L’imperialismo non comprende la resistenza del popolo venezuelano

C. Aznarez, Internationalist 360°http://aurorasito.altervista.org

Ogni volta che l’attacco economico imperiale s’intensifica contro il Venezuela, molti sguardi sono diretti, per consultazione, all’economista Pascualina Curcio, una dei migliori analisti della situazione nei Caraibi. Pascualina ha fornito linee guida propositive su come affrontare gli oppositori che vogliono distruggere il Venezuela bolivariano attaccando la valuta, causando carenze e, come accade oggi, con un blocco criminale. Abbiamo parlato con Pascualina Curcio alcuni giorni prima in Messico, dove faceva parte della delegazione venezuelana al Seminario internazionale del PT del Paese.

Qual è la tua opinione riguardo lo sviluppo della brutale guerra economica che l’impero conduce contro il Venezuela?

In primo luogo, non dobbiamo ignorare che esiste una situazione complessa in Venezuela economicamente, ed anche politicamente, a causa dell’offensiva che avviene, l’importante è identificare le cause dietro questa situazione. Sappiamo che dal 1999, quando iniziò il mandato di Chávez, il Venezuela divenne una minaccia insolita e straordinaria, non perché vi erano nuove armi, ma perché affrontiamo l’imperialismo e decidiamo di essere indipendenti e sovrani. Da quel momento siamo stati attaccati e l’attacco si è intensificato dal 2013. Ribadisco, la nostra dignità nel difenderci dall’impero è la causa fondamentale, non l’unica, ma questa determina la situazione in cui vivono i venezuelani. Questa situazione di carenza di determinati alimenti e medicinali ha origine in processi che cercano di alterarne la distribuzione, sono distribuiti da mercati informali che li vendono a prezzi gonfiati. L’inflazione ha colpito anche la popolazione venezuelana, in particolare la classe operaia, in un momento in cui redditi si deteriorano. I nostri nemici sottolineano che ciò è dovuto al modello socialista apparentemente fallito, cosa falsa. L’inflazione viene generata, indotta, dalla manipolazione criminale del tasso di cambio, manipolazione da 3,5 miliardi dal 2013 ad oggi. Ciò non vuol dire che nulla sia accaduto nel Paese dal punto di vista economico, ma in alcun modo con una proporzione tale da spiegare perché il nostro bolivar sia svalutato per cifre di tale portata. È del tutto una manipolazione politica che altera i prezzi dei beni importati e i costi di produzione, generando iperinflazione. Inoltre, le misure coercitive unilaterali imposte dagli Stati Uniti, e anche da altri Paesi, non sono solo contro il governo, sotto mentite spoglie economiche, ma contro il popolo venezuelano.

Anche chi si oppone al governo di Maduro…

Contro tutti, e l’iperinflazione colpisce anche l’intera popolazione. Se vogliamo vederlo dal punto di vista di classe, ha raggiunto un punto in cui, in particolare, i piccoli produttori di beni non essenziali si lamentano della situazione perché comporta un aumento significativo dei prezzi. A causa di tali misure coercitive, abbiamo stimato finora circa 21 miliardi di dollari persi, compreso il furto, con atto di saccheggio della controllata Citgo, circa 7 miliardi di dollari in attività e 11 in transazioni commerciali perse. Anche 1,2 miliardi in oro sono stati bloccati nella Bank of England, 1,6 miliardi da Euroclick. Vi è, ad esempio, il costo della manutenzione delle navi che trasportano cibo e medicinali più a lungo del previsto, impedendo di entrare in un porto venezuelano. Ciò comporta costi di trasporto, dei prodotti persi, deu passaggi quando il sistema di scambio SWIFT blocca la nostra valuta, del debito e delle obbligazioni della Repubblica perdute. Tutto ciò ammonta a 21 miliardi di dollari e, a ciò si aggiunge la stima della battuta d’arresto economica causata dall’attacco alla valuta. Quando attaccano la valuta non solo generano iperinflazione, ma riducono anche la produzione. Se la valuta non fosse stata attaccata negli ultimi anni avremmo prodotto petrolio ad un prezzo medio anche di 22 dollari al barile, per 51 miliardi di dollari. E hanno anche lavorato nella compagnia petrolifera non solo sui prezzi, ma anche sulla produzione col sabotaggio interno. Il tutto, le misure coercitive, l’attacco alla valuta, le perdite dovute alle esportazioni petrolifere ammonta a 114 miliardi di dollari. A titolo di riferimento, il prodotto interno lordo del Venezuela dello scorso anno fu di 130 miliardi. È equivalente alla produzione di un anno, ma significa anche che con 4 miliardi, o un po’ di più, importiamo medicine e cibo per l’intera popolazione per un anno. Se si dividono i 114 miliardi per i 4 miliardi, si otterrebbe un’importazione di medicinali e cibo per 26 anni. Questo mostra l’impatto della perdita economica in termini di beni e servizi per la popolazione. Tale è la situazione, e l’importante è scoprire quale sia la causa determinante, senza ignorare il fatto che ci sono errori, che ci si aspetta di vedere perché nella transizione verso un modello socialista non ci sono manuali, specialmente se vieni attaccato e assediato, come successo a tutti i Paesi che decisero di muoversi verso questo modello.

