacionales, donde se ponen a todos los seres humanos en condiciones similares para adquirir conocimientos y cultura a través del acceso a las TIC. El hecho de que se cobren determinados servicios para contribuir a su mantención y desarrollo, no significa que se alejen de su perspectiva inclusiva. Los invito a que visiten el Palacio Central de Computación que el próximo 7 de marzo cumple 27 años de creado por Fidel, o los Palacios de Santiago de Cuba, Pinar del Río o la Isla de la Juventud, por solo mencionar algunas de sus instalaciones, y apreciarán el acceso masivo a estas tecnologías.
La famosa expresión “Ladran, Sancho, señal que cabalgamos”, adjudicada por algunos a Miguel de Cervantes en su obra cumbre, Don Quijote de la Mancha, es ampliamente utilizada para señalar que algo avanza a pesar de las críticas, los impedimentos y las manipulaciones. Creo que se ajusta perfectamente a estos acontecimientos.
Mientras que la actual administración estadounidense detona los tambores de la guerra fría y aprueba cuantiosas sumas para fabricar armas cada vez más destructivas y para proyectos subversivos contra gobiernos incómodos, en Cuba avanzamos en el programa de informatización de la sociedad y en el acceso de la población a las TIC.