Da questo punto di vista, in questo momento, quali sarebbero le proposte urgenti che dovrebbero essere fatte per affrontare tale guerra?

Sulla questione delle transazioni commerciali con altri Paesi riguardante ul blocco finanziario e l’embargo commerciale, ci sono state non solo proposte, ma importanti progressi: il rafforzamento delle alleanze con Cina e Russia, non Paesi qualsiasi, e anche coll’India sui farmaci, Iran e Turchia. Ciò rafforza le relazioni commerciali nella situazione attuale, in particolare nel settore alimentare e dei medicinali, questioni più urgenti, ma anche sugli accordi per la produzione interna. Sul blocco finanziario, per aggirarlo siamo migrati verso transazioni con lo yuan e persino accordi bilaterali di baratto, che ci consentono di vendere petrolio e ricevere altri prodotti. Internamente, sulla questione dell’iperinflazione e dell’attacco alla valuta, c’è una proposta che abbiamo presentato ed ha due aspetti. Uno è aumentare le riserve internazionali al fine di rafforzare la valuta. Le nostre entrate provengono principalmente dal petrolio, ma abbiamo anche modo di aumentare le riserve internazionali, che pochi Paesi hanno, l’oro, perché il Venezuela è ora il secondo Paese per riserva aurea. Non a caso, l’assedio ne fa parte, e per comprare oro, tenuto in riserva, non devi pagare in dollari o euro perché hai l’oro. Ciò rafforza la valuta e, per lo meno, riduce il rischio di attacchi alla valuta. L’altro è sostenere il bolivar d’oro. Cioè, per una quantità specificata di bolivar supportati dall’oro della Banca Centrale commisurato agli importi. Se ci sono 100 bolivar in circolazione e ci sono 100 once d’oro, ogni bolivar equivale a un’oncia, in termini monetari, a seconda del prezzo dell’oro fissato dai mercati internazionali. Il Venezuela può farlo, perché, tra le altre ragioni, ha abbastanza oro; solo il 5% di ciò che è nel caveau supporta tutti i bolivar che circolano. Inoltre, questo fa parte di ciò che sembra essere il nuovo sistema monetario internazionale che avanza apparentemente basato sull’oro. La Cina ha creato il petroyuan basato sull’oro, la Russia ha comprato molto oro, ed è anche un produttore, con la prospettiva di sostenerne il rublo d’oro; i Paesi BRICS vanno verso una valuta sostenuta dall’oro, il Sudafrica è uno dei i maggiori produttori di oro. E così, in questo quadro, nel nuovo sistema cokl’oro che controbilancia il petrodollaro di carta.

Il governo può attuarlo in breve termine?

Le condizioni sono presenti. La cosa più importante è avere l’oro, che ci avvantaggia.

Quale sarebbe l’ostacolo all’efficacia?

Non so se ci saranno ostacoli, credo che ci andremo ad un certo punto, specialmente col nuovo ordine monetario. Dico questo dato che tutti sappiamo cosa sia la vita quotidiana dei venezuelani in questo momento, l’eroismo del popolo è indiscutibile. Ma è anche chiaro che l’impero, l’opposizione interna in Venezuela giocano d’azzardo, cogli ultimi attacchi elettrici puntano a una rivolta, il che non accade. Ma non dobbiamo neanche aspettarci che tutti tollerino la vita in questo modo. Non c’è dubbio che devono essere date risposte rapide. Ma si è in una scacchiera, il governo muove un pezzo e anche loro rispondono. Ad esempio, quando sono stati creati i CLAP, i livelli di produzione delle aziende sono sempre stati mantenuti, ma quando il governo disse loro che, poiché alteravano la distribuzione del cibo, ne avrebbero acquistato il 50% della produzione, l’abbatterono. Ma non c’è dubbio che in questo momento devono essere date risposte urgenti. La resistenza del popolo venezuelano è qualcosa che l’imperialismo non capisce, motivo per cui sono disperati, dopo sei anni hanno attuato tutti i metodi disponibili per rovesciare i governi democratici, ora sono negli ultimi capitoli dei manuali. Ci sono numerosi elementi, oltre alla coscienza patriottica, c’è l’unione civile-militare, che l’imperialismo non comprende, un’eredità del Comandante Chávez. Ci sono molti fattori che non sembrano essere inclusi nei manuali, ma non c’è dubbio che cercano di esaurirci e dobbiamo garantire che la situazione sia stabilizzata.

Traduzione di Alessandro Lattanzio

